10
Lunedì, 11:30 del mattino. Il tenente Clancy, ben rasato e con l’aria riposata, entrò al comando del 52° Distretto, con una grossa busta sotto il braccio. Fece un sorriso luminoso al sergente, ma fu ricambiato da uno sguardo preoccupato.
— Buongiorno, sergente. C’è qualcosa che non va?
— Buongiorno, tenente. — Il sergente si sporse dalla scrivania, con un fare da cospiratore. — Il capitano Wise vi sta aspettando nel vostro ufficio, da circa mezz’ora…
— Lo so — disse allegro Clancy.
— È solo?
— C’è con lui il dottor Freeman — disse il sergente lieto che la notizia fosse accolta così tranquillamente.
— Bene — Clancy gli sorrise. — Vuoi dire a Kaproski e Stanton di portare i loro rapporti nel mio ufficio? Dobbiamo lavorare.
Il tenente percorse il corridoio con passo elastico, fischiettando a fior di labbra. Fece ingresso nel suo ufficio, buttò il cappello sullo schedario e si sedette alla scrivania, con un amabile cenno di saluto all’indirizzo dei suoi visitatori.
— Buongiorno, signori.
— Dove sei stato? — domandò il capitano Wise. — Avevi detto che saresti arrivato alle undici.
— Sono stato trattenuto — disse Clancy. — Dovevo andare alla Centrale a prendere alcune telefoto trasmesse da Los Angeles e poi ho fatto quattro chiacchiere con i fratelli Rossi. A proposito, non chiederanno di essere rilasciati dietro cauzione.
Il capitano Wise corrugò la fronte. — Come mai?
— Sono comunque spacciati, e lo sanno. Con noi, pensano che potrebbe esserci una probabilità, anche se remota, di salvare la pelle, ma, con il Sindacato, non avrebbero nemmeno il tempo di dire una preghiera. Così si sono decisi a darci la loro collaborazione. Mi sono imbattuto in Chalmers, mentre ero là, e abbiamo avuto un piccolo colloquio. Mi ha chiesto… — S’interruppe, vedendo entrare Stanton e Kaproski. — Salve, ragazzi, prendete una sedia e accomodatevi. Come stavo dicendovi — continuò — Chalmers avrebbe piacere che il nostro rapporto fornisse alla Procura Distrettuale tutto il materiale necessario a ottenere la condanna dei fratelli Rossi per omicidio di primo grado, ma senza che il signor Chalmers faccia una brutta figura.
È stato, potrei dire, di una cortesia squisita, stamattina… Tutto miele. Comunque, io gli ho detto che la compilazione del rapporto finale dipende da te, capitano. — Guardò il suo superiore seduto al di là della scrivania. — Di‘ come vuoi che sia redatto. Siamo tutti qui, perciò possiamo cominciare.
— Sentitelo! — Wise, con un’espressione da martire, cercò comprensione negli altri. — Come voglio che sia redatto il rapporto!
— È un dritto — disse il dottor Freeman, assentendo. — Ecco il termine esatto per definire il tenente Clancy. Per non dire che è subdolo. Ho perso tutta la sera, a corrergli dietro, e, quando mi sono assentato due minuti, per andare alla toilette… — Freeman tentennò il capo senza terminare la frase. Wise tornò a rivolgersi a Clancy.
— Il rapporto, eh? Ma quale rapporto, se non so come si sono svolti i fatti? Sei scomparso subito dopo la faccenda, al molo… Certo, so benissimo che eri stanco morto. So che era Johnny Rossi quello che abbiamo prelevato, e che Pete Rossi aveva il fucile nascosto nella valigia all’aeroporto. Sono sicuro che i due hanno ucciso i Renick… e tu stesso ci hai indicato dov’erano i corpi. Ma, come faccio a spiegarlo a qualcun altro, se non so neanch’io che cosa è successo?
Clancy sogghignò. — Posso scusare te, Sam, ma non il dottor Freeman. C’è stato dentro fin dal principio. Avrebbe dovuto vederci chiaro.
