AMORE SPENTO
SESSO LESSO
IL SILENZIO DEL LAUREATO
Mi infastidiscono i vari consigli, accorgimenti, addirittura farmaci che farebbero prolungare in eterno il desiderio sessuale all'interno di una coppia. Ma come può esistere ancora il desiderio fra due persone che convivono da dieci, quindici, vent'anni e oltre? il desiderio per sua natura si nutre di assenza, di mistero, di conquista. Come si può desiderare una persona che abita con noi, dorme e mangia con noi nella quotidianità? Nella migliore delle ipotesi può sussistere la stima, l'affetto, l'amicizia [rarissimo caso]. Per la maggior parte di noi comuni mortali si parla di tolleranza per mancanza di alternative [a volte anche un rapporto noioso può esser meglio della solitudine totale].
Ma guardiamoci intorno, ascoltiamo i discorsi dei coniugati, delle coppie che conosciamo. Molte si separano, per ricostruire una coppia che in breve avrà gli stessi problemi della precedente, perché i problemi non sono delle persone ma della situazione. Perché si possono obbligare un uomo e una donna a convivere per tutta la vita (anche se si tratta di una situazione così innaturale, coatta, in cui spesso le difficoltà incontrate sono superiori ai vantaggi che ne derivano), ma non si possono obbligare ad amarsi, quando la passione è spenta.
Dopo vent'anni di matrimonio e due figlie ormai grandi, mi chiedo spesso che cosa si pretenda ancora da noi in termini di prestazioni sessuali e di fedeltà reciproca. Alla società dovrebbe bastare il fatto che, dopo aver allevato, curato e mantenuto i nostri figli, tutto a nostre spese e con sacrificio del nostro tempo e delle nostre energie, restando insieme secondo i disumani principi della moralità cattolica [l'unica esistente in Italia] ci garantiamo assistenza nella vecchiaia con grande risparmio della spesa pubblica e dei costi di gestione.
Rileggendo quanto scritto mi rendo conto che potrebbe sembrare lo sfogo di una donna cinica e infelice. Credetemi, non sono né l'una né l'altra. Si è sicuramente più felici accettando la realtà che ostinandosi a seguire false promesse e affannandosi a rincorrere infantili illusioni.
Stefania.
*
E infatti con questa lettera lei pone ufficialmente fine alla mia illusione adolescenziale che fosse possibile realizzare l'ultima riga delle favole. Quel «vissero felici e contenti» la cui allusività mi affascinava assai più di tutte le avventure che il principe azzurro e la bella addormentata avevano dovuto affrontare nelle pagine precedenti.
Dunque, adesso sappiamo: i principi hanno sfornato un paio di principini (a tenerci larghi), si sono amati, posseduti, annoiati, traditi, affettuosamente rappacificati e da qualche tempo vivono nel castello in camere da letto separate, incontrandosi con grande dolcezza all'ora dei pasti. Aiuto.
Avevo sempre avuto il sospetto che le cose stessero così. Uno dei momenti più brutti della mia vita fu quando lessi un'intervista al regista del mio film preferito, Il Laureato. Di quel racconto magico, del quale potrei citarle a memoria la sceneggiatura, la colonna sonora e quante volte Dustin Hoffman sorride timidamente verso la telecamera (27); di quel capolavoro, insomma, esiste una scena madre che supera tutte le altre. E' l'ultima del film.
Dustin/Benjamin, armato di crocefisso, ha rapito la sua Elaine in chiesa, dove lei si era appena sposata con un altro. I due innamorati scappano mano nella mano, lui in jeans e maglietta, lei con l'abito bianco. Salgono al volo su una corriera e vanno a sedersi in fondo, incuranti degli sguardi dei passeggeri e senza scambiarsi nemmeno una parola, mentre Benjamin sorride per la ventisettesima volta e in sottofondo parte The Sound ofSilence di Simon and Garfùnkel.
Rimangono zitti, capito? Dopo quello che hanno fatto! Io ho sempre trovato fenomenale quel «suono del silenzio» e gli avevo imprestato significati a mio modo romantici: la superiorità dell'azione sulla parola, l'assenza di voci come raggiungimento della pace interiore, l'amore eterno e via arabescando.
Poi lessi quella intervista a Mike Nichols, il regista. Che rivelava di aver fatto rimanere zitti i protagonisti affinché lo spettatore capisse che, proprio nel momento in cui avevano realizzato il loro sogno, la storia aveva iniziato la parabola discendente. Stavano in silenzio perché non avevano già più nulla da dirsi. Per questo, aggiunse Nichols, non era mai stato girato Il Laureato 2! avrebbe dovuto raccontare che tre mesi dopo il rapimento in chiesa Elaine e Benjamin avevano avviato le pratiche per il divorzio.
