Capitolo sesto

 

Il giorno dopo, prima che Max tornasse, Mix sentì il topo scendere dalla parte alta della libreria e avvicinarsi a lui, accanto al termosifone.

«Oggi non parli, topo?» si informò Mix.

«In effetti sono in silenzio, in piedi sulle zampe posteriori e sto muovendo i baffi, perché mi sento triste, signor gatto, tristissimo, sono il topo più triste del mondo. Oh, che terribile tristezza! Le piacerebbe conoscere i motivi della mia tristezza? Le anticipo che sono due.»

«Qualcosa mi dice che me li dirai anche se non te li chiedo.»

«In effetti, è proprio così. Il primo motivo della mia tristezza è che non ho un nome. Lei si chiama Mix, il giovane umano che le dà da mangiare si chiama Max, ma io non ho un nome, sono solo un topo, e se dici topo a voce alta, milioni di topi penseranno che parli con loro e non con me. Io voglio avere un nome!»

Senza aprire gli occhi, Mix capì che quel piccolo roditore dalla vocetta stridula aveva ragione.

A volte arrivavano in casa degli ospiti che si rivolgevano a lui chiamandolo gatto, «Vieni qua, gatto», ma per quanto gentile fosse la loro voce non aveva lo stesso calore di quando Max lo chiamava per nome. Bastava che dicesse «Mix» e lui sentiva l’invito ad avvicinarsi, a tenersi compagnia, a condividere la gioia o il silenzio.

«Visto che sei un topo messicano, mi piacerebbe chiamarti Mex. Sei d’accordo, Mex?» propose Mix.

«È un nome splendido! In effetti, Mex è il nome che avrei sempre voluto. Signor gatto, lei mi ha tolto una tristezza dal cuore... Le posso dire il secondo motivo di tristezza?» Mix annuì con un sospiro, e Mex, euforico per il suo nuovo nome, attaccò uno sproloquio sui profumini buoni, anzi deliziosi, che si sentivano nell’aria, diffusi purtroppo da alimenti molto al di fuori della sua portata.

«Mex, che ne dici di andare al sodo?» propose Mix.

«In effetti, lo faccio subito. Nella dispensa c’è una scatola di cereali gustosi, più che gustosi, gustosissimi, e deliziosi, più che deliziosi, superdeliziosi, e croccanti, e con frutti rossi di bosco, ma io non ci arrivo perché la scatola è in cima alla dispensa. Hanno un’aria così squisita... Ah, che tristezza!» si lamentò Mex.

«Mex, dimmi che cosa c’è sopra il termosifone» lo interruppe Mix.

Il topo rispose che c’era una finestra con due piante molto verdi sul davanzale e che dietro i vetri c’era la strada. Allora Mix gli chiese di arrampicarsi lassù e di raccontargli tutto quello che vedeva fuori dalla finestra.

Mex obbedì e cominciò a descrivergli la strada bianca perché durante la notte aveva nevicato, contò i nidi di gazze sugli alberi più vicini, spiegò che i rami erano senza foglie ma non tristi perché il freddo li aveva ghiacciati e adesso sembravano fatti di cristallo. Spiegò che un uomo camminava lasciando orme profonde nella neve, che una donna tirava il carrellino della spesa con grande difficoltà e che le biciclette dei portalettere riposavano come magri animali gialli davanti all’ufficio postale. Mix ascoltava attentamente e la vocina del suo nuovo amico gli permetteva di rivedere l’orizzonte di tetti coperti di neve, il fumo che usciva dai comignoli, le macchine che avanzavano lente sul tappeto bianco dell’inverno. Il topo riportò ai suoi occhi bui una felicità mai dimenticata e quando disse che in lontananza, molto in lontananza, si vedevano due enormi cipolle in cima a delle torri, Mix capì che si riferiva alle cupole della Frauenkirche, quei campanili su cui tutti i gatti di Monaco sognavano di arrampicarsi.

4

 

 

«E ora dal cielo iniziano a cadere dei fiocchi di neve che sembrano cereali saporiti, deliziosi, squisiti, più che squisiti, squisitissimi» concluse il topo fra i sospiri.

«Andiamo alla dispensa» disse Mix e una volta là chiese al suo amico Mex di indicargli lo scaffale su cui c’era la scatola di cereali.

Seguendo le istruzioni del topo, Mix salì d’un balzo sul ripiano sotto i tre scaffali, sentì l’aroma delle mele, dei mandarini e delle noci nella fruttiera e si allungò fino a toccare con le zampe anteriori la scatola di cereali e a spingerla in modo da farla cadere. Con un altro balzo tornò a terra e là, tenendo ferma la scatola con una delle zampe anteriori, infilò l’altra nell’apertura e tirò fuori una generosa porzione di fiocchi croccanti.

«In effetti, sono i cereali più gustosi che esistano al mondo, non credo che ne esistano altri così deliziosi, deliziosissimi, superdeliziosi» ripeteva il topo ritto sulle zampe posteriori, mentre con quelle anteriori reggeva e rosicchiava avidamente un fiocco.

Mix lo ascoltava mangiare fra i sospiri. I veri amici condividono anche le piccole cose che allietano la vita.