Sangue sul lastricato
«È strano disse Joyce Lemprière, «ma la storia che sto per raccontarvi mi crea un senso d'angoscia. È accaduta molti anni fa... cinque, per la precisione... e da allora il ricordo mi ha sempre perseguitato. La facciata rassicurante, allegra e il macabro mistero che vi si celava dietro. Il quadro che dipinsi a quell'epoca risentì dell'atmosfera. A prima vista potrebbe sembrarvi lo schizzo di una ripida viuzza della Cornovaglia piena di sole, ma se lo guardate più a lungo, notate qualcosa di sinistro. Non l'ho mai venduto, eppure evito di guardarlo. Lo tengo in un angolo dello studio, girato contro la parete.
«Il villaggio si chiamava Rathole. È un paesino di pescatori della Cornovaglia, molto pittoresco... troppo pittoresco, forse. Ricorda troppo l'atmosfera di una vecchia sala da tè della Cornovaglia. Ci sono botteghe con ragazze dai capelli raccolti in grembiulino che scrivono vecchi adagi popo-lari sulla pergamena. Insomma, è un villaggio grazioso e fuori del tempo...
ma per calcolo.»
«Sì, lo so» disse Raymond West, sbadigliando. «È colpa dei pullman di turisti. Per quanto siano strette le strade che scendono ai villaggi costieri, nessuno di questi si salva.»
Joyce annuì.
«Le strade che scendono a Rathole sono strettissime e ripide. Be', conti-nuiamo con la storia. Ero andata in Cornovaglia per passarvi una quindicina di giorni a disegnare. A Rathole c'è una vecchia locanda, lo Stemma di Polharwith. Si ritiene che sia l'unica casa risparmiata dagli spagnoli quando bombardarono il paese, nel millecinquecento e rotti.»
«Non lo bombardarono» disse Raymond West accigliandosi. «Sii stori-camente precisa, Joyce.»
«Be', sbarcarono i cannoni sulla costa e fecero fuoco sul villaggio. Ad ogni modo questo non ha importanza. La locanda era una deliziosa casetta con una sorta di portico retto da quattro pilastri. Trovai un ottimo luogo per dipingere, e avevo appena cominciato quando vidi una macchina scendere i tornanti che si dipanavano sulla collina. Ovviamente si arrestò davanti alla locanda, un fatto per me alquanto irritante. Ne uscirono gli occu-panti... un uomo e una donna. Non mi fecero un'impressione particolare.
Lei aveva un vestito e un cappello color malva.
«Poi l'uomo risalì in macchina e, con mio grande piacere, andò a parcheggiarla sul lungomare. Quindi mi passò davanti diretto verso la locanda. Proprio in quel momento sopraggiunse un'altra dannata automobile e ne scese una donna che indossava il vestito più gaio che avessi mai visto, di chintz color rosso cremisi. Portava un gran cappello di paglia rosso, di tipo cubano.
«La donna non si fermò davanti alla locanda, ma risalì in macchina e andò a parcheggiarla vicino all'altra. Poi scese e l'uomo, vedendola, proruppe in un'esclamazione: "Carol! È straordinario incontrarti qui! Sono an-ni che non ci vediamo. C'è Margery... mia moglie. Devi conoscerla."
«Percorsero insieme i pochi passi verso la locanda. Vidi che l'altra donna era uscita e andava incontro ai due. Riuscii soltanto a dare una breve occhiata alla donna chiamata Carol, mentre mi passava davanti. Aveva la carnagione candida e le labbra color ciliegia. Mi chiesi se Margery sarebbe stata contenta di vederla. Non avevo visto Margery da vicino, ma in distanza mi sembrava sciatta e piena di sussiego.
