1. Amore e sesso
1.
Immaginiamo la situazione seguente: Tomas di Amburgo si trova per affari a Portland, Oregon, dove conosce Jen. Hanno tutti e due ventotto anni e lavorano nell’industria informatica. Jen piace subito a Tomas. Passano alcuni giorni e lui inizia a conoscerla meglio, ride alle sue battute sulle persone con cui lavorano, ammira le sue acute analisi politiche e le sue opinioni intelligenti su musica e film. Inoltre, Jen gli fa tenerezza: quando gli ha raccontato, a cena, che chiama sua madre ogni giorno anche quando è in viaggio e che il suo migliore amico è il fratello minore, che ha undici anni e adora arrampicarsi sugli alberi, l’ha trovato molto dolce. Quando un amico chiede a Tomas di Jen, lui gli confida di trovarla piuttosto carina.
Anche lui piace a Jen, ma non nello stesso modo. Lei vorrebbe farlo sdraiare sul copriletto viola della sua camera al motel (il Crown Court Inn) e mettersi a cavalcioni sopra di lui. Vorrebbe prenderglielo in bocca e contemplare l’espressione di piacere sul suo viso. Da quando si sono conosciuti, ha immaginato ripetutamente il suo corpo seminudo in posizioni diverse. L’ultima volta ha fantasticato di farlo con lui in una delle sale riunioni in cui lavorano. Ma a parte questo ruolo nel suo immaginario sessuale, Jen – che è un’amica leale, una cittadina perbene e che un giorno diventerà anche una buona madre – non ha alcun dubbio: per lei Tomas sarebbe un compagno fisso del tutto inappropriato. Non riesce a immaginare di sopportare per una vita intera la sua allegria, il suo amore per gli animali e il suo entusiasmo per il jogging. La sera prima ha avuto grossi problemi a concentrarsi sulla lunga storia che lui le ha raccontato a proposito di sua nonna, che è ricoverata in una casa di riposo con una malattia che i medici non riescono a identificare. Dopo il sesso, Jen sarebbe più che felice di non rivederlo mai più.
2.
Il dilemma che queste due persone affrontano è endemico nella nostra società, che perfino al giorno d’oggi non offre alcun sistema semplice per dare voce ai nostri desideri di amore e sesso, spesso divergenti. Tendiamo a girare intorno a ciò che vogliamo, a travestire con pretesti i nostri bisogni, in genere mentendo, spezzando il cuore a qualcuno e soffrendo, tra frustrazioni e sensi di colpa.
Non siamo ancora arrivati a una fase dello sviluppo umano in cui Jen potrebbe dire apertamente a Tomas di desiderarlo sessualmente e nulla di più. Alle orecchie di molti, questa affermazione sembrerebbe brutale (forse anche crudele), animalesca e volgare.
Ma nemmeno Tomas, del resto, può essere sincero, perché il suo desiderio di trovare l’amore con Jen sembrerebbe sdolcinato e mediocre. Il tabù che gli impedisce di dichiararle: «Voglio amarti e prendermi teneramente cura di te per il resto della vita» è forte come quello che vieta a lei di dirgli: «Vorrei scoparti nella mia stanza d’albergo e poi dirti addio per sempre».
Per avere una possibilità di ottenere ciò che vogliono, entrambi devono mentire sui propri desideri. Jen deve stare bene attenta a non lasciar intendere che il suo interesse per Tomas è puramente sessuale e Tom non può dar voce alla sua ambizione d’amore, per paura che Jen se la dia a gambe. Entrambi sperano di riuscire a ottenere il risultato desiderato senza dover specificare esplicitamente di cosa si tratti. Quest’ambiguità di solito dà origine soltanto a tradimenti e aspettative infrante. Chi vorrebbe amore ma ottiene solo sesso si sente usato. Chi cerca sesso ma per ottenerlo deve fingere di volere amore, se costretto a iniziare una relazione, si sente in trappola o, se riesce a fuggire, si sente perverso e disonorevole.
3.
In che modo la nostra società potrebbe mettere Tomas e Jen, e altri come loro, nelle condizioni di ottenere un risultato migliore? Prima di tutto riconoscendo che nessuno dei due bisogni ha un primato morale sull’altro: desiderare l’amore più del sesso, o perfino al posto del sesso, non è «meglio» o «peggio» del contrario. Entrambi devono avere un ruolo nel repertorio di sentimenti e desideri umani. Secondo, in quanto società, dobbiamo trovare il mezzo di far sì che questi due bisogni possano essere espressi liberamente, senza paura del biasimo o della condanna morale. Dobbiamo mitigare i tabù che circondano questi due appetiti per ridurre al minimo la necessità di dissimulazione, e quindi il dolore e i sensi di colpa che provoca.
Finché l’unico modo di ottenere sesso sarà fingere di essere innamorati, alcuni di noi mentiranno tentando il tutto per tutto. E finché l’unica chance di trovare un amore duraturo sarà fingersi avventurieri pronti a fare sesso in una stanza di motel con qualcuno che abbiamo appena conosciuto, altri correranno il rischio di sentirsi abbandonati il mattino seguente.
È arrivato il momento di dare al bisogno di sesso e al bisogno d’amore lo stesso rispetto, senza alcuna patina di moralismo. Sono necessità che possono essere provate in maniera indipendente l’una dall’altra e che hanno un valore e una validità equivalenti. Sono necessità che non ci devono costringere a mentire per poterle soddisfare.