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Improvvisamente libero di un peso schiacciante, e con la respirazione tornata quasi normale, Kyle diede un’occhiata all’orologio. Era mezzanotte passata. Guardò Wright, o come diavolo si chiamava, e provò il desiderio di sorridergli, addirittura di abbracciarlo, perché non era un poliziotto di Pittsburgh e non doveva notificargli un’incriminazione. Non ci sarebbero stati arresti, accuse, umiliazioni, e per questo Kyle era euforico. Ma, al tempo stesso, avrebbe voluto saltare dall’altro lato del tavolo, mollargli un pugno in faccia con tutta la violenza possibile, scaraventarlo a terra e prenderlo a calci finché non fosse rimasto immobile..

Resistette a entrambi gli impulsi. Wright era in forma, probabilmente addestrato, e di sicuro sapeva badare a se stesso. E certamente non era il tipo che qualcuno avrebbe mai voluto abbracciare. Kyle si appoggiò allo schienale della sedia, piazzò la caviglia destra sul ginocchio sinistro e si rilassò per la prima volta dopo ore..

«Allora, qual è il tuo vero nome?» chiese..

Wright stava preparando un nuovo blocco per una nuova serie di appunti. Scrisse la data nell’angolo in alto a sinistra. «Non perdiamo tempo con domande frivole.» «Oh, e perché no? Non puoi dirmi neppure come ti chiami?» «Teniamoci Bennie Wright, per il momento. In realtà non ha importanza, dato che non saprai mai il mio vero nome.» «Mi piace questa cosa. Una vera stronzata da cappa e spada. Voi ragazzi siete proprio in gamba. Mi avete tenuto in scacco per quasi quattro ore. Avevo un nodo allo stomaco grosso come una zucca. Stavo già pensando di trovarmi un ponte dal quale spiccare un bel salto. Ti odio con tutte le mie forze, non scordarlo mai.» «Quando ti deciderai a stare zitto, potremo cominciare a parlare di affari.» «Potrei andarmene in questo momento?» «Sicuro.» «E nessuno mi fermerebbe? Niente distintivi fasulli e falsi agenti dell’FBI?» «Niente del genere. Vai pure, sei un uomo libero.» «Oh, grazie.» Passò un minuto senza una sola parola. Gli occhietti duri di Wright non lasciarono mai il viso di Kyle, il quale, per quanto si sforzasse, non riuscì a sostenere lo sguardo..

Sentiva il piede scattargli in un tic, mentre gli occhi sfrecciavano nella stanza e le dita tamburellavano sul tavolo. La mente esplorava frenetica cento diversi scenari, ma lui non pensò mai, neppure una volta, di andarsene da quella stanza..

«Parliamo del tuo futuro» disse finalmente Wright..

«Volentieri. Ora che so che non sarò arrestato, il futuro mi si prospetta certamente migliore.» «Quel lavoro che stai pensando di accettare. Al Piedmont Legal Aid. Perché vuoi sprecare un paio d’anni per salvare il mondo?» «Io non la vedo così. In Virginia ci sono moltissimi lavoratori immigrati, parecchi dei quali clandestini, soggetti a ogni tipo di abuso. Dormono dentro scatoloni di cartone, mangiano solo riso, faticano per due dollari l’ora, spesso non vengono neppure pagati per lavori massacranti e così via. Penso che un po’ d’aiuto potrebbe essere utile a quella gente.» «Ma perché?» «Attività legale nel pubblico interesse, okay? Evidentemente non ci arrivi. Si tratta di avvocati che regalano un po’ del loro tempo per dare una mano al prossimo. Ce lo insegnano alla scuola di legge. E alcuni di noi ci credono.» Wright non sembrò colpito. «Parliamo di Scully & Pershing.» «Cosa vuoi che ti dica? Sono sicuro che hai già fatto le tue ricerche.» «Ti hanno offerto un impiego?» «Esatto.» «A partire da quando?» «Dal due settembre di quest’anno. Do l’esame di abilitazione in luglio e dovrei cominciare a lavorare in settembre.» «Come associato?» «No, come socio a pieno titolo. Oppure che ne dici di un lavoro di segreteria o di addetto alla fotocopiatrice? Andiamo, Bennie, conosci la routine.» «Non arrabbiarti. Abbiamo molta strada da fare.» «Capisco. E naturalmente dovremmo collaborare ed essere amici perché combattiamo per uno scopo comune. Solo tu e io, giusto, Bennie? Due vecchi compari. Dove diavolo sta andando questa conversazione?» «Sta andando allo studio Scully & Pershing.» «E se io non volessi andare a lavorare là?» «Non hai molta scelta.» Kyle puntò i gomiti sul tavolo e si fregò gli occhi. Il tavolo pieghevole era stretto e tra i due visi c’era solo mezzo metro..

