7. La prima volta di Albert
Aarau è una cittadina svizzera molto graziosa. Si possono fare delle bellissime escursioni sulle montagne vicine: il panorama delle Alpi è straordinario! Qui sto proprio bene. La famiglia Winteler è deliziosa, a tavola è sempre una festa, e - cosa molto importante - sono simpatico a Marie, che è sempre molto affettuosa con me.
La scuola a cui sono iscritto non è affatto male: c’è un laboratorio di fisica nuovo e molto attrezzato. È qui che mi viene in mente per la prima volta quanto sarebbe bello poter inseguire un raggio di sole.
Ora sono a Zurigo, solo soletto. Da ottobre sono iscritto al Politecnico. Mi sono messo in pari con gli esami. Ho rinunciato anche alla cittadinanza tedesca e al momento sono apolide, cioè senza patria. Mio padre è scandalizzato dalla cosa: “apolide” per lui è quasi un’offesa.
Durante le vacanze scolastiche, da Aarau prima e poi da Zurigo, sono andato a trovarlo spesso a Milano, dove ha trasferito attività e famiglia. Ora abita in una via non lontano dal Duomo e da Piazza della Scala, in un antico palazzo di proprietà di una contessa. Sono andato a spasso per la città e in Galleria, a comprare giornali in lingua tedesca.
Ho anche fatto un’escursione a Genova, dove ho visitato i miei cugini. È stato un viaggio bellissimo: ho attraversato a piedi l’Appennino fino al mare.
E là ho avuto una visione straordinaria: tante case colorate, immerse in una vegetazione lussureggiante, affacciate su una distesa d’acqua senza confini, e poi una luce... una luce così non l’avevo mai vista!
La luce è la cosa che rende possibile la visione dei corpi. La sua segreta natura ha sempre appassionato gli uomini.
Anche Einstein a sedici anni si chiede “che cosa vedrei se potessi viaggiare a cavallo di un raggio di luce?”.
Ai tempi di Einstein alcuni scienziati pensano che la luce sia fatta di minuscole particelle, e che abbia un carattere discontinuo, altri, che vanno per la maggiore, sostengono che si comporti come le onde elettromagnetiche e abbia carattere continuo.
Einstein non risolve completamente il problema, ma dimostra che la luce ha caratteristiche che appartengono sia alle particelle che alle onde. Infatti la luce si comporta come un’onda continua quando nel cielo si forma un arcobaleno, mentre agisce come un insieme discontinuo di piccoli pacchetti di energia quando, per esempio, si accende una lampadina. La sua velocità, però, è l’unica cosa che non cambia mai: è sempre costante in qualsiasi punto dell’Universo (300 000 km al secondo).