CAPITOLO UNDICESIMO: LA PAURA
La voce bassa e l'eloquio rapido contrastavano con il discorso appassionato del marinaio, che lo guardava storto.
"Innanzitutto due parole su Emma, signori...
Emma viene a sapere che il fidanzato è stato arrestato...
Non riceve più notizie da lui... Un giorno, per un motivo futile, perde il posto e diventa cameriera all’Hôtel de l'Amiral... È una povera ragazza, non ha nessuno al mondo... I clienti ricchi le fanno la corte come si fa con le servette... Passano due, tre anni... Lei non sa che la colpa è di Michoux... Una sera lo raggiunge in camera sua... Il tempo passa, la vita scorre... Michoux ha anche altre amanti... Ogni tanto gli salta il ghiribizzo di dormire in albergo!...
Oppure, quando sua madre è via, fa andare Emma a casa sua... Amori squallidi, amori senza amore...
Anche la vita di Emma è squallida... Non è un'eroina...
In una scatola decorata di conchiglie conserva una lettera e una foto, ma è soltanto un vecchio sogno che scolorisce ogni giorno di più...
"Non sa che Léon è tornato...
"Non ha riconosciuto il cane giallo che le gira attorno e che aveva quattro mesi quando il battello è partito...
"Una notte, Michoux le detta una lettera, senza dirle a chi è indirizzata... Con quella lettera dà appuntamento a qualcuno in una casa disabitata, per le undici di sera...
"E lei scrive... Una cameriera!... Capite?... Léon Le Guérec non si è sbagliato... Michoux ha paura!...
Sente che la sua vita è in pericolo... Vuole eliminare il nemico in agguato...
"Ma è un vigliacco!... Ha sentito il bisogno di dirmelo lui stesso!... Si nasconderà dietro una porta, in un corridoio, dopo aver fatto pervenire la lettera alla sua vittima attaccandola con una cordicella al collo del cane...
"Léon avrà qualche sospetto?... O non vorrà, malgrado tutto, rivedere l'antica fidanzata?... Nel momento in cui busserà alla porta, basterà sparare attraverso la buca delle lettere e poi fuggire passando per il vicolo... E il delitto sarà tanto più misterioso in quanto nessuno riconoscerà la vittima!...
"Ma Léon non si fida... Forse si aggira per la piazza... Magari si deciderà ad andare lo stesso all'appuntamento... Il caso vuole che Mostaguen esca in quel momento dal caffè, leggermente alticcio, e si fermi davanti alla porta per accendersi il sigaro... Il suo equilibrio è instabile... Urta contro la porta... È il segnale... Una pallottola lo colpisce in pieno ventre...
"Ecco il primo caso... Michoux ha fallito il colpo...
Ritorna a casa... Goyard e Le Pommeret, che sanno tutto e sono anche loro interessati a far sparire colui che rappresenta per tutti e tre una minaccia, sono terrorizzati...
"Emma ha capito in che gioco l'hanno trascinata...
Ha forse intravisto Léon?... Forse la sua mente ha lavorato e lei ha finalmente riconosciuto il cane giallo?...
"Il giorno dopo arrivo io... Vedo i tre uomini...
Percepisco il loro terrore... Si aspettano un dramma!...
Io sono curioso di sapere da che parte credono debba venire il colpo... Voglio assicurarmi di non essere sulla strada sbagliata...
"Sono io a mettere, più o meno maldestramente, il veleno nella bottiglia di pernod... Sono pronto a intervenire, caso mai qualcuno bevesse... E invece no!... Michoux tiene gli occhi aperti!... Michoux diffida di tutto, della gente che passa, di quello che mangia, di quello che beve... Non osa nemmeno più lasciare l'albergo...".
Emma si era irrigidita in un'immobilità tale che non si sarebbe potuta trovare una rappresentazione più convincente dello stupore. E Michoux aveva rialzato un attimo la testa per fissare Maigret negli occhi. Poi aveva ripreso a scrivere febbrilmente.
"Ed ecco il secondo dramma, signor sindaco! Il nostro terzetto fa la vita di sempre ma continua ad aver paura... Goyard è il più impressionabile dei tre e senz'altro anche il meno farabutto... Questa storia dell'avvelenamento lo ha sconvolto... Sente che un giorno o l'altro toccherà a lui... Intuisce che io sono sulla pista giusta... E decide di fuggire... Fuggire senza lasciare tracce... Fuggire senza che lo si possa accusare di essere fuggito... Fingerà un'aggressione, farà credere di essere morto e che il suo corpo sia stato gettato nelle acque del porto.
