Profilo dell’autore
Umberto Galimberti, filosofo e psicanalista, ha seguito percorsi complessi con forte attenzione all’insegnamento junghiano. Al centro dei suoi interessi l’uomo che in un mondo dominato dalla tecnica si sente un “mezzo” nell’“universo dei mezzi”, senza poter trovare un senso al suo esistere.
È stato allievo di Emanuele Severino, professore di antropologia culturale (1976), poi di filosofia della storia (1983) all’Università di Venezia, dove ha insegnato anche psicologia dinamica e, dal 1985, è membro dell’International Association of Analytical Psichology. Attraverso un esame critico dei limiti della psicoanalisi di fronte alla “insensatezza” che caratterizza l’età della tecnica, Galimberti è arrivato alla conclusione che forse solo una “pratica filosofica” può aiutare a comprendere criticamente il mondo della tecnica in cui l’uomo si trova inserito e orientarlo per trovare un senso al suo radicale disagio, alla tragicità del suo esistere, anche con il recupero dell’ideale greco di saggezza, senza ricorsi a mitologie religiose.
Tra le opere si ricordano: Heidegger, Jaspers e il tramonto dell’Occidente (1975), Psichiatria e fenomenologia (1979), Il corpo (1983), La terra senza il male. Jung dall’inconscio al simbolo (1984), Gli equivoci dell’anima (1987), Psiche e techne. L’uomo nell’età della tecnica (1999), Orme del sacro (2000), Il tramonto dell’Occidente (2005), La casa di psiche. Dalla psicoanalisi alla pratica filosofica (2005), Parole nomadi (2006), L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani (2007), Il segreto della domanda. Intorno alle cose umane e divine (2008), La morte dell’agire e il primato del fare nell’età della tecnica (2009), I miti del nostro tempo (2009), Cristianesimo. La religione del cielo vuoto (2012), L’usura della Terra (2014). Galimberti è anche autore di un ampio Dizionario di psicologia (1992), in corso di ampliamento.