Una tragedia natalizia

«Ho un reclamo da fare» annunciò sir Henry Clithering.

Ammiccò con bonarietà guardando la compagnia sparsa intorno. Il colonnello Bantry, con le gambe allungate, squadrava la mensola del caminetto come se fosse un soldato in parata. Sua moglie sfogliava un catalogo di. bulbi giunto con la posta del mattino. Il dottor Lloyd divorava Jane Helier con gli occhi e la bella attrice si rimirava pensosamente le unghie lac-cate di rosa. Soltanto l'anziana signorina, Miss Marple, stava seduta diritta come un fuso, e alzò gli occhi celesti a incontrare quelli di sir Henry.

«Un reclamo?» mormorò.

«Precisamente. Siamo in sei, tre per sesso, e protesto a nome dei maschi oppressi. Abbiamo sentito tre storie, stasera... e tutte tre raccontate da uomini! non è giusto che le signore non abbiano la loro parte.»

«Oh!» esclamò indignata la signora Bantry. «L'abbiamo avuta, invece.

Siamo state ascoltatrici attente e perspicaci. Abbiamo dimostrato la vera vocazione della donna... che non è quella di esibirsi sotto i riflettori!»

«Un'eccellente giustificazione» disse sir Henry, «ma non funziona. C'è un noto precedente nelle Mille e una Notte. A voi, Sheherazade.»

«Vi riferite a me?» chiese la signora Bantry. «Non so che cosa raccontare. Non mi sono mai trovata alle prese col sangue e coi misteri.»

«Lasciamo il sangue da parte» disse sir Henry. «Ma sono sicuro che almeno una di voi signore ha qualche caso misterioso nei suoi ricordi prefe-riti. Su, Miss Marple... la "Strana Coincidenza della Donna a Ore" o il

"Mistero della Riunione delle Madri". Non deludetemi su St. Mary Mead.»

Miss Marple scosse la testa.

«Niente che possa interessarvi, sir Henry. Abbiamo i nostri piccoli misteri, naturalmente... come l'inspiegabile sparizione del vaso di gamberetti.

Ma non vi interesserebbero, perché tutto si rivela sempre assai banale, anche se indicativo della natura umana.»

«Mi avete insegnato a non trascurare la natura umana» dichiarò solennemente sir Henry.

«E voi, signorina Helier?» chiese il colonnello Bantry. «Avrete certamente avuto esperienze interessanti.»

«Lo credo anch'io» disse il dottor Lloyd.

«Io?» disse Jane. «Dovrei... dovrei raccontarvi qualcosa che mi è capitato?»

«Oppure a qualcuno dei vostri amici» intervenne sir Henry.

«Oh!» disse Jane incerta. «Non credo che mi sia mai successo niente...

niente del genere, cioè. Sì, ho ricevuto fiori e messaggi strani, ma li man-davano i miei ammiratori. Non mi pare che...»

S'interruppe perdendosi nei suoi pensieri.

«A quanto sembra, dovremo proprio ascoltare la storia dei gamberi» ce-liò sir Henry. «A voi, Miss Marple .»

«Vi piace scherzare, sir Henry. I gamberetti erano soltanto un esempio.

Ma pensandoci bene, ricordo un incidente... anzi, non proprio un incidente, un avvenimento molto più grave... una tragedia. Io, in un certo senso, vi fui coinvolta, e non rimpiansi mai quello che feci. No, mai. Ma non accadde a St. Mary Mead.»

«Mi rincresce» disse sir Henry. «Vi ascolterò ugualmente, ad ogni mo-do. Sapevo che potevamo contare su di voi.»

Assunse l'atteggiamento di un attento ascoltatore. Miss Marple arrossì leggermente.

«Spero di ricordarmi bene la storia», disse. «Temo di essere un po' incline a divagare. A volte, inconsapevolmente, succede di scostarsi dall'argomento principale. Ed è difficile ricordare tutti gli avvenimenti nell'esatta successione. Perdonatemi se la mia esposizione dovesse sembrarvi confusa. È passato molto tempo, ormai.

«Come dicevo, l'avvenimento non si svolse a St. Mary Mead. Il luogo è l'Hydro...»

«Un idrovolante?» chiese Jane sgranando gli occhi.

«Non ve ne intendete, cara» intervenne la signora Bantry, e la delucidò in merito.

Il colonnello Bantry volle dire la sua:

«L'Hotel Hydro... un luogo infernale! Ti costringono ad alzarti presto ed a bere acqua puzzolente, con un mucchio di vecchie befane sedute intorno.

Dio mio, quando ci penso...»

«Su, Arthur» disse placida la signora Bantry. «Sai che le cure termali ti hanno fatto benissimo.»

«Un mucchio di vecchie befane sedute a spettegolare» brontolò il colonnello Bantry.

«È proprio vero» dichiarò Miss Marple. «Anch'io sono stata a...»

«Mia cara Miss Marple» esclamò il colonnello, tutto sconvolto. «Nemmeno per un momento ho pensato che...»

Arrossendo un poco, Miss Marple lo interruppe con un cenno della ma-no.

«Ma è vero, colonnello Bantry. Soltanto, avrei dovuto dirlo io. Lasciatemi riflettere un attimo. Sì. A spettegolare, come avete detto... Sì. è un'attività molto diffusa. E molte persone, specialmente i giovani, non la sop-portano. Mio nipote, che scrive romanzi... ottimi romanzi, direi... si è sca-gliato ferocemente contro l'abitudine di tagliare i panni addosso a qualcuno senza l'ombra di una prova. Ma nessuno di questi giovani si sofferma mai a pensare. Non esaminano i fatti. Il punto cruciale è senz'altro questo: spesso i pettegolezzi hanno un fondamento di verità! Se esaminassero i fatti, nove volte su dieci scoprirebbero che c'è del vero! Ecco perché i pettegolezzi danno tanto fastidio alla gente.»

«Un'arguta supposizione» disse sir Henry.

«No, niente affatto! È soltanto questione di pratica e d'esperienza. Se mostrate a un archeologo un piccolo scarabeo, gli basterà guardarlo e toccarlo per dirvi se risale a prima di Cristo o se è un'imitazione fatta a Birmingham. E non può sempre spiegarvi come ci riesce. Lo sa. La sua vita è passata tra cose del genere.

«Ecco quello che sto cercando di spiegarvi... molto male, me ne rendo conto. Le donne che mio nipote chiama "inutili" hanno molto tempo a disposizione, e il loro interesse principale è di solito la gente. Così, vedete, potrebbero definirsi esperte. I giovani d'oggi parlano senza pudore d'argo-menti che ai miei tempi avrebbero fatto arrossire, ma nel fondo sono assai ingenui. Credono in tutto e in tutti. Se qualcuno cerca di metterli in guardia, anche con la massima delicatezza, dicono subito che ha una mentalità antiquata... e questa mentalità, dicono, è come un lavandino. »

«In fin dei conti» commentò sir Henry «un lavandino non ha niente di terribile.»

«Esatto» disse Miss Marple con calore. «È l'oggetto più necessario della casa, anche se non è molto romantico. Vi confesso che anch'io ho i miei sentimenti, come chiunque altro, e a volte le osservazioni fatte senza riflettere mi feriscono profondamente. So che gli uomini non si interessano di problemi domestici, ma devo parlarvi della mia cameriera Ethel... una ragazza molto graziosa e gentile. Come la vidi, pensai subito alla cameriera della povera signora Bruitt... Ethel era dello stesso stampo. Se le si presentava l'occasione, il mio e il tuo non significavano più niente per lei. Così la lasciai libera in capo a un mese e le diedi una lettera di referenze, in cui di-chiaravo che era onesta e morigerata... ma in privato misi in guardia la vecchia signora Edwards. Mio nipote Raymond uscì dai gangheri e disse che non aveva mai visto un'azione così diabolica... sì, diabolica. Be' la ragazza andò da lady Aston... che non mi preoccupai di avvertire... e che co-sa accadde? Dopo averle rubato la biancheria di pizzo e due spille di brillanti, la ragazza partì in piena notte e non si fece più sentire!»

Miss Marple tacque, respirò a fondo e continuò.

«Forse crederete che non c'entra con quanto accadde alle terme di Keston... ma vi sbagliate. Vi ho spiegato perché, quando vidi i Sanders insieme, capii subito che lui voleva toglierla di mezzo.»

«Come?» chiese sir Henry sporgendosi in avanti.

Miss Marple lo guardò serafica.