— Chi, io? — esclamò il dottor Freeman, sbuffando. — C’è voluto tanto di quel tempo per voi che, a quanto sembra, siete un poliziotto! Io non sono un investigatore, ma un medico. Questo mi ricorda… che ho da fare, perciò, se vogliamo proseguire…
— Sì, sì — approvò Wise. — È quasi ora di pranzo. Sbrighiamoci.
— Ho tardato anche per questo — disse quasi distrattamente, Clancy. — Tornando qui, mi sono fermato a far di nuovo colazione… — Vide i due volti di fronte a lui farsi scuri. — Va bene, comincerò dal principio. Il dottore potrà confermare quello che già sa, e Kaproski e Stanton faranno il loro rapporto. Riunirò tutto e ti farò avere l’incartamento al più presto, Sam.
— Allora, smettila di chiacchierare e racconta come sono andate le cose — disse Wise.
Clancy indugiò un momento per accendere la sigaretta, poi prese una matita e cominciò a rigirarsela fra le dita.
— Eccovi la storia. Cominciamo da Los Angeles, e dai fratelli Rossi. Quei due mungono la cassa del Sindacato e depositano il denaro all’estero, cercando di mettersi al riparo nell’eventualità che, un giorno, la legge stronchi la proficua organizzazione, o che loro stessi decidano di ritirarsi, cosa che il Sindacato disapprova sempre. O forse, semplicemente, hanno sentito prurito alle mani vedendo passare tutte quelle banconote. Non lo so, comunque sta di fatto che sottraevano da diverso tempo denaro al Sindacato, come ho saputo da Porky Frank, ieri sera. Tuttavia, venne il giorno in cui l’amministrazione del Sindacato cominciò a chiedersi che fine aveva fatto la legge della probabilità, là sulla costa occidentale, poiché tutto a un tratto i loro introiti, in quell’area, erano diminuiti oltre i limiti stabiliti dai precisi calcoli dei matematici. Così, cominciarono a far controlli. E i fratelli Rossi si accorsero, un bel mattino, che la tempesta stava venendo nella loro direzione…
— Racconta le cose come stanno, non farne un romanzo — sbottò il capitano Wise.
Clancy sorrise: — Bene, pressappoco in quel periodo, una nuova manicure è assunta nell’istituto di bellezza dell’albergo Drake, lo stesso dove alloggia Jonnhy Rossi… Un giorno viene chiamata nell’appartamento del Rossi per fargli le manicure. Mentre gli lucida le unghie, lei dice, ridendo, che lui è la coppia sputata di suo marito…
— Il marito era in quella telefoto? — chiese il capitano Wise.
— Proprio così e non appena la vidi, mi accorsi che stavo guardando l’immagine dell’uomo col quale avevamo parlato all’albergo Farnswort. — Clancy scrollò le spalle, mentre il suo sorriso sbiadiva. — Naturalmente, avrei dovuto capire tutto, anche senza la fotografia, ma non l’ho fatto. Be‘, andiamo avanti.
«Così, la vittima è trovata, una magnifica idea nasce nel cervello del signor Rossi. Lui va dal fratello maggiore, Pete, e gli dice all’incirca così: “Ho la soluzione del nostro problema. Dobbiamo solo fare in modo che tutta la colpa degli ammanchi venga addossata a me… e poi, che io venga fatto fuori. – Così, il Sindacato non ti starà più addosso e io sarò in Europa con la grana, quando tu ti sarai riguadagnato la loro fiducia. Quello che deve esser fatto fuori, naturalmente, è il signor Albert Renick, innocuo venditore di auto usate e marito della nostra manicure”.
«Così, Johnny Rossi chiede di nuovo la manicure e, mentre lei gli lima le unghie, le dice: “Sapete, mi farebbe piacere conoscere vostro marito. Forse ho qualcosa di buono da proporgli… ”.»
Stanton non potè fare a meno di interrompere: — E lei era così stupida da pensare che un bandito come il Rossi distribuisse gratifiche?