È stato un trauma da cui non mi sono più ripreso. E adesso lei, Stefania, mi vibra la stilettata finale. Non le chiederò di restituirmi il mito violato, ma non dia la colpa alla società o alla Chiesa se le cose vanno così. Vanno così perché fa parte della natura umana accorgersi che per crescere bisogna smetterla di amare le situazioni più delle persone. Che per quanti sforzi di fantasia si facciano, non possiamo più rivivere con il partner di una vita l'emozione unica del primo appuntamento, della prima vacanza insieme, della prima volta a letto.
E nemmeno della seconda o della terza.
Quando riusciamo ad accettare tutto questo e addirittura a sublimarlo, allora significa che siamo diventati adulti. O vecchi, non so.
***
MI AMA MA NON MI TOCCA
Voglio un uomo! Un uomo che mi desideri, che mi cerchi, che mi prenda almeno una volta alla settimana! Sono bella, sono giovane, intelligente e passionale e sono innamorata pazza di mio marito!
Anche lui mi ama, lo so. Ma il suo amore è tutto cerebrale! Mi ama come si ama una Venere: con gli occhi, col cuore, con gentilezza, con servilismo, farebbe di tutto e darebbe tutto pur di farmi felice. Se potesse mi darebbe le stelle, la luna, il mare e il cielo! Ma io voglio SESSO!
Credimi, non sto affatto scherzando, soffro maledettamente. Ho 37 anni e so di piacere. Me ne accorgo da come mi guardano gli uomini, giovani e meno giovani.
Vivo a Messina e sono sposata da 7 anni, dopo ben 10 di fidanzamento e mai mi sono sentita attraente come ora: donna, volitiva e consapevole! Ma mio marito non sente desiderio sessuale, è tutto preso dal suo lavoro, dalla sua carriera!
Facciamo l'amore in media una volta ogni... trimestre!
E pensare che ho scelto lui tra una numerosa schiera di corteggiatori. Mi sono innamorata di un ragazzo bellissimo, intelligente, gentile e garbato; mi ha sempre ricoperta di attenzioni e di tenerezza; ha rispettato le mie volontà di non avere rapporti prima del matrimonio (da buona siciliana cattolica e... cretina). Immaginavo che anche lui, come me, aspettasse con ansia il matrimonio. Immaginavo che dopo... sarebbe stato bellissimo. Immaginavo che avremmo potuto recuperare il tempo perduto, illusa! Quest'estate, nelle vacanze, abbiamo fatto l'amore tutti i giorni. A volte anche due volte al giorno! È stato bellissimo, ma... le vacanze sono finite! Resisterò fino alle prossime? Quanto potrà continuare questa sofferenza? Come andrà a finire? Secondo me le soluzioni potrebbero essere tre.
1) Affrontiamo una terapia di coppia (ma lui non ne vuol sapere!); 2) ci lasciamo!
3) mi trovo un amante! (Non ne sarei capace.) Ora che ci penso, pavento una quarta soluzione: mi rassegno a vivere senza sesso (che tristezza!).
Rosina.
*
Noi maschi siamo bestie strane. Le donne ci tolgono il sonno solo all'inizio, quando le conosciamo, e alla fine, quando ci mollano. Fra i due picchi estremi scorre la vita. A voi interessa quella. A molti di noi chissà. Ma siamo arrivati al bivio: evolverci verso forme di vita più complesse o scomparire per sempre.
Certo, un po' dispiace. Eravamo affezionati al modello che ci ha permesso di dominarvi per migliaia di anni e di avere il 99,9% dei pittori-filosofi-politici-imprenditori-scienziati mentre voi stavate in cucina a darci consigli e prepararci da mangiare. Quel modello si basava sul principio dell'ossessività. Noi non riusciamo ad amare più di una cosa per volta. Una moglie, un figlio, un'amante, un hobby, un lavoro. Tutte insieme, mai. Questo ci ha permesso di raggiungere vette altissime di specializzazione. Ma ci ha anche condannato all'incompletezza esistenziale.
Tuo marito è come tanti, come troppi. D'impulso ti suggerirei di risvegliare il maschio primordiale, che da qualche parte si deve pur nascondere dentro di lui, con l'elettrochoc della gelosia. Fagli credere che ti piace un altro, che ti sta perdendo: l'istinto di sopravvivenza e il senso del possesso gli dovrebbero dare una scarica di energia vitale. In realtà dubito che funzionerebbe. Sul momento passereste qualche notte di fuoco. Ma appena la situazione si fosse normalizzata, tornereste a sbadigliare come prima.