«Ovviamente non era affar mio, ma a volte si notano piccoli scorci di vi-ta e non si può fare a meno di fantasticare. Mi giungevano soltanto frammenti della loro conversazione. Parlavano dei bagni di mare. Il marito, che doveva chiamarsi Denis, voleva prendere una barca e remare lungo la costa. C'era una famosa grotta che bisognava assolutamente vedere, così diceva, non più lontana di un chilometro e mezzo. Anche Carol voleva vedere la grotta, ma proponeva di camminare lungo le scogliere e raggiungerla via terra. Sosteneva di odiare le barche. Finalmente arrivarono a un compromesso. Carol sarebbe andata a piedi mentre Margery e Denis avrebbero preso una barca.
«Sentendo parlare di bagni, venne anche a me voglia di nuotare. Era una mattinata afosa e non stavo lavorando a livelli eccelsi. E poi pensai che nel pomeriggio ci sarebbe stata una luce migliore. Così riposi i miei arnesi e andai in una spiaggetta che conoscevo... era nella direzione opposta alla grotta e l'avevo scoperta io. Feci un bellissimo bagno e per colazione man-giai un po' di lingua in scatola e due pomodori. Nel pomeriggio tornai al lavoro, piena di entusiasmo e di fiducia.
«Tutta Rathole pareva addormentata. Avevo visto giusto: nel pomeriggio le ombre erano più suggestive. Lo Stemma di Polharwith era il soggetto principale del mio disegno. Un raggio di sole cadeva obliquamente sul terreno antistante, producendo un effetto curioso. Capii che la comitiva era tornata dall'escursione alla grotta, perché due costumi da bagno... uno rosso e uno blu... pendevano da un davanzale, asciugandosi al sole.
«In un angolo del mio disegno c'era un particolare che non mi convinceva, e mi chinai per qualche momento a raggiustarlo. Quando alzai nuovamente lo sguardo, vidi un uomo appoggiato a una delle colonnine della locanda, che sembrava apparso per magia. Dai vestiti, dedussi che era un pescatore. Aveva una lunga barba nera, e se avessi cercato un modello per un capitano spagnolo, non avrei potuto trovare di meglio. Mi rimisi al lavoro di lena, temendo che se ne andasse, sebbene dal suo atteggiamento si sarebbe detto che intendeva restare appoggiato al pilastro in eterno.
«Tuttavia si mosse, ma ormai avevo fatto in tempo a ritrarlo. Mi venne vicino e cominciò a parlare. Oh, quanto parlava quell'uomo!
«"Rathole" disse "è un paese molto interessante."
«Lo sapevo già, e lo dissi, ma non bastò a salvarmi. Dovetti sorbirmi tutta la storia del bombardamento... cioè della distruzione... del villaggio, e appresi che il padrone della locanda era stato l'ultimo a essere ucciso. Era stato trafitto sulla soglia della locanda dalla spada di un capitano spagnolo, il suo sangue si era sparso al suolo e per un secolo nessuno riuscì a lavarlo.
«La storia si intonava a meraviglia col sonnolento languore del pomeriggio. La voce dell'uomo era carezzevole, eppure in essa c'era qualcosa che mi dava i brividi. Aveva modi ossequiosi, ma sentivo che era crudele.
Mi fece capire meglio di chiunque altro gli orrori dell'Inquisizione e delle atrocità commesse dagli spagnoli.
«Per tutto il tempo continuai a dipingere, e a un tratto mi accorsi che, distratta dalle sue parole, avevo disegnato qualcosa che non c'era. Sul bianco riquadro del lastricato dove il sole cadeva davanti alla porta della locanda, avevo dipinto delle macchie di sangue. Era incredibile che la mente potesse giocare scherzi simili alla mano, ma quando tornai a guardare verso la locanda ebbi un altro colpo. La mia mano aveva dipinto soltanto quello che aveva visto... delle chiazze di sangue sul lastricato bianco.
«Guardai per alcuni istanti. Poi chiusi gli occhi e mi dissi: "Non essere sciocca, è soltanto un frutto della tua fantasia". Ma quando li riaprii, le macchie di sangue erano ancora là.
«A un tratto fui colta dal panico. Interruppi il diluvio di parole del pescatore.