«Non ebbi il minimo dubbio, sir Henry. Sanders era un uomo robusto, e attraente, socievole e cordiale con tutti. Nessun marito avrebbe potuto essere più premuroso con sua moglie. Ma io lo capii! Voleva sbarazzarsi di lei.»

«Mia cara Miss Marple...»

«Sì, lo so. L'avrebbe detto anche mio nipote Raymond West. Avrebbe sostenuto che non avevo l'ombra di una prova. Ma io ricordo Walter Hones, il proprietario del Green Man. Una notte, mentre tornava a casa con sua moglie, lei cadde nel fiume... e lui ebbe il denaro dell'assicurazione! Conosco anche altra gente che l'ha fatta franca. Un tale andò in vacan-za in Svizzera con sua moglie. Avevo avvisato la donna di non andare... e la poveretta non si arrabbiò, si limitò a ridere. Le pareva buffo che una vecchia balorda come me potesse dire cose simili sul suo Harry. Be', ci fu un incidente... e adesso Harry è sposato con un'altra donna. E io che potevo fare? Sapevo, ma non avevo prove.»

«Oh, Miss Marple!» esclamò la signora Bantry. «Non vorrete dire che...»

«Mia cara, questi fatti sono comuni, molto comuni. E gli uomini, essendo più forti, sono esposti alle tentazioni. È così facile inscenare un incidente. Come dicevo, ho capito al volo la situazione dei Sanders. È accaduto su un tram. Quando ci alzammo tutti e tre per scendere, il signor Sanders perse l'equilibrio e cadde addosso a sua moglie che per poco non precipitò dal predellino. Per fortuna fu trattenuta da un passeggero robusto.»

«Sarà stato un incidente.»

«Sicuro... niente avrebbe potuto sembrare più accidentale. Ma il signor Sanders era stato nella marina mercantile, e mi pare strano che chi riesce a conservare l'equilibrio su una nave che beccheggia lo perda sul tram. Non me la date a bere!»

«A quanto pare voi, Miss Marple, eravate sicura della vostra opinione!»

disse sir Henry.

L'anziana signorina annuì.

«Ne ero quasi certa, e un altro incidente avvenuto in seguito, durante l'attraversamento di una strada, confermò la mia ipotesi. E adesso, sir Henry, vi chiedo: Che cosa potevo fare? C'era una donna felice e soddisfatta del suo matrimonio, con molte probabilità di essere uccisa.»

«Mi mozzate il fiato, cara Miss Marple.»

«Il motivo è che anche voi, come molte persone, vi rifiutate di affrontare i fatti. Preferite pensare che cose simili non accadono. Era così, e lo sapevo... ma ogni azione mi era preclusa. Non potevo, per esempio, rivolgermi alla polizia. E sarebbe stato inutile avvertire la donna: nutriva una cieca devozione per suo marito. Così mi diedi da fare per scoprire quanto più potevo sul loro conto. Ricamando presso il caminetto si hanno un mucchio di occasioni. La signora Sanders... il suo nome era Gladys... parlava volentieri. Erano sposati da poco tempo. Suo marito era in attesa di un'eredità, ma per il momento si trovavano in ristrettezze economiche. In pratica vivevano di una piccola rendita di Gladys. Era una storia vecchia. Lei si ramma-ricava di non poter toccare il capitale. Evidentemente qualcuno, da qualche parte, aveva avuto un po' di buon senso! Ma scoprii che il denaro era suo, vincolato al testamento. Subito dopo il matrimonio, lei e suo marito avevano fatto testamento in reciproco favore. Molto commovente. Naturalmente in seguito gli affari di Jack avrebbero cominciato a prosperare...

Comunque, in quel periodo, i due si trovavano in cattive acque. Nell'albergo occupavano una stanza all'ultimo piano, prossima agli alloggi della servitù... una situazione pericolosa in caso d'incendio, sebbene vi fosse una scala antincendio proprio all'esterno della loro finestra. M'informai se c'era un balcone... sono pericolosi, i balconi. Basta una spintarella, e... provate a immaginare!

«Le feci promettere di non uscire mai sul balcone: dissi che avevo fatto un sogno. Ne fu impressionata... a volte si ha buon gioco ricorrendo alla superstizione. Era una donnina graziosa, con la carnagione candida e ciocche scarmigliate che le ricadevano sul collo. Una credulona. Riferì al marito quanto le avevo detto e un paio di volte lo sorpresi a guardarmi in modo strano. Lui non era affatto ingenuo... e sapeva che su quel famoso tram c'e-ro anch'io.

«Ma io ero preoccupata, perché non sapevo che tattica adottare. Potevo impedire che succedesse qualcosa alla stazione termale, dicendo poche parole perché capisse che sospettavo di lui. Ma non sarebbe servito che a fargli rimandare i suoi piani. No, cominciai a credere che l'unico mezzo fosse affrontare la situazione di petto... tendendogli una trappola, per esempio.

Se riuscivo a indurlo a cercare di uccidere sua moglie in un modo di mia scelta... be', allora la verità sarebbe venuta a galla e lei avrebbe dovuto affrontare la realtà, per quanto fosse dolorosa.»

«Straordinario!» disse il dottor Lloyd. «Quale fu il vostro piano?»

«Ne elaborai uno...» rispose Miss Marple. «Ma l'uomo era troppo furbo.

Non aspettò. Aveva intuito i miei sospetti e colpì prima che io potessi avere la sicurezza. Sapeva che un incidente mi avrebbe insospettito. E allora inscenò un omicidio.»

Un brivido corse per l'uditorio. Miss Marple annuì.

«Forse sono stata troppo brusca. Cercherò di spiegarvi con precisione che cosa accadde. Ho sempre avuto una specie di rimorso... mi sembra che in qualche modo avrei potuto impedirlo. Ma evidentemente il destino era segnato. Mi prodigai come potevo.

«Nell'aria incombeva una strana sensazione di minaccia. Pareva che un peso gravasse su tutti noi. La serie delle disgrazie cominciò con George, il facchino dell'albergo. Era lì da anni e conosceva tutti. Si prese una bronco-polmonite e andò al Creatore in quattro giorni. Ne fummo impressionati.

Oltre a tutto mancavano quattro giorni a Natale. E poi una cameriera... una ragazza tanto gentile... contrasse un'infezione e morì in ventiquattr'ore.

«Ero nel soggiorno con la signorina Trollope e la vecchia signora Carpenter. La signora Carpenter godeva morbosamente di quanto stava accadendo.

«"Tenete a mente le mie parole" disse. " Non è ancora finita. Non conoscete l'adagio? Non c'è due senza tre. Ci sarà un'altra morte, ne sono sicura. E non dovremo aspettare a lungo. Non c'è due senza tre."

«Mentre diceva le ultime parole, annuendo con forza e sferruzzando, alzai per caso gli occhi e vidi il signor Sanders sulla soglia. Per un attimo dimenticò di dominarsi, e potei cogliere la sua espressione. Crederò sino alla fine dei miei giorni che furono le parole della signora Carpenter a fic-cargli l'idea in testa. Capii che la sua mente era al lavoro.

«Entrò nella stanza sorridendo cordialmente.

«"Nessuna di voi signore ha bisogno di acquisti natalizi? Sto per andare a Keston."

«Restò a chiacchierare per un paio di minuti, poi uscì. Come vi ho detto, ero preoccupata. Domandai subito:

«"Dov'è la signora Sanders? Qualcuno lo sa?"

«La signora Trollope rispose che era andata da certi amici, i Mortimer, per giocare a bridge, e per il momento fui tranquilla. Ma ero ancora molto incerta sul da farsi. Circa mezz'ora dopo salii nella mia stanza. Sulle scale incontrai il dottor Coles, il mio medico, che scendeva. Dal momento che volevo consultarlo sui miei reumatismi, lo condussi in camera. Mi parlò...

in confidenza, disse... della morte della povera ragazza, Mary. Il direttore non voleva che la notizia si spargesse, e il medico mi raccomandò di tener-la per me. Naturalmente non gli dissi che durante l'ultima ora non avevamo parlato d'altro. Simili notizie si propagano immediatamente, e un uomo della sua esperienza avrebbe dovuto saperlo... ma il dottor Coles era sempre stato un individuo semplice, che credeva a quanto voleva credere. Al momento di andare mi disse che Sanders gli aveva chiesto di dare un'occhiata a sua moglie. Negli ultimi tempi gli era parsa indisposta... forse si trattava di un'indigestione.

« Esattamente lo stesso giorno, Gladys Sanders mi aveva detto di non aver mai avuto difficoltà di digestione e di esserne contenta.