Fare un figlio durante l'estate (l'unico momento in cui è tecnicamente possibile con lui)? Mah. Scaricheresti sulla creatura le tue frustrazioni e comunque non risolveresti il problema di fondo. Cosa vuoi che ti dica? Da decenni i sessuologi concludono tutte le loro inchieste con la stessa desolante affermazione: che se i maschi dedicassero alle loro donne un decimo (un decimo!) delle attenzioni-preoccupazioni che rivolgono al lavoro e al calciomercato, la percentuale delle separazioni si ridurrebbe della metà.
E' incredibile che molti giovani uomini preferiscano andare a cena con il capufficio invece che a letto con la moglie. Ma è così. Oltrepassata la cinquantina, di solito rinsaviscono, riscoprendo i piaceri della coppia e del sesso. Allarme rosso, ci sono tutte le premesse perché il soggetto in questione si imbarchi con la segretaria venticinquenne, dandole tutto il fuoco con cui non ha mai scaldato te.
L'unica strada plausibile, Rosina, è costringere tuo marito a fare vita sociale insieme. A uscire la sera. Così non ti vedrà più in tuta e pantofole, scambiandoti per un elettrodomestico. E ti confronterà con le altre donne che incontrerete, una cosa che a noi uomini eccita sempre molto. Rientrati in casa, ci sono buone probabilità che non si infili sotto le coperte solo per dormire.
***
LA RAGAZZA INAPPETENTE
Ho 23 anni e sono fidanzato da quasi sei con una ragazza della mia stessa età. Dopo un anno che stavamo insieme, io e Jessica abbiamo avuto il nostro primo rapporto sessuale. Fu bellissimo per entrambi perché non fu subito sesso e amore, ma soprattutto approcci imbarazzanti. Poi i nostri rapporti divennero più frequenti, insieme abbiamo provato tanto amore senza più nessuna timidezza, in maniera semplice e naturale. Ma è da un po' di tempo, circa un anno, che i nostri rapporti sessuali avvengono più raramente.
Ho l'impressione che lei non ami più fare l'amore con me. E che quando succede, lo faccia solo per farmi un piacere, e a volte mi passa anche la voglia! una sera pianse e mi disse che non ci riusciva più, ma che non dipendeva da me... mi chiedo: «Allora da cosa?» La maggior parte delle volte si rifiuta e così a prendere l'iniziativa sono sempre io, insomma non è che prima lo facevamo tutti i giorni, a me basterebbe una volta la settimana, non è importante la quantità ma l'amore, quella dolcezza, quella naturalezza, quell'entusiasmo e quella voglia che c'era prima e che adesso è svanita.
Mi sento allontanato, eppure la nostra storia continua ad andare avanti bene, si parla del futuro, di matrimonio... Ma quando si mette in mezzo il sesso...
Aiutami a capire. Ne ho parlato con lei, ma sembra non esistere nessuna spiegazione.
Jury.
*
Il sesso è una cartina di tornasole per qualsiasi storia. Quando i rapporti si diradano, significa che la magia è scomparsa. Vorrei poterti dire che dipende dal fatto che lei non ti ama più: almeno il suo comportamento avrebbe una logica. Invece temo sia sincera quando ti parla tranquillamente di matrimonio mentre non riesce più neanche a progettare un amplesso decente. La tua fidanzata è un'anoressica dell'amore. E come talvolta capita agli anoressici, ha rimosso il problema, convincendosi che non esista.
Si parla tanto di difesa dell'ambiente, ma ancora troppo poco di ecologia dei sentimenti. Eppure stanno subendo anch'essi una mutazione genetica. Ogni mattina noi adulti ci infiliamo in una scatola (la macchina, l'autobus, la metropolitana) che ci porta in una seconda scatola (l'ufficio), dove appena arrivati accendiamo una terza scatola: il computer, che insieme a una quarta scatola, la tv, rovescia negli occhi dei ragazzini una quantità infinita di stimoli immateriali, contribuendo a istillargli un ideale estetico e delle aspettative che li indurranno a considerare mediocre la realtà della loro vita.
Crescendo, i medesimi ragazzini entrano nel giro sopra descritto della «virtualità» e si illudono di poterne uscire il sabato sera, andando a ficcarsi in una quinta scatola - la discoteca — dove con l'ausilio di droghe sintetiche (non sono più naturali nemmeno quelle), tirano l'alba a ballare danze solitarie che non prevedono il contatto fisico con altri esseri umani.
