13. Tutti mi vogliono!
Il vento per me sta cambiando: mi offrono un incarico l’Università di Utrecht, quella di Vienna e quella di Leiden. Mi chiama perfino il Politecnico di Zurigo, dove fino a poco tempo fa mi consideravano un dilettante. Ma accetto quest’ultimo incarico e torno con la famiglia a Zurigo.
Ora studio geometria, non quella del greco Euclide, ma quella di un certo dottor Riemann, che prevede un mondo dove due parallele non riescono ad essere sempre parallele e dove sono curvi persino gli angoli retti di un quadrato.
Con squadra e compasso è piuttosto difficile descriverla, ma con la matematica è possibile esplorarla. Molti matematici l’hanno fatto prima di me, senza alcun fine preciso.
Io invece penso che l’Universo sia un tutt’uno di spazio e tempo, e che sia descrivibile da questa geometria dove tutto - prima o poi - s’incurva.
Max Planck mi offre una cattedra all’Università di Scienze di Berlino.
Non posso rifiutare perché è diventato il più importante centro di ricerca del mondo.
Purtroppo è scoppiata la prima guerra mondiale, la Grande Guerra come verrà chiamata più tardi. Si allarga a dismisura tra violenze inaudite, in nome di patriottismi che non condivido.
Accadono cose tremende. Un mio collega dell’Università di Berlino ha persino collaudato dei gas mortali sul fronte orientale.
Poteva farlo anche il nemico, non sarebbe cambiato nulla: la guerra non è un gioco da salotto nel quale i giocatori rispettano le regole; sono in ballo la vita e la morte. Contro gli orrori della guerra può essere utile solo il suo ripudio totale.
L’Universo può essere descritto come un immenso salsicciotto in espansione. Ogni oggetto che contiene e lui stesso è definibile con tre dimensioni (altezza, larghezza e profondità) che cambiano nel tempo.
Il nostro Universo ha infatti quattro dimensioni (tre spaziali e una temporale). Si estende senza interruzioni di spazio o durata. I fisici lo definiscono un “continuum spazio-tempo”. Secondo la Teoria della Relatività, la gravità incurva questo “continuum” e l’Universo stesso.
L’Universo è così curvo che se fosse possibile percorrerlo da una parte all’altra ci si troverebbe al punto e all’anno di partenza. Dovreste però mettere in conto un viaggetto di parecchi miliardi di anni... e buona fortuna!