«"Ditemi" lo pregai, "la mia vista non è molto buona. Vedete delle macchie di sangue, lì davanti alla soglia?"
«Mi guardò con un viso tra l'indulgente e il compassionevole.
«"Non ci sono più macchie di sangue, signorina. Quello che vi ho raccontato è successo quasi cinque secoli fa."
«"Si" dissi, "ma adesso... sul pavimento..."
«Le parole mi morirono in gola. Sapevo... sapevo che lui non avrebbe visto quello che io vedevo. Mi alzai e cominciai a riporre i miei pennelli con mani tremanti. In quel momento il giovane che la mattina era arrivato in macchina emerse dalla porta della locanda. Guardò nella strada con aria perplessa. Sua moglie si affacciò alla finestra soprastante a ritirare i costumi da bagno. Lui si avviò verso la macchina, ma all'improvviso deviò e si accostò al pescatore.
«"Ditemi, buon uomo" lo interpellò. "Non sapete se la signora che è arrivata in macchina è già tornata?"
«"La signora col vestito a fiori? No, signore, non l'ho vista. Stamattina è andata alla grotta a piedi."
«"Lo so, lo so. Abbiamo fatto il bagno là, poi ci ha lasciato per tornare a casa e da allora non l'ho più vista. Non può averci messo tanto tempo. Le scogliere non sono pericolose, vero?"
«"Dipende da dove andate, signore. È sempre meglio farsi accompagna-re da qualcuno pratico del luogo."
«Ovviamente si riferiva a se stesso e cominciò a dilungarsi sull'argomento, ma il giovane tagliò corto senza cerimonie e tornò di corsa alla locanda chiamando sua moglie alla finestra.
«"Carol non è ancora tornata, Margery! Strano, non ti pare?"
«Non sentii la risposta di Margery, ma suo marito continuò:
«"Non possiamo aspettare ancora. Dobbiamo andare a Penrithar. Sei pronta? Vado a girare la macchina."
«Eseguì l'operazione, e poco dopo partirono entrambi. Nel frattempo mi ero affannata a dirmi che le mie fantasie erano ridicole. Quando la macchina fu scomparsa, andai alla locanda ed esaminai accuratamente il lastricato. Non c'era traccia di macchie di sangue. No, erano state un frutto della mia immaginazione. Eppure la mia paura aumentò. In quel momento sentii la voce del pescatore. Mi stava guardando in modo molto strano.
«"Credevate d'aver visto delle macchie di sangue, signorina?"
«Annuii.
«"Strano, davvero molto strano. Da queste parti c'è una credenza, signorina. Se qualcuno vede le macchie di sangue..."
«Tacque.
«"Allora?" lo esortai.
«Continuò, affabile. Aveva l'accento della Cornovaglia, ma il suo elo-quio era assolutamente scevro di espressioni dialettali.
«"A dire la verità, signorina, se compaiono le macchie di sangue, qualcuno morirà entro ventiquattro ore."
«Spaventoso! Sentii un brivido lungo la schiena.
«Lui continuò con gentilezza.
«"In chiesa c'è un dipinto molto interessante su un caso di morte, signorina..."
«"No, grazie" risposi risoluta.
«Girai bruscamente sui tacchi e mi avviai verso il villino dove alloggia-vo. Proprio allora vidi arrivare in distanza la donna di nome Carol, che se-guiva il sentiero lungo le scogliere. Stava correndo. Contro il grigio delle rocce, sembrava un velenoso fiore scarlatto. Il suo cappello aveva il colore del sangue...
«Mi riscossi. Ormai ero ossessionata dal sangue.
«Poco dopo udii il rumore della macchina. Mi chiesi se andasse anche lei a Penrithar... ma prese la strada a sinistra, nella direzione opposta.
Guardai la macchina risalire la collina e scomparire, e tirai un sospiro di sollievo. Rathole era tornata alla sua consueta apparenza sonnacchiosa.»
