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DUBROVNIK, IUGOSLAVIA
Durata: due settimane
Costo: £ 800 (€ 1091)
Stress
Malattie
Noia
Pericoli *****
Fregature *****
Prima che i bombardamenti la riportassero all'età della pietra, la Iugoslavia era un bel posto per i turisti avventurosi. E siccome i miei genitori fanno parte della categoria, ecco che nell'estate del 1976 la versione di me a quattro anni si trovò seduta su un Boeing 707 diretto a Dubrovnik. Niente da dire sulle acque cristalline, sul cibo e sugli allegri abitanti della «perla dei Balcani». Forse c'era qualche maggiolone Volkswagen di troppo (è incredibile su cosa si fissa la memoria). Comunque la passione e il talento di mio padre per la fotografia ci hanno consentito per anni di rivedere la mia faccia contenta in quei posti.
Solo qualche anno fa, dopo aver mangiato troppo gelato al rum, mio padre ha tirato fuori una storia sinistra su quel viaggio. A quanto pare durante un pranzo a base di pesce fantastico in un ristorante sul porto un tizio del posto si mise a chiacchierare con i miei, dando informazioni e quant'altro sui luoghi da visitare. Dopo un paio di bicchierini erano già amiconi, e i miei, intontiti dal suo fascino iugoslavo acconsentirono alla richiesta di «portare il ragazzino a fare un giro». E così io me ne andai con uno sconosciuto, mano nella mano, mentre i miei continuavano a masticare le delizie del mare, il cibo preferito di Capitan Uncino. Dopo venticinque minuti, secondo mio padre, cominciarono a chiedersi dove fossi finito, e che cosa questi simpatici iugoslavi volessero fare con me. Si resero conto che non avrebbero mai affidato il loro unico figlio a uno sconosciuto peloso se fossero stati al supermercato di casa, mentre qui l'avevano lasciato andare con un tizio che per quanto ne sapevano poteva essere il Fred West locale. Ma proprio in quel momento mi videro tornare, da solo e, come disse mio padre, «ubriaco come una spugna». E non stava scherzando. Cercai conferma di questa storia da mia madre, che diventò tutta rossa e si mise a balbettare che lei non sapeva assolutamente di cosa stessi parlando.
Ecco qui la mia prima vacanza all'estero con la famiglia, tutta per voi, un'esperienza dolce e amara: l'aver visto una bella città prima della sua completa distruzione, con gli occhi innocenti dell'infanzia, e l'essere scampato a un pedofilo dell'era pre-internet, dopo aver bevuto troppo liquore alla frutta e chissà cos'altro di terribile. Grazie al cielo non ricordo niente, e siccome qui sotto c'è il mio nome vi pregherei di far sapere a tutti che con il sesso è tutto a posto.
Paul Vinter