XXXV

A casa di Bellerofonte era arrivata una lettera, recapitata a mano da un uomo che si era presentato come servo della contessa Anne Marie D’Aube.

Giorgina l’aveva presa in consegna chiedendo all’uomo che, per favore, gliela depositasse nella tasca anteriore del grembiule. Si era giustificata dicendo di avere le mani sporche, perché in quel momento stava cucinando, ma in realtà era stata una precauzione per non toccare la busta, così come le era stato suggerito di fare.

Per alcuni, i veleni mortali efficaci al semplice contatto con la pelle erano solo una leggenda, ma a Bellerofonte non sembrava una buona ragione per sottovalutarli.

Prese la lettera con uno straccio e la portò nel suo studio, la mise sullo scrittoio. La aprì servendosi di due pinzette. Lo fece senza respirare, e tenendo il viso lontano dalla carta. Quindi estrasse il foglio con una delle pinzette e lo spiegò usando ancor più cautela.

Il foglio si aprì croccando appena, sbocciando lentamente davanti ai suoi occhi pieni di stupore.

Eccellentissimo barone Bellerofonte Castaldi,

Vi prego di perdonare la mia sfrontatezza e, sebbene mi renda conto che con questa impertinente missiva ve ne stia dando adito, vi supplico di non trarre conclusioni riguardo la mia onorabilità.

Ciò che mi ha mosso la mano verso un calamaio prima, e su questo foglio poi, è unicamente il desiderio di avere Vostre notizie. Ero e sono in sincera apprensione per Voi, essendo mio malgrado venuta a conoscenza del Vostro rischioso mestiere.

Mi domandavo: come starà quel gentile barone? Avrà già scoperto chi ha ucciso quel povero bambino che ho avuto la sfortuna di trovare? Lo rivedrò mai?

Roma è città pericolosa, signore! E un uomo di Legge, quale Voi siete, dovrebbe sempre tenere con sé una buona dose di un potente contravveleno chiamato prudenza.

Davvero, perdonatemi e vogliate accettare, insieme ai miei importuni consigli, anche un invito a uno spettacolo e i miei più sinceri saluti.

Sarei lieta di rincontrarVi presto.

Sano e salvo.

Di Vostra Eccellenza

Ammiratiss. & devotiss. Servit.

Anne Marie D’Aube

Postscriptum -

Lo spettacolo si terrà oggi, alla prima ora della sera1, in Piazza di Francia, nel palazzo dell’ambasciata francese. Vedrete i paggi che accoglieranno gli ospiti. Domandate di me.

La richiuse con emozione. Si premette il foglio sul viso, con entrambe le mani, come fosse acqua fresca, e sospirò appoggiandosi allo schienale della sedia. Annusò la carta: odorava di zucchero e di violetta, e di cenere. Stette così per alcuni minuti, con la testa appoggiata alla sedia e il foglio schiacciato sulla faccia sorridente, finché non tornò Giorgina a domandargli se la lettera portata da quell’uomo fosse o no avvelenata. Le rispose che sì, lo era, e di un veleno per il quale non si conosceva antidoto.

Quando Giorgina se ne fu andata, perplessa e con più domande in testa di prima, Bellerofonte prese carta e penna e cominciò a scrivere:

Eccellentissima, sublime contessa…

1 Le 18:00