«Se hai finito» disse Raymond West mentre Joyce faceva una pausa,
«emetterò subito il verdetto: indigestione e macchie davanti agli occhi do-po i pasti.»
«Non ho finito» disse Joyce. «Ascolta il seguito. Due giorni dopo lessi una notizia sul giornale, sotto il titolo: "Donna annega a Landeer Cove".
Diceva che la signora Dacre, moglie del capitano Denis Dacre, era annegata mentre faceva il bagno a Landeer Cove, poco al largo della costa. Lei e suo marito alloggiavano alla locanda del posto, e lei aveva dichiarato di voler fare il bagno, ma poi si era levato un vento freddo... così suo marito e altri clienti dell'albergo erano andati al vicino campo da golf. La signora Dacre, invece, aveva detto che per lei il freddo non era eccessivo ed era scesa da sola sulla spiaggia. Non vedendola tornare, suo marito si era preoccupato ed era sceso alla spiaggia con altri amici. Trovarono i suoi vestiti vicino a uno scoglio, ma la sfortunata signora era sparita. Il cadavere fu scoperto soltanto una settimana dopo, quando la risacca lo rigettò sulla costa. C'era una brutta contusione al capo, che risaliva a prima della morte.
L'ipotesi fu che si era tuffata in mare e aveva battuto la testa su uno scoglio. Da quanto potei dedurre, la donna era morta ventiquattr'ore dopo che io avevo visto le macchie di sangue.»
«Protesto» disse sir Henry. «Questo non è un problema... è un fatto soprannaturale. Evidentemente, la signorina Lemprière è una medium.»
Il signor Petherick dette un colpetto di tosse.
«C'è un particolare» disse. «La contusione alla testa. Non dobbiamo escludere la possibilità di un assassinio. Ma non vedo indizi su cui fondarci.
L'allucinazione... o la visione... della signorina Lemprière è interessante, ma non capisco il punto su cui dovremmo pronunciarci.»
«Un'indigestione e una coincidenza» sentenziò Raymond West. «E poi non abbiamo la certezza che si tratti delle stesse persone. A parte il fatto che la maledizione, o quello che era, poteva riferirsi soltanto agli abitanti di Rathole.»
«Ho l'impressione» disse sir Henry «che il pescatore dall'aspetto sinistro non sia estraneo agli avvenimenti. Ma sono d'accordo col signor Petherick.
La signorina Lemprière ci ha fornito pochissimi indizi.»
Joyce guardò il dottor Pender, che sorridendo scosse la testa.
«La storia è molto interessante» disse questi. «Ma anch'io sono del parere di sir Henry e del signor Petherick. Non abbiamo indizi.»
Allora Joyce si rivolse a Miss Marple, che le sorrise.
«Non sei stata leale, Joyce cara» disse. «Naturalmente, per me è diverso.
A noi donne non sfuggono i particolari che riguardano i vestiti. Non è giusto porre un problema simile a un uomo. Deve esserci stata una serie di ra-pidi cambiamenti. Che donna crudele! E l'uomo era anche più crudele.»
Joyce sgranò gli occhi.
«Zia Jane» disse. «Cioè, Miss Marple... credo che abbiate realmente capito la verità.»
«Be', cara» disse Miss Marple, «per me è molto più facile che per te stare tranquillamente seduta qui. E tu. come artista, sei molto più sensibile al-le atmosfere, non è vero? Sedute qui a sferruzzare, si vedono i fatti con chiarezza. Le gocce di sangue colavano sul lastricato dal costume da bagno appeso sopra.,. e poiché il costume era rosso, nemmeno gli assassini si resero conto che era macchiato di sangue. Povera donna!»
«Scusatemi, Miss Marple» disse sir Henry, «ma io sono completamente al buio. Voi e la signorina Lemprière sapete di che cosa parlate, ma noi uomini non ci capiamo niente.»
«Adesso vi racconterò la fine della storia» disse Joyce. «Passò un anno.
