– Non c’è niente da dire, è solo un tizio con cui lavoro!

– Ma andiamo, se esci con questo tizio deve sicuramente avere qualcosa che non va.

– Allora, cos’è, ha la gobba e il parrucchino?

– Aspetta, mangia il gesso? Non voglio che passi quello che ho passato io con Carl… bleah

– Calmatevi ragazzi, non si tratta di una cosa seria: siamo solo due persone che vanno a cena e non fanno l’amore.

– Mi sembra una cosa normale.

MONICA, JOEY, CHANDLER e PHOEBE in Friends

3 dicembre, lunedí.

Il weekend era passato senza lasciare traccia, per fortuna. Sabato sera ero uscita con il marrone, Andrea, ma solo per un paio d’ore e guardata a vista. Matelda e le altre mi avevano accompagnata a Ponte Milvio ed erano entrate subito dopo di me nello stesso locale, per potersi sedere a un tavolo vicino al nostro.

La serata era stata disastrosa, ma non solo per colpa del marrone. Mentre lui mi stava raccontando le sue prodezze sentimentali e sessuali si era avvicinato cosí tanto al mio viso che riuscivo a vedergli le carie. Io cercavo di ritrarmi perché la cosa non mi piaceva affatto, ma piú mi allontanavo piú lui si avvicinava, quasi infastidito.

– Stai ascoltando quello che ti dico?

– Certo.

– Perché è importante che tu mi conosca bene, altrimenti non è divertente giocare.

– Infatti.

– Dunque, ti stavo dicendo che il fatto di essere un fisioterapista aiuta. Sai, tutte vogliono essere massaggiate, e una cosa tira l’altra…

– Già, i massaggi hanno sempre un loro perché…

– Dove ti piace?

– Dove mi piace, cosa?

– Il massaggio. Mi sa che tu sei una da piedi…

– Be’, oddio, no… magari le spalle…

– Ma lo sai che i piedi sono molto sexy? Cioè, se accuratamente sollecitati possono portare a un orgasmo.

Io sputai quello che avevo in bocca nel momento esatto in cui Garano entrò nel locale.

Non mi sarei neanche accorta del suo arrivo se non fosse stato per Matelda, che aveva iniziato a farmi dei gesti forsennati. O era preda di un attacco epilettico o stava cercando di dirmi qualcosa. Io seguii le sue braccia e incrociai gli occhi verde ghiaccio di Garano.

Il pezzo di bruschetta al pomodoro che stavo cercando di tagliare con le posate per darmi un tono da signora volò in aria e cadde ai suoi piedi.

– Moscardelli, sapevo che dietro c’era la tua firma.

Io scostai la sedia facendola cadere e mi misi in piedi di scatto, sull’attenti.

– Garano! No… è che mi stava raccontando una storia cosí interessante che…

– Immagino, anche perché ti stava facendo una tonsillectomia. Hai già conosciuto l’ispettore Salieri.

– Sí.

Che bella che era, vestita in quel modo. Mi sentii profondamente a disagio con il mio maglioncino di lana e i pantaloni. Perché non avevo indossato anche io una maglietta come quella? Forse perché non ne possedevo neppure una.

– Lui è Andrea, un mio, ehm…

– Amico? – Poi si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio: – Amante? Uno dei tanti

– Amico! – dissi allontanandolo.

– Io sono il commissario Garano, piacere. Non volevamo disturbare, continuate pure. Andiamo, Nicoletta? – E lo vidi cingerle con il braccio la vita. Fui attraversata da un brivido.

– Ah, Moscardelli! – E si avvicinò di nuovo con la bocca al mio orecchio. Io mi reggevo in piedi a malapena. – Ti sei accorta che il tuo ragazzo è marrone in viso?

Insopportabile! Non risposi neanche e mi risedetti.

Nei successivi venti minuti Andrea divenne taciturno e nervoso.

– Che succede? Qualche problema? – gli chiesi.

– No, no, è che ora dovrei proprio andare.

– Ma come? Di già…

– Troverò il modo di farmi perdonare, è una promessa. E comunque ti riaccompagno a casa.

– Grazie, ma non ce n’è bisogno.

– Insisto.

– E io ti ringrazio ancora, ma non devi. Sono venuta con la mia macchina.

– Ah, in questo caso non mi lasci altra scelta.

E se ne andò, senza neanche pagare il conto. Tornammo a casa sconsolate e il resto del fine-settimana lo passai a casa di Susanna, in pigiama. Inutilmente le mie amiche provarono a distrarmi. Non avevo voglia di uscire, di vedere gente. Volevo essere lasciata in pace. Mi sentivo minacciata, braccata. Era una sensazione bruttissima. La mia casa non era piú sicura e questo mi metteva addosso un malessere che non avevo mai provato prima. E volevo dimenticare Garano. In piú, da quando ero uscita dal ristorante con lui, avevo un terribile mal di stomaco. Secondo Matelda, si trattava di una gastrite nervosa. Io non ne ero tanto convinta. E infatti…