Trama
Qui il mondo vi viene proposto come mai prima in un romanzo.
Con forza, intelligenza, saggezza, lucidità, acume, con sottigliezza, ritmo e dolore.
DIE WELT
Masa è giovane e testarda, è un'azera ebrea, ma quando serve anche turca o francese. Conosce cinque lingue e sa cavarsela in ogni situazione come molti altri ragazzi della sua età. Vive con il fidanzato Elias e i suoi migliori amici sono musulmani che lottano quotidianamente per ottenere i permessi di soggiorno.
Masa ha quasi completato gli studi per diventare interprete e sperare così in una carriera alle Nazioni Unite quando, improvvisamente, qualcosa di imprevedibile e di tragico interviene a scombinare i piani e la lascia sola davanti alla sua sofferenza e al suo destino.
Decide allora di abbandonare tutto e di andare in Israele dove affronterà un passato che l'ha tormentata per anni.
Olga Grjasnowa sa muoversi con acume e ironia tra quelli che sono temi essenziali del nostro tempo, quali la multiculturalità, l'amicizia, le proprie origini. Dà voce a una generazione che ha imparato a vivere ovunque ed è in grado di cambiare lingua e abitudini, ma che allo stesso tempo è impreparata ad affrontare il dolore, e questa grande umanità rende le vicende di Masa agrodolci, commoventi e familiari.
«A volte, quando tornava a casa dal lavoro, mi portava sul tetto. Là montava un telescopio e mi illustrava le costellazioni, me ne sussurrava i nomi, come se quei nomi li conoscessimo solo noi due, come se fossero il nostro segreto. Sentivo il suo alito caldo, che sapeva di mandorle e, se prima aveva bevuto, mi faceva indossare la camicia da notte, mi metteva a letto, e mi dava un bacio. i peli ispidi della sua barba mi pungevano la guancia, e mi carezzava i capelli. Poi appoggiava la mano sul calorifero con la stessa delicatezza con cui l'aveva posata sulla mia testa e usciva dalla stanza».
Olga Grjasnowa è nata nel 1984 a Baku, in Azerbaigian. Nel 1996 si è trasferita in Germania dopo lunghi soggiorni in Polonia, Russia e Israele. Per il suo primo romanzo Der Russe ist einer, der Birken liebt ha ottenuto nel 2012 il premio Anna Seghers e il premio Klaus-Michael Kuhne.
Versinin: Ma cosa dite! Qui c'è un clima così salubre, sano, autenticamente slavo. Il bosco, il fiume... persino le betulle. Care, modeste betulle, le amo più di ogni altro albero. Si vive bene qui.
L'unica cosa strana è che la stazione ferroviaria sia a venti verste...
E nessuno sa spiegare il perché.
ANTON CECHOV
Tre sorelle