"Prima, però, la curiosità lo spinge a frugare in casa di Michoux, forse alla ricerca di Léon, per proporgli di fare pace... Effettivamente trova segni del suo passaggio. E capisce che questi segni non tarderò a scoprirli anch'io.
"Lui è un giornalista!... Sa benissimo quanto sia impressionabile la gente... Sa che, finché Léon vivrà, lui non sarà al sicuro da nessuna parte... E allora ha una trovata veramente geniale: scrive un articolo con la mano sinistra e lo spedisce al "Phare de Brest"...
"Vi si parla del cane giallo, del vagabondo...
Ogni frase è soppesata in modo da seminare il terrore a Concarneau... Così ci saranno buone probabilità che qualcuno, vedendo l'uomo dai piedi enormi, gli spari una fucilata al petto...
"C'è mancato poco, in effetti!... Hanno cominciato a sparare sul cane... Certamente avrebbero sparato anche sull'uomo!... Una folla presa dal panico è capace di tutto...
"La domenica, in città regna davvero il terrore...
Michoux non esce più dall'albergo... Muore di paura...
Ma è ben deciso a difendersi fino in fondo, a qualunque costo...
"Lo lascio solo con Le Pommeret... Ignoro quello che succede fra di loro... Goyard è fuggito... Le Pommeret, che appartiene a un'importante famiglia della zona, dev'essere tentato dall'idea di rivolgersi alla polizia e di confessare tutto, piuttosto che continuare a vivere in quell'incubo... In fondo che cosa rischia?... Una multa!... Un po'"di prigione!...
Che sarà mai?... Il reato più grave è stato commesso in America...
"E Michoux, che lo sente cedere, che ha sulla coscienza il tentato omicidio di Mostaguen, che vuole a tutti i costi uscirne con i propri mezzi, non esita ad avvelenarlo...
"E poi c'è anche Emma... I sospetti cadranno su di lei...
"Vorrei parlarvi più a lungo della paura, perché alla base di tutta questa storia c'è proprio la paura.
Michoux ha paura... Più che il suo nemico, Michoux vuole vincere la sua paura...
"Conosce Léon Le Guérec. Sa che non si lascerà prendere senza difendersi... E per farla finita conta su una pallottola, sparata o dai poliziotti o da qualche abitante terrorizzato...
"Non si muove dall'albergo... Io porto lì il cane ferito, morente... Voglio sapere se il vagabondo verrà a prenderlo, ed effettivamente lui viene...
"Da allora il cane non si è più visto, e questo mi fa pensare che sia morto...".
Léon rispose soltanto, con voce soffocata:
"Sì...".
"L'ha seppellito lei?...".
"Al Cabélou... C'è una piccola croce, fatta con due rami di abete...".
"La polizia trova Léon Le Guérec. Ma lui scappa, perché il suo chiodo fisso è costringere Michoux ad attaccarlo... L'ha detto: vuole vederlo in galera... Il mio compito è quello di evitare nuovi drammi, ed è per questo motivo che arresto Michoux, dicendogli che lo faccio per metterlo al sicuro... Non è una bugia...
Intanto, però, gli impedisco di commettere altri delitti... È alle corde... È capace di tutto... Si sente braccato da tutte le parti...
"Eppure è ancora capace di fare la commedia, di parlarmi della sua salute cagionevole, di giustificare la propria paura con il misticismo e con una vecchia profezia inventata di sana pianta...
"Quello che gli occorre è che la gente si decida ad abbattere il suo nemico...
"Sa che, a rigor di logica, può essere sospettato di tutto quello che è accaduto fino a quel momento...
Da solo nella sua cella, si spreme le meningi...
"Non c'è un modo per sviare definitivamente i sospetti?... E se venisse commesso un nuovo delitto, mentre lui è sotto chiave ed ha dunque il più inconfutabile di tutti gli alibi?
"Sua madre viene a trovarlo... Sa tutto... Bisogna che lei non possa essere sospettata né raggiunta dagli inseguitori... Bisogna che lei lo salvi!
"Andrà a cena dal sindaco. Si farà riaccompagnare a casa, dove la luce resterà accesa tutta la sera...
Tornerà in città a piedi... Tutti dormono... tranne che al Café de l'Amiral!... Basta appostarsi a un angolo di strada e aspettare il primo che esce...
