Nota sul linguaggio
Questo è un libro volutamente conciso, nel quale ho incluso soltanto ragionamenti e casi esplicativi. La terminologia che impiegherò non è priva di bagaglio storico; parlerò di «neri» e «asiatici» pur riconoscendo che si tratta di definizioni deboli dal punto di vista scientifico, che non possono abbracciare l’immensa diversità dei miliardi di persone a cui si riferiscono. Paradossalmente, ne conosciamo piuttosto bene il significato colloquiale, per quanto siano potenzialmente incoerenti in termini tassonomici. La semantica, in questo testo e nel più ampio dibattito culturale, è importante. Benché in buona parte del lavoro io metta in discussione la validità della parola «razza», la userò comunque, soprattutto perché le persone la conoscono e la impiegano a prescindere dalla sua validità scientifica. «Popolazione», «origini» e «discendenza» sono termini più utili nelle discussioni più tecniche sull’evoluzione e la diversità umane. Questo libro si concentra in particolar modo sul razzismo scaturito dalle culture occidentali ed europee, in parte perché sono le mie culture, ma anche perché i concetti di razza ai quali rimaniamo legati a livello più o meno globale sono emersi proprio in Europa, sanciti dalla cultura nel corso dell’espansione del Vecchio continente, con la nascita della scienza così come la conosciamo oggi e l’affermazione dei valori dell’Illuminismo.