II

AFFERMAZIONI STRAORDINARIE

Vi incuriosiscono gli UFO, la criptozoologia, l’astrologia, la percezione extrasensoriale? Trovate tutto qui. La massima di Carl Sagan «affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie» rimane un criterio efficace quando si investiga sul mondo naturale alla ricerca del suo ordine fondamentale. Ma comporta anche un rischio ricorrente: quello di saperne abbastanza di un argomento per pensare di avere ragione, ma non saperne abbastanza per rendersi conto di avere torto.

ET telefono casa

Sabato 8 marzo 2009

Neil,

se gli ET sono là fuori, perché non mandiamo qualcuno sulla Luna e su Marte per scoprire chi sono e perché vengono sulla Terra?

Mel

Ornamento di separazione

Caro Mel,

finché qualcuno non trascinerà una carcassa aliena in un laboratorio pubblico, oppure ET atterrerà sul prato della Casa Bianca, o sul tetto del New York Times Building, non sarà possibile giustificare la spesa di migliaia di miliardi di dollari per andare su Marte a salutarli, perché il peso delle prove della loro presenza è trascurabile rispetto al clamore delle affermazioni che si fanno in proposito.

Neil

Alieni davvero alieni

Domenica 8 novembre 2009

Caro Neil,

ho atteso pazientemente che i nostri magnifici scienziati «provassero» che gli alieni esistono. E credo che l’ora si stia avvicinando, sia pure lentamente. Forse sto pensando molto fuori dagli schemi… ma perché, invece di cercare sempre qualcosa che ci rispecchia, non cercare qualcosa che non lo faccia?

Melodie Lander

Ornamento di separazione

Cara Melodie,

la varietà dei modi in cui la vita potrebbe manifestarsi, su cui non abbiamo alcun criterio per operare una selezione, va enormemente al di là dell’unico modo a noi noto in cui essa può esistere. Ma quando si progetta un esperimento con fondi limitati, si comincia sempre da ciò che si conosce.

Sappiamo che la vita è possibile con molecole basate sul carbonio (la prova siamo noi). Sappiamo poi che il carbonio è molto abbondante nell’universo ed è l’elemento più produttivo della tavola periodica dal punto di vista chimico. Quindi cominciamo da lì.

Neil

Avvistamenti di UFO

Trenton Jordan, dopo essersi congratulato per la mia carriera, osservava che il suo scetticismo sugli UFO stava scemando. La ragione? Video di recente pubblicazione provenienti dalle missioni dello shuttle, in cui si vedevano oggetti sconosciuti sfrecciare in tutte le direzioni fuori dai finestrini. Trenton era consapevole dell’esistenza dei detriti spaziali e di altre possibili spiegazioni, ma era sempre più convinto che la NASA stesse tenendo segrete informazioni sugli alieni che i cittadini hanno diritto di conoscere. Mi scrisse nel luglio 2008, in cerca di argomentazioni che potessero placare i suoi dubbi.

Caro signor Jordan,

grazie per le sue cortesi parole sul lavoro di tutta la mia vita. Le accolgo con grande piacere.

Per quanto riguarda il suo declinante scetticismo sulle visite degli alieni: quando si vedono sagome o luci che sfrecciano nell’aria o attraverso lo spazio e non si sa di che cosa si tratti, si parla di un UFO, con l’accento sulla «U» (unidentified, non identificato). Tali avvistamenti rientrano a grandi linee in quattro categorie:

  1. l’osservatore è pazzo o soffre di qualche genere di allucinazioni;
  2. l’osservatore vede e riferisce in modo impreciso, inficiando un resoconto che sarebbe una semplice descrizione di fenomeni naturali;
  3. l’osservatore vede e riferisce correttamente, ma ha un’insufficiente familiarità con i fenomeni naturali e viene tratto in inganno da ciò che vede;
  4. l’osservatore vede e riferisce correttamente qualcosa che sfugge a qualsiasi spiegazione normale o tradizionale: ciò costituisce un mistero genuino.

Si noti che la testimonianza oculare è di gran lunga la forma più debole di prova che si possa portare a sostegno di un’affermazione. Nonostante il suo considerevole valore in sede giudiziaria, di fronte al «tribunale» della scienza la testimonianza oculare è sostanzialmente inutile. Gli psicologi sanno da un bel po’ di tempo quanto i sensi umani siano inefficienti come dispositivi di raccolta dei dati. Va notato che i precedenti e la qualifica dell’osservatore sono ininfluenti in questo caso: se è umano, la fallibilità dell’osservazione è evidente.

Va inoltre sottolineato che le denunce di «occultamento» o di «complotto» sono il grido di battaglia di coloro che vogliono credere a dispetto di dati insufficienti a dare pieno sostegno alle loro affermazioni.