«Hai detto no a Scully & Pershing?» domandò Wright..

«Presumo che tu sappia già la risposta. Presumo che tu stia ascoltando le mie telefonate già da un po’.» «Non tutte.» «Sei un delinquente.» «I delinquenti ti spezzano le gambe, Kyle. Noi siamo troppo raffinati per cose del genere.» «No, non ho detto no a Scully & Pershing. Li ho informati che sto pensando seriamente a un lavoro di pubblico interesse per un paio d’anni. Abbiamo addirittura discusso di un possibile rinvio. Mi hanno concesso un altro po’ di tempo, però devo prendere una decisione.» «Quindi, ti vogliono ancora?» «Sì.» «Con uno stipendio iniziale di duecentomila dollari?» «Qualcosa del genere. Conosci anche tu le cifre.» «Uno dei più importanti e prestigiosi studi legali del mondo.» «Il più grande, o almeno è quello che loro dicono a tutti.» «Grande studio, clienti importanti, ricchi soci con contatti ovunque. Andiamo, Kyle, è un’offerta per la quale la maggior parte degli studenti di legge sarebbe disposta a uccidere. Perché non accettarla?» Kyle balzò in piedi e cominciò a passeggiare dal tavolo alla porta e ritorno..

Abbassò lo sguardo su Wright e disse: «Vediamo se ho capito bene. Tu vuoi che io accetti il lavoro da Scully & Pershing, per ragioni che sicuramente vanno contro i miei interessi, e se ti dico di no tu mi ricatti con il video e le accuse di stupro. È lì che stiamo andando, giusto?»..

«Più o meno. Ma “ricatto” è una brutta parola.» «Non volevo offenderti, Bennie. Sono certo che sei molto sensibile. Però si tratta di ricatto, o estorsione, o comunque tu voglia definire questa cosa. È un reato, Bennie. E tu sei un delinquente.» «Sta’ zitto e piantala di darmi del delinquente!» «Domattina potrei andare alla polizia e farti il culo: usurpazione di titolo, tentato ricatto.» «Non succederà.» «Io posso farlo succedere.» Wright si alzò lentamente in piedi, e per un orribile secondo sembrò sul punto di sferrare un pugno rabbioso. Ma poi puntò un dito contro Kyle, e in tono deciso e calmo disse: «Sei solo un ragazzino che vomita espressioni legali. Vuoi correre alla polizia? Vai pure. Metti alla prova le tue piccole teorie da libro di testo su chi ha ragione e chi ha torto, e sai cosa succederà? Te lo dico io. Non mi vedrai mai più. I ragazzi sull’altro lato del corridoio, gli agenti dell’FBI, se ne sono già andati. Non c’è più la minima traccia. Svaniti nel nulla. E tra non molto io andrò a trovare l’avvocato di Elaine Keenan, le mostrerò il filmato, le farò dare un’altra occhiata al patrimonio di Baxter Tate, le fornirò indirizzo, numero di telefono e e-mail tuoi, di Alan Strock e di Joey Bernardo, e poi la solleciterò a fare due chiacchiere con il procuratore distrettuale di Pittsburgh. Prima ancora che tu te ne renda conto, la situazione sarà fuori controllo. Forse le accuse verranno formalizzate, forse no. Ma in ogni caso ti distruggerò, credimi»..