«I miei sospetti sul conto di quell'uomo rinacquero, centuplicati. Stava preparando il terreno... per che cosa? Il dottor Coles mi lasciò prima che avessi deciso se parlargli o meno... ma, anche se avessi deciso di confi-darmi, non avrei saputo che cosa dirgli. Mentre uscivo dalla mia camera, Sanders in persona emerse sulle scale scendendo dal piano superiore. Indossava il cappotto, e mi chiese nuovamente se avevo bisogno di qualche commissione in città. Mi limitai a rifiutare con garbo, poi andai diritto nel salotto e ordinai il tè. Erano le cinque e mezzo, ricordo.

«Ora vi esporrò con precisione gli avvenimenti successivi. Alle sette meno un quarto ero ancora nel salotto, quando entrò il signor Sanders. C'erano due signori con lui, e tutti e tre sembravano un po' brilli. Il signor Sanders lasciò i suoi amici e venne davanti a me, che ero seduta con la signorina Trollope. Spiegò che voleva il nostro consiglio sul regalo di Natale che stava per fare a sua moglie. Si trattava di una borsetta da sera.

«"Vedete, care signore" disse, "io sono soltanto un rude marinaio. Non m'intendo di queste cose. Mi sono fatto mandare tre borsette e desidero avere un parere illuminato."

«Ovviamente gli rispondemmo che saremmo state felicissime di aiutarlo e lui ci pregò di salire nella sua stanza. Non si fidava di portare le borse nel salotto, dal momento che sua moglie poteva entrare da un momento all'altro. Così salimmo con lui. Non dimenticherò mai quello che accadde poi...

Al pensiero mi vengono ancora i brividi.

«Il signor Sanders aprì la porta della camera e accese la luce. Non so chi di noi notò per primo lo spettacolo...

« La signora Sanders giaceva bocconi sul pavimento... morta.

«Le corsi vicino, m'inginocchiai e le tastai il polso. Tutto inutile. Il braccio era freddo e rigido. Accanto alla sua testa c'era una calza piena di sabbia... l'arma del delitto. La signorina Trollope cominciò a gemere e si na-scose il viso tra le mani. Sanders gridò: "Mia moglie, mia moglie!" e si precipitò verso il corpo. Gli impedii di toccarlo. Ero sicura che il colpevole fosse lui, e temevo volesse nascondere qualcosa.

«"Non toccate niente" dissi. "Su, coraggio, signor Sanders. Signorina Trollope, abbiate la cortesia di scendere a chiamare il direttore."

«Rimasi accanto al corpo. Non volevo lasciar solo Sanders. Eppure dovetti ammettere che, se l'uomo recitava, sosteneva la parte a meraviglia.

Appariva disperato, incredulo e atterrito oltre ogni dire.

«Il direttore arrivò pochi istanti dopo. Ispezionò rapidamente la camera, quindi ci fece uscire e chiuse la porta a chiave. Poi telefonò alla polizia.

Passò un'eternità prima che arrivasse... In seguito apprendemmo che la linea era interrotta. Il direttore aveva dovuto mandare un fattorino alla stazione di polizia, e l'albergo si trovava fuori della città, al limitare della brughiera. La signora Carpenter ci tormentò senza pietà. Era soddisfatta che la sua profezia si fosse avverata così presto. "Non c'è due senza tre", continuava a ripetere. Sanders, appresi, si aggirava nel giardino, gemendo e strappandosi i capelli.

«Finalmente arrivò la polizia. Gli agenti salirono nella stanza col direttore e il signor Sanders. Più tardi fui chiamata anch'io. Salii. L'ispettore era nella camera, seduto a uno scrittoio. Aveva l'aria intelligente e sentii per lui un'immediata simpatia.

«"Miss Jane Marple?" mi chiese.

«"Sì."

«"Eravate presente quando fu trovato il corpo della deceduta?"

«Risposi di sì e descrissi esattamente quello che era successo. Per quel poveretto fu un sollievo, credo, avere una persona che rispondeva con precisione alle sue domande, dopo aver trattato con Sanders e con Emily Trollope. Costoro sembravano aver perso il lume della ragione... specialmente la signorina Trollope! La mia cara mamma, ricordo, m'insegnò che una signora deve sempre sapersi dominare in pubblico, anche se poi si lascia andare in privato.»

«Un precetto ammirevole» sentenziò solennemente sir Henry.

«Quando ebbi finito, l'ispettore disse:

«"Grazie Miss Marple. Adesso vorrei pregarvi di dare un'altra occhiata al corpo. È ancora nella stessa posizione di quando siete entrata nella stanza? Non è stato mosso in alcun modo?"

«Spiegai che avevo impedito al signor Sanders di toccarlo, e l'ispettore fece un cenno d'approvazione.

«"Il signor Sanders sembra terribilmente sconvolto" osservò.

«"Infatti, sembra" replicai.

«Non credo di aver calcato sulla parola "sembra", ma l'ispettore mi scoccò una strana occhiata.

«"Così possiamo desumere che il corpo era esattamente come l'abbiamo trovato?" chiese.

«"Sì... tranne che per il cappello" risposi.

«L'ispettore mi scrutò attentamente.

«"Il cappello? Che cosa volete dire?"

«Spiegai di aver visto che la povera Gladys aveva il cappello, in testa, mentre adesso si trovava accanto a lei. Naturalmente supponevo che fossero stati gli agenti a toglierlo. Ma l'ispettore lo negò con forza. Niente era stato mosso o toccato, mi assicurò. Guardò perplesso il povero corpo bocconi. Gladys era abbigliata per uscire... indossava un pesante cappotto di tweed rosso scuro con un collo di pelo grigio. Il cappello, un cosino di fel-tro rosso da quattro soldi, era per terra, accanto alla sua testa.

«L'ispettore rimase per qualche minuto in silenzio, a riflettere. Poi fu colpito da un'idea.

«"Miss Marple, per caso ricordate se la deceduta aveva degli orecchini, o se abitualmente li portava?"

«Per fortuna ho l'abitudine di osservare con attenzione. Ricordai d'aver visto balenare delle perle proprio sotto la tesa del cappellino, anche se al momento non mi ero soffermata sul particolare. Potei rispondere di sì alla prima domanda.

«"Allora i conti tornano. Il cofanetto coi gioielli della signora è stato rubato. Non pare che vi fosse materiale di molto valore. Anche gli anelli che lei portava sono scomparsi. L'assassino deve aver dimenticato gli orecchini, e probabilmente se ne è impossessato dopo la scoperta dell'omicidio.

Un tipo raziocinante, non c'è che dire! O forse..." Si guardò intorno e aggiunse lentamente: "Forse è stato sempre nascosto qui..."

«Ma io non mi dichiarai d'accordo. Io stessa, spiegai, avevo guardato sotto il letto. E il direttore aveva aperto le ante dell'armadio. Non c'erano altri luoghi dove un uomo potesse nascondersi. Lo scomparto dei cappelli, in mezzo all'armadio, era chiuso... ma era soltanto un ristretto spazio inter-secato da scaffali. Nessuno poteva trovar posto là dentro!

«L'ispettore annuì gravemente.

«"Accetto la vostra versione, Miss Marple" disse. "In tal caso dev'essere tornato, come ho detto prima. Un individuo freddo e raziocinante."

«"Ma il direttore ha chiuso la porta e si è messo la chiave in tasca!"

«"Non ha importanza. Ci sono il balcone e la scala antincendio... il ladro può essere entrato di là. Forse voi lo avete disturbato durante il suo lavoro.

È fuggito dalla finestra, e quando ve ne siete andati tutti è tornato a com-pletare l'opera."

«"Siete sicuro" domandai "che fosse veramente un ladro?"

Lui ribatté seccamente:

«"Be'... le premesse di un furto ci sono."

«Ma qualcosa nel suo tono mi tranquillizzò. Capii che non prendeva troppo sul serio il signor Sanders nella sua parte di vedovo inconsolabile.