— Non era stupida — affermò Clancy. — Direi, piuttosto, inesperta. Comunque, non poteva veder niente di male nel presentare suo marito a quel pezzo grosso che alloggiava nel miglior appartamento dell’albergo Drake, e che aveva soldi da buttar via. Una volta solo con Renick, Rossi parlò chiaro: O Renick acconsentiva a prendere il suo posto, e sarebbe stato ricompensato con una somma in contanti e con un viaggio in Europa… oppure incorrere nell’eventualità che a sua moglie capitasse qualche grosso guaio.
Il capitano Wise guardò i volti seri degli astanti. — Fino a che punto puoi comprovare questo e fino a che punto è supposizione? — domandò, con curiosità, a Clancy.
— Posso comprovare quasi tutto — rispose deciso Clancy. — Ho cenato con Porky Frank, ieri sera. La rete degli informatori ha fatto gli straordinari da quando questa storia è uscita fuori. Inoltre, sono riuscito a spremere qualche verità dai fratelli Rossi. — Picchiettò sulla busta che aveva portato in ufficio. — Ho avuto anche informazioni da Los Angeles. Sono convinto che la manicure ignorava che suo marito avesse subito pressioni, ma, senza dubbio, sapeva che non doveva far parola della munificenza di Rossi. E non ne parlò né con le colleghe, né con i vicini, ma non potè fare a meno di avvertire il padre e la madre che avrebbe fatto col marito un viaggio in Europa, come compenso per un lavoro che il suo Albert svolgeva per un ospite dell’albergo. Dopotutto un viaggio in Europa, anche se su una nave da carico, era un grande avvenimento per lei…
Clancy schiacciò la sigaretta e aspettò invano qualche commento, poi continuò:
— Così vennero tutti a New York; Renick era stato preparato a dovere per recitare la parte. Naturalmente non si trattava di imparare a memoria Shakespeare, perché in fin dei conti doveva limitarsi a non dire nulla, e a somigliare a Rossi. E somigliante a Rossi lo era già. Il piano fu messo in opera: operazione capro espiatorio. Ann Renick, tutta eccitata, aveva già fatto i passaporti in California. Non appena arrivata a New York, telefonò per prenotare i biglietti… Biglietti che, secondo lei, dovevano servire a lei e a suo marito, ma che, invece, Rossi avrebbe usato al loro posto, con la sua piccola, ma formosa amica…
— Allora — disse lentamente il capitano — era già predisposto che lei dovesse essere uccisa?
— Naturalmente — disse Clancy quasi con impazienza. Il suo volto assunse un’espressione dura, mentre lui ricordava la bella e felice ragazza dell’appartamento nella Ottantaseiesima Strada. — Lei era una pedina da eliminare, come il marito. Certamente, non l’avrebbero lasciata in giro a strillare, quando avesse scoperto che, invece di un romantico viaggio in Europa, tutto quello che le rimaneva era un marito morto assassinato.
Fece una pausa, nel silenzio generale, e si sforzò di rilassarsi allontanando dalla mente il ricordo della donna uccisa. Poi riprese:
— Renick, appena presa la stanza all’albergo Farnsworth, telefonò alla moglie, a casa dell’amica, dove lei alloggiava. Ciò era contrario agli ordini ricevuti, naturalmente, ma lo fece. Non le disse né dov’era né che cosa stava facendo, ma semplicemente che era sistemato, e che tutto era a posto, poi le chiese dei biglietti, eccetera. Ed è stata la nostra fortuna quella telefonata perché, altrimenti, non saremmo mai riusciti a far luce sull’affare. Ci saremmo trovati di fronte un Johnny Rossi ucciso e, il giorno dopo, una signora Ann Renick, uccisa. Nessuna connessione. Dopo di che, avremmo cercato il signor Renick, per l’assassinio della moglie, nei prossimi cento anni.