«Dov’è Elaine? L’hai nascosta in un bunker da qualche parte?» «Non ha importanza. Noi abbiamo motivo di credere che sia fermamente convinta di essere stata stuprata nel tuo appartamento.» «Ma per favore.» «Elaine è una bomba che sta ticchettando, Kyle, e il video la farà esplodere. Hai altri sette anni per preoccuparti di questa storia.» Wright tornò a sedersi e prese qualche appunto. Kyle si sedette sul letto, di fronte allo specchio..

«La situazione potrebbe diventare veramente brutta» continuò Wright. «Pensaci..

Lo studente di legge più brillante di Yale arrestato con l’accusa di stupro. I gruppi femministi che strilleranno perché ti vengano strappate le palle. Il video che finisce su Internet. Un processo aspro. E la possibilità della condanna, del carcere. Una carriera rovinata.» «Sta’ zitto!» «No. Perciò, se pensi che le tue patetiche minacce mi preoccupino, ti assicuro che non è così. E adesso parliamo di affari. Prendiamo quel video e chiudiamolo a chiave da qualche parte, in modo che nessuno lo veda mai. Che te ne pare?» A Kyle pareva un’idea maledettamente buona, al momento. Si passò una mano sulla barba che stava spuntando e chiese: «Che cosa vuoi da me?»..

«Voglio che tu accetti l’impiego da Scully & Pershing.» «Perché?» «Finalmente stiamo andando da qualche parte. Ora possiamo parlare di affari..

Pensavo che non mi avresti mai chiesto perché.» «Perché? Perché? Perché?» «Perché mi servono informazioni.» «Splendido. Questo spiega tutto. Grazie tante.» «Abbi un po’ di pazienza. Hai bisogno di qualche nozione preliminare. Dunque, ci sono due gigantesche società in competizione tra loro. Entrambe sono prive di scrupoli, entrambe valgono miliardi di dollari ed entrambe si disprezzano a vicenda..

Ci sono state azioni legali durissime, grandi spettacoli pubblici senza un chiaro vincitore o un chiaro sconfitto. E così, nel corso degli anni, hanno cercato di evitare le aule di tribunale. Fino a questo momento. Ora si preparano a regolare i conti in quella che sarà la madre di tutte le cause. Gli atti verranno depositati tra qualche settimana presso una corte federale di New York. Sono in ballo all’incirca ottocento miliardi di dollari, e chi perderà potrebbe non sopravvivere. Una causa legale spietata e feroce. Una vera festa per gli avvocati. Entrambe le società si sono rivolte a megastudi di Wall Street e, indovina un po’, anche i due studi legali si detestano.» «Non vedo l’ora di ritrovarmici in mezzo.» «È esattamente dove stai andando. Scully & Pershing è uno dei due studi. L’altro è Agee, Poe & Epps.» «Altrimenti noto come APE.» «Esatto.» «Ho avuto un colloquio anche con loro.» «Ti avevano offerto un impiego?» «Pensavo che sapessi tutto.» «Solo quello che ho bisogno di sapere.» «Quelli di APE non mi sono piaciuti.» «Bravo il mio ragazzo. Adesso potrai odiarli sul serio.» Kyle andò in bagno, aprì il rubinetto, si spruzzò acqua fredda in faccia e sul collo e poi si fissò a lungo nello specchio. Non sentire la stanchezza, si disse. Ignora stanchezza e paura. Cerca di anticipare quello che sta per succedere. Cerca di sorprendere Wright con un tiro a effetto, cerca di sabotargli la tabella di marcia, fallo deragliare..

Tornò a sedersi di fronte a Wright. «Dove hai trovato il video?» gli domandò..