«Sì, sono disposta a riconoscerlo. Avevo un'opinione che i francesi chiamerebbero idée fixe. Sapevo che Sanders intendeva uccidere sua moglie. Mi rifiutavo di credere a una coincidenza... questo strano e fantastico evento. Il mio giudizio sul signor Sanders era, non ne dubitavo, assolutamente giusto e veritiero. L'uomo era un impostore. Ma sebbene le sue ipo-crite manifestazioni di dolore non mi avessero ingannato nemmeno per un attimo, ricordo d'aver notato a suo tempo che la sorpresa e lo stupore erano meravigliosamente imitati. Parevano assolutamente naturali. Devo ammettere che dopo la mia conversazione con l'ispettore, un piccolo dubbio s'insinuò in me. Se Sanders aveva realmente commesso l'omicidio, non riuscivo a capire perché doveva essere rientrato nella stanza dalla finestra per impossessarsi degli orecchini di sua moglie. Non sarebbe stata un'azione sensata, e Sanders era un uomo pieno di senno. Per questo lo avevo sempre ritenuto pericoloso.»

Miss Marple girò lo sguardo sull'uditorio.

«Capite dove voglio arrivare? Spesso accadono eventi inaspettati. Ero troppo sicura, e fu la mia sicurezza ad accecarmi. Il risultato fu un'autentica mazzata per me. Fu provato al di là d'ogni dubbio che il signor Sanders non poteva aver commesso il crimine... »

La signora Bantry proruppe in un'esclamazione di meraviglia. Miss Marple si rivolse a lei.

«Mia cara, so che non ve lo aspettavate quando ho cominciato il mio racconto. Nemmeno io me lo aspettavo, allora. Ma i fatti sono fatti, e se ci si rende conto d'aver sbagliato bisogna ricominciare da principio, con u-miltà. Sapevo che il signor Sanders era un assassino in potenza, e nulla poteva distogliermi da tale convinzione.

«Adesso, immagino, vorrete sapere come andarono le cose. La signora Sanders, come vi ho detto, aveva passato il pomeriggio giocando a bridge con amici, i Mortimer. Li lasciò verso le sei e un quarto. Dalla casa dei suoi amici all'albergo c'era un quarto d'ora di strada... a meno di non correre. Doveva essere arrivata verso le sei e mezzo. Nessuno la vide entrare, e ciò significa che dev'essere entrata dalla porta laterale e salita direttamente in camera. Là si è cambiata... il cappotto e la gonna che indossava durante il bridge erano appesi nell'armadio... e stava preparandosi evidentemente a uscire di nuovo, quando ad un tratto è stata colpita. La calza piena di sabbia è un'arma assai efficace. L'aggressore era probabilmente già nascosto nella stanza, forse in uno dei grandi armadi... quello che lei non aprì.

«Adesso veniamo ai movimenti del signor Sanders. Come ho detto, uscì alle cinque e mezzo... o poco dopo. Fece qualche acquisto in un paio di negozi e verso le sei andò al Grand Spa Hotel, dove trovò due amici... gli stessi con cui più tardi rientrò all'albergo Hydro. Giocarono a biliardo e, presumo, bevettero vari whisky e soda. I due uomini... si chiamavano Hitchcock e Spender... restarono sempre con lui dalle sei in avanti. Lo accompagnarono all'Hydro e lo lasciarono soltanto quando venne da me e dalla signorina Trollope. Erano ormai le sette meno un quarto, e a quell'ora sua moglie doveva essere già morta.

«Devo dirvi che riflettei a lungo sui suoi due amici. Non mi piacevano.

Non avevano l'aria di gentiluomini, ma di una cosa ero sicura: dicevano la verità quando sostenevano che Sanders era sempre stato in loro compagnia.

«Venimmo a conoscenza di un particolare. Durante la partita di bridge, la signora Sanders era stata chiamata al telefono. Un certo signor Littleworth voleva parlarle. Lei sembrava contenta ed eccitata per qualcosa... e durante il gioco commise un paio di gravi errori. Se ne andò più presto di quanto gli altri si aspettavano.

«Fu chiesto al signor Sanders se gli risultava che Littleworth fosse un amico di sua moglie, ma egli dichiarò di non conoscere nessuno con questo nome. Secondo Sanders neppure sua moglie conosceva Littleworth.

Tuttavia dopo la telefonata lei sorrideva ed era tutta rossa, e così può darsi che l'interlocutore non abbia dato il suo vero nome. Una circostanza sospetta, non è vero?

«Ad ogni modo, il problema si può riassumere nei termini seguenti: l'ipotesi di un furto, che sembra alquanto improbabile... o in alternativa l'ipotesi che la signora Sanders si stesse preparando a uscire per incontrare qualcuno. Forse quel qualcuno era entrato nella sua camera dalla scala antincendio. C'era stata una lite? Oppure era stata aggredita a tradimento?»

Miss Marple tacque.

«Allora?» l'esortò sir Henry. «Qual è la risposta?»

«Mi chiedevo se qualcuno di voi è in grado di fornirla.»

«Le congetture non sono il mio forte» disse la signora Bantry. «È un peccato che il signor Sanders abbia un alibi a prova di bomba... ma se voi ne siete soddisfatta, doveva essere veramente inattaccabile.»

Jane Helier scrollò la graziosa testolina e pose una domanda.

«Perché l'armadio era chiuso a chiave?» chiese.

«Una domanda intelligente, mia cara» disse Miss Marple sorridendo.

«Me lo chiesi anch'io. Ma la spiegazione era semplicissima. Nell'armadio c'erano un paio di pantofole e alcuni fazzoletti che la povera Gladys stava ricamando per suo marito, con l'intenzione di regalarglieli a Natale. La chiave fu trovata nella sua borsetta.»

«Oh!» disse Jane. «Non è molto interessante, allora.»

«Sì, invece» ribatté Miss Marple. «È l'unico dato interessante... il particolare che fece fallire i piani dell'assassino.»

Tutti guardarono l'anziana signorina.

«Per due giorni io stessa non me ne accorsi» disse Miss Marple. «Continuai a scervellarmi... e a un tratto fu tutto chiaro. Andai dall'ispettore, lo pregai di fare una certa prova ed egli acconsentì.»

«Quale prova?»

« Gli chiesi di mettere il cappello in testa alla povera Gladys... e naturalmente fu impossibile. Non le si adattava. Non era il suo cappello. »

La signora Bantry sgranò gli occhi.

«Ma non lo portava lei, prima di morire?»

«Non lei... » Miss Marple s'interruppe un attimo per lasciare che le parole producessero il loro effetto. Poi riprese: «Demmo per scontato che il corpo nella camera fosse quello della povera Gladys... ma non vedemmo mai il viso. Era bocconi, ricordate, e il cappello nascondeva tutto.»

«Ma lei fu veramente uccisa?»

«Sì, più tardi. Mentre telefonavamo alla polizia, Gladys Sanders era viva e vegeta.»

«Volete dire che un'altra finse di essere lei? Ma quando voi la tocca-ste...»

«Toccai un cadavere, è vero» rispose gravemente Miss Marple.

«Ma dannazione» sbottò il colonnello Bantry, «i cadaveri non sono co-me le noccioline. Dove fu portato il... il primo cadavere, in seguito?»

«Fu riportato dov'era prima» disse Miss Marple. «Un'idea diabolica, ma molto astuta. Furono i nostri discorsi nel soggiorno a farla nascere. Il corpo della povera Mary, la cameriera... perché non usarlo? Ricordate, la camera dei Sanders era prossima all'ala della servitù. La camera di Mary si trovava a due porte di distanza. I becchini sarebbero venuti soltanto a tarda sera.

Sanders ne era sicuro. Portò il cadavere sul balcone e lo scaricò nella camera di Gladys. Alle cinque era già buio. Quindi gli infilò un vestito e il pesante cappotto di sua moglie. E poi trovò lo scomparto dei cappelli chiuso a chiave! Non avendo scelta, prese un cappello della povera ragazza.

Nessuno se ne sarebbe accorto. Le mise accanto la calza piena di sabbia e poi uscì per costruirsi l'alibi.

«Telefonò a sua moglie... presentandosi come il signor Littleworth. Non so che cosa le disse... lei era una donna ingenua, come ho detto poco fa.

Ma la convinse a lasciare il bridge in anticipo, dandole appuntamento per le sette nel giardino dell'Hydro, vicino alla scala antincendio. Probabilmente le disse che aveva una sorpresa per lei.

«Tornò all'Hydro coi suoi amici e fece in modo che io e la signorina Trollope scoprissimo l'omicidio con lui. Finse anche di voler rigirare il corpo... e io glielo impedii! Poi fu chiamata la polizia e lui uscì nel giardino.

«Nessuno gli chiese conto dei suoi movimenti dopo il delitto. Incontrò sua moglie, salì con lei sulla scala antincendio ed entrambi entrarono nella loro stanza. Forse le aveva già raccontato una storia per giustificare la presenza del corpo. Lei si chinò su di esso, lui prese il sacchetto di sabbia e colpì... Dio mio! Ancora adesso mi sento male a pensarci! Poi le sfilò in fretta il cappotto e la gonna, li appese e le infilò i vestiti dell'altra.