Se questo è il quadro, e in parte lo è, non c'è da stupirsi che l'istinto sessuale sia così represso e volatile. Siamo bombardati e distratti da troppe scariche nevrotiche per poterci dedicare a un piacere che richiede innanzitutto dedizione e concentrazione. Nella civiltà dell'immagine, gli amplessi oftalmici prevalgono ormai su quelli reali: più si vede e meno si immagina. E più si continua a vedere e meno ci si tocca.
È sempre accaduto che, dopo anni e anni di vita in comune, l'affetto prendesse il posto della passione. Il fatto nuovo è che la fase del «vieni qua che ti mangio», che una volta durava almeno fino alla nascita del primo figlio, adesso si spegne al terzo mese di fidanzamento. Conosco coppie giovani e collaudate che non fanno l'amore quasi mai, perfette società per azioni che non hanno più nemmeno l'energia per tradirsi.
Se non vuoi diventare come loro, dovresti cercare di stare vicino a Jessica nel modo giusto. La crisi arriva quando i due amanti smettono di toccarsi e cominciano a parlare. Perché si parla sempre delle cose sbagliate: vivisezionando i sentimenti, le emozioni e i pensieri, anziché comunicarsi le fantasie erotiche e i sogni inconfessabili. Così ci si lascia e ci si riprende, nell'illusione che elucubrazioni e litigi, spacciati per «dialogo», finiscano per riaccendere la magia. Ma non succede mai. Io capisco poco d'amore, ma credo sia qualcosa che ha a che fare con la poesia, non con la prosa. Spiegati e commentati, i brividi della passione diventano un esercizio cerebrale.
Devi cambiare il livello di comunicazione con lei, andando dritto al suo cuore per aiutarla a liberarsi dal blocco emotivo che glielo ostruisce: una paura, un desiderio represso che si vergogna a manifestare persino a se stessa. Ti raccomando la massima delicatezza. L'amore è una macchinetta di precisione dai meccanismi strani: può prendere botte tremende e continuare a funzionare, ma se la tocchi in certi punti nevralgici finirà in mille pezzi.
La difficoltà dell'impresa non la rende però meno urgente. Coraggio, Jury, combatti per salvare la tua donna e il vostro sogno d'affetto. L'uomo non è stato fatto per ridurre l'amore a una noiosa pratica da evadere fra il primo e il secondo tempo di un film alla televisione. Il sesso fatto, e fatto bene (non quello chiacchierato, millantato o adocchiato sui calendari delle bonazze desnude), è la linea del Piave dalla quale non si può retrocedere, a meno che uno voglia rinunciare del tutto alla propria umanità.
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COPPIA VIRTUALE
L'ho tradito virtualmente, gliel'ho detto e lui ci ha riso sopra. È una situazione che ha del paradossale. Mi sento più tradita io di lui.
Non sono una pazza visionaria, solo una donna probabilmente frustrata, sicuramente non arresa a questa situazione e che per una volta nella vita ha cercato di soddisfare alcuni suoi bisogni e oserei dire DIRITTI, al di fuori di un matrimonio a senso unico.
È aberrante tradire il proprio coniuge su internet con chissà chi, solo per provare un fugace momento di piacere. Io l'ho fatto, consapevole dello squallore, sfinita da anni di sentimenti di indegnità più o meno repressa per non essere desiderata dalla persona che spergiura di amarmi, ma si ricorda che sono una donna solo una volta al mese (quando va bene).
Sentirsi rifiutata, per una donna, è talmente doloroso che non si può spiegare a parole. È peggio che essere presa a sberle. Giorno per giorno aumenta il senso di vergogna per non riuscire a soffocare quei desideri che si credevano legittimi, ma che ora ti fanno sentire sporca al punto da non poterti neanche più guardare allo specchio.
Si inizia col sentirsi brutte, talmente brutte che nemmeno il proprio uomo riesce a provare desiderio per una come noi e poi, in brevi sprazzi di lucidità, ci si chiede perché non gli piacciamo, perché non ci tocca più o, nei casi come il mio, perché non ci ha quasi mai toccate. Certe volte la disperazione diventa rabbia verso me stessa che gli permetto di trattarmi così e verso di lui che mi appare la persona più crudele del mondo.