Un altro errore in cui incorre la mente umana è quello che psicologi e filosofi chiamano argumentum ad ignorantiam. Gli eventi documentati dalla NASA che lei descrive si avvicinano molto alla tipologia 4 definita sopra, dato che si hanno video di strani fenomeni, video che consideriamo in generale affidabili e che ci ricordano nuovamente il significato della «U» nell’acronimo UFO. Una volta che si ammette di non sapere che cosa si sta osservando, nessuna linea di ragionamento logica consente di dichiarare poi che si sa che cosa si sta osservando. E ciò vale per le asserzioni secondo le quali le sagome volanti «devono essere» alieni intelligenti e tecnologicamente progrediti che provengono da pianeti lontani per osservare di nascosto il comportamento dei terrestri. Semplicemente, le prove sono insufficienti per fare quel salto, per quanto allettante possa essere.

Un’analoga argomentazione basata sull’ignoranza riguarda il Big Bang. Quando mi chiedono che cosa c’era prima del Big Bang, rispondo: «Non lo sappiamo ancora». Spesso la replica è: «Qualcosa doveva esserci: di certo era Dio». Passare da «non lo sappiamo» a «deve essere Dio» è un altro esempio di argumentum ad ignorantiam. Questo genere di salto logico non trova posto nelle indagini razionali, eppure permea i pensieri e le affermazioni di persone che sanno già in partenza quello che vogliono credere.

Quindi, se anche gli oggetti volanti misteriosi risulteranno davvero alieni intelligenti, ciò non sarà stato dimostrato da nessuna delle osservazioni condotte finora. Ciò che occorre per trarre le conclusioni cui lei cerca di arrivare sono prove molto più solide, del tipo che sopravviverebbe all’esame del «tribunale» della scienza: alieni in visita alle sedi dei media, per esempio, che dessero dimostrazioni della loro tecnologia in diretta tv; che andassero dal presidente e da sua moglie per un pranzo di Stato o un tè pomeridiano nel Rose Garden; che si sottoponessero a una TAC al Johns Hopkins Medical Center, in modo che potessimo farci un’idea della loro fisiologia; o che dessero da esaminare qualcuno dei loro dispositivi di comunicazione o qualche altro apparecchio ai nostri più qualificati laboratori di ricerca. Il giorno in cui saranno disponibili prove reali non ci sarà più bisogno di audizioni al Congresso in cui sfilino testimoni oculari di alto profilo.

Finché non accadrà una qualsiasi di queste cose, gli avvistamenti di UFO di tipo 4 saranno semplicemente interessanti luci e sagome non identificate nel cielo – magari meritevoli di ulteriore studio come qualunque mistero nell’ambito della scienza –, ma senza teorici del complotto che invochino occultamenti per colmare tutte le lacune nei dati, convincendo se stessi di ciò che già ritengono vero.

La NASA dovrebbe destinare fondi allo studio di questi misteriosi oggetti riflettenti visibili dai finestrini dei veicoli spaziali? Sarebbe bello disporre un giorno di un dispositivo radar che monitori costantemente e fotografi qualunque oggetto di qualsiasi dimensione si avvicini allo scafo. Ma ci sono tante cose che si muovono fuori dal finestrino di un veicolo spaziale: strumenti che si sono staccati, frammenti di vernice vaganti, particolato di combustibile di scarico fluttuante. Per non parlare delle condizioni di illuminazione in continuo e rapido mutamento.

Ricapitolando, se si chiede del denaro pubblico per indagare sulla possibilità che gli UFO siano alieni in visita, si deve disporre di prove molto, molto più solide per giustificare la tesi.

Grazie della sua attenzione.

Neil deGrasse Tyson

Una figura brillante nel cielo

Nel marzo 2005 Dave Halliday del New Jersey mi scrisse di come da adolescente, alla metà degli anni Settanta, una notte, guardando verso nord avesse visto quella che sembrava una stella con dei raggi arancioni che ne fuoriuscivano in tutte le direzioni. La sua congettura all’epoca era stata che potesse essersi trattato di un pianeta bombardato da uno sciame meteorico. Avendo in mente questa misteriosa visione da tre decenni, si chiedeva se potessi fare un po’ di luce su ciò che aveva visto.

Caro signor Halliday,

mi ha chiesto un parere su un avvistamento di raggi arancioni avvenuto negli anni Settanta. Non c’è nulla di più instabile e inaffidabile della testimonianza oculare, indipendentemente dalla qualifica di chi ha fatto l’osservazione. Questo è il motivo per cui la testimonianza oculare costituisce sempre la forma meno significativa di prova nella scienza (a differenza, stranamente, di quanto accade nei tribunali).

Per esempio, di recente ho ricevuto una e-mail da un ingegnere in pensione che affermava di aver visto una brillante meteora sfrecciare nel cielo di Brooklyn alle 20.15 della sera precedente. Si chiedeva se ne avessi avuto qualche altra notizia. Sembrerebbe un resoconto assai preciso. Invece altre cinque segnalazioni provenienti dalla città collocavano un evento descritto in modo analogo tra le 19 e le 19.30. Quindi, a meno che due brillanti meteore avessero solcato il cielo quella sera, qualcuno si sbagliava sull’ora. Quando gli feci presente questa circostanza, l’ingegnere mi comunicò che sua moglie aveva corretto il suo ricordo e che in realtà ciò che aveva visto si era verificato alle 19.15 e non alle 20.15. Si noti che questo scambio di informazioni ebbe luogo ventiquattr’ore dopo l’evento. Non un decennio. Non trent’anni. Non un secolo. E si sarebbe portati a credere che leggere l’ora sia la fonte di errore meno probabile, dato che lo facciamo ogni giorno.