« Ma il cappello non le andava bene. I capelli di Mary erano cortissimi, mentre Gladys Sanders li portava raccolti in una crocchia. Così fu costretto a lasciare il cappello accanto al corpo, sperando che nessuno se ne accor-gesse. Poi riportò il cadavere di Mary nella camera da dove l'aveva prele-vato, e lo ricompose decorosamente.»

«Sembra incredibile» osservò il dottor Lloyd. «Ha corso un bel rischio.

La polizia poteva arrivare troppo presto.»

«Avete dimenticato che la linea era interrotta» disse Miss Marple. «Ciò faceva parte del suo piano. Non poteva lasciare che la polizia arrivasse troppo presto. Quando i poliziotti giunsero, passarono un po' di tempo nell'ufficio del direttore prima di salire nella camera. Questo era il punto debole... il pericolo che qualcuno notasse la differenza tra un corpo morto da due ore e uno morto da mezz'ora. Ma lui contava sul fatto che i primi a scoprire il delitto non erano esperti in tali distinzioni.»

Il dottor Lloyd annuì.

«Fu stabilito che il crimine era avvenuto verso le sette meno un quarto, immagino» disse. «Invece fu commesso alle sette o pochi minuti dopo.

Quando il medico legale esaminò il corpo, dovevano essere le sette e mezzo. Ormai era passato troppo tempo.»

«Io avrei dovuto capirlo» disse Miss Marple. «Tastai la mano della povera ragazza e la sentii gelata. Eppure l'ispettore parlò come se il delitto fosse stato commesso poco prima del nostro arrivo... e io non capii niente!»

«Mi pare che abbiate capito molte cose, Miss Marple» disse sir Henry.

«Il caso è antecedente all'inizio della mia carriera. Non ricordo di averne sentito parlare. Che cosa accadde in seguito?»

«Sanders fu impiccato» rispose vivacemente Miss Marple. «Non ho mai rimpianto d'aver contribuito a consegnarlo alla giustizia.» Il suo viso si ad-dolcì. «Ma mi sono sempre rimproverata di non aver salvato la vita alla povera Gladys. Tuttavia chi avrebbe ascoltato le congetture di una vecchia? Bé... chi lo sa? Forse per lei fu meglio morire felice, invece di vivere una vita piena di delusioni in un mondo che le sarebbe parso orribile. Amava quel furfante di suo marito e si fidava di lui. Non scoprì mai la sua vera natura.»

«Allora» disse Jane Helier «tutto si è risolto per il meglio. Sì, per il meglio. Vorrei...»

Miss Marple guardò la famosa, la bellissima, l'ammirata Jane Helier e annuì sorridendo.

«Capisco, mia cara» disse con dolcezza. «Capisco.»

L'erba della morte

 

«Forza, signora B.» disse sir Henry Clithering in tono incoraggiante.

La signora Bantry, la padrona di casa, gli scoccò un'occhiata di rimprovero.

«Vi ho già detto di non chiamarmi signora B. È poco dignitoso.»

«Sheherazade, allora.»

«E tantomeno She... che razza di nome! Non sono una buona narratrice.

Chiedetelo ad Arthur se non mi credete.»

«Sei brava a raccontare i fatti, Dolly» disse il colonnello Bantry. «Sono i fronzoli che ti mancano.»

«Proprio così» disse la signora Bantry. Chiuse il catalogo di piante che stava sulla tavola davanti a lei. «Vi ho ascoltati tutti e non capisco come fate. "Lui disse, lei disse, vi chiederete, essi credono, tutti ritengono..." Be', io non sono capace! E poi non conosco nessuna storia da raccontare.»

«Non possiamo crederlo, signora Bantry» disse il dottor Lloyd.

Scrollò la testa con ironico scetticismo.

L'anziana Miss Marple disse gentilmente:

«Cara, non dubito che...»

La signora Bantry continuò ostinatamente a scuotere la testa.

«Non immaginate com'è banale la mia vita. Si svolge tra i problemi domestici, la difficoltà nel reperire le cameriere, le visite in città per acquisti, il dentista, le corse ad Ascot... che Arthur odia. E poi il giardino...»

«Ah!» disse il dottor Lloyd. «Il giardino. Sappiamo tutti che è la vostra passione, signora Bantry.»

«Dev'essere magnifico avere un giardino» dichiarò Jane Helier, la bella e giovane attrice. «Sempre che non ci sia bisogno di scavare e di sporcarsi le mani. Vado pazza per i fiori.»

«Il giardino» disse sir Henry. «Non può essere un punto di partenza?

Pensateci, signora Bantry. I bulbi velenosi, le giunchiglie letali, l'erba della morte!»

«L'erba della morte...» ripeté assorta la signora Bantry. «Arthur, ricordi quella faccenda di Clodderham Court? Il vecchio sir Ambrose Bercy... ricordi che lo credevamo un vecchio gentile e dignitoso?»

«Infatti. Sì, è stata una strana faccenda. Continua, Dolly.»

«È meglio che la racconti tu, caro.»

«Sciocchezze. Continua. Stavolta devi arrangiarti da sola.»

La signora Bantry respirò a fondo. Intrecciò le mani e un'espressione ansiosa le si dipinse sul viso. Parlò in fretta e scioltamente.

«Be', non c'è molto da dire. L'Erba della morte... ecco che cosa mi ha rammentato la vicenda, anche se nella mia mente la chiamo salvia e cipolle. »

«Salvia e cipolle?» chiese il dottor Lloyd.

La signora Bantry annuì.

«Ecco come accadde» disse. «Arthur e io eravamo ospiti di sir Ambrose Bercy a Clodderham Court, e un giorno, per sbaglio... uno sbaglio molto sciocco, ho sempre pensato... varie foglie di digitale furono raccolte con la salvia. Quella sera l'anitra arrosto fu farcita con tali erbe. Tutti stettero malissimo e una povera ragazza... la pupilla di sir Ambrose... morì.»

Tacque.

«Dio mio!» disse Miss Marple. «Che tragedia.»

«Terribile, non è vero?»

«Be'...» chiese sir Henry. «Che cos'accadde poi?»

«Non c'è nessun poi» rispose la signora Bantry. «Questo è tutto.»

Gli astanti rimasero a bocca aperta. Nonostante l'avvertimento, non si erano aspettati una simile brevità.

«Ma, mia cara signora» protestò sir Henry, «non può essere tutto. Ci avete riferito un tragico avvenimento che non presenta gli aspetti di un problema.»

«Oh, naturalmente c'è dell'altro» disse la signora Bantry. «Ma se ve ne parlo, capireste la soluzione.» Scoccò all'uditorio un'occhiata di sfida. «Vi avevo detto che non sono brava a ricamare sui fatti in modo da trasformarli in una storia.»

«Ah!» esclamò sir Henry. Si rizzò sulla poltrona e si aggiustò il mono-colo. «Sapete, Sheherazade, ho l'impressione che ci state mettendo alla prova. Credo che siate stata laconica di proposito... per stimolare la nostra curiosità. A questo punto un interrogatorio mi sembra di rigore. Volete cominciare voi, Miss Marple?»

«Vorrei sapere qualcosa sulla cuoca» disse Miss Marple. «O era stupida o molto inesperta.»

«Era soltanto molto stupida» rispose la signora Bantry. «Pianse a lungo dopo la disgrazia, e disse che le foglie le erano state portate come salvia.

Lei non sapeva distinguerle.»

«Nessuno le distinse» osservò Miss Marple. «Probabilmente era una donna anziana, e presumo, un'ottima cuoca.»

«Oh! Eccellente» disse la signora Bantry.

«A voi, signorina Helier» disse sir Henry.

«Oh! Devo... devo fare una domanda?» Ci fu una pausa, mentre Jane pensava. «Non... non so proprio che cosa chiedere.»

I suoi begli occhi si rivolsero a sir Henry in una richiesta d'aiuto.

«Perché non un dramatis personae, signorina Helier?» egli le suggerì sorridendo.

Jane apparve perplessa.

«I personaggi in ordine d'apparizione» spiegò affabilmente sir Henry.

«Oh, sì» disse Jane. «È un'ottima idea.»

La signora Bantry cominciò subito a enumerare le persone contando sulle dita.