L'altra notte ho acceso il computer e l'ho fatto. Forse perché ero più debole del solito, forse perché volevo fargliela pagare... Volevo farlo soffrire come lui fa soffrire me. Volevo tutto tranne quello che ha fatto quando gliel'ho detto... Mi ha presa in giro, chiedendomi a cosa era dovuta questa mia improvvisa «eccitazione», poi si è girato e se n'è andato, lasciandomi lì, trafitta dal suo cinismo senza vie d'uscita, che lui si ostina a chiamare amore ma che mi sta uccidendo lentamente.
Divorziare? Con quale scusa? Che spiegazioni dovrei dare a mia madre, a mio padre, ai nostri amici, alla gente che mi sta intorno? «Divorzio perché non sono sessualmente soddisfatta? Che razza di motivo è? Cosa dovrei fare? È colpa mia? Ho solo ventisette anni e cinque anni fa credevo davvero di essere bella.
Affranta 80.
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Il tradimento virtuale rimane altra cosa rispetto a quello vero. Ma per te ormai non c'è differenza, visto che è virtuale anche il rapporto con tuo marito. Chissà che non si sfoghi pure lui sul computer, dove qualche mano sconosciuta gli scriverà le cose che vorrebbe sentirsi dire o fare da te.
L'avvento di internet ha creato queste figure di preamanti che consumano amplessi immateriali, in un alternarsi lacerante ma molto reale di sensi di colpa e desiderio d'azione. Appena il rapporto principale raggiunge una fase di stallo, la fedeltà diventa più che altro il prodotto di un'assenza di occasioni.
E il corteggiamento senza contatto fisico della Rete è una condizione emotiva più attraente della convivenza e, almeno all'inizio, meno pericolosa di una storia vera.
Alla base di crisi come la vostra c'è sempre un problema di incomunicabilità.
Quando un uomo non desidera più la sua donna, di solito lei reagisce in due modi. Se è un'insicura, pensa di essere diventata brutta o che ci sia un'altra di mezzo. Se invece si stima, pensa che lui sia diventato gay. Spesso però la verità sta in una terza risposta nella quale non ci si avventura quasi mai.
Potremmo prenderla dall'alto, collegando il calo generale del desiderio alla trasformazione del sesso da vicenda privata a ossessione pubblica. Per la serie: più se ne parla - in tv, al cinema, sul lavoro, ovunque — meno lo si fa. Più si appendono al muro calendari di donne patinate, meno si desidera toccare quelle vere. Sbarcando in un aeroporto italiano al ritorno da due settimane in Egitto - dove nei cartelloni pubblicitari le donne mostrano a stento gli occhi, il naso e, ma solo in quelli più sfrontati, la bocca - mi sentii aggredito dall'esibizione di parti intime che ha ormai trasformato i muri delle nostre città in gallerie del voyeurismo. Avendoli sempre avuti sotto gli occhi, quei manifesti mi erano diventati invisibili. Ma nel ritrovarmeli davanti di colpo dopo una pausa, mi accorsi per la prima volta dell'invadenza con cui stimolano la sfera erotica del nostro immaginario.
Il sesso inflazionato non eccita, reprime. Se aggiungi lo stress castrante del nostro stile di vita, hai un quadro del male che ti sta rovinando l'esistenza.
Il tuo matrimonio ne rappresenta la versione esasperata e, come tutte le esasperazioni, nasconde un problema ulteriore. Il blocco di tuo marito potrebbe infatti dipendere da una perdita di interesse per l'aspetto ludico del sesso.
Questo si verifica quando la coppia smette di comunicarsi le fantasie e le preferenze erotiche che innescano il desiderio.
I coniugi non ne parlano per vergogna, imbarazzo, paura del giudizio. E il loro silenzio si traduce nel mutismo dei corpi, che smettono anch'essi di parlarsi, conoscersi, desiderarsi, facendo sprofondare il rapporto nell'aridità. Tuo marito è talmente spaventato che ha rimosso la questione. Al punto che persino quando tu gliela sbatti in faccia, preferisce scappare nel cinismo piuttosto che confidarti la parte più repressa della sua personalità.
Avete bisogno dell'aiuto di uno specialista. Tu per non impazzire. Lui per prendere coscienza delle cose che ho appena scritto e che, ne puoi star certa, continuerebbe a negare anche dopo averle lette.
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CONCUBINA DI MIO MARITO
Sono un'insegnante di scuola media, Ho 43 anni, sono madre di due splendide figlie e moglie di un uomo che amo da 28 anni. Sul piano sessuale, invece, con il passare del tempo la passione si è un po' stemperata, come capita a tutte le coppie, credo.
