Prefazione
La filosofia di Bruce Lee
Bruce Lee ha ispirato tante persone. Gli ammiratori dei suoi film erano affascinati dalla prestanza fisica, i praticanti di arti marziali veneravano la profonda conoscenza delle tecniche di combattimento, mentre altri trovavano ispirazione nella sottostante filosofia che intrecciava gli aspetti spirituali e fisici delle arti marziali in un modo di vivere.
Lo studio della filosofia all’università fu il punto di partenza per quella che sarebbe diventata un’esplorazione dei maggiori pensatori mondiali destinata a durare tutta la vita. Bruce non si limitò a una particolare epoca o cultura, ma raccolse e studiò avidamente centinaia di libri su ogni tipo di filosofia – occidentale, orientale, antica e moderna – nel tentativo di radunare i principi che avrebbero contribuito alla sua crescita spirituale.
Tramite un processo di apprendimento costante, Bruce elaborò una filosofia personale, il cui nucleo era la liberazione dello spirito attraverso una migliore conoscenza di sé. Fare piazza pulita delle nozioni preconcette, dei pregiudizi e delle risposte condizionate è essenziale per poter comprendere la verità e la realtà. L’arte marziale è stata lo strumento che ha permesso a Bruce di espandere il suo potenziale e condividerlo con altri. Come maestro di arti marziali era dotato di un talento straordinario. Diceva spesso: «Un insegnante non è mai un dispensatore di verità, ma una guida, uno che indica la verità che ogni allievo deve trovare da solo. Un bravo insegnante è solo un catalizzatore». Una delle sue storie preferite, che amava raccontare ai nuovi allievi, era quella della «tazza vuota».
Un giorno, un uomo colto andò da un maestro zen, per interrogarlo sulla pratica. Mentre il maestro parlava, l’uomo colto continuava a interromperlo, con osservazioni tipo: «Oh, sì, anch’io» eccetera. Alla fine il maestro zen smise di parlare, e cominciò a versare il tè all’uomo colto; andò avanti a versare, finché la tazza traboccò. «Basta, nella tazza non ci sta più niente!» esclamò l’uomo. «Già, lo vedo» rispose il maestro zen. «Ma se prima non svuoti la tua tazza, come puoi assaggiare il mio tè?»
Siccome lui stesso non avrebbe mai abbracciato integralmente un particolare stile di arte marziale o una determinata filosofia, incoraggiava gli allievi a non accogliere in modo acritico i suoi insegnamenti. Il suo messaggio principale era quello di mantenere la mente, l’atteggiamento e i sensi aperti e ricettivi, sviluppando la capacità di pensare con la propria testa. Questo processo di indagine, discussione e pratica portava non solo alla conoscenza dei propri punti di forza e di debolezza a livello fisico, ma anche alla scoperta delle verità fondamentali che consentono di giungere a un’unione armonica di spirito, mente e corpo.
L’insegnamento di Bruce influenzava le persone in modi diversi. Spesso sconcertava i praticanti di arti marziali, stravolgendo i loro schemi di allenamento e portandoli a riconsiderare la cieca accettazione di certi principi filosofici. Quanti hanno studiato con lui, o lo hanno conosciuto attraverso i suoi scritti, sono stati stimolati a sviluppare il proprio potenziale oltre i limiti posti in precedenza, coordinando la mente e il corpo fino al punto in cui la fiducia supera la paura.
Bruce esortava con l’esempio i suoi allievi a essere creativi nel condurre la propria vita. «Le circostanze?» diceva con un sorriso. «Che diamine, quelle le creo io!» Nello sforzo di raggiungere i suoi obiettivi, non accettava di essere ostacolato dalle avversità. La sua risposta ai problemi consisteva nel trasformare un sasso d’inciampo in una pietra per guadare. Per esempio, quando fu costretto a letto per sei mesi di riposo forzato da una lesione alla schiena, sfruttò l’opportunità per raccogliere i suoi metodi di allenamento e i suoi pensieri filosofici in vari libri.a
Bruce Lee è stato un uomo che, nato con uno scopo, realizzò molto più di quello che aveva immaginato. Il suo spirito continua a essere la forza ispiratrice che motiva i giovani a prendersi cura del proprio corpo e della propria anima, a nutrirli e a trarre il meglio da sé. Come tanti suoi ammiratori hanno dichiarato: «Bruce Lee ha fatto la differenza nella mia vita».
Linda Lee Cadwell
a. Oltre al presente volume, si vedano per questi scritti: Bruce Lee, Jeet Kune Do. Il libro segreto di Bruce Lee (Edizioni Mediterranee, Roma 1983) e Bruce Lee, La mia via al Jeet Kune Do, vol. 1 (Manuale pratico del Jeet Kune Do) e vol. 2 (Il Tao del Kung Fu) (Edizioni Mediterranee, Roma 2000).