«Sir Ambrose... Sylvia Keene, la ragazza che morì... una sua amica ospite nella casa, Maud Wye, una di quelle ragazze brutte e sgradevoli che, non so come, riescono a far colpo sulla gente. Poi c'era un certo signor Curle che era venuto a parlare di libri con sir Ambrose... libri rari, sapete...

antichi volumi in latino. Poi c'era Jerry Lorimer... una specie di vicino di casa. La sua proprietà, Fairlies, era adiacente alla tenuta di sir Ambrose. E

c'era la signora Carpenter, una donna di mezz'età che sembrava una miciona sempre occupata a sistemarsi ne! modo più comodo. Era dame de compagnie di Sylvia, credo.»

«Se è il mio turno» disse sir Henry, «e immagino che lo sia, dal momento che sono vicino alla signorina Heller, ho una richiesta impegnativa da fare. Signora Bantry, vorrei una breve illustrazione dei precedenti di ciascuno.»

«Oh!»

La signora Bantry esitò.

«Cominciamo da sir Ambrose» continuò sir Henry. «Che aspetto aveva?»

«Oh! Era un vecchio assai distinto... non tanto vecchio, a dire il vero...

sulla sessantina, immagino. Ma la sua salute era assai delicata... aveva il cuore debole, non poteva salire le scale. Aveva fatto installare un ascenso-re, e tali limitazioni lo facevano sembrare più vecchio. I suoi modi erano molto cortesi... l'aggettivo che meglio lo descrive è dignitoso. Non lo si vedeva mai scomposto o sconvolto. Aveva una magnifica chioma canuta e una voce affascinante.»

«Bene» disse sir Henry. «Mi sembra di vedere sir Ambrose. Veniamo a Sylvia, adesso. Qual era il suo cognome?»

«Sylvia Keene. Era graziosa... molto graziosa. Aveva i capelli biondi e la carnagione candida. Forse non era una cima. Piuttosto sciocca, per la verità.»

«Oh! Andiamo, Dolly» protestò suo marito.

«Naturalmente Arthur ha un'altra opinione» ribatté asciutta la signora Bantry. «Ma era sciocca. Non diceva mai niente che mettesse conto di ascoltare.»

«Una delle creature più graziose che avessi mai visto» disse il colonnello Bantry con calore. «La guardavo giocare a tennis... affascinante, semplicemente affascinante. Ed era piena di vita, metteva allegria a tutti. Si stava bene con lei. Scommetto che ogni giovanotto lo pensava.»

«Ecco il tuo errore» disse la signora Bantry. «La giovinezza non attrae i giovani d'oggi. Soltanto i vecchietti come te, Arthur, stanno a magnificare le adolescenti.»

«Non basta essere giovani» disse Jane. «Occorre anche il SA.»

«Che cos'è questo SA?» chiese Miss Marple.

«Sex appeal» rispose Jane.

«Ah, sì!» disse Miss Marple. «Ai miei tempi si chiamava "quel certo nonsoché".»

«Un'ottima definizione» osservò sir Henry. «Quanto alla dame de compagnie... l'avete descritta come una miciona, signora Bantry?»

«Non volevo dire una gatta» rispose la signora Bantry. «C'è molta differenza. Immaginate una persona grande, morbida, bianca e dolcissima. Ecco com'era Adelaide Carpenter.»

«Quanti anni aveva?»

«Oh! Doveva essere sulla quarantina. Era da tempo nella casa... da quando Sylvia aveva undici anni, credo. Una donna piena di tatto. Una di quelle vedove piene di conoscenze aristocratiche ma senza denaro contan-te. Non mi andava molto a genio. Non mi piace la gente con le mani lunghe. E nemmeno le micione.»

«Il signor Curle?»

«Oh! Un vecchio curvo e rattrappito. Ce ne sono tanti che è impossibile distinguerli. Mostrava entusiasmo soltanto quando parlava dei suoi libri ammuffiti. Credo che nemmeno sir Ambrose lo conoscesse bene.»

«E Jerry, il vicino di casa?»

«Un ragazzo molto attraente. Era fidanzato con Sylvia... il che ha reso ancora più triste la morte della ragazza.»

«Mi chiedo se...» cominciò Miss Marple, ma s'interruppe subito.

«Che cosa?»

«Niente, cara.»

Sir Henry guardò incuriosito l'anziana signorina. Poi disse, pensoso:

«Così i due giovani erano fidanzati. Da quanto tempo?»

«Un anno, circa. Sir Ambrose si era opposto al fidanzamento sostenendo che Sylvia era troppo giovane. Ma dopo un anno aveva dovuto arrendersi.

Le nozze sarebbero state celebrate presto.»

«Ah! La giovane aveva una dote cospicua?»

«No. Non più di duecento sterline l'anno.»

«Hai fatto un buco nell'acqua, Clithering» disse il colonnello Bantry scoppiando a ridere.

«Tocca al medico rivolgere la sua domanda» disse sir Henry. «Per il momento mi ritiro.»

«La mia curiosità è soprattutto professionale» dichiarò il dottor Lloyd.

«Vorrei sapere quale fu il referto medico in base all'inchiesta... sempre che la signora Bantry lo ricordi e ne sia a conoscenza.»

«Credo di saperlo» disse la signora Bantry. «Avvelenamento da digitalina. È giusto?»

Il dottor Lloyd annuì.

«I principi attivi della digitale agiscono sul cuore. In certi disturbi cardiaci è una medicina assai efficace. Tuttavia mi pare un caso assai strano.

Non avrei mai creduto che mangiare dell'erba digitale potesse condurre al-la morte. I timori riguardo alle erbe e alle radici velenose sono di solito e-sagerati. Pochi sanno che le sostanze essenziali, gli alcaloidi, devono essere estratte con tecniche adatte.»

«L'altro giorno la signora MacArthur mandò dei bulbi rotondi alla signora Toomie» disse Miss Marple. «La signora Toomie li scambiò per cipolle e tutti i Toomie stettero malissimo.»

«Ma non sono morti» disse il dottor Lloyd.

«No. Non sono morti» ammise Miss Marple.

«Una ragazza che conoscevo morì per avvelenamento da ptomaina» disse Jane Helier.

«Dobbiamo continuare a investigare il crimine» disse sir Henry.

«Crimine?» chiese Jane stupita. «Credevo che fosse una disgrazia.»

«Se fosse una disgrazia» disse affabilmente sir Henry, «la signora Bantry non ci avrebbe raccontato la storia. No, da quanto ho capito è stata una disgrazia soltanto in apparenza... ma dietro vi è qualcosa di più sinistro. Ricordo un caso... vari ospiti stavano chiacchierando dopo cena, a un ricevimento. Alle pareti erano appese armi antiche d'ogni genere. Per gioco, uno degli invitati prese una vecchia pistola e la puntò contro un tale, fingendo di far fuoco. Ma la pistola era carica e sparò, uccidendo l'uomo.

Dovemmo scoprire prima di tutti chi aveva segretamente armato la pistola, e poi chi aveva diretto la conversazione in modo che sfociasse nella tragedia finale... perché l'uomo che aveva sparato risultava innocente come un agnellino!

«Mi pare che qui abbiamo lo stesso problema. Le foglie di digitalina furono deliberatamente mischiate con la salvia, sapendo quali sarebbero state le conseguenze. Dal momento che escludiamo la cuoca... la escludiamo, non è vero...? La domanda è: chi ha preso le foglie e le ha portate in cucina?»

«La risposta è semplice» disse la signora Bantry. «Se non altro l'ultima parte. Fu Sylvia stessa a portare le foglie in cucina. Rientrava nelle sue occupazioni quotidiane raccogliere le erbe e l'insalata, i tuberi, i mazzi di carote novelle... tutto ciò che i giardinieri non raccolgono mai a dovere. O-diano prendere vegetali giovani e teneri... preferiscono attendere che si svi-luppino completamente. Sylvia e la signora Carpenter ne coglievano a biz-zeffe, invece. E in un angolo la digitale cresceva in mezzo alla salvia, così l'errore fu più che naturale.»

«Fu veramente Sylvia a raccoglierla?»

«Nessuno lo saprà mai con certezza. Si suppose di sì.»

«Le supposizioni» disse sir Henry «sono sempre pericolose.»

«Ma so che non fu la signora Carpenter a raccogliere le erbe» disse la signora Bantry. «Quel mattino passeggiò in giardino con me. Uscimmo subito dopo colazione. Era una giornata eccezionalmente mite, come inizio di primavera. Sylvia andò da sola nell'orto, ma poi la vidi a braccetto con Maud Wye.»

