«Non valutare il risultato finché il giorno non è concluso e il lavoro terminato». Elizabeth Browning.

JASON GIDEON in Criminal Minds

6 gennaio, domenica pomeriggio.

La squadra era al completo.

Camilla era stata invitata a intervenire per poter dare a tutti le indicazioni sul profilo del seriale. Uno schermo avrebbe proiettato il video.

Dieci uomini per tre giorni. Questo valevano le vite di Chiara e della Giansante.

Il tempo scorreva alla velocità della luce.

– Bene. Direi di cominciare. Siete tutti informati sul motivo della vostra convocazione. Prima guarderemo un video e poi vi aggiornerò su tutto quello che abbiamo raccolto fino ad ora. La profiler Camilla Dorn, che ci ha raggiunti, cercherà invece di darvi maggiori indicazioni su chi stiamo cercando, in modo che siate in possesso di tutti gli elementi per poterlo riconoscere, qualora ve lo trovaste di fronte. Campanile, fai partire pure il video. Vi pregherei di concentrarvi sui dettagli. Qualsiasi cosa vedrete potrebbe esserci di aiuto. Non vi auguro una buona visione perché non lo sarà.

Dopo trenta minuti si riaccesero le luci.

Il silenzio che regnava in ufficio valeva piú di mille parole.

– Vengo subito al dunque. Il video è a disposizione per chi volesse rivederlo. I dettagli sono importanti. Abbiamo tre giorni per catturare questo pazzo omicida, e uno ce lo siamo già giocati qui dentro. Dagli esami della Scientifica risulta che: tutte le ragazze uccise sono state torturate nello stesso modo che avete visto nel video. Braccia e gambe spezzate, disidratazione, privazione di cibo. Questo fa supporre che il seriale le voglia trasformare in bambole, ed è cosí che le veste prima di esporle. Gli occhi vengono strappati post mortem. Tra il ritrovamento di un corpo e l’altro trascorre piú o meno un mese. Quello che sappiamo è che le ragazze non vengono violentate e hanno tutte segni di corde sui polsi e sulle caviglie. Ma perché, se gli arti sono spezzati? Questo è il primo punto. La Dorn sostiene che faccia parte proprio della trasformazione. Il seriale potrebbe giocarci e muoverle come fossero bambole o burattini. Poi: nella gola della seconda vittima è stato ritrovato un capello sintetico, probabilmente di una parrucca. Si traveste? Le traveste? Terzo punto: le ragazze vengono trasportate con una sedia a rotelle, che forse è anche il mezzo con cui sono adescate. Quindi cercate tra chi ne possiede una, o può facilmente procurarsela. Un medico, un fisioterapista, una persona che ha un disabile in famiglia.

– Ma commissario, dove cerchiamo?

– Sto arrivando al punto. La nostra fortuna, – fu attraversato da un brivido, – è che ci è capitata tra capo e collo l’anomalia, altrimenti non avremmo saputo dove cercare. L’anomalia è Chiara Moscardelli, anche lei in questo momento è in mano al seriale –. Per un momento, pensò di non riuscire a proseguire.

– Anomalia?

– Sí. Tra poco la dottoressa Dorn vi spiegherà meglio. Quello che posso dirvi è che grazie a lei sappiamo da dove partire. Chiara Moscardelli ha partecipato a uno speed date, lo stesso della Giansante, durante il quale, presumibilmente, è entrata in contatto con l’omicida, ritrovandosi in qualche modo in possesso del video che avete appena visto. Dopo quella serata ha iniziato a ricevere minacce, ha subito un furto e un’effrazione. Il fatto è che lei non sapeva di possedere qualcosa di compromettente e ha creduto si trattasse di minacce lievi, provenienti da un suo collega che per caso era anche lui allo speed date, un certo François Benvenuti. Io non credo sia il seriale, ma qualcuno dovrà comunque indagare su di lui.

– Quindi dovremmo interrogare tutti i partecipanti agli speed date? Ma è un lavoro impossibile e…

– Un attimo. Questo lavoro noi lo abbiamo già fatto. La società ci ha fornito i nomi dei partecipanti allo speed date della Moscardelli. Incrociando i dati con quelli relativi agli speed date delle vittime, abbiamo tirato fuori un range di persone. C’è un’unica eccezione. La Giansante ha partecipato a due speed date. Dovremmo controllare anche lí. Con l’aiuto del profilo fornito da Camilla Dorn, abbiamo eliminato gli uomini sotto i quarant’anni.

– Di che numeri stiamo parlando?

– Ventiquattro uomini presenti sia allo speed date di Chiara Moscardelli che a quello di una delle altre vittime. Quindici, invece, quelli visti dalla Giansante al secondo speed date. Dovete scavare nelle loro vite, scoprire le loro abitudini. Anche come fanno colazione.

– Ma è impossibile! E soprattutto, come facciamo a riconoscere il seriale?

– Qui entra in gioco Camilla, a cui passo volentieri la parola.

Garano si sedette, stremato. Guardava in continuazione l’ora. Stava passando troppo tempo.

– Salve a tutti. Quello che stiamo cercando è un uomo sui quaranta, massimo cinquanta anni, con una vita apparentemente normale, ma dall’infanzia disturbata. È stato tenuto segregato nella sua stanza per anni e forse seviziato. Ora, ogni volta che incrocia una ragazza che gli ricorda la madre, le riserva lo stesso trattamento. D’altra parte, come avete constatato voi stessi dal confronto tra le foto delle vittime e l’immagine della donna sul video, la somiglianza tra la madre e le ragazze uccise è evidente. Andando a ritroso di dieci anni, sono venuti fuori altri casi simili, e anche lí non ci sono dubbi al riguardo.

– Ma Chiara Moscardelli non assomiglia affatto a… – intervenne Salieri.

– Perché è l’anomalia. L’assassino è stato costretto dalle circostanze a rapirla. Chiara si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Per questo noi ora sappiamo dove cercare. Perché il seriale ha fatto un errore. Sono dieci anni che commette omicidi, forse anche di piú, e non ce ne siamo mai accorti. Una prostituta trovata morta non fa notizia. Ma ora si è messo a pescare in un altro mare. Quando li incontrerete, guardateli negli occhi, studiate le loro mosse, osservate le loro case. Avete visto il video. Con ogni probabilità il nostro uomo vive ancora nella stessa casa, o si è portato un souvenir.

– Se non avete altre domande, – intervenne Garano, – distribuirei i nomi e vi pregherei di mettervi al lavoro immediatamente. Abbiamo i minuti contati. Alle otto di domani mattina vi voglio tutti qui con un rapporto dettagliato.

Vennero assegnati i nomi a ciascun componente della squadra, e pochi minuti dopo erano già tutti in azione. L’idea di partecipare a un’indagine di quel tipo faceva gola a molti.

– Salieri, Campanile, noi ci occupiamo degli ultimi quattro nomi: Andrea Collina, Massimo Ghisleri, Francesco Pasquali e Michele Santamaria. I primi tre nomi appartengono alla prima lista, quella degli uomini venuti fuori dagli incroci tra lo speed date di Chiara Moscardelli e quello delle vittime; l’ultimo, invece, ha partecipato al secondo speed date della Giansante. Forza, forza. Usciamo subito.

– Patrick, è tardi, dobbiamo prima avvertirli. Non possiamo piombare cosí, senza preavviso.

– Nicoletta, sei pazza? Stiamo indagando su degli omicidi e non stiamo arrestando nessuno. Dobbiamo solo incontrarli e farli parlare. Vediamo cosa viene fuori. Non possiamo aspettare.

– So a cosa stai pensando, – gli disse Salieri, avvicinandosi e mettendogli una mano sulla spalla, – ma faremo in tempo.

– Porca vacca, Salieri, Chiara no, non lei. In tempo per cosa? Per ritrovarla in qualche discarica, senza occhi e torturata?

– Vedrai che non succederà. Ci siamo, ormai.

– Ne sei cosí convinta?

Lui non lo era affatto.