"E per impedirgli di correre, si mirerà alla gamba...
"Questo crimine, totalmente inutile, sarebbe l'imputazione più grave a carico di Michoux, se non ne avessimo già ben altre... Al mattino, quando arrivo qui, è agitatissimo... Non sa che Goyard è stato arrestato a Parigi... Ma soprattutto non sa che, nel momento in cui hanno sparato al doganiere, io avevo sotto gli occhi il vagabondo...
"Perché Léon, inseguito da poliziotti e gendarmi, è rimasto all'interno dell'isolato... Non vede l'ora di finirla... Non vuole allontanarsi da Michoux...
"Dorme in una stanza della casa vuota... Dalla sua finestra, Emma lo vede... E va da lui... Gli grida che lei non è colpevole!... Si getta ai suoi piedi...
"È la prima volta che lui la vede bene in faccia, che sente di nuovo il suono della sua voce... È stata di un altro, di altri...
"Ma che cosa non ha passato anche lui?... Si commuove...
L'afferra con brutalità, come per stritolarla, e invece incolla le labbra a quelle di lei.
"Non è più l'uomo solo, l'uomo che ha un unico scopo, un'idea fissa... Tra le lacrime, lei gli ha parlato di una possibile felicità, di una vita da ricominciare...
"Così partono insieme, senza un soldo, nella notte...
Non ha importanza dove andranno!... Abbandonano Michoux alle sue paure...
"Cercheranno di essere felici da qualche parte...".
Maigret caricò la pipa lentamente, guardando a uno a uno tutti i presenti.
"Lei mi scuserà, signor sindaco, se non l'ho sistematicamente aggiornata sulla mia inchiesta... Ma, quando sono arrivato qui, ho avuto la certezza che il dramma era appena iniziato... Per conoscerne la trama, bisognava lasciare che si sviluppasse, evitando i danni nei limiti del possibile... Le Pommeret è morto, assassinato dal suo complice... Ma, dall'idea che mi sono fatto di lui, sono sicuro che si sarebbe ucciso il giorno dell'arresto... Un doganiere si è preso una pallottola nella gamba... Fra otto giorni non si vedrà più niente... In compenso, ora posso firmare un mandato d'arresto contro il dottor Ernest Michoux per tentato omicidio e lesioni nei confronti di Mostaguen e per avvelenamento volontario del suo amico Le Pommeret. C'è poi un altro mandato d'arresto contro la signora Michoux, per aggressione notturna... Quanto a Jean Goyard, detto Servières, credo che possa essere perseguito unicamente per oltraggio alla magistratura, per via della commedia che ha recitato...".
Fu l'unico momento di comicità. Un sospiro! Un sospiro felice, leggero, emesso dal giornalista grassottello.
Che ebbe anche la faccia tosta di farfugliare:
"In questo caso, suppongo di poter essere liberato su cauzione... Sono pronto a versare cinquantamila franchi...".
"La Procura ne terrà conto, signor Goyard...".
La signora Michoux si era accasciata sulla sedia; suo figlio invece dava prova di maggior forza d'animo.
"Lei non ha nulla da aggiungere?" gli chiese Maigret.
"Mi consenta! Parlerò solo in presenza del mio avvocato. Per il momento, esprimo tutte le mie riserve sulla legittimità di questo confronto...".
E tendeva quel suo collo di galletto magro, dal quale sporgeva un pomo d'Adamo giallastro. Il naso sembrava più storto che mai. Continuava a stringere il taccuino sul quale aveva preso appunti.
"E quei due?..." mormorò il sindaco alzandosi.
"Non ho nessuna imputazione a loro carico...
Léon Le Guérec ha confessato che il suo scopo era quello di indurre Michoux a sparargli... Sicché non ha fatto altro che mostrarsi... Non esiste nessuna legge che...".
"Magari... per vagabondaggio..." intervenne il comandante della gendarmeria.
Ma il commissario si strinse nelle spalle in un modo tale che l'altro arrossì per aver fatto quella proposta.
Sebbene fosse passata da un pezzo l'ora di pranzo fuori c'era una gran folla, e il sindaco aveva messo a disposizione la sua macchina, in cui era possibile chiudere quasi ermeticamente le tendine.
Emma vi salì per prima, seguita da Léon Le Guérec e da Maigret, che prese posto sul sedile posteriore insieme alla giovane donna, mentre il marinaio si sistemava goffamente sullo strapuntino.