Fatto questo preambolo, devo dire che non conosco alcun fenomeno cosmico in grado di generare l’immagine che lei descrive. La cosa più vicina che mi viene in mente implica che le faccia una domanda: lei ha le ciglia lunghe? Se le ciglia sono bagnate e si guarda una piccola sorgente luminosa, la luce passerà attraverso le goccioline d’acqua presenti sulle ciglia prima di raggiungere l’iride, e genererà una configurazione di raggi a ruota di carro in movimento. Faccia la prova. L’effetto si osserva nel modo migliore quando si esce da una piscina all’aperto.

Un’altra possibile spiegazione è l’illuminazione a luce tracciante sul fondo di un dirigibile. Nell’oscurità il dirigibile stesso è quasi invisibile, ma le luci nella sua parte inferiore, che sono normalmente utilizzate per la pubblicità, possono assumere forme interessanti, a seconda di ciò che sono programmate per fare. L’arancio pallido era il colore delle luci utilizzate a quell’epoca.

A parte questi due suggerimenti, non ho ulteriori spiegazioni che possano render conto di ciò che ha osservato, dato che lei non ha altro che la testimonianza oculare.

Grazie per aver condiviso la sua esperienza.

Cordialmente,

Neil deGrasse Tyson

Fine del mondo

Nel luglio 2009 la quindicenne Kale Joyce mi scrisse molto preoccupata per il numero di persone che credevano che il mondo sarebbe finito nel 2012, citando internet e i media popolari come divulgatori di queste paure. Pur non credendo a nulla di tutto ciò, voleva ugualmente il mio parere sulle predizioni di Nostradamus1 e su tutto il mistero che circonda la fine del calendario maya.

Ciao Kale,

l’intera pubblicistica che circonda il 2012 è un imbroglio perpetrato da persone del tutto digiune di scienza che sfruttano le irrazionali paure primordiali celate in profondità in ognuno di noi.

Il mondo non finirà nel 2012. Non perché io sia un’autorità e lo affermi. Il mondo non finirà perché qualunque persona sensata e dotata di un minimo di competenza scientifica può valutare la clamorosa assenza di prove in merito e farsi una propria opinione.

Il centro della galassia, il Sole e la Terra si allineano ogni anno il 21 dicembre. I Maya non avevano la minima idea delle leggi della fisica. Nostradamus ne sapeva ancora meno in proposito. E per di più non dice nulla sull’anno 2012.

Tu hai solo 15 anni, ma devi sapere che ogni decennio qualche gruppo predice che il mondo finirà a breve scadenza. È accaduto per l’anno 1973 (una cometa), per il 1982 (un allineamento planetario), per il 1991 (le tempeste solari), per il 2000 (la follia del millennio) e ora per il 2012.

Vuoi vivere a lungo? Preoccupati di altre cose, come: «Mangio in modo sano?», «Faccio abbastanza moto?» e «Ho messo la cintura di sicurezza?».

Cordialmente,

Neil deGrasse Tyson

Tempo scaduto

Domenica 6 settembre 2009

Caro dottor Tyson,

abbiamo visto il suo video dalla biblioteca di Los Angeles sull’allineamento del Sole con il centro della galassia (che si verifica ogni anno, il che mi fa sentire molto meglio). Ma può darci chiarimenti sul motivo per cui il calendario maya termina in quella data (il 21 dicembre 2012)… così come su altri testi antichi lasciatici dai cinesi e da Nostradamus? Pensa che abbiano una qualche validità? Dicono che il calendario maya fosse ancor più preciso del nostro.

Iris Hale e Michael Hale, suo figlio

Ornamento di separazione

Cari Iris e Michael,

il 21 dicembre 2012 è la fine di quello che gli studiosi maya chiamano «Lungo computo», cominciato l’11 agosto 3113 a.C., data di inizio dell’universo secondo i calcoli maya. Al termine del Lungo computo essi immaginavano vi fosse la fine dell’universo.

Per quanto riguarda l’inizio dell’universo si sbagliavano di almeno 13 miliardi di anni. Quindi non c’è alcuna ragione per pensare che azzeccheranno la fine.

Nessuno degli altri testi cita l’anno 2012. E tutte le predizioni di una cometa apocalittica che si basano su Nostradamus si riferiscono all’anno 2000. Naturalmente, nessuna di quelle predizioni catastrofiche si è avverata. Inoltre Nostradamus scrive con una tale poetica imprecisione che praticamente per qualsiasi evento, dopo che si è verificato, si può trovare un passo che più o meno si accorda con ciò che è accaduto, e poi proclamare che Nostradamus aveva speciali capacità di vedere il futuro.

Se invece si cerca di usare il contenuto del suo libro per predire eventi con un qualsiasi grado di accuratezza prima che accadano, le sue imprecise quartine falliscono miseramente, e lo fanno in modo sistematico. Ciò rende gli scritti di Nostradamus inutili come mezzo per comprendere il funzionamento del mondo.

