CAPITOLO UNDICI
Las Vegas aveva un sapore diverso, disincantato.
La sera in cui ero arrivata al RedCarpet e avevo indossato il vestito migliore che possedevo per andare al Bellagio, lo avevo fatto piena di propositi e meraviglia. Una volta varcato l’ingresso lo spazio ampio della hall e l’oro che ricopriva le pareti mi avevano abbagliato. Per un istante mi ero sentita quasi a disagio, poi avevo visto la cascata di fiori colorati che scendevano dal soffitto ed ero rimasta con la bocca aperta e l’unico desiderio che il tempo si fermasse.
Non ero stata capace di aspettare la mezz’ora che mancava allo spettacolo delle fontane e mi ero precipitata nel casinò per scoprire quali altre meraviglie mi attendessero. Alla prima vincita lo stupore era diventato superbia. Poi, a un tratto, mi ero ritrovata con la borsa piena di fiches e mi ero resa conto di non volermene andare. Era stato allora che avevo incontrato Ryan. Era accaduto proprio lì, nel lounge bar in cui ero appena entrata. Sullo stesso sgabello su cui mi ero appena seduta.
Feci un respiro profondo. Mi sforzai di capire perché, con tanti posti dove sarei potuta andare, fossi finita proprio lì. Ero scappata dalla Blue Chapel appena Elvis si era girato. Avevo camminato senza guardare in faccia nessuno e senza sapere dove ero diretta finché non ero arrivata alla meta. Vidi l’ombra di un uomo corpulento entrare nel mio campo visivo. Si trattava del barista.
«Desidera qualcosa da bere?»
«No, grazie.» In realtà avevo sete, ma ero senza soldi.
«Offro io un drink alla signorina, se me lo permette.»
Squadrai severa l’uomo che mi si era avvicinato. Era ben vestito. Indossava un ricercato completo blu e sorrideva. Pareva volermi corteggiare, anche se la cosa non aveva alcun senso. Non ero più la donna che qualche sera prima si era divertita a provocare gli uomini con un vestito elegante. Adesso ero una ragazzina in jeans con il volto imbronciato e una gran voglia di non avere intorno nessuno.
«Non ho sete e non desidero compagnia» sentenziai severa.
Sperai che capisse, ma lui si fece più vicino, e a quel punto mi fu impossibile ignorare la sensazione di pericolo che mi stava trasmettendo.