Quest'anno, in occasione del nostro venticinquesimo anniversario di matrimonio, mio marito mi ha fatto un regalo molto strano, che ha cambiato le cose: un paio di stivali alti alla coscia, neri, lucidi, con i tacchi a spillo. Li ho indossati per accontentarlo, in camera da letto, con un effetto sorprendente, inaspettato, e a essere sincera anche molto piacevole.
Da quella notte sono entrati altri indumenti e accessori nella nostra intimità: biancheria particolare, con il reggicalze, guanti e persino manette e cose simili. E con essi anche il nostro rapporto è cambiato. Per più di venticinque anni abbiamo fatto l'amore come tutte le coppie e ora, alla mia età, mi ritrovo ad andare a letto con mio marito truccata e vestita come una prostituta, e mi piace.
Ho ritrovato in questo modo un po' folle la passione erotica che non provavo da anni, e che mi rende felice. Le confesso che oggi mi eccita terribilmente farmi dominare e sottomettere dal mio uomo. Dopo averglieli rifiutati per venticinque anni, ora ho sperimentato rapporti che ho sempre considerato contro natura, e umilianti. Credevo che certe cose appartenessero solo al mondo degli omosessuali e dei pervertiti, e non potessero interessare a coppie rispettabili come noi.
Improvvisamente... che fine ha fatto il mio femminismo? Come è possibile che si possa cambiare così tanto e così in fretta?
Cecilia.
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Lei ha sperimentato una delle verità più sottaciute che esistano: il sesso — attività sacra e serissima — è innanzitutto un gioco. I due aspetti non si elidono, semmai si rafforzano a vicenda.
In un libro ormai classico, La gioia del sesso di Alex Comfort, viene spiegato con chiarezza come l'inconscio di ogni essere umano sia abitato da angosce, immaturità e impulsi aggressivi che vanno controllati, ma che non possono essere estirpati. Il gioco sessuale, con i suoi travestimenti e le sue fantasie, è un modo innocuo di sfogarli, purché chi vi partecipa sia consenziente e valga la regola che applicavamo da bambini, e cioè che un gioco deve finire non appena cessa di essere tale anche per uno solo dei partecipanti.
Purtroppo, scrive Comfort, «gli adulti hanno paura di giocare, di travestirsi, di recitare». E conclude che se riuscissimo ad affrontare con gioia queste necessità immature, al mondo «ci sarebbe un numero molto minore di persone ansiose e di feticisti irrecuperabili». Anche di tradimenti e di famiglie distrutte, mi permetto di aggiungere. Mortificando il proprio piacere si diventa magari adulti, ma adulti deprimenti e depressi.
I compromessi sono indispensabili, però a partire da una base comune in cui nessuno dei due sacrifichi una parte troppo importante di sé. Altrimenti il rapporto diventa un inferno di rancori arretrati. Mentre l'unico amore infrangibile è quello che libera, non quello che opprime.
Gli stivali da maitresse hanno puntellato il vostro matrimonio meglio di un collier di diamanti. Vi hanno aiutato a trovare una nuova forma di comunicazione coniugale. Ora condividete un aspetto inedito dell'altro e di voi stessi.
L'importante è non smettere di averne cura: evitando per esempio di riproporlo fuori dalla camera da letto. Viviamo in una società che ha banalizzato tutti i riti, ma ciò che si fa e si dice nel talamo non dovrebbe mai uscire da quel contesto.
Volete giocare al sultano e alla schiava, oppure travestirvi a parole da Batman e Catwoman? Accomodatevi. Ma senza dimenticarvi che i giochi hanno regole severe: guai se durante un litigio rinfacciate al vostro partner una frase o un gesto consumato nell'intimità dell'alcova. Quella deve rimanere una zona blindata, una sorta di allegra mascherata a porte chiuse nella quale liberare ciò che di inconfessabile vi agita le menti e i cuori.
Lei non ha idea di quante lettere riceva da coniugi frustrati che «si vergognano» di rivelare al partner di una vita i loro desideri più nascosti e poi magari vanno a praticarli con qualcun altro, gratis o a pagamento. Le mogli e i mariti traditi che si domandano: «Cos'avrà mai quell'altro/a più di me?» ragionando solo in termini di fascino e di estetica, dovrebbero cominciare a chiedersi se la ragione ultima di certe evasioni non sia da ricercarsi in un difetto di comunicazione verbale e fisica all'interno della coppia, di cui anche loro portano il cinquanta per cento di responsabilità.