Mi trovavo in una piccola stazione climatica sulla costa e stavo disegnan-do, quando a un tratto ebbi la strana sensazione di rivivere un'esperienza nota. Sul marciapiede, davanti a me, c'erano due persone... un uomo e una donna. Stavano salutando una terza persona, una donna con un vestito di chintz scarlatto.
«"Carol, che combinazione! È meraviglioso incontrarti dopo tanti anni.
Non conosci mia moglie? Joan, ti presento una mia vecchia amica, la signorina Harding."
«Riconobbi immediatamente l'uomo. Era lo stesso Denis che avevo visto a Rathole. La moglie era diversa... si chiamava Joan invece di Margery.
Ma era dello stesso tipo, giovane e piuttosto scialba. Per un attimo credetti di essere impazzita. Cominciarono a ventilare l'idea di fare il bagno. Allora sapete che cosa feci? Andai diritto filato al posto di polizia. Forse avrebbero pensato che mi mancava una rotella, ma non me ne curai. Invece andò tutto benissimo. Trovai un ispettore di Scotland Yard che era venuto appo-sitamente per occuparsi del caso. Pare... oh, è orribile parlarne... che la polizia avesse cominciato a nutrire dei sospetti su Denis Dacre. Non era il suo vero nome... a ogni occasione ne assumeva uno diverso. Iniziava relazioni con ragazze, di solito giovani e insignificanti, senza troppi parenti, le sposava e le convinceva a stipulare un'ingente assicurazione sulla vita.
Poi... oh, è terribile! Carol era la sua vera moglie, e avevano sempre agito in coppia. Ecco come fu scoperto. Le compagnie d'assicurazione si erano insospettite. Lui andava in un tranquillo paesino rivierasco, con la sua nuova moglie, poi entrava in scena l'altra donna e si recavano tutti a fare il bagno insieme. Quindi la moglie veniva assassinata, Carol s'infilava i suoi vestiti e tornava in barca con lui. Infine lasciavano il paese, dopo essersi informati a proposito del presunto ritardo di Carol. Appena fuori dal paese, Carol si rimetteva il suo vestito scarlatto, tornava indietro e ripartiva con la sua macchina. Scoprivano da quale parte tiravano le correnti marine e la finta morte veniva inscenata nella spiaggia più vicina lungo la costa. Carol recitava la parte della moglie, andava in un luogo solitario, lasciava i vestiti della moglie presso uno scoglio e ripartiva col suo vestito di chintz rosso fiammante per raggiungere suo marito.
«Probabilmente quando assassinarono la povera Margery, il costume di Carol rimase macchiato di sangue... e siccome era rosso, non se ne accorsero, come ha detto Miss Marple. Ma quando lo misero sul davanzale, le gocce colarono sul pavimento sottostante. Dio mio!» Rabbrividì. «È spaventoso.»
«Sicuro» disse sir Henry. «Ricordo bene, adesso. In realtà l'uomo si chiamava Davis. Avevo dimenticato che uno dei suoi falsi nomi era Dacre.
Era una coppia straordinariamente astuta. Mi è sempre parso impossibile che nessuno avesse notato il cambio d'identità. Sì, Miss Marple ha ragione sostenendo che è più facile identificare i vestiti che i visi. Era un piano assai ben congegnato: anche se sospettavamo Davis, non fu facile incrimi-narlo. Aveva sempre un alibi di ferro.»
«Zia Jane» disse Raymond, guardandola incuriosito. «C'è una cosa che mi sorprende. Hai sempre avuto una vita tranquilla, eppure sembra che niente ti stupisca.»
«A questo mondo tutti gli avvenimenti si assomigliano» replicò Miss Marple. «Ricordo la signora Green, seppellì cinque figli... e ognuno di loro era assicurato. È naturale che nascano dei sospetti.»
Scrollò la testa.
«Anche la vita di un villaggio è piena di crudeltà. Mi auguro che voi, miei cari giovani amici, non dobbiate mai scoprire quant'è crudele il mondo.»