III

Per tutto l’inverno ho pensato a Laura e ricordavo Misurina.

Sovente con mio fratello si parla di queste che conosciamo: la R. è una vaccona, una vera porca, e non lei sola. La M. è abituata troppo male, fa quel che vuole, tratta i parenti come servitori, spende un sacco di soldi in cretinerie. La P. è già un’insegnante tipica: «Silenzio perfetto! Chi parla, uno schiaffetto! Chi dice una parola, va fuori di scuola!». La A. è una ignorante villanfottuta… ma – è inutile – si finisce per ripetere il solito discorso di prima e di sempre, osservazioni cento volte fatte, e dopo averle considerate queste ragazze una per una, davanti e didietro, come farfalle fissate con lo spillo a un foglio di carta, la nostra conclusione non cambia.

Ho cominciato a pensare a lei con nostalgia poco dopo averla salutata, poi il lavoro e le altre cose, si sa, è un rimpianto che va e viene a ondate, ma è presente più forte o meno forte, sempre, e adesso non passa; e quando non passa e il desiderio resta, e si fa sentire, non c’è che una cosa sola da fare: prendere la macchina. Un paio di volte, in giorni festivi, l’ho fatta dalla mattina alla sera, andata e ritorno, due volate, due stancate, e in mezzo un paio d’ore passate insieme, un giorno in una pasticceria, un giorno a casa sua.

Ma ci vuol altro. Ci siamo scritti, irregolarmente, ma sempre; è il fatto però che per me conta meno. È inutile. È come niente. Io sto bene, sì, grazie, e tu come stai. Oh, come ti penso. Lei cominciava a insegnare; andava da certe monache; aveva una classe di ventidue bambine. Tirarla via di lì, subito. Prima che sia troppo tardi. Tutte le professoresse che conosco sono tronfie e stronze. Che non diventi come quelle; non sanno stare al mondo, non sanno niente della vita. Ridono per le stupidaggini da professori che fanno ridere loro sole. E Laura parlava degli esami di concorso, e studiava, doveva darli a Roma.

Decidersi. Far conoscenza. A mente fredda. Gli inizi turbano sempre la serenità del giudizio. E per impostare «tutto il mio avvenire» non è mai troppa la circospezione. Ma dopo qualche mese le passioni sedimentano. La riflessione prevale. L’occhio più spassionato. Si valuta. E quale occasione migliore? Se lei va da questi cugini al Forte dei Marmi – ritornarci dopo qualche anno: curioso effetto. Gianmario si è sposato. Mio fratello non è più cucciolo, l’ha smessa con i campeggi. E quei giocatori della Fiorentina, chissà? Saranno diventati allenatori?