A questo punto, Cecilia, credo che alla sua domanda finale possa rispondersi benissimo da sola. Non esiste alcun conflitto fra il piacere di giocare alla concubina e il suo consolidato femminismo, perché entrambi puntano allo stesso obiettivo: una liberazione consapevole e gioiosa della sessualità. E non ci può mai essere lascivia né umiliazione nella gioia.
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SI ECCITA SOLO SE FACCIO LA DIVA
Tutto cominciò l'inverno scorso, quando scoprii mio marito a letto con... Sharon Stone. Si era alzato nel cuore della notte per collegarsi a internet. Quando gli arrivai alle spalle, feci appena in tempo a scorgere la Stone in minigonna e calze nere, allungata su un divano. Sopra c'era la scritta: 71 di 80. Immagino fosse un riferimento all'indice delle foto. Già 71 se n'era rimirate, il guardone!
Appena si è accorto di me, ha cancellato tutto. Si è girato con la faccia più eccitata della Terra e mi ha spiegato che stava facendo una ricerca sui divani (tempo prima gli avevo detto che volevo cambiare il nostro del salotto), quando all'improvviso era spuntata fuori la foto della Stone. Una bugia infantile, come tutta la scena.
Io e mio marito siamo sposati da 5 anni, abbiamo uno splendido bambino di 3, lavori normali e una vita sessuale assonnata. Però abbiamo sempre avuto un ottimo dialogo. Alla fine ha ammesso che fra noi l'eros si stava spegnendo e che per ravvivarlo gli occorreva quel senso di irraggiungibilità che solo la conquista di una donna di successo può dare. Nelle foto delle dive, mi ha detto, andava cercando quegli stimoli erotici che provoca la visione di una donna ambita da molti, ma che nella sua fantasia si concedeva soltanto a lui.
Sarà vero che il dialogo fa sempre bene a una coppia? Dopo quella confessione, i nostri rapporti sono peggiorati. Finché poche settimane fa, in un locale all'aperto, vengo coinvolta in uno di quegli stupidi giochi che si fanno d'estate. Volevano premiare miss non-so-cosa. E io, un po' ubriaca e spinta dagli amici (più che da mio marito) vengo trascinata sul palco. Risultato: vinco il secondo premio, che a 33 anni e con una gravidanza alle spalle non è neppure da buttare. Ma il bello è venuto dopo. Mai visto mio marito così eccitato e premuroso nei miei confronti. Neanche durante la nostra prima vacanza da fidanzati.
Mi sono addormentata nella pace, ma al risveglio avevo l'angoscia. Vuoi vedere, mi sono detta, che a infiammarlo è stato il mio «successo» pubblico? Per un attimo sono stata la «diva» ammirata e desiderata dagli altri che lui finora aveva cercato su internet. Più ci penso, più sono sicura di avere ragione. Ma la cosa, anziché rallegrarmi, mi deprime da morire. Io l'ho sposato perché volevo un uomo che mi amasse per quella che sono. Non posso mettermi a fare i provini televisivi per piacergli...
Luisa.
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Le tue disavventure coniugali mi hanno riportato alla mente la storiella di quel tale che, a causa di un naufragio, si ritrova da solo su un'isola deserta con Claudia Schiffer. Dopo qualche tempo (anche per mancanza di alternative) la modella accetta di fare l'amore con lo sconosciuto. Ma trascorsa la prima settimana pirotecnica, l'uomo comincia ad andare in depressione.
«Cosa posso fare per rincuorarti?» chiede la Schiffer. E lui: «Claudia, ti spiacerebbe metterti giacca e pantaloni, disegnarti un paio di baffi neri sopra le labbra e lasciarti chiamare Giovanni?» Lei esegue, stupita, pensando che si tratti di un gioco erotico. Finché lui non la prende sotto braccio e con tono esaltato le urla: «Giovanni, non ci crederai mai: sto andando a letto con la Schiffer!!!» Naturalmente un conto è ascoltare le barzellette e un altro accorgersi di averne sposata una. La sindrome che ha colpito tuo marito è più comune di quel che si pensi, in un'epoca che esalta la popolarità come fonte suprema di rassicurazione su se stessi. Certe mamme che trascinano le figlie ai provini da «miss» per viverne di luce riflessa le gratificazioni non partono da presupposti troppo diversi.
Hai a che fare con un depresso insicuro che dal successo di sua moglie presso «il pubblico», ben più che uno stimolo sessuale, cerca una conferma del proprio valore. Altrimenti si rifugia nel mondo della fantasia. Il computer è lo strumento adatto: non tutti i maschi vanno a pescarvi immagini a luci rosse. C'è anche chi, come tuo marito, usa internet per inseguire un sogno infantile, che un domani potrebbe assumere la forma di un legame virtuale con un'interlocutrice trovata in Rete. Ci sono perversioni peggiori, ma la sua è una di quelle che portano un rapporto di coppia sulla via della rottamazione.