«Ma lui telefonò alla moglie e questo ci diede la prima traccia. Ho la sensazione che tutta quella faccenda non gli andasse a genio, ma che la paura lo trattenesse dal mandarla a monte. Le minacce di Rossi dovettero essere molto convincenti. E se, da un lato, capiva di essersi cacciato in qualcosa di pericoloso, non c’era molto che potesse fare, arrivato a quel punto. Non gli restava che andare fino in fondo e ricavarne qualche soldo. Poi c’era il viaggio in Europa, che sua moglie desiderava tanto. Contento, però, non lo era.»
— Credete che quel mal di pancia fosse simulato? — domandò Kaproski. -— Forse perché lui era impaurito o perché Rossi gli aveva detto che doveva stare in quell’albergo fino al mattino, e non gli andava di avere i poliziotti alle costole, fino a martedì?
— Può darsi. Oppure, aveva effettivamente dei dolori di ventre. — Clancy scrollò le spalle. — Forse ce lo potrà dire il medico, quando avrà fatto l’autopsia. Sono sicuro che lui sapeva, sin dal principio, che farsi passare per Johnny Rossi, allo scopo di creargli un alibi, non era la più salutare delle imprese, ma, ormai, era incastrato… — Sorrise. — 0 forse, semplicemente, non aveva più voglia di giocare a ramino con Stanton. Non lo so. In ogni caso, era troppo tardi. Il contratto stava maturando. Rossi comparve, gli sparò, corse nell’albergo del fratello, a nascondere il fucile e poi si ficcò tra le coltri del suo letto, al New Yorker.
— Perché dopo non andò a uccidere anche la ragazza? — domandò Wise.
— Perché lei non aveva ancora i biglietti, Johnny Rossi non voleva assolutamente figurare, nell’acquisto dei biglietti. Sarebbe stato un rischio inutile. Il motivo per cui prospettò a quei due un viaggio in Europa fu quello di far acquistare a loro i biglietti per lui. I biglietti dovevano essere consegnati alla donna dalla Agenzia, il mattino. Rossi va dalla ragazza per prenderli, ma lei è con qualcuno. Ascoltando alla porta, Rossi capisce che il visitatore è un tenente di polizia, e non vuole farsi vedere in giro, perciò torna al New Yorker.
«Ma la Renick va da lui. Vuole sapere che gioco sta giocando: non le quadra il fatto che il poliziotto sia andato a dirle che hanno sparato a Johnny Rossi, mentre Johnny Rossi è lì seduto di fronte a lei e suo marito Dio solo sa dov’è. Non capisco proprio come Rossi riuscì a calmarla e che storiella le imbastì, ma lei se ne andò tranquillizzata, per il momento, e tornò a casa. Lui le fu subito dietro… Forse arrivò prima, mentre lei girava nel parco col tassì, domandandosi, senza dubbio, fino a che punto poteva credere alla storia di Rossi. Tutto lì.
«Poi lui la uccide, prende i biglietti e i passaporti… dopo averli cercati con tanto accanimento, e taglia la corda. E, quella sera stessa, si accinge a fare gli ultimi passi per raggiungere la nave. Ma noi lo abbiamo acciuffato prima.» Clancy mise giù la matita. «Ecco come sono andate le cose. Nessuna domanda?»
— Una quantità — disse il capitano Wise, guardandolo meditabondo. — Perché commettere due omicidi? Perché Rossi non ha semplicemente preso il volo?
— Perché non si sfugge al Sindacato dopo aver attinto alla cassa — rispose pazientemente Clancy. — Quelli del Sindacato non possono permettere che qualcuno la passi liscia, dopo aver fatto una cosa del genere, altrimenti qualcun altro potrebbe farsi venire la stessa idea. Scappare? — Scrollò le spalle. — Certo, si può scappare, ma come Joe Louis disse di un suo avversario: «Può scappare, ma non può nascondersi». I Rossi sapevano che non potevano nascondersi. Non a lungo, almeno. Se Johnny Rossi, invece, fosse morto e sepolto, chi lo avrebbe cercato?
— E va bene — concesse Wise.
— Ma anche se la sostituzione era la loro carta migliore, perché venire fin qui, a New York, a giocarla? Perché non attuare il piano sulla costa occidentale?
