Introduzione

Questo e-book è un primo tentativo di elaborare materiale per l'apprendimento della storia sul sito del nostro Ateneo. Inizialmente avevo pensato a un vero e proprio manuale di Storia moderna, ma la sua elaborazione sta prendendo più tempo di quello prefissato per questi primi esperimenti. Ho deciso quindi di procedere con una prima unità didattica che approfondisca alcuni aspetti di un periodo che negli ultimi anni ha riscosso un discreto successo tra gli studenti della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere.
Quanto qui elaborato deve essere considerato una versione preliminare, che sarà presto sostituita sfruttando le facilitazioni della rielaborazione digitale. In questa prima versione faccio il punto: a) sulle guerre di religione in Francia (Parte I); b) su quanto accadde nello stesso periodo in Spagna, Olanda e Inghilterrra (Parte II); c) su alcuni italiani (una duchessa, un vescovo, un granduca e un papa) che contribuirono agli sviluppi francesi (Parte III). In pratica la prima parte attira l'attenzione su un avvenimento circoscritto, la seconda ne illustra una serie di addentellati e mostra come ogni episodio debba essere interpretato alla luce di quel che avviene su uno scacchiere più vasto, la terza illustra il ruolo di alcuni individui.
Questa operazione tripartita ha tre scopi principali. In primo luogo voglio tratteggiare un periodo storico su scala europea, rispondendo all'attenzione per l'Europa del nostro Ateneo e in particolare della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Moderne. In secondo luogo voglio utilizzare un linguaggio piano che rinunci a parte degli usuali orpelli accademici: ridurrò quindi al minimo le disquisizioni teoriche e non farò ricorso alle note, sostituite da una bibliografia alla fine di ciascuna parte. Spero così di trovare un linguaggio adatto anche a coloro che, iscritti ai corsi di laurea triennali, non hanno un particolare desiderio di approfondire lo studio della storia. In terzo luogo desidero mostrare che la scelta di una narrazione piana non impoverisce la didattica, né comporta alcuna rinuncia alla ricerca. La prima parte è basata soprattutto sulla letteratura storica in italiano, inglese e francese, mentre la seconda e la terza integrano tale letteratura con ricerche d'archivio.
Proprio i risultati del lavoro d'archivio servono a tracciare una serie di quadretti biografici che concorrono a rendere più "spessa" la narrazione storica. Questa infatti deve andare dal particolare al generale e da quest'ultimo di nuovo al particolare per rendere la complessità dell'esistenza, così come è esperita da ciascuno di noi, e al contempo per sottolineare quanto il mondo, nel quale si viveva oltre quattrocento anni fa, fosse simile e al contempo diverso dal nostro. Senza un confronto diretto con le fonti rischia infatti di sfuggire che l'umanità non vive in un eterno presente nel quale tutto si ripete in maniera eguale, salvo un certo qual complicarsi e internazionalizzarsi delle vicende a partire dal Novecento. Di fatto nell'Europa del Cinquecento la vita quotidiana si basava su regole e rituali assai distanti da quelli oggi condivisi. In compenso il confronto tra le potenze e a quello tra le fedi religiose comportava lo scontrarsi di spinte regionali, nazionali, e sovranazionali in una situazione che era già globalizzata e globalizzante. Inoltre la storia europea già registrava lo spostarsi di uomini al di fuori dei confini natii.
La prima parte dunque evidenzia le strutture psicologiche che sovrintendono alla tensione e alle spinte omicide delle guerre di religione francesi. La seconda mette in risalto l'interrelazione tra i vari stati. La terza mostrare come flussi temporanei e definitivi partecipino del turbinio degli avvenimenti e come le reti (oggi diremmo i network) migratori influenzino il o traggano vantaggio dal corso di questi ultimi. Proprio quest'ultima parte deve essere ampliata. Abbiamo infatti ancora bisogno di molto lavoro d'archivio su questi spostamenti di uomini e di donne e non è neanche ben fissato il quadro teorico necessario ad interpretarli. La presenza italiana in Francia è già presa in considerazione da numerosi studi, in primo luogo da La France italienne, XVIe-XVIIe siècle di Jean-François Dubost (Paris, Aubier, 1997), ma si stanno ancora vagliando le relazioni tra migrazioni politiche (per esempio, i fuoriusciti fiorentini) ed economiche (i parrucchieri, ristoratori e servi italiani a Parigi). Riguardo a questi incroci di motivazioni (e quindi anche di comportamenti) spero di poter aggiungere presto un capitolo su Caterina de' Medici e la sua cerchia. Esso infatti dovrebbe: 1) ampliare lo studio delle relazioni tra questa famiglia fiorentina e la Francia; 2) verificare rilievo numerico e politico dei fuoriusciti nella cerchia di Caterina; 3) visualizzare il contributo degli italiani alla storia di Francia nel secondo Cinquecento.
Conto anche di reintervenire sulla seconda parte, approfondendo la storia inglese e la figura di Elisabetta I. Tra l'altro se la terza parte evidenzia l'importanza delle migrazioni e delle reti di relazioni che tali fenomeni costruiscono, tutte e tre le parti, specie se maggiorate dalle biografie di Caterina de' Medici ed Elisabetta Tudor, mettono in luce l'importanza femminile nel secondo Cinquecento. Tra l'altro, sarebbe interessante tener conto dell'eco storico-letteraria di questi personaggi femminili. Infatti Anna d'Este, della quale parlo nella terza parte, è probabilmente la figura cui la contessa de La Fayette s è ispirata per La principessa di Clèves (1678), mentre la fama Caterina de' Medici e di Elisabetta Tudor è ancora viva in film quali La regina Margot (1994) di Patrice Chereau ed Elizabeth (1998) di Shekar Kapur.