Sogno Proibito

Allora: Sogno Proibito. Di cosa potrebbe mai trattare la storia di Sogno Proibito?, si staranno chiedendo i meno svegli della classe, e per loro (e solo per loro), specifichiamo sebbene un po’ inutilmente: di sogni proibiti! Ma, attenzione, non tutti i sogni proibiti sono destinati a rimanere tali. Specialmente per chi in giro per casa ha qualcuno che ci tiene molto a farli avverare, i sogni in questione… moltissimo!

Nel caso del nostro protagonista, questo qualcuno è una figura relativamente inedita per questo genere di storie, ovvero la donna delle pulizie incaricata di rendere abitabile la casa che lui e la compagna condividono da circa un anno.

Una specie di moderna Cenerentola, quindi, che tra una passata di spazzolone e una strofinata al lavello cinguetta flautata: «I sogni son desideri chiusi in fondo al cuor»?

Vediamo di scoprirlo insieme.

Ma, fermi tutti: se questa dev’essere una favola (una favola per bimbi maggiorenni, okay, ma sempre favola è), allora deve comiciare come comincia ogni favola che si rispetti, giusto?

E quindi: c’era una volta un giovane principe di nome Sogno Proibito, che viveva con la sua dolce principessa in un bel castello, e visto che anche i castelli hanno bisogno di essere puliti, strofinati e ramazzati altrimenti sai che troiaio, un giorno Sogno Proibito e Principessa decisero di assumere un’apposita Cenerentola. Grande stupore misto ad apprezzamento suscitò in lui la vista della prescelta che non era né una dolce e delicata pulzella bionda e nemmeno un’orribile vecchiaccia che copriresti con un giornale o con la prima cosa che ti capita a tiro bensì un’esuberante cinquantenne rossochiomata, una panterona sia nei modi disinvolti che nel look assai battagliero. Giorno dopo giorno, in assenza della principessa che usciva sempre molto presto per andare a svolgere le sue mansioni da principessa appunto, Cenerentola lavorava senza sosta, scopando, aspirando, strizzando e lucidando, non di rado seguita dallo sguardo benevolo e vispo del principe Sogno Proibito, che qualche timido pensierino sull’infaticabile professionista del pulite, sì, ogni tanto lo faceva. Chissà, si domandava il nostro, se Cenerentola era altrettanto infaticabile anche in altre attività sempre di carattere per così dire fisico…?

Tutto si sarebbe potuto concludere così, con qualche innocente fantasticheria e niente più, ma come dicevamo questa è una favola per bimbi grandi, e nelle favole per bimbi grandi c’è poco spazio per tutto ciò che è innocente… pochissimo, anzi, in questa qui in particolare non ce n’è proprio per niente! E infatti un giorno Cenerentola (che non era di certo un’ingenua e si era infatti accorta delle vispe occhiate di cui sopra) inviò a Sogno Proibito un messaggino, ma non per informarlo che avrebbe fatto tardi o per raccomandargli di fare scorta di detergenti, no, niente del genere. In quel messaggio – che non sarebbe sbagliato immaginare ancora caldo e roco di sonno – Cenerentola svelava al bel principe di aver sognato loro due a letto insieme! Un sogno eccitante, specificava poi nella sua impudica confessione, ma pur sempre solo un sogno, quindi che male c’era? E che male c’era, aggiungeva poi, nel condividerlo proprio con colui che quel sogno aveva ispirato?

Certamente sarebbe stata facoltà di Sogno Proibito, a quel punto, rispondere magari con toni sdegnati, rimproverare Cenerentola per aver osato tanto, o anche non rispondere affatto chiudendosi in un diplomatico quanto granitico silenzio. Ma Sogno Proibito, al pari della provocante domestica, non era un ingenuo e infatti rispose con un ammiccante «Attenta: certi sogni si possono avverare».

Cenerentola colse la palla al balzo, e il mattino dopo si presentò al castello in minigonna e stivale col tacco, più panterona che mai e pronta a darci dentro ma non con il mocio o col battitappeto, e il bel principe, lieto della piega che stavano prendendo le cose, fu più che felice di farsi condurre al talamo da lei. E lì tra le lenzuola – salacabula magicabula, bibidi trombidi bu – la magia poté finalmente scatenarsi. Lanciatissima, Cenerentola prese subito in mano la situazione (e non solo quella!) e con la stessa lena con cui era solita dedicarsi alle pulizie, si dedicò alla realizzazione di tutti i sogni proibiti di Sogno Proibito. Gli fece e si fece fare di tutto, ma proprio proprio di tutto di tutto, senza tralasciare o dimenticare alcunché… e alla fine, invece di adagiarsi sugli allori o abbandonarsi alle membra esauste ma soddisfatte del suo bel principe, Cenerentola addirittura balzò giù dal letto e si mise a rassettare! Infaticabile, proprio come aveva immaginato lui…

Sogno Proibito, nel frattempo, trovandosi di fronte all’imprevista necessità di non sentirsi una fumante montagnola di sterco di cavallo per aver cornificato in quel modo la sua principessa e nel loro letto, per giunta, si disse che, vabbé, alla fine delle fini era stata solo una cosa fatta col corpo, mica col cuore e con l’anima. Senza contare il fatto che la sua dolce metà, rientrando, avrebbe trovato la casa linda e in perfetto ordine, quindi non sarebbe stato eccessivo definire l’accaduto un “crimine senza vittime”.

E al di là di questa giustificazione che a stento si trova in una favola, la magia si ripeté, e poi si ripeté ancora, e ancora, sopra e sotto, davanti e di dietro, e nulla sembrava destinato a interferire con la loro serie di crimini senza vittime (seee, appunto…). Ma un brutto giorno lei, per così dire, perse lo stivale col tacco di cristallo, e l’incantesimo si spezzò. Cenerentola aprì il proprio cuore a Sogno Proibito spiegandogli che il peso della colpa nei confronti del marito e del figlio la stava schiacciando, e che ormai non se la sentiva più di continuare. Lui, principe nonché signore del castello mica per niente, accettò di essere scaricato con calma, dignità e classe – sotto sotto aveva sempre saputo che tanta manna prima o poi sarebbe finita – e oggi, a parte qualche malinconico e struggente momento di nostalgia del genere «Panterona, rimembri ancora?» mentre la vede armeggiare con spazzole e scope, strofinacci e piumini, insomma, con qualsiasi cosa tranne il suo nobile manico, tutto è ormai rientrato nella normalità.

E se qualcuno si stupisce del fatto che Sogno Proibito non l’abbia licenziata, è solo perché non sa quanto sia difficile, oggigiorno, trovare una brava Cenerentola che non sia anche un cesso ambulante.