Infine, l’attuale calendario gregoriano utilizzato in tutto il mondo comporta un errore di un giorno ogni 44.000 anni circa. Nessun altro calendario gli si avvicina. Quindi su questo siamo a posto, per il momento.

Neil deGrasse Tyson

Via la faccia da Marte

Venerdì 5 gennaio 2007

Dottor Tyson,

sono un suo grande ammiratore, per me lei è una (specie di) rockstar. Mi piacerebbe conoscere il suo punto di vista su cose come l’anti-gravità e il volto di Cydonia su Marte. Se potessi, ci andrei nella regione marziana di Cydonia!

Inoltre stavo leggendo un libro di Linda Goodman intitolato «I segni delle stelle».2 Comprendo l’aspetto scientifico di cui lei si faceva interprete, ma questa signora è sulle tracce di qualcosa di significativo. La maggior parte degli astrologi sono effettivamente fasulli. Ma sappiamo quanto grandi erano gli egizi. E loro studiavano l’astrologia!

Grazie, dottor Tyson

Stevie Debe

Ornamento di separazione

Caro signor Debe,

l’anti-gravità: un’illusione dei suoi adepti, le cui nozioni di fisica sono, a dir poco, scarse, il che li induce a credere di aver scoperto una nuova forza della natura.

Cydonia, la regione del «volto su Marte»: una passione dei suoi adepti, che vogliono a tal punto credere che civiltà intelligenti siano fiorite un tempo su Marte da non riuscire a vedere, o da negare, le prove del contrario.

Quanto alle antiche civiltà, se lei vuole tornare indietro di cinquemila anni per trovare un comportamento da imitare, consideri però anche qualche altro inconveniente che lo accompagna: per esempio, il culto dei gatti, la divinità dei faraoni, l’ossessione per le dispendiose e megalomani pietre tombali triangolari. E già che ci siamo, perché non prendere in considerazione anche gli Aztechi? Un’epoca in cui si strappava il cuore pulsante alle vergini per placare gli dei. O si mangiava la carne dei vinti per diventare più forti. E per completare la scena, perché non morire di malattia e di pestilenza prima di aver compiuto quarant’anni?

Come tanti altri aspetti, l’astrologia non era una conquista di queste civiltà, era una zavorra culturale.

Sinceramente,

Neil deGrasse Tyson

Teletrasporto psichico

Sabato 6 novembre 2004

Neil,

questa è davvero bella!!!

Titolo di un notiziario: «Un rapporto dell’aeronautica militare chiede 7,5 milioni di dollari per studiare il teletrasporto psichico».

James McGaha, Master of Science,

Fellow of the Royal Astronomical Society,

direttore del Grasslands Observatory3

Ornamento di separazione

Ciao James,

7,5 milioni di dollari rappresentano dieci minuti di spesa militare, su 400 miliardi di dollari di bilancio annuale.4 Quindi forse dovremmo chiederci se c’è una qualsiasi frazione del bilancio militare che andrebbe riservata a ricerche marginali. Di recente ho raccolto parecchie pagine di citazioni di imbarazzanti cantonate, da parte di persone che in molti casi avrebbero dovuto intendersene, su ciò che era o non era possibile nel campo dei trasporti. Eccone qualche esempio.

È assolutamente impossibile per l’uomo librarsi nell’aria e fluttuarvi. Per questo occorrerebbero ali di dimensioni enormi, che dovrebbero essere mosse a una velocità di un metro al secondo. Soltanto uno sciocco si aspetterebbe che una cosa del genere venga realizzata.

Jérôme Lalande, matematico dell’Accademia francese delle scienze, 1782

Che cosa ci può essere di più chiaramente assurdo dell’idea proposta di locomotive che viaggiano a una velocità doppia rispetto alle diligenze?

«The Quarterly Review», 1825

Tentare di impiegare la navigazione a vapore nelle acque tempestose dell’oceano Atlantico settentrionale sarebbe per l’umanità non meno inverosimile che progettare un viaggio sulla Luna.

Dionysius Lardner, astronomo, 1838

L’uomo non volerà per altri cinquant’anni.

Wilbur Wright a suo fratello Orville, 1901

Non c’è alcuna speranza per l’idea fantasiosa di raggiungere la Luna, a causa delle difficoltà insormontabili di sfuggire alla gravità della Terra.

Dottor F.R. Moulton, astronomo dell’Università di Chicago, 1932

Naturalmente queste citazioni riguardano, in ultima analisi, la percezione dei limiti della nostra tecnologia e non le leggi stesse della fisica, ma il pubblico (che finanzia i militari) non fa questa distinzione. Che effetto farebbe a un fisico ritrovarsi davanti alla Commissione forze armate del Congresso e dichiarare: «Non spendete un centesimo per il teletrasporto psichico. Non funzionerà mai», ma contemporaneamente dover confessare: «Però sì, il teletrasporto quantistico è reale».

Diversamente da quanto accadeva nell’epoca della guerra fredda, oggi l’aeronautica militare è in linea di massima parsimoniosa. Per esempio, ha abbandonato lo space shuttle come principale lanciatore per i propri satelliti, motivando la scelta con i costi irragionevoli a confronto con quelli dei razzi senza equipaggio umano. E questo pur avendo influenzato il progetto originario dello shuttle stesso in funzione delle proprie esigenze. Un’altra manifestazione di tale parsimonia è il fatto che, se l’aeronautica paga per uno studio e scopre che un certo fenomeno o meccanismo non funziona, non pagherà per esso una seconda volta.

Quindi non ho una risposta semplice in merito a questo problema, se non che scendere da 7,5 milioni di dollari a zero, sulla base di un’asserita impossibilità, comporta un costo sociale e politico.

Neil

Universo parallelo

Negli anni Novanta, mentre lavorava dietro le quinte di un teatro, Corinne aveva fatto esperienza di un fenomeno privo di spiegazione. Aveva visto una versione maschile di se stessa, vestita allo stesso modo, che la fissava e camminava nella sua stessa direzione. L’uomo la guardava affascinato come lei guardava lui. Corinne mi assicura di essere psichicamente stabile, e nel novembre 2008 si chiedeva semplicemente se potesse aver visto un portale che dava accesso a un universo parallelo.

Cara Corinne,

grazie per aver condiviso questa tua esperienza.

Non è il tuo profilo psichiatrico che conta qui. Alcuni famosi scienziati erano persone che molti considererebbero pazze. Ciò che conta è l’esperimento, non la testimonianza oculare.

Nel corso degli anni i metodi e gli strumenti della scienza ci hanno dimostrato che, a dispetto delle tesi sostenute da alcuni filosofi, la realtà esiste indipendentemente dalle percezioni che ne abbiamo. Lo sappiamo perché, per esempio, le leggi della gravità sono presenti e operano ogni volta – non importa chi stia effettuando l’esperimento o quale apparato si utilizzi per la misura – e lo fanno che si scelga di credere a esse oppure no.

In sostanza, qualunque altra cosa che si pretenda reale è con grandissima probabilità un fatto psicologico piuttosto che fisico. (Prescindendo, naturalmente, da imbrogli, da qualche tipo di inganno, o dalla semplice ignoranza dei fenomeni naturali.) Questo vale per fantasmi, apparizioni, spiriti e simili. Nessuna di queste pretese realtà sopravvive all’esame di laboratorio. Semplicemente scompaiono in circostanze controllate.

Quindi, se davvero tu avessi visto un universo parallelo invece di avere avuto un’apparizione mentale, ciò che hai visto esisterebbe indipendentemente da te, e dovrebbe essere misurabile da chiunque ti sta intorno. Ma tu non hai dati sufficienti per confortare la tua esperienza.

La prossima volta che succede una cosa simile, fai in modo di condurre dei semplici esperimenti su quella figura.

  • Riesci a comunicare con essa?
  • Si riflette in uno specchio?
  • Ha lasciato impronte digitali?
  • Altre persone l’hanno vista o hanno interagito con essa?
  • Si sentiva un odore?
  • Si sentiva qualche suono?
  • E così via.

Tutto ciò dovrebbe permettere di stabilire la sua esistenza al di fuori della tua testa, se, in effetti, la tua esperienza era reale e non immaginaria.

In ogni caso, la prossima volta porta con te la tua macchina fotografica. E magari un retino.

Cordialmente,

Neil deGrasse Tyson

Lune di Marte

Nel giugno 2005 Tom mi scrisse dal Canada chiedendomi come facesse lo scrittore satirico inglese del Settecento Jonathan Swift a sapere che Marte ha due lune quando scrisse il suo classico «I viaggi di Gulliver», centosessant’anni buoni prima della loro scoperta. Swift aveva fornito particolari sulle loro orbite intorno a Marte. Potrebbe aver avuto accesso a qualche antica forma di conoscenza che oggi teniamo in poco conto o ignoriamo?

Ciao Tom,

grazie della tua domanda.

Ai tempi di Jonathan Swift si sapeva che Venere non ha lune, che la Terra ne ha una e che Giove ne ha quattro.

Dovendo tirare a indovinare una sequenza di numeri per le lune di questi pianeti, procedendo in ordine a cominciare dal Sole, Swift non avrebbe scelto per Marte zero né uno o quattro. Questi numeri erano già occupati. Rimanevano come alternative soltanto due o tre per il numero delle lune ancora da scoprire di Marte, un pianeta che orbita fra la Terra e Giove. Data l’alternativa, Swift scelse il due, come, credo, avrebbe fatto la maggior parte delle persone.

Le leggi del moto planetario di Keplero5 erano ben note all’epoca. E valevano per le lune che orbitavano intorno a Giove come per i pianeti in orbita intorno al Sole. Così Swift applicò queste leggi alle ipotetiche due lune di Marte. Ma dovette ipotizzare per entrambe le distanze orbitali. Una volta fatto questo, un semplice calcolo fornisce per esse un corrispondente periodo di rivoluzione. Controllando il suo calcolo, si può verificare che Swift fece il suo compitino… in modo corretto.