Non è così facile convincere gli altri a cambiare, quando l'esigenza di farlo non parte da loro. Se lo ami e ti rifiuti di lasciarlo, non hai altre alternative che assecondarlo. Coltivare le sue fantasie, sempre che non ti dia fastidio giocare con lui alla diva irraggiungibile. Può darsi che, vedendosi soddisfatto nei suoi capricci più intimi, se ne senta anche appagato. E gli venga voglia finalmente di evolvere, pensando alle tue esigenze e non solo alle sue. In amore, e ancor più nel sesso, non c'è nulla di più eccitante dell'altruismo. Un amante che gode nel procurarti piacere è più afrodisiaco di sei confezioni di Viagra. Altro che Sharon Stone.
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HO SPOSATO UN FETICISTA
Sono sempre stata innamorata persa di mio marito, ma più di una volta ho avuto l'impressione che lui non fosse puro e sincero. Infatti, un anno fa, scopro che sta coltivando la sua passione per il feticismo.
Purtroppo non con me.
Indago e seguo più che posso i contatti che tiene con professioniste del fetish.
Fino a che non vengo a sapere di un suo incontro con una di queste (una vera sezione feticista senza, però, rapporto completo). Da quel giorno mi sento profondamente tradita e non mi fido più di lui. Per il gesto in sé, per l'aver avuto un simile contatto con un'altra donna, perché continua a mentirmi spudoratamente e senza nessuna remora.
Da un po' sembra cambiato. Non ha più contatti (almeno così pare). Ma in me qualcosa si è spento davvero... Sono folle a sentirmi tradita.'' Come posso capire qualcosa in più di lui dato che non ammette mai nulla, neppure in riferimento a fatti talmente evidenti? Non mi scandalizza l'attrazione per il fetish. A me colpisce profondamente l'occultare la verità, la finta buona apparenza, la mancanza di umiltà persino nell'errore. Trovarmi di fronte mio marito che mente su questioni come incontri con altre donne non mi pare essere un bel modo di impostare la convivenza e il rispetto reciproco. Ho pensato addirittura alla separazione... sarei avventata?
Lorella.
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Accusi tuo marito di ipocrisia, mancanza di fiducia, insincerità. E hai senz'altro ragione dal tuo punto di vista. Però hai preso in considerazione il suo? Quest'uomo ha un'attrazione sessuale per alcune parti del corpo femminile o per alcuni indumenti. E se ne vergogna così tanto da non avere mai avuto la forza di fare la cosa giusta: parlarne con sua moglie e proporle di divertirsi con lui.
Forse ci avrà anche provato e tu nemmeno te ne sei accorta, perché l'avrà fatto in modo ambiguo, trattenuto, imbarazzato. Ma poiché la sua fantasia erotica non si estingueva, alla fine è andato a soddisfarla lontano da te. Una volta intrapresa la strada dei giochi sessuali a pagamento, ogni passo successivo in quella direzione gli rendeva la confessione più complicata. Dapprima l'avrà rimandata, per poi seppellirla definitivamente sotto una coltre di non detti.
Tuo marito non ti disprezza. Al contrario, teme il tuo giudizio. Cioè teme il giudizio che dovrebbe dare di se stesso, dopo averti rivelato il suo segreto ed essersi visto attraverso i tuoi occhi. Non lo difendo. Mi sto solo sforzando di spiegarti quel che a volte le mogli non capiscono: quando un marito rimuove un problema anziché affrontarlo, lo fa per pigrizia, per paura, per imbarazzo, ma quasi mai per mancanza di rispetto nei vostri confronti. Fin quando tu reciterai la parte della donna offesa e tradita, e lui quella del fìnto tonto, non riuscirete a venirne a capo e il suo feticismo diventerà la spia di una crisi più grave.
Se lo ami, fagli capire che non consideri i suoi gusti sessuali un tabù e che sei disposta a cercare di conciliarli con i tuoi: nei limiti del possibile, s'intende, ma in ogni caso senza avvolgerli in un verdetto morale. All'inizio negherà e ti darà della matta visionaria. Ma basterà che tu entri nei particolari delle sue attività clandestine perché lui capisca di non avere più nulla da nascondere. A quel punto è molto probabile che si sciolga. Resta inteso che, se non lo facesse nemmeno allora, sei autorizzata a sciogliere il matrimonio tu.