X
La moglie del pilota, svegliata dal telefono, guardò il marito e pensò: “Lo lascio dormire ancora un poco.”
Ammirava quel petto nudo, ben costruito; pensava a una bella nave.
Egli riposava in quel letto calmo, come in un porto, e perché nulla agitasse il suo sonno, essa cancellava col dito una piega, un’ombra, un’onda; portava la bonaccia in quel letto, come, con un dito divino, nel mare.
Essa si alzò, aprì la finestra e ricevette il vento nel viso. Quella camera dominava Buenos Aires. Una casa vicina, dove si ballava, spandeva intorno qualche melodia che il vento portava sin lì, poiché era l’ora del piacere e del riposo. La città chiudeva gli uomini nelle sue centomila fortezze; tutto era calmo e sicuro; ma quella donna aveva l’impressione che qualcuno stesse per gridare: “All’armi!” e che un solo uomo, il suo, si sarebbe alzato. Egli riposava ancora, ma quel riposo era il riposo temibile delle riserve che stanno per sacrificarsi. Quella città addormentata non lo proteggeva; quelle luci, quando tra poco si sarebbe alzato, come un giovane dio, dalle loro ceneri, gli sarebbero parse vane. Essa guardava quelle braccia solide che, tra un’ora, avrebbero sorretto il destino del corriere d’Europa; quelle braccia responsabili di qualche cosa di grande, come della sorte d’una città. E fu turbata. Solo quello, tra milioni d’uomini, era preparato a uno strano sacrificio. Essa l’aveva nutrito, vegliato e accarezzato, non per sé, ma per quella notte che stava per prenderselo; per lotte, angosce e vittorie di cui essa non avrebbe saputo niente. Quelle tenere mani non erano addomesticate; il loro vero lavoro rimaneva misterioso. Conosceva i sorrisi di quell’uomo, le sue precauzioni d’amante, ma non, nell’uragano, le sue collere divine. Lo caricava di teneri baci: di musica, d’amore, di fiori; ma all’ora d’ogni partenza, quei lacci, senza ch’egli sembrasse accorgersene, cadevano.
Egli aprì gli occhi.
“Che ora è?”
“Mezzanotte.”
“Il tempo?”
“Non so...”
Egli s’alzò; camminò lentamente verso la finestra stirandosi.
“Non avrò molto freddo. In che direzione soffia il vento?”
“Come vuoi che lo sappia?...”
Egli si sporse dalla finestra.
“Sud. Benissimo. Durerà almeno fino in Brasile.”
Vide la luna e si sentì ricco. Poi i suoi occhi discesero verso la città.
Non la giudicò né dolce né luminosa né calda. Vedeva già scorrere via la sabbia vana delle sue luci.
“A cosa pensi?”
Egli pensava che forse c’era nebbia verso Porto Allegre.
“Ma ho la mia tattica. So che giro convenga fare.”
Si sporgeva sempre più; respirava profondamente come prima di gettarsi, nudo, nel mare.
“Non sei neanche triste... Per quanti giorni te ne vai?” Otto, dieci giorni. Non sapeva. Triste, no; perché? Quelle pianure, quelle città, quelle montagne... Gli sembrava di partire libero per conquistarle. Pensava anche che tra un’ora avrebbe posseduto e abbandonato Buenos Aires.
Sorrise.
“Questa città... Ne sarò lontano così presto. È bello partire la notte. Si tira la manetta del gas, fronte al sud, e dieci secondi dopo si rovescia il paesaggio, fronte al nord. La città non è più che il fondo d’un mare.”
Essa pensava a tutto quello che bisogna gettar via per conquistare.
“Tu non ami la tua casa?”
“Sì, amo la mia casa...”
Ma la moglie sapeva che era già in cammino. Quelle larghe spalle pesavano già contro il cielo.
Essa glielo mostrò.
“Hai bel tempo; la tua strada è selciata di stelle.”
Egli rise.
“Sì.”
Essa posò la mano su quella spalla e a sentirla tiepida si commosse: quella carne era dunque minacciata?
“Tu sei forte, ma sii prudente.”
“Prudente, certo...”
E rise ancora.
Si vestiva. Per quella festa, sceglieva le stoffe più ruvide, i cuoi più pesanti e si vestiva come un contadino. Più diventava pesante, più essa l’ammirava. Essa stessa gli allacciava la cintura, gli calzava gli stivali.
“Questi stivali mi danno noia.”
“Ecco gli altri.”
“Cercami un cordone per la lampada di soccorso.”
Essa lo guardava. Cercava l’ultimo difetto dell’armatura: tutto andava bene.
“Sei molto bello.”
Lo scorse che si pettinava con cura.
“È per le stelle?”
“È per non sentirmi vecchio.”
“Sono gelosa.”
Egli rise ancora, la baciò e la strinse contro i suoi abiti pesanti. Poi la sollevò a braccia tese; come si solleva una bimba, e, sempre ridendo, la rimise a letto.
“Dormi!”
E, chiudendosi la porta alle spalle, fece nella strada, in mezzo all’ignoto popolo notturno, il primo passo della sua conquista.
Essa rimaneva sola. Guardava, triste, quei fiori, quei libri, quella dolcezza, che non erano, per lui, che il fondo d’un mare.