Ma ciò che molti hanno trascurato di controllare è se Swift fosse partito dai giusti valori delle distanze. La risposta è no. In realtà si sbagliò di grosso, il che indica che, come supponevamo, non aveva alcun indizio premonitore sulle reali lune di Marte.

Se la cosa ti incuriosisce, la luna più interna, Fobos, orbita a 9300 chilometri da Marte e non a 19.800 chilometri (tre diametri) come diceva Swift. E la luna più esterna, Deimos, orbita a 23.500 chilometri invece che a 33.000 chilometri (cinque diametri).

Cordialmente,

Neil deGrasse Tyson

Moto perpetuo

Nel dicembre 2008 Shawn voleva sottopormi le sue idee per una macchina a moto perpetuo. Era convinto che le leggi della termodinamica non siano inviolabili come i fisici pretendono, e che, se le compagnie petrolifere avessero scoperto la sua idea, avrebbero fatto in modo di occultarla. Così Shawn cercava il mio aiuto per presentare la sua invenzione, in modo da poter cambiare il mondo.

Caro Shawn,

l’ufficio Brevetti e Marchi di fabbrica degli Stati Uniti non accetta più proposte di macchine a moto perpetuo senza un modello funzionante che dimostri la validità dell’invenzione. Perché? Le macchine a moto perpetuo violano leggi fisiche da lungo tempo stabilite e ben verificate.

Quindi, se tu hai un’idea per una macchina simile, non puoi realisticamente aspettarti che una persona con una formazione scientifica le presti attenzione.

Ciò ti lascia aperta un’opzione, e una soltanto: costruirla e mostrarne il funzionamento. Se la macchina funziona come dici, la gente farà la fila davanti alla tua porta.

Cordialmente,

Neil deGrasse Tyson

Shawn rispose in tono piuttosto risentito, dichiarando che in passato tutti erano certi che la Terra fosse piatta, che l’atomo fosse indivisibile e che la corrente continua fosse l’unica possibilità per distribuire l’elettricità. E che forse io ero stato di vedute ostinatamente ristrette nella mia risposta. In ogni caso mi augurava buona fortuna nelle mie iniziative.

Caro Shawn,

molti tuoi presupposti derivano da una comprensione incompleta del modo in cui la scienza opera. Nell’era della scienza sperimentale «moderna», che sostanzialmente si sviluppa da Galileo e Francesco Bacone6 in poi (gli ultimi quattrocento anni), c’è la scienza verificata su cui si è raggiunto il consenso e c’è la scienza di frontiera. Quest’ultima cambia ogni mese, se non ogni settimana, in attesa di dati sufficientemente solidi per risolvere le controversie. La scienza verificata, quella per cui è emerso un insieme concorde di osservazioni ed esperimenti, non cambia. Ciò che può accadere, e spesso accade, è che nuove idee estendano la portata di idee precedentemente verificate, senza però annullarle.

Nel breve elenco di esempi che hai citato, la Terra piatta e l’atomo indivisibile sono idee precedenti la scienza moderna. E il petrolio greggio nelle lampade e la corrente continua non sono verifiche di principi scientifici. Sono applicazioni tecnologiche della scienza in attesa di ulteriori miglioramenti. Ma le nuove tecnologie non violano le leggi fisiche consolidate. Sono (e continuano a essere) innovazioni tecnologiche che hanno luogo nell’ambito delle leggi note della fisica.

Soprattutto, la storia della scoperta scientifica ci dice che la tua ricerca è fuori strada, cosicché l’onere della prova grava al 100 per cento sulle tue spalle.

Non farti bloccare da me. Come ti ho detto, vai avanti e costruisci la macchina. Se ci riuscirai, avrai portato alla luce una legge della fisica fin qui sconosciuta. Eventi simili sono rari, ma sempre benvenuti sulla scena. E diventerai ricco e famoso da un giorno all’altro.

E grazie per quel «buona fortuna», ma in verità qui non sono io ad avere bisogno di fortuna.

Cordialmente,

Neil deGrasse Tyson

Predizioni Dogon

Lunedì 30 luglio 2007

Dottor Tyson,

mi chiamo Phil Dabney, sono un insegnante della Lake Taylor High School, associata alle Norfolk Public Schools. L’ho incontrata oggi al congresso di fisica a Greensboro, in North Carolina.

Grazie per il suo eccezionale intervento. Sono stato particolarmente colpito dall’idea che, in fatto di istruzione, si debba «andare incontro agli studenti sul terreno dei loro interessi». Questa è forse la ragione principale per cui i suoi libri sono così popolari in tutte le fasce d’età.

Per mancanza di tempo, non sono riuscito a porle una domanda relativa alla predizione della natura binaria di Sirio fatta dai Dogon prima della conferma tramite telescopio. Credo che la predizione sia stata ben documentata da due antropologi francesi nel libro «The Pale Fox».7

Mi darebbe un suo parere sull’esattezza di questa predizione?

Grazie dell’attenzione.

Cordiali saluti,

Phil Dabney

Ornamento di separazione

Caro signor Dabney,

sono felice di fornirle qualche considerazione sul tema da lei proposto.