Fendettero la folla a gran velocità. Qualche minuto più tardi, viaggiavano in direzione di Quimperlé.
Fu Léon, imbarazzato e con lo sguardo vago, a domandare:
"Perché l'ha detto?".
"Che cosa?".
"Che era stato lei a mettere il veleno nella bottiglia...".
Emma era pallidissima. Non osava appoggiarsi ai cuscini ed era senza dubbio la prima volta in vita sua che viaggiava in limousine.
"Così!" borbottò Maigret, stringendo fra i denti il cannello della pipa.
E allora la ragazza esclamò sconvolta:
"Le giuro, signor commissario, che non sapevo più quello che facevo... Michoux mi aveva fatto scrivere la lettera... Dopo un po'"avevo finito per riconoscere il cane... Domenica mattina ho visto Léon aggirarsi nei paraggi... Allora ho capito... Ho cercato di parlargli, ma lui se n'è andato senza neppure guardarmi, sputando per terra... Volevo vendicarlo...
Volevo... Non so nemmeno io che cosa volevo!...
Ero come impazzita... Sapevo che volevano ucciderlo... Lo amavo ancora... Ho passato la giornata a rimuginare mille pensieri... A mezzogiorno, durante il pranzo, sono corsa a casa di Michoux a prendere il veleno... Non sapevo quale scegliere...
Una volta mi aveva fatto vedere delle fiale dicendomi che c'era di che uccidere tutta Concarneau...
"Ma le giuro, commissario, che non le avrei mai fatto bere... Per lo meno, non credo...".
Singhiozzava. Léon, maldestramente, le dava dei colpetti sulle ginocchia per farla smettere.
"Non potrò mai ringraziarla abbastanza" gridava tra i singhiozzi. "Quello che lei ha fatto è... è... non trovo la parola giusta... è talmente meraviglioso!...".
Maigret li guardava alternativamente, lui con il labbro spaccato, i capelli rapati e la faccia da bruto che cerca di raddolcirsi, lei con il suo povero visino appassito in quell'acquario che era il Café de l'Amiral.
"Che cosa farete?...".
"Non lo sappiamo ancora... Lasciare il paese...
Magari raggiungere Le Havre... Ho pur trovato il modo di guadagnarmi la vita sui moli di New York...".
"Le hanno restituito i dodici franchi?".
Léon arrossì e non rispose.
"Quanto costa il treno da qui a Le Havre?...".
"No! La prego, commissario... Perché allora...
Non sapremmo come... Capisce?...".
Maigret batté con il dito sul vetro della macchina, perché stavano passando davanti a una piccola stazione.
Tirò fuori di tasca due biglietti da cento franchi.
"Prendeteli... Li metterò sulla mia nota spese...".
Dovette quasi spingerli fuori a viva forza e chiuse la portiera mentre ancora cercavano il modo di ringraziarlo.
"A Concarneau!... Svelto!...".
Solo nella macchina, alzò almeno tre volte le spalle, come se avesse una gran voglia di non prendersi troppo sul serio.
Il processo durò un anno. Durante quell'anno il dottor Michoux si presentò fino a cinque volte la settimana davanti al giudice istruttore con una cartella di marocchino zeppa di carte.
E a ogni interrogatorio escogitò nuovi cavilli giuridici.
Ogni atto della causa diede luogo a controversie, a inchieste e controinchieste.
Michoux era sempre più magro, più giallastro, più malaticcio, ma non demordeva.
"Consenta ad un uomo al quale restano solo tre mesi di vita...".
Questa era la sua frase preferita. Si difese con le unghie e con i denti, con manovre subdole, con repliche inaspettate. E aveva trovato un avvocato più bilioso di lui, che gli dava manforte.
Condannato a vent'anni di lavori forzati dalla Corte d'Assise del Finistère, per sei mesi sperò che il suo processo andasse in Cassazione.
Ma una fotografia di appena un mese fa, pubblicata su tutti i giornali, lo mostra, sempre magro e giallastro, con quel suo naso storto, mentre, zaino in spalla e bustina in testa, si imbarca all'isola di Ré sulla Martinière, che porta centottanta forzati alla Caienna.
A Parigi la signora Michoux, che ha scontato una condanna a tre mesi di carcere, briga negli ambienti politici. Pretende di ottenere la revisione del processo.
Ha già due giornali dalla sua parte.
Léon Le Guérec pesca aringhe nel Mare del Nord a bordo della Francette. Sua moglie aspetta un bambino.