«Contrattacco»
Sotto il fuoco dei cannoni francesi

 

 

 

1. Hitler contro il mondo. Il mondo contro Hitler.

Questa pseudo-dialettica che fa bella mostra sulla copertina di un opuscolo staliniano ornato da quattro ascie insanguinate disposte a forma di croce uncinata, basta a provare che la politica comunista ha rotto definitivamente con la rivoluzione. Fare appello al mondo che è contro Hitler, è infatti qualificare questo mondo di fronte al nazional-socialismo, mentre l’attitudine rivoluzionaria implica necessariamente una squalifica (squalifica di cui erano testimonianza fino a poco tempo fa espressioni sprezzanti come mondo borghese o mondo capitalistico).

2. L’adesione al gruppo dei vincitori del 1918 dell’URSS e dei comunisti, ha comportato necessariamente la loro adesione al trattato di Versailles e a tutta una serie di elucubrazioni sinistre che l’hanno seguito. È normale che dalla qualificazione del mondo scaturisca, sulla strada del rinnegamento, la qualificazione degli strumenti diplomatici che servono a dare a questo mondo una sembianza di coesione.

3. Siamo, noi, per un mondo totalmente unito, senza niente di comune con la presente coalizione poliziesca contro un nemico pubblico n. 1. Noi siamo contro i pezzi di carta, contro la prosa da schiavi delle cancellerie. Noi pensiamo che i testi redatti intorno al tappeto verde non leghino gli uomini che in corpi di autodifesa. Preferiamo loro, in ogni stato di causa, la brutalità antidiplomatica di Hitler, più pacifica infatti, dell’eccitazione bavosa dei diplomatici e dei politici.

 

Paul Acker, Pierre Aimery Georges Ambrosino, Georges Bataille, André Breton, Claude Cahun, Jacques Chavy, Jean Dautry, Jean Delmas, Henry Dubief, Reya Garbarg, Arthur Harfaux, Maurice Henry, Georges Hugnet, Marcel Jean, Léo Malet, Suzanne Malherbe, Henry Pastoureau, Benjamín Péret, Jean Rollin.