PROLOGO
ÉRIÚ, OGGI
I Berserkr, gli antichi guerrieri nordici, giacevano disposti a spirale sotto la pietra runica, scendevano sempre più in profondità nel terreno, con gli stivali verso l’esterno e le teste all’interno, come esigeva l’incantesimo. Ovviamente, dopo diecimila anni passati sotto terra, non si trattava più di stivali o teste materiali, rimaneva solo il plasma della magia nera, che manteneva intatta la loro coscienza; e pure quella andava dissipandosi, contaminando il paesaggio, dando vita a strani tipi di piante e infettando gli animali con un’aggressività fuori dal comune. Nel giro di una dozzina di lune piene sarebbero scomparsi definitivamente, e la loro ultima scintilla di energia sarebbe sprofondata nel terreno.
Ma non siamo ancora scomparsi del tutto, pensò Oro di Danu, il capitano dei guerrieri. Siamo pronti ad afferrare il nostro momento di gloria, quando arriverà, e a disseminare il caos tra gli umani.
Inviò quel pensiero nella spirale, e fu con orgoglio che sentì i suoi uomini restanti riecheggiare quel sentimento.
La loro volontà è affilata com’erano un tempo le loro lame, pensò ancora. Per quanto possiamo essere morti e sepolti, la scintilla della nostra risolutezza sanguinaria arde luminosa nelle nostre anime.
Era l’odio nei confronti dell’umanità a mantenere viva quella scintilla; quello, e la magia nera dello stregone Bruin Fadda. Oltre la metà della loro compagine si era già estinta ed era stata attratta nell’aldilà, ma rimanevano ancora cinque manipoli di guerrieri per portare a termine il loro dovere, se fossero stati chiamati a farlo.
Ricordate gli ordini, aveva detto loro lo stregone elfico tanti secoli prima mentre già l’argilla si depositava sulla loro carne. Ricordate quelli che sono morti e gli umani che li hanno uccisi.
E Oro ricordava, lo avrebbe fatto sempre. Così come mai avrebbe scordato la sensazione delle pietre e della terra che rotolavano sulla sua pelle morente.
Ricorderemo: quello fu il pensiero che inviò nella spirale. Ricorderemo e torneremo.
Quel pensiero si infiltrò lentamente per essergli restituito dai guerrieri morti, ansiosi di essere liberati da quella tomba e di rivedere il sole.