Febbraio 2008. Il settimanale «Donna Moderna» commissiona a Oliviero Toscani una campagna contro la violenza sulle donne. Nell’ultimo numero del mese esce la foto. Due bambini nudi, fra i due e i tre anni: a sinistra «Mario» guarda nell’obiettivo e fa il gesto di camminare senza perdere l’equilibrio. A destra «Anna», ricci biondi, si copre la pancia con le mani. Sotto la foto di Mario c’è scritto: «carnefice». Sotto quella di Anna: «vittima». Una striscia nera proprio sotto le mani della bambina riporta la scritta: «No alla violenza sulle donne». Il messaggio è chiarissimo. I due bambini sono in età da asilo, identici nel fulgore della loro bellezza, diversi solo per genere, perfettamente intatti e incolpevoli: tutto deve loro ancora succedere. Il loro destino, la loro sorte, il ruolo che avranno nella vita non dipende, in questo preciso istante, da loro. Dice infatti Toscani: «I due bambini incarnano la purezza. Tutto comincia da lì, dall’infanzia. Poi intervengono l’educazione dei genitori, i valori che ci trasmettono, il loro esempio, giusto o sbagliato. Nella stragrande maggioranza dei casi è così e vorrei che le madri, i genitori ne fossero consapevoli: tocca soprattutto a loro educare i figli, crescerli nel segno del rispetto verso l’altro sesso e il resto del mondo. Molti invece, presi dagli impegni e dal lavoro, hanno abdicato all’educazione sentimentale dei figli e sono felici se i figli maschi esibiscono forza e virilità, si rivelano incalliti seduttori, mentre una figlia con tanti fidanzati....». Contro la pubblicità si sono immediatamente sollevati l’Osservatorio sui diritti dei minori, Telefono Azzurro e l’Associazione Italiana Genitori. La campagna non ha avuto seguito.