9. Einstein inventore

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Sono a Berna. Dal 16 giugno 1902 lavoro all’Ufficio Brevetti come esperto tecnico di terza classe, precario e in prova. È un lavoro semplice, io dico “da calzolaio”, con tutto il rispetto per i calzolai.

In ufficio arrivano i progetti più strani e i personaggi più insoliti. Di ogni nuova invenzione va stabilita l’originalità e il campo di applicazione.

Io stesso depositerò diversi brevetti a mio nome: quello di un cornetto acustico e quello di un frigorifero che non fa rumore.

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Berna è una bella città e ci vivo bene. Ho preso la cittadinanza svizzera, ma non dovrò fare il servizio militare perché mi hanno riformato... per piedi piatti.

Con alcuni amici ho fondato l’Accademia Olimpia, della quale sono il presidente onorario. Scopo di questa associazione è parlare di fisica e mangiare bene.

Finalmente ho sposato Mileva. Ora abitiamo in un appartamento nel centro medioevale, vicino alla Torre dell’Orologio.

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Lei mi dà una mano nei miei studi, ma fa la mamma a tempo pieno perché è nato Hans, il nostro primo figlio. Era già sovraccarica di camicie e di pentole da pulire; ora ha anche fasce da bollire e pappe da scaldare.

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In casa ristagna il fumo dei miei sigari che lei definisce “puzzolenti”. Anche tra i panni stesi, i biberon e gli strilli del piccolo Hans, riesco a riempire fogli su fogli.

Su di essi prendono forma le idee scientifiche più rivoluzionarie della storia dell’umanità, quelle della mia teoria della relatività.

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Tempo e spazio sono relativi. Immagina di essere su un treno che si muove a 50 m al secondo e che un tuo amico sia fermo fuori dal treno e osservi quello che stai facendo. Fai rotolare una biglia nel corridoio del treno nella direzione in cui il treno si muove. Per te che sei fermo sul treno, la tua biglia si muove a 2 metri al secondo.

Per il tuo amico che ti guarda da fermo, fuori dal treno, la tua biglia si muoverà a 52 metri al secondo, cioè alla velocità del treno più quella della biglia.

Secondo la teoria della relatività - rispetto a un osservatore fermo o che va piano - più si va veloci, più il tempo rallenta. Albert Einstein fa l’esempio di un uomo che va a spasso col cane: l’uomo va piano, il cane va avanti e indietro e scodinzola continuamente. Alla fine della passeggiata, se l’uomo ha fatto qualche chilometro, il cane ne ha fatti di più ed è invecchiato meno del suo padrone. Inoltre la coda del cane è invecchiata meno della punta del suo naso.

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