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Aamir scagliò il telefono contro il muro in preda alla rabbia e all'agitazione di non sapere cosa sarebbe successo a Brooklyn. Si piegò sulle ginocchia e urlò. Shad osservava il padre da un angolo dell'ufficio del Pleasure.
«La tireremo fuori da lì, papà. Te lo prometto.» Si avvicinò e appoggiò una mano sulla spalla di Aamir.
«E come, cazzo? Non possiamo cedergli il The Pleasure né affrontarli senza farci ammazzare» urlò Aamir in preda alla rabbia. Si voltò verso Shad e continuò: «Non posso perdere anche lei, non dopo Hannah. Perché tutte le donne che si avvicinano a me subiscono sempre un destino di merda?».
Shad sorrise tristemente. «Mamma era malata, papà, e neanche tu avresti potuto fare nulla per salvarla. Dovresti superare questo rimorso che ti porti dietro, lo sai che lei non lo vorrebbe.»
Aamir lo sapeva bene, ma in quel momento si sentiva come se tutto quello che lo circondava stesse andando in frantumi. Si passò la mano sulla testa, muovendola ripetutamente tra i capelli. «Non posso perderla, Shad. Io l'amo così tanto.»
«Non la perderai, ma ora ho bisogno che tu torni lucido. Ora ci serve il Generale Aamir El Alì, il militare, lo stratega e il fottuto genio nell'arte del combattimento. Ho bisogno del tuo aiuto, papà.»
Per quanto Aamir si sentisse male, pensò che il figlio avesse ragione. La rabbia e il senso di impotenza che sentiva non avrebbero aiutato Brooklyn. Fece un respiro, poi un altro e si concentrò sulla strategia. «Okay, facciamolo.»
Shad annuì e si incamminò verso la cassaforte dove aveva riposto la chiavetta USB. La prese e la inserì nel pc.
«Cosa fai?» domandò Aamir.
«Ne faccio una copia e la mando a Rafiq. Se succede qualcosa di irreparabile, lui saprà come vendicarci.»
«Non ti voglio con me, figliolo. Non potrei mai perdonarmi se ti accadesse qualcosa» disse laconico Aamir.
Shad scosse la testa, prima di alzarsi e mettere la chiavetta in tasca. «Primo, Palladino vuole il Pleasure e ha chiesto esplicitamente di me. Secondo, per poter far credere di cedere il club devo presentare una delega di Rafiq, lo stronzo saprà senz'altro che il The Pleasure è di entrambi. E soprattutto, ed è la cosa più importante, non ti lascerei mai solo ad affrontare una cosa del genere. Tu ci sei stato quando Madison è stata rapita, e io voglio fare lo stesso con te.»
Aamir annuì. «Va bene, ma promettimi di fare attenzione. Bisogna telefonare a Rafiq e spiegargli cosa succede. Devi farti mandare la delega da consegnare al notaio che si presenterà all'incontro.»
Shad prese il telefono e compose il numero di Rafiq, ma prima di far partire la chiamata, si rivolse al padre. «E dopo? Non posso davvero firmare, ci serve un piano.»
Aamir camminò avanti e indietro per l'ufficio con la testa rivolta verso il basso, concentrato. Shad conosceva suo padre, ma conosceva anche il generale di Takei, e sapeva che in quel momento l'uomo aveva lasciato spazio al militare.
Dopo alcuni istanti, Aamir si fermò e si voltò verso il figlio. «D'accordo, ascolta. I fatti sono: Palladino vuole il Pleasure. Lui ha Brooklyn. Vuole fare uno scambio. E noi cosa abbiamo? Un esercito a Takei, servizi segreti arabi addestrati così bene che Palladino e i suoi uomini sembreranno delle debuttanti al ballo di fine anno. Chiama Rafiq, digli di mandare i miei uomini prima possibile. Lo scambio avverrà domani sera e il tempo è appena sufficiente per farli organizzare e metterli su un volo privato. Niente aereo militare, darebbe troppo nell'occhio, soprattutto se Palladino farà controllare i voli su Miami. Vorrà venire qui, convincilo a restare a Takei, digli che ci serve lì nel caso succedesse qualcosa. E digli di non mandare Tom, se la sua squadra sarà qui con noi lui potrebbe essere troppo scoperto quando ha bisogno di protezione personale.»
Shad alzò il labbro in un ghigno. «Cazzo, hai pensato proprio a tutto.»
«Non ho intenzione di perderla, ma neanche di mettere in pericolo la mia famiglia» lo redarguì Aamir.
Shad fece partire la chiamata mentre fece un'altra domanda: «Quale sarà la conseguenza di tutti i fatti che hai elencato?».
«Una sola: la distruzione di Nick Palladino.» La voce di Aamir fu gelida e quando Shad iniziò a parlare con Rafiq, lui si era già diretto verso la cassaforte per prendere le Glock che Shad teneva nascoste.