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Rappresentare la Berlino contemporanea in una playlist. Se dovessi descriverla con una parola userei «open», per la sua apertura: verso i numerosi generi musicali che caratterizzano la fervida scena cittadina e per la diversa provenienza degli artisti. Tutti residenti a Berlino, esplosi musicalmente qui, anche se solo tre sono indigeni. Iniziamo dal pianoforte di Federico Albanese, milanese d’origine, che qui è diventato uno dei simboli della scena modern classic della città. Alice Phoebe Lou è invece sudafricana: ha iniziato suonando come artista di strada al Mauerpark e la sua voce incredibile l’ha portata a riempire arene ovunque da totale indipendente (e infatti spesso la si vede ancora suonare in strada); The Underground Youth sono inglesi e rappresentano la scena psych/new wave di Berlino: dai piccoli locali sono arrivati a immensi tour europei. Nello stesso campo da gioco troviamo The Soft Moon, ovvero Luis Vasquez dalla California, che col suo punk wave ha conquistato la città. Con l’inglese Objekt iniziamo a entrare in ambito elettronico sperimentale, dove troviamo anche la spagnola JASSS. Originari del Perù sono invece i Dengue Dengue Dengue che hanno una residenza fissa allo Yaam e hanno fatto fiorire una bella scena electro-latina a Berlino.

Da Amburgo c’è Dj Koze che con la sua XTC» racconta il rapporto tra droga e clubbing; berlinesi doc sono invece Moderat e Marcel Dettman, vere e proprie istituzioni locali che uniscono le forze in questo leggendario remix, così come Ruede Hagelstein, che oltre a essere producer e dj è anche una delle menti dietro al Watergate club. E berlinese da una vita è anche Efdemin, uno dei simboli della Ost Gut Ton, etichetta facente capo al tempio della techno, il Berghain. Si chiude con un altro italiano, Lucy, uno «sciamano» di origini palermitane che sa unire egregiamente ambient e techno e con l’etichetta Stroboscopic Artefacts ha impresso il suo nome nella storia musicale della città.

ERCOLE GENTILE