5.
Il giorno dopo prese la pistola, un po’ di patate, un po’ di sale, il grosso volume di Winetoo, il pellerossa gentiluomo, e uscì dalla buca. Partiva alla ricerca dei partigiani, come il padre gli aveva raccomandato di fare. Non sapeva dove andare. Non sapeva nemmeno bene che cosa volesse dire quella parola “partigiani”. Come avrebbe fatto a riconoscerli? Avevano una divisa? In che modo doveva parlar loro? Dove bisognava cercarli? Si aggirava a caso per la foresta e alla sera tornava a rintanarsi nella buca. Per parecchi giorni non incontrò nessuno.
Ma una mattina, mentre attraversava una radura del bosco, due uomini spuntarono fuori dai cespugli e gli intimarono di fermarsi. Janek si fermò. Non aveva paura. I due uomini avevano un’aria misera, non sembravano proprio pericolosi. Quello più giovane aveva la testa fasciata in uno scialle, come una contadina, e un occhio gli ammiccava nervosamente, senza interruzione. Il più vecchio aveva due grandi baffoni grigi. Sembrava più temibile dell’altro. Gli si avvicinò e lo frugò. Gli trovò subito la pistola.
«Com’è che l’hai avuta?»
Janek non capì subito. Doveva fare uno sforzo per capire. Non era polacco. Non era nemmeno russo. Janek non sapeva che diavolo di lingua fosse.
«Ti domanda...» cominciò a dire quello più giovane.
«Sta’ zitto, lo interrogo io!» ringhiò l’uomo maturo.
«Ma non capisce l’ucraino».
«Io parlo polacco!» affermò il vecchio, incollerito. E si rivolse a Janek:
«Dove l’hai presa?»
«Me l’ha data mio padre».
«Dov’è tuo padre?»
«Non so».
«Hai sentito, Czerw?» disse il vecchio con tono trionfante. «Non sa dove sia suo padre».
«Ho sentito. Non sono mica sordo».
«Invece forse lo sa, eh? Forse non ce lo vuol dire, eh?»
«Lasciatelo in pace, Savieli Lvovic», protestò l’altro, con aria annoiata. «Lo conosco. È il figlio del dottor Twardowski, di Sucharki. Suo padre mi ha curato».
«Sucharki, eh?» ripeté il vecchio. «Sucharki...»
Guardò Janek di traverso:
«Quand’è così, io posso dirti che cosa ne è stato di tuo padre...»
«Che cosa ne è stato?»
«Chiudete il becco, Savieli Lvovic», ringhiò subito il suo compagno. «Chiudete il becco, per carità».
«Eh?» si meravigliò il vecchio. «Ma se non ho detto niente».
Prese il grosso libro di Janek, ne guardò il titolo.
«Winetoo», sillabò con difficoltà, «il... pellerossa... gentiluomo... eh?»
Chiuse rumorosamente il volume. Guardò Janek. E bestemmiò, con una sorta di disperazione:
«Kurwa ich mac! Kurwa ich mac! Brutta puttana!»
«Non bestemmiate così, Savieli Lvovic. Ve l’ho già detto, non è bello, alla vostra età».
«Che ne è stato di mio padre?» ripeté Janek.
«Ah!» fece il vecchio. «Non so che cosa ne sia stato di tuo padre. Lo sa il colera».
E quasi singhiozzò:
«Winetoo, il pellerossa gentiluomo... Oi, oi!»
«Non frignate ora, Savieli Lvovic».
«Io non frigno. Io non frigno mai».
Restituì il libro a Janek.
«Che diavolo fai nella foresta, viso pallido?»
«Ci vivo».
«Eh?»
«Ci vivo».
«Hai sentito, Czerw? Ci vive!»
«Cerco i partigiani», disse Janek timidamente.
«Cosa?» scattò il vecchio. «Porca d’una... Hai sentito, Czerw? Cerca i partigiani!»
«Ho sentito».
«Quali partigiani?» volle sapere ora il vecchio, interessato.
«Non so».
«Non sa!» fece il vecchio con aria di trionfo. «Hai sentito, Czerw, non sa...»
«Chiudete quella vostra bocca di culo, Savieli Lvovic, per piacere».
Guardò Janek con aria seria per un po’.
«Puoi venire con noi», disse.
«Chi è che comanda qui?» si arrabbiò il vecchio.
«Nessuno. Nessuno comanda qui. Io conosco suo padre, e lui può venire con noi. Ecco tutto».
«Ho forse detto che non poteva venire con noi? Eh già, io sono senza cuore. Io non ho che le chiacchiere, eh?»
«Certamente, le chiacchiere non vi mancano, Savieli Lvovic».
«Lo so», disse il vecchio fieramente. «Puoi venire con noi, viso pallido. Sii il benvenuto nel nostro igloo...»
«Wigwam», mormorò Janek.
«Eh?»
«Wigwam dicono i pellirosse. Igloo, lo dicono gli eschimesi».
«Lo sa il colera dove sia andato a finire», bofonchiò il vecchio.
Volse le spalle ai due e si avviò velocemente. I due lo seguirono.
«Come si chiama?» domandò Janek.
«Krylenko. È un ucraino. Chiacchiera molto, ma non è malvagio».
«Lo so», disse Janek.