Come sappiamo, la stella Sirio, la più luminosa del cielo notturno, era importante per la tribù dei Dogon del Mali nell’Africa occidentale, e anche per altre culture, tra cui gli antichi egizi, per i quali il sorgere di Sirio nel cielo immediatamente prima del Sole (chiamato «levata eliaca») indicava il periodo dell’anno in cui il Nilo avrebbe inondato la valle apportando l’acqua necessaria al loro clima desertico. Di fatto, questo evento segnava l’anno nuovo del calendario egiziano.

Senza l’aiuto della tecnologia è fisicamente impossibile per l’occhio umano vedere la compagna binaria di Sirio, nota come «Sirio-B». La luminosità apparente di Sirio-B è al di sotto dei limiti di rivelazione della luce della retina umana. Ma, cosa più importante, l’enorme differenza di luminosità relativa tra le due stelle fa sì che Sirio-B sia invisibile nel bagliore di Sirio-A, proprio come una lucciola passa inosservata alla luce del Sole. Inoltre, la separazione angolare tra le due stelle è inferiore a quella che può essere risolta dal cristallino dell’occhio umano. Questi limiti sono imposti dalla fisica della visione e non dalla biologia del singolo individuo.

Sirio-B fu scoperta nel 1862. All’epoca si verificarono due circostanze: l’evento fu ampiamente pubblicizzato con articoli di prima pagina in tutta Europa e in quel periodo missionari, esploratori e agenti imperialisti europei erano sparsi per l’intera Africa. Va notato che gli antropologi francesi cui lei si riferisce vennero a contatto con i Dogon dopo la scoperta di Sirio-B.

Questi sono i dati fondamentali della questione. Lo storico e antropologo della Rutgers University, Ivan Van Sertima, si è occupato dei Dogon nelle sue opere8 e ricorre a dosi massicce di congetture nel suo sforzo di accreditare loro la scoperta di Sirio-B. In particolare sostiene la tesi speciosa che la capacità di assorbimento della luce solare da parte della melanina presente nella pelle degli africani neri conferisse ai Dogon accresciute facoltà percettive.

Quindi, o i Dogon avevano precognizione di Sirio-B mediante qualche misteriosa e ancora ignota modalità conoscitiva, disponibile esclusivamente a loro in tutto il mondo, oppure dobbiamo ammettere che un altro visitatore europeo (antropologo o no) fosse venuto a contatto con i Dogon prima dei francesi, avesse constatato la presenza di Sirio nella loro cultura, e avesse condiviso con loro la recente e ampiamente pubblicizzata scoperta di Sirio-B, senza poi lasciare traccia scritta di questo incontro. I Dogon avrebbero immediatamente adottato nella loro cultura questa ulteriore informazione sul loro oggetto cosmico preferito, e gli antropologi francesi si sarebbero imbattuti in loro più tardi, restando sbalorditi dalla loro precisa conoscenza.

Inoltre, se si esaminano altri elementi della cultura dei Dogon e le loro narrazioni della natura, si scopre che in nessun caso manifestano la precisione informativa di cui gode Sirio-B. Le loro narrazioni sono fantastiche e poetiche, e riecheggiano da vicino i miti della creazione della maggior parte delle culture.

Sebbene non sappiamo con certezza se i Dogon abbiano ricevuto la visita di europei informati prima di quella degli antropologi francesi, i dati di fatto lo suggeriscono con forza. Qualunque altra ipotesi spinge l’afrocentrismo oltre l’ambito in cui è giustificato dai dati.

Grazie della sua domanda.

Con i migliori auguri,

Neil

Bigfoot

Nel gennaio 2008 Alex chiese il mio parere sulla possibilità che una grande scimmia antropomorfa pelosa potesse effettivamente aggirarsi per il Pacifico nordoccidentale.

Caro Alex,

prima che il mondo fosse completamente cartografato, gli esploratori europei riportavano copiose notizie di nuove piante e nuovi animali, specialmente dai loro viaggi attraverso l’Africa e l’Asia. Raccoglievano quanto potevano e lo portavano in Europa a scopo di ricerca e per esporlo nei musei. Nuovi grandi animali venivano identificati di frequente. Questo fu l’inizio della storia naturale come disciplina accademica.9

Dopo che tutti i continenti del mondo furono cartografati e colonizzati, il tasso di scoperta di nuove creature esotiche diminuì rapidamente. Ciò costituisce una forte indicazione del fatto che tutti i grandi animali (terrestri) sono noti e documentati. Le nuove specie terrestri che vengono annualmente scoperte ancora oggi sono in genere piccoli animali o leggere variazioni (per esempio, sottospecie) nell’ambito di specie ben documentate.

Di tanto in tanto vengono scoperte grandi creature marine, ma questo è comprensibile, dato che noi non viviamo nel mare e non ne monitoriamo in modo permanente i fondali alla ricerca di vita.

Quindi la probabilità che un grande animale (terrestre) sia passato inosservato in epoca moderna è prossima a zero.