«Kyle, Kyle, stiamo perdendo tempo!» «Se quel video verrà prodotto in aula, allora il proprietario del cellulare dovrà presentarsi a deporre. A quel punto non potrai proteggere la sua identità. Lui questo lo sa? Glielo hai spiegato? È un mio confratello, e scommetto che si rifiuterà di deporre al processo.» «Processo? Vuoi arrivare al processo? C’è il rischio di una condanna, il che significa carcere. E il carcere, per dei bei ragazzini bianchi condannati per stupro, non è un posto molto piacevole.» «Scommetto che Elaine non sporgerà denuncia.» «Tu non hai niente su cui scommettere. Quella ragazza ha bisogno di soldi. Se vede la possibilità di spremere Mr Tate e spillare qualche altro dollaro da te e dagli altri due, lo farà. Fidati di me.» «Non mi fiderei neppure a darti la mia biancheria sporca.» «Ora basta con gli insulti. Andremo dall’avvocato di Elaine e le diremo esattamente cosa fare. Oppure no. Magari ci limiteremo a mettere in rete una versione rimaneggiata del video. Taglieremo lo stupro e lasceremo che tutti vedano la scena del party. Lo manderemo per e-mail a tutti i tuoi amici, parenti, potenziali datori di lavoro, il mondo intero. E staremo a vedere come va. Poi forse lavoreremo un po’ sul montaggio, magari includendo qualcosa dello stupro, e rimetteremo il filmato in rete..

E appena Elaine lo vede, la tua faccia finisce su tutti i giornali.» Kyle sentì la bocca spalancarsi e le spalle crollare. Non riuscì a trovare una risposta veloce ed efficace, e l’unico pensiero che lo colpì con forza fu che era spacciato..

Wright era un tagliagole privo di scrupoli, al servizio di un gruppo che aveva risorse illimitate e grande determinazione. Lo avrebbero rovinato. Avrebbero addirittura potuto ucciderlo..

Come se gli avesse letto nella mente, Wright gli si fece un po’ più vicino. «Senti, noi non siamo boy scout. E questi batti e ribatti mi hanno seccato. Non sono qui per negoziare. Sono qui per dare ordini. O tu li esegui, oppure io telefono in ufficio e dico ai miei di distruggerti.» «Mi fai schifo.» «Pazienza. Sto solo facendo il mio lavoro.» «Un lavoro miserabile.» «Possiamo parlare del tuo nuovo impiego?» «Non ho frequentato legge per diventare una spia.» «Non userei il termine “spiare”.» «Allora dammi tu una definizione, Bennie.» «Trasferimento di informazioni.» «Stronzate. Si tratta solo di spionaggio.» «Francamente non mi interessa come lo chiami.» «Che tipo di informazioni?» «Una volta iniziata la causa, ci saranno milioni di documenti. Forse dieci milioni, chi lo sa? Montagne di documenti e montagne di segreti. Prevediamo che ognuno dei due studi legali assegni almeno cinquanta avvocati alla causa, diciamo un massimo di dieci soci e il resto associati. Tu sarai nella sezione Contenziosi di Scully & Pershing, per cui avrai accesso a moltissimo materiale.» «In studi legali come quelli la sicurezza è estremamente rigorosa.» «Lo sappiamo. Ma i nostri esperti sono più in gamba dei loro. Non siamo degli sprovveduti, Kyle.» «Ne sono certo. Posso chiedere su cosa stanno litigando quelle due grosse società?» «Segreti industriali. Tecnologia.» «Splendido. Ti ringrazio. Hanno un nome?» «Entrambe figurano su “Fortune 500”. Ti darò altre informazioni a mano a mano che andremo avanti.» «Quindi, per un po’ farai parte della mia vita?» «Io sono il tuo controllore ufficiale. Tu e io passeremo molto tempo insieme.» «Me ne vado. Sparami pure. Non ho intenzione di spiare e non ho intenzione di rubare. Nel momento stesso in cui esco da Scully & Pershing con un documento o un DVD che non dovrei avere e lo do a te o a chiunque altro, ho infranto la legge e violato metà dei canoni etici. Mi radieranno dall’albo, mi processeranno e mi condanneranno.» «Solo se ti scoprono.» «Mi scopriranno.» «No. Noi siamo troppo in gamba, Kyle. Abbiamo già fatto cose del genere. È il nostro business.» «La tua ditta è specializzata nel furto di documenti?» «Chiamiamolo spionaggio societario. Abbiamo una certa esperienza, e siamo anche molto bravi.» «Allora andate a ricattare qualcun altro.» «No. Tocca a te, Kyle. Ma rifletti un attimo. Accetti il lavoro che hai sempre voluto, con uno stipendio scandaloso, e ti godi la bella vita nella grande città. Per un po’ ti sfrutteranno a morte, ma poi ti ricompenseranno. A trent’anni sarai associato senior a quattrocentomila dollari all’anno. Un bell’appartamento a SoHo. Una partecipazione in una casa di vacanze negli Hamptons. Una Porsche. Una cerchia di amici brillanti, ricchi e in ascesa come te. Poi, un bel giorno, la causa si conclude..