«Così erano molto amiche» disse Miss Marple.

«Sì» confermò la signora Bantry.

Parve sul punto di aggiungere qualcosa, ma restò in silenzio.

«Doveva trattenersi a lungo?» chiese miss Marple.

«Una quindicina di giorni» disse la signora Bantry.

Nella sua voce c'era una nota preoccupata.

«Forse la signorina Wye non vi piaceva?» domandò sir Henry.

«Oh, no. Non avevo niente contro di lei.»

«Voi nascondete qualcosa, signora Bantry» la rimproverò sir Henry.

«Lo penso anch'io» disse Miss Marple. «Ma preferisco non insistere.»

«Quando avete cominciato a pensarlo?»

«Quando avete detto che i due giovani erano fidanzati. Avete specificato che tale circostanza ha reso ancora più triste la morte della ragazza. Ma il vostro tono non sembrava sincero... non era abbastanza convincente, insomma.»

«A volte mi fate paura» disse la signora Bantry. «Sembra che abbiate un sesto senso. Sì, pensavo a qualcosa. Ma non so se è il caso che lo dica.»

«È necessario» intervenne sir Henry. «Non dovete nasconderci niente, di qualsiasi cosa si tratti.»

«Be', si trattava di questo» disse la signora Bantry. «Una sera... in effetti la sera prima della tragedia... uscii sul terrazzo prima di cena. La finestra del soggiorno era aperta. E così ebbi la ventura di vedere Jerry Lorimer e Maud Wye. Lui la stava... be', baciando. Naturalmente non sapevo se si trattava di un'effusione occasionale o se... insomma, non si può mai dire.

Sapevo che sir Ambrose non stravedeva per Jerry Lorimer... forse perché lo conosceva bene. Ma di una cosa sono sicura: la ragazza, Maud Wye, era veramente innamorata di lui. Lo guardava in un modo... E anch'io credo che fossero una coppia meglio assortita di Jerry e Sylvia.»

«Voglio farvi una domanda subito, prima che Miss Marple mi preceda»

disse sir Henry. «Vorrei sapere se, dopo la tragedia, Jerry Lorimer sposò Maud Wye.»

«Sì» rispose la signora Bantry. «Sei mesi dopo.»

«Oh, Sheherazade, Sheherazade» disse sir Henry. «Come ci avete raccontato la storia! Dapprima era uno scheletro nudo... e adesso vi troviamo attaccata un bel po' di carne!»

«Non parlate con quell'aria diabolica» disse la signora Bantry. «E non usate la parola carne. Sembrate un vegetariano. Dicono "Io non mangio mai carne" in un modo che vi fa andare la bistecca di traverso. Il signor Curle era vegetariano. A colazione mangiava della roba che sembrava cru-sca. I vecchi barbuti e rattrappiti hanno spesso curiose fissazioni. Portano anche strana biancheria.»

«Dolly» disse suo marito, «che cosa diavolo sai della biancheria dei signor Curle?»

«Niente» rispose con dignità la signora Bantry. «Era soltanto un'ipotesi.»

«Voglio correggere il mio primo giudizio» disse sir Henry. «Dico invece che il dramatis personae del vostro problema è molto interessante. Comincio a vedere tutti i personaggi... non è vero. Miss Marple?»

«La natura umana è sempre interessante, sir Henry. Ed è curioso come certi tipi tendono ad agire sempre nello stesso modo.»

«Due donne e un uomo» disse sir Henry. «L'eterno triangolo. È qui il nocciolo del nostro problema? Io ho l'impressione di sì.»

Il dottor Lloyd si schiarì la gola.

«Stavo riflettendo» disse timidamente. «Signora Bantry. avete detto che siete stata male anche voi?»

«Sicuro: e anche Arthur! E tutti gli altri!»

«Ecco il problema... tutti si sono sentiti male» disse il medico. «Non avete capito? Nel fatto che sir Henry ci ha raccontato, un uomo ha sparato a un altro... non ha avuto bisogno di far fuoco su tutti i presenti.»

«Non capisco» disse Jane. «Chi ha sparato? E a chi?»

«Intendo dire che, chiunque ha elaborato il piano, lo ha attuato con una cieca fiducia nella sorte o con un assoluto disprezzo per la vita umana.

Non riesco a credere che un uomo possa avvelenare deliberatamente otto persone nell'intento di sopprimerne una.»

«Comprendo il vostro punto di vista» disse gravemente sir Henry. «Avrei dovuto arrivarci da solo.»

«E non potrebbe essersi avvelenato anche lui?» chiese Jane. «A tavola mancava qualcuno, quella sera?»

La signora Bantry scosse la testa.

«C'erano tutti.»

«Meno il signor Lorimer, immagino. Lui non era ospite della casa, se non sbaglio.»

«No... ma quella sera era invitato a cena» rispose la signora Bantry.

«Oh!» esclamò Miss Marple stupita. «Questo cambia molto le cose.»

Aggrottò la fronte. «Che sciocca sono stata» mormorò.

«Vi confesso che la vostra osservazione mi ha messo in crisi, dottor Lloyd» disse sir Henry. «Come poteva l'assassino essere sicuro che la ragazza, e soltanto la ragazza ingerisse la dose fatale?»

«Non poteva» rispose il medico. «La qual cosa mi porta alla seguente ipotesi: forse la ragazza non era la vittima designata. »

«Come?»

«In tutti i casi di avvelenamento da cibo, il risultato è molto incerto. Varie persone mangiano una certa pietanza. Che cosa succede? Una o due hanno qualche disturbo... un altro paio, diciamo, stanno male sul serio... e una muore. Non c'è nessuna certezza. Ma in certi casi entra un altro fattore.

La digitalina è una droga che agisce direttamente sul cuore. In talune affe-zioni cardiache, come vi ho detto, viene prescritta come farmaco. Ora, nella casa c'era una persona che soffriva di cuore. Se fosse stata quella la vittima designata? Una dose di veleno insufficiente a uccidere gli altri sarebbe risultata fatale per questa persona... o almeno, l'assassino aveva ragione di supporlo. Ma le cose andarono diversamente, ciò che conferma quanto ho detto poco fa: l'incertezza e l'imprevedibilità dell'effetto delle droghe sugli esseri umani.»

«Sir Ambrose!» disse sir Henry. «Pensate che fosse lui la vittima designata? Sì, sì... e la morte della ragazza è stato un errore.»

«Chi doveva ereditare dopo la morte di sir Ambrose?» chiese Jane.

«Una domanda assai sensata, signorina Helier. Una delle prime che si rivolgono, nella mia professione.»

«Sir Ambrose aveva un figlio» rispose lentamente la signora Bantry.

«Vari anni prima aveva litigato con lui. Il ragazzo era malato di mente, credo. Tuttavia sir Ambrose non aveva il potere di diseredarlo... Clodderham Court era inalienabile. Martin Bercy ereditò il titolo e la proprietà.

Tuttavia c'erano altri possedimenti che sir Ambrose poteva lasciare a chi voleva... e che lasciò alla sua pupilla Sylvia. Lo so, perché sir Ambrose morì meno di un anno dopo gli avvenimenti che vi ho raccontato, e non si preoccupò di cambiare il testamento dopo la morte di Sylvia. Credo che il denaro sia andato alla Corona... o forse a suo figlio come parente più prossimo. Non ricordo bene.»

«Così la morte della ragazza andava a vantaggio di un figlio lontano»

disse sir Henry pensoso. «Siamo più che mai in alto mare.»

«L'altra donna non ha ereditato niente?» chiese Jane. «Quella che la signora Bantry ha chiamato miciona.»

«Non era citata nel testamento» rispose la signora Branty.

«Voi non state ascoltando, Miss Marple» disse sir Henry. «Siete assorta.»

«Pensavo al vecchio signor Badger, il farmacista» disse Miss Marple.

«Aveva una giovanissima governante... abbastanza giovane da poter essere non soltanto sua figlia, ma sua nipote. Non disse niente a nessuno e la sua famiglia, uno stuolo di nipoti, era piena di aspettativa. Quando morì... non ci crederete... fu scoperto che erano segretamente sposati da due anni. Il signor Badger era un vecchio scorbutico e villano, mentre sir Ambrose Bercy era un gentiluomo, come ha detto la signora Bantry. Ma la natura umana è sempre la stessa.»

Ci fu una pausa, sir Henry scoccò un'occhiata penetrante a Miss Marple, che lo ricambiò con un'espressione vagamente canzonatoria nei miti occhi celesti. Jane Helier ruppe il silenzio.