Neil deGrasse Tyson

Alex rispose esprimendo grande scetticismo sulle mie vedute ristrette, ricordandomi che il Pacifico nordoccidentale comprende oltre 1.200.000 ettari di foresta non monitorati. Osservava inoltre che non si può scartare come assurdità ogni avvistamento di una grande scimmia antropomorfa pelosa. E quindi alla base di tutto ciò dev’esserci qualcosa di reale.

Caro Alex,

ho fatto delle considerazioni sul tasso di scoperta e la documentazione dei grandi animali. Avvistamenti senza prove tangibili (come un corpo morto da portare in laboratorio, o del pelame, per esempio) non costituiscono scoperte. È ben noto a psicologi e scienziati che la testimonianza oculare è, fra tutte, la forma meno attendibile di prova. Pertanto è tenuta in scarsissimo conto, mentre i ricercatori attendono pazientemente la presentazione di prove tangibili a sostegno di un’affermazione straordinaria.

Nota che ogni avvistamento può essere reale. Ma senza un corpo, o un’altra solida prova che non sia basata sulla percezione umana, le affermazioni sono inutili per il ricercatore.

Per tua informazione: «inutile» non coincide con «falso».

Finché qualcuno non esibisce un tessuto biologico (anche un escremento di bigfoot sarebbe un punto di partenza) da cui si possa estrarre DNA, non c’è molto che un biologo possa fare con le affermazioni.

Se sei convinto che vi siano scimmie preistoriche alte due metri e mezzo non documentate che scorrazzano per il Pacifico nordoccidentale, dovresti allestire spedizioni per trovarle: non è necessario che tu le uccida; basta che ne catturi una.

Le tue energie saranno spese meglio nella ricerca di prove utili piuttosto che nel tentativo di convincere altri di ciò che ritieni vero in assenza di prove.

Neil

Sesto senso

Martedì 6 febbraio 2007

Caro dottor Tyson,

sto leggendo il suo libro «Death by Black Hole».10 Prima di tutto, mi permetta di dirle che il suo stile di scrittura è proprio simile al suo modo di parlare: chiaro, comprensibile e piacevole. Mi mancano soltanto le risate che sento quando viene intervistato dal vivo. Ma poi, devo fare qualche rilievo su ciò che ha detto a proposito del sesto senso.

Una notizia che non leggiamo mai è:

UN SENSITIVO VINCE DI NUOVO LA LOTTERIA

Sono stata testimone di come mia nonna, che aveva «il dono», se ne servisse non diversamente dal modo in cui si serviva degli altri sensi. Sapeva quando stava venendo gente in visita, e quindi cambiava tutte le lenzuola e comprava più cose da mangiare. Sapeva se mio padre sarebbe tornato a casa per pranzo oppure no e preparava la tavola di conseguenza. Si svegliava quando la mucca stava partorendo e cuoceva torte quando erano in arrivo ospiti. Tutto ciò per lei era un senso in più: non una specie di «linea diretta medianica», ma una percezione aggiuntiva che utilizzava con naturalezza come gli altri cinque sensi. Era irlandese e sua nonna era come lei. Vivevano così.

Mio padre era sempre in grado di capire quando le donne erano incinte, spesso ancor prima che se ne accorgessero loro stesse (e non perché fosse lui a metterle in quella condizione). Forse ciò aveva a che fare con microcambiamenti o con ferormoni, ma gli riusciva sempre.

Comunque, sono certa che ha sentito mille storie di questo genere. In base alle mie osservazioni, l’unico tipo di sesto senso a cui credo è una specie piuttosto primitiva di sensibilità che ci aiuta a tirare avanti.

Grazie per tutto il suo lavoro.

Kathleen Fairweather

Ornamento di separazione

Ciao Kathleen,

grazie per la tua attestazione di stima. Non indugerò a contestare la tua descrizione dei poteri percettivi dei tuoi genitori e ascendenti.

Ma in ogni caso in cui vengono studiati in laboratorio, questi poteri vengono meno; o, per dirla con maggiore precisione, le persone che affermano di avere tali poteri non ottengono risultati superiori alla mera casualità in esperimenti volti a metterli alla prova. Decenni di articoli sulla rivista «The Skeptical Inquirer»11 lo hanno documentato.

Quindi, o i poteri scompaiono in condizioni controllate oppure le persone ricordano le previsioni riuscite e non quelle fallite: una delle più comuni distorsioni percettive della mente umana. Fenomeno questo ben studiato dagli psicologi, che rende conto, per esempio, di coloro che hanno premonizioni sullo stato di salute di un amico. Gli telefonano, e scoprono che è all’ospedale, o non si sente bene.

Quando questi eventi si verificano effettivamente, diventano ricordi molto forti che soppiantano quelli delle previsioni fallite. Come ho detto, sull’argomento c’è una vasta letteratura, che non posso passare in rassegna qui. Ma il metodo sperimentale, dicendoci di noi stessi più di quanto possiamo stabilire per nostro conto, è ciò che ha consentito alla società di progredire dai tempi della superstizione e dei roghi di streghe (quando si credeva che le donne avessero poteri perversi) all’era dell’indagine empirica, dando origine alla rivoluzione industriale e alla vita moderna.

Con i migliori auguri per le tue attività di mente, corpo e spirito,

Neil deGrasse Tyson