Noi scompariamo. A Pittsburgh scatta la prescrizione. Il video alla fine viene dimenticato e, a trentadue o trentatré anni, ti propongono di diventare socio a tutti gli effetti di Scully & Pershing. Un milione o due all’anno. L’apice del successo. Una splendida carriera davanti a te. Una vita meravigliosa. E nessuno saprà mai del trasferimento di informazioni.» A quel punto il mal di testa latente che covava ormai da un’ora esplose proprio nel mezzo della fronte di Kyle, che si distese sul letto e si massaggiò le tempie. Chiuse gli occhi, ma nel buio riuscì a parlare. «Senti, Bennie, so che a te non interessano la morale, l’etica e roba del genere, ma a me sì. Più precisamente, come si suppone che possa convivere con me stesso, se tradisco la fiducia del mio studio e dei suoi clienti? La fiducia è la cosa più importante che ha un avvocato. L’ho imparato da mio padre quando ero ancora un ragazzino.» «Tutto quello che ci interessa è ottenere le informazioni. Non dedichiamo troppo tempo a riflettere sulla moralità.» «È più o meno quello che pensavo.» «Voglio un impegno, Kyle. Voglio la tua parola.» «Hai un Tylenol?» «No. Siamo d’accordo?» «Hai qualcosa per il mal di testa?» «No.» «Hai una pistola?» «Nella mia giacca.» «Dammela.» Passò un minuto senza un solo suono. Gli occhi di Wright non lasciarono mai Kyle, il quale era immobile, a eccezione delle dita che premevano delicatamente la fronte. Poi Kyle si rimise lentamente a sedere e in un sussurro domandò: «Per quanto tempo ancora hai in mente di restare qui?»..

«Oh, ho un mucchio di cose da chiederti.» «È quello che temevo. Non sono in grado di continuare. Sento la testa che mi si spacca.» «Come vuoi, Kyle. Sta a te decidere. Ma io ho bisogno di una risposta. Abbiamo un accordo, un patto, un’intesa?» «Ho altre scelte?» «Io non ne vedo.» «Neppure io.» «Allora?» «Se non ho scelta, allora non ho scelta.» «Eccellente. Saggia decisione.» «Be’, ti ringrazio.» Wright si alzò in piedi e si stirò, come se una lunga giornata in ufficio si fosse finalmente conclusa. Sistemò qualche foglio, armeggiò con la videocamera e chiuse il laptop. «Vuoi riposare un po’?» «Sì.» «Abbiamo diverse stanze a disposizione. Puoi fare un sonnellino, se vuoi. Oppure possiamo continuare domani.» «È già domani.» Wright era davanti alla porta. L’aprì e Kyle lo seguì nel corridoio e poi nella stanza 222. Quello che era stato un centro di comando dell’FBI era stato ritrasformato in una normale camera di motel a ottantanove dollari a notte. Ginyard, Plant e gli altri agenti fasulli se n’erano andati da tempo, portando via tutto: fascicoli, computer, ingrandimenti fotografici, Cavalletti, valigette, scatole, tavoli pieghevoli. Il letto, perfettamente rifatto, era di nuovo al centro della stanza..

«Vuoi che ti svegli a qualche ora?» chiese gentilmente Wright..

«No. Lasciami solo.» «Io sono dall’altra parte del corridoio.» Rimasto solo, Kyle tirò via il copriletto, spense la luce e si addormentò..