«Era attraente la signora Carpenter?» chiese.

«A modo suo sì. Niente di trascendentale.»

«Aveva una voce assai gradevole» disse il colonnello Bantry.

«Faceva le fusa... ecco il termine esatto» disse la signora Bantry. «Faceva le fusa!»

«Un giorno o l'altro anche tu sarai definita una gatta, Dolly.»

«Mi piace essere una gatta tra i miei amici» ribatté la signora Bantry.

«Non ho molta simpatia per le donne e lo sai. Preferisco gli uomini e i fiori.»

«Avete un ottimo gusto» disse sir Henry. «Specialmente nel dare la pre-cedenza agli uomini.»

«Una semplice questione di tatto» spiegò la signora Bantry. «Be', allora che cosa vi pare del mio problemino? Mi sembra di essere stata onesta ed esauriente. Non è vero Arthur?»

«Certamente, cara. Non hai proprio niente da rimproverarti.»

«Sentiamo voi» disse la signora Bantry indicando sir Henry.

«Prenderò i fatti alla lontana. Vi confesso che non ho alcun elemento sicuro su cui fondarmi. Cominciamo da sir Ambrose. Be', non avrebbe scelto un modo così originale di uccidersi... e d'altra parte non aveva niente da guadagnare dalla morte della sua pupilla. Il signor Curle, ora. Non aveva motivo di uccidere la ragazza. Se sir Ambrose era la vittima designata, può darsi che Curle gli avesse sottratto un raro manoscritto di cui nessun altro avrebbe notato la mancanza. Un'ipotesi alquanto fiacca. Così credo che possiamo eliminare anche il signor Curle, nonostante i sospetti della signora Bantry riguardo alla sua biancheria. Veniamo alla signorina Wye. Non aveva motivo di uccidere sir Ambrose, ma aveva un valido movente per uccidere Sylvia. Voleva il fidanzato di Sylvia ed era risoluta ad averlo, secondo il resoconto della signora Bantry. Quel mattino era con Sylvia nell'orto, così ha avuto l'occasione di raccogliere le foglie. Sì, la signorina Wye mi sembra fortemente indiziata. E così siamo al giovane Lorimer.

Aveva un movente in entrambi i casi. Se si fosse liberato della fidanzata, avrebbe potuto sposare l'altra ragazza. Eppure l'assassinio mi sembra un mezzo un po' troppo drastico. Che cos'è una rottura di fidanzamento, al giorno d'oggi? E se sir Ambrose fosse morto, Lorimer avrebbe sposato una ragazza ricca invece di una ragazza povera. Il particolare può essere importante o meno... dipende dalla posizione finanziaria del giovanotto. Se dovessi scoprire che la sua proprietà era pesantemente ipotecata e che la signora Bantry ci ha nascosto il fatto, protesterei per irregolarità. La signora Carpenter, adesso. Ho dei forti sospetti su di lei, sapete. La sua coscienza immacolata, per esempio, e il suo eccellente alibi per l'ora in cui furono raccolte le foglie... Ho sempre diffidato degli alibi. E ho un altro motivo di sospettarla, ma per il momento non intendo rivelarlo. Ad ogni modo, se dovessi scegliere, propenderei per la signorina Maud Wye. È la più indiziata di tutti.»

«A voi, adesso» disse la signora Bantry, e indicò il dottor Lloyd.

«Credo sia sbagliato insistere sulla teoria che la ragazza era la vittima designata, Clithering. Sono convinto che l'assassino intendesse togliere di mezzo sir Ambrose. Non credo che il giovane Lorimer avesse le cognizio-ni necessarie. Sono incline invece a ritenere che la colpevole sia la signora Carpenter. Viveva da tempo con la famiglia, conosceva le condizioni di salute di sir Ambrose e poteva facilmente fare in modo che Sylvia... una ragazza un po' fatua, come avete detto... cogliesse le foglie letali. Non riesco a vedere il movente, lo confesso. Azzarderò l'ipotesi che un tempo sir Ambrose potesse aver fatto un testamento in cui anche lei era inclusa. Non posso andare oltre.»

Miss Bantry indicò Jane Helier.

«Non so che cosa dire» dichiarò Jane, «meno questo: perché non potrebbe averlo fatto la ragazza stessa? In fin dei conti, è stata lei a portare le foglie in cucina. Avete detto che sir Ambrose era contrario al suo matrimonio. Se lui fosse morto, lei avrebbe avuto il denaro e sarebbe stata libera di sposarsi subito. Ed era al corrente dei malanni di sir Ambrose almeno quanto la signora Carpenter.»

La signora Bantry puntò lentamente il dito su Miss Marple.

«È il vostro turno, adesso» disse.

«Sir Henry ha illustrato la situazione in termini chiari... molto chiari»

disse Miss Marple. «E anche il dottor Lloyd ha le sue ragioni. Tutt'e due hanno esposto i fatti con estrema lucidità. Ma credo che il dottor Lloyd non abbia capito bene un particolare di quello che ha detto. Non essendo il medico di sir Ambrose, non poteva sapere di quale disturbo cardiaco soffriva, non è vero?»

«Non capisco che cosa volete dire, Miss Marple» disse il dottor Lloyd.

«Sir Ambrose, secondo voi, aveva un disturbo soggetto a peggiorare con la digitalina? Non c'è niente che lo dimostri. Potrebbe essere il contrario.»

«Il contrario?»

«Sì. Non avete detto che spesso viene prescritta per i disturbi cardiaci?»

«Anche se fosse il contrario, Miss Marple, non vedo come ciò possa il-luminarci.»

«Be', significherebbe che lui era in possesso di digitalina senza doverne giustificare la ragione. Insomma, ecco quello che sto cercando di dire: scommettiamo che vogliate avvelenare qualcuno con una dose fatale di digitalina. Il modo più facile e semplice non sarebbe fare in modo che tutti vengano avvelenati... con foglie di digitale? Per nessun altro la dose risul-terebbe letale, e una vittima non desterebbe meraviglia, dato che, come ha detto il dottor Lloyd, questi frangenti hanno sempre un grosso margine d'incertezza. A nessuno verrebbe in mente d'indagare se la ragazza ha ingerito una dose fatale di digitalina o qualcosa del genere. Può avergliela messa in una bibita, nel caffè, oppure avergliela offerta come tonico.»

«Volete dire che sir Ambrose ha avvelenato la sua pupilla, l'affascinante fanciulla a cui era tanto affezionato?»

«Proprio così» rispose Miss Marple. «Erano come il signor Badger e la sua giovane governante. Non ditemi che un uomo di sessant'anni non può innamorarsi di una ragazza di venti. Accade tutti i giorni... e probabilmente sir Ambrose ha perso la testa. Tali passioni degenerano a volte in una specie di pazzia. Non sopportava l'idea che lei si sposasse... fece del suo meglio per opporsi... senza successo. La gelosia l'accecò a tal punto che preferì ucciderla piuttosto che lasciarla al giovane Lorimer. Deve aver concepito l'idea qualche tempo prima, e seminato l'erba digitale tra la salvia. Al momento buono la raccolse lui stesso e disse alla sua pupilla di portarla in cucina. Un piano orribile... ma il nostro giudizio dovrebbe ispirarsi alla cle-menza. Gli uomini di quell'età si comportano spesso in modo strano, quando s'infatuano di ragazze giovani. Il nostro ultimo organista... no, lasciamo perdere. Non voglio fare pettegolezzi.»

«Signora Bantry» disse sir Henry. «È così?»

La signora Bantry annuì.

«Sì. Non lo immaginavo nemmeno lontanamente... avevo sempre creduto a una disgrazia. Poi, dopo la morte di sir Ambrose, ricevetti una lettera.

Aveva disposto che mi fosse inviata. In essa c'era la verità. Non so perché... ma io e lui eravamo sempre andati d'accordo.»

Parve avvertire, nella pausa di silenzio che seguì, un appunto inespresso.

Continuò in fretta:

«Forse credete che abbia tradito una confidenza... ma vi sbagliate. Ho cambiato tutti i nomi. Lui non si chiamava veramente sir Ambrose Bercy.

Non avete notato lo sguardo vuoto di Arthur quando l'ho nominato la prima volta? Non aveva capito. Ho cambiato tutto. Come c'è scritto nelle rivi-ste e all'inizio dei libri: "I personaggi di questa vicenda sono puramente immaginari". Non saprete mai di chi si trattava realmente.»