— Rossi era troppo conosciuto da quelle parti — spiegò Clancy. — Renick gli assomigliava, ma non abbastanza per imbrogliare qualcuno che lo conoscesse intimamente. No, New York era l’ideale: navi che salpavano per l’Europa quasi giornalmente, una città grande abbastanza da potervisi nascondere, un posto dove lui non era molto conosciuto, se non di nome e di fama. Inoltre, ricordatevi, aveva bisogno di un testimone. E chi meglio di un vice-procuratore distrettuale? Quello, accecato dall’ambizione, non si sarebbe chiesto: «Come mai un uomo simile viene a New York a testimoniare alla Commissione governativa?». Chalmers, poi, sarebbe stato pronto a giurare che il morto era Johnny Rossi.
Il dottor Freeman sbuffò. — Lo avremmo smascherato dopo cinque minuti, con le impronte digitali!
— Davvero? — Clancy lo guardò ironicamente. — Se a Kaproski desse improvvisamente di volta il cervello, e tirasse fuori la pistola e mi sparasse, voi controllereste le mie impronte digitali per essere sicuro che sono io? Ne dubito.
— Be‘…
— Non credo — disse Clancy.
Nel piccolo ufficio ci fu un momento di silenzio.
— Che cosa ti ha insospettito, in primo luogo? — domandò Wise.
— Non certo una cosa sola. C’erano parecchie piccole cose che continuavano ad assillarmi, a rodermi dentro, ma sparivano, dal mio cervello, appena tentavo di fissarle. Per esempio: perché un gangster come Johnny Rossi si era offerto di testimoniare? E perché proprio a New York? E chi sapeva che lui era a New York? E poi, qualcuno doveva aver messo in giro la voce che Rossi era stato nascosto dalla polizia di New York. Scopriremo, credo, che era stato lo stesso Pete Rossi a metterla in circolazione. Poi, c’era il fatto che l’uomo della camera quattrocentocinquantasei non sapeva giocare a ramino… Ammetto che questo non valeva un gran che, ma mi sembrava strano, trattandosi di un organizzatore di bische. Era un altro particolare che mi tormentava. In seguito, quando scoprimmo che non si era portato né lo spazzolino da denti, né una camicia pulita, né un paio di calzini…
— E con ciò?
— Ovviamente, non aveva intenzione di fermarsi fino a martedì. Allora, perché aveva chiesto la protezione della polizia fino a quel giorno? Non pretendo di sapere che cosa Rossi ha dato a bere a Renick. Lo sapremo se e quando Rossi dirà tutto quello che potrebbe dire.
— Parlerà — promise il capitano Wise.
Clancy annuì. — Probabilmente, sì. Quel giovane medico dell’ospedale mi complicò le idee per un po‘, accoltellando stupidamente un uomo morto. Però, non ci ha fatto perdere tempo. In un primo momento, non riuscivo a capire perché Pete Rossi, dopo aver insistito tanto per sapere dov’era il fratello, si disponeva, zitto zitto, a tornare a casa, dopo averne visto il cadavere. Una volta capito tutto il piano, naturalmente, ciò è diventato chiaro. Renick doveva essere ucciso… Pete Rossi non poteva partire finché non era sicuro che la sua fucilata era stata fatale. Sapeva che noi non avremmo potuto tener nascosto il cadavere, in eterno. Sapeva che Chalmers avrebbe insistito per sapere dov’era il suo testimone e quindi tutta la cosa sarebbe venuta fuori. E avrà pensato che, in tal caso, se lui si fosse già trovato sulla costa occidentale, sarebbe stato meglio, sotto ogni aspetto.
Kaproski si schiarì la gola.
— Dove acquistò i biglietti la Renick, tenente? So che non ha molta importanza, visto che avete capito qual era la nave, ma sono curioso.
Mi sono forse lasciato sfuggire un indizio evidente?
Clancy fece un risolino. — Io sono stato miope! La Renick li comprò all’agenzia di viaggi Ace. Scelse, sulla guida telefonica, semplicemente la prima agenzia, in ordine alfabetico. È sulla Trentottesima Strada. Ci avremmo messo un paio di giorni, a trovarla, perché non ho pensato al modo più logico, per un forestiero appena arrivato in città, di acquistare biglietti…
— A proposito di nave, come diavolo hai fatto a sapere che era quella? — domandò Wise. — È da sabato sera che ci penso!
— Già — esclamò Kaproski. — Anch’io.
— Non era così diffìcile, come sembra. Naturalmente la fotografia del rinfresco di nozze fu la chiave di volta. Mi fece capire che era Rossi a progettare di andare in Europa, e non Renick; che Renick era il morto all’ospedale e non Rossi…
— La nave — gli ricordò Wise.
— Ci sto arrivando. Rossi non avrebbe preso una nave americana: sarebbe stato sotto la nostra legge per un’altra settimana almeno… Perché correre rischi? E non avrebbe certamente preso un grande transatlantico: troppa gente poteva riconoscerlo, barba o no. Così, rimanevano i cargo. Ne salpavano solo tre quella sera, e uno era diretto nel Sud America, non in Europa.
— Ma anche così… — cominciò Wise. Clancy lo interruppe.
— Quando andai in casa della ragazza, mi accorsi che lei non aveva per la testa altro che quel viaggio sulla nave, finché non seppe che appartenevo alla polizia. Mi offrì un drink e disse: «Abbiamo tutto, tranne l’acquavite…». E poi: «Parlano inglese sulle navi?». Era un chiaro indizio che non avrebbe viaggiato su una nave americana, né inglese. Quando, poi, fece il nome di alcune città europee, la prima che nominò fu Copenaghen… Insomma, il viaggio dominava tutti i suoi pensieri. Scorrendo l’elenco dei cargo in partenza, vidi che una delle navi, non americane, che salpavano per l’Europa, quella sera, era diretta a Oslo e l’altra, la Aalborg, in Danimarca…
Scrollò le spalle. Il silenzio che seguì fu rotto dal dottor Freeman.
— Bevono acquavite anche a Oslo — disse tranquillamente.
Clancy sogghignò. — È quello che mi ha detto Porky Frank, ieri sera. Fortunatamente, non lo sapevo. Comunque, il mercantile norvegese salpò alle dieci di sabato sera, prima che arrivasse la telefoto.
— E se Rossi fosse stato su quella? — sbottò Wise.
— Non c’era. — Clancy sorrise.
Il capitano Wise ci pensò sopra un momento, poi annuì e si alzò. Il medico fece altrettanto, seguito da Stanton e Kaproski.
— Be‘, direi che siamo a posto — disse Wise, guardando con malcelato orgoglio Clancy. — Voglio che sia steso il rapporto e mi sia consegnato al più presto. Ora, almeno, posso far fronte ai giornalisti. Se vogliono particolari, saranno i fratelli Rossi a illuminarli.
— Se i Rossi cambiano idea e non si sentono di mettere la verità a verbale, minacciali di buttarli in strada — disse Clancy. — Ho saputo da Porky Frank, ieri sera, che Chicago sta mandando da queste parti alcuni specialisti del tiro al bersaglio…
— Ci prenderemo cura di loro — disse Wise. I suoi occhi si addolcirono. — È stato un buon lavoro, Clancy. Un po‘ arrischiato, però…
Il dottor Freeman intervenne in fretta: — Vi farò avere i risultati dell’autopsia il più presto possibile, per includerli nel vostro rapporto.
— Grazie — disse Clancy. — Lo redigo subito e te lo mando in ufficio, Sam.
I quattro uomini sbirciarono in silenzio il tenente, poi, uno dietro l’altro, uscirono.
Clancy guardò i rapporti lasciati da Kaproski e Stanton, la busta del sergente Martin e le annotazioni che aveva cominciato a fare. Con un sospiro, riunì tutto davanti a sé e cercò in tasca una sigaretta. L’accese e si mise all’opera.
FINE