Epilogo
Marasi presenziò all'esecuzione di Miles.
Daius, il procuratore anziano, le aveva consigliato di non farlo. Lui non presenziava mai alle esecuzioni.
Sedette sulla balconata esterna, da sola, osservando Miles salire i gradini verso la piattaforma su cui gli avrebbero sparato.
Strinse gli occhi, ricordandosi di Miles in piedi in quella stanza sotterranea di oscurità e nebbia, che puntava una pistola verso di lei. Aveva avuto una pistola puntata alla testa tre volte in quei due giorni, ma l'unica volta in cui aveva davvero creduto di morire era stata quando aveva visto lo sguardo negli occhi di Miles. La spietata mancanza di emozioni, la superiorità.
Rabbrividì. Il tempo trascorso tra l'attacco degli Evanescenti al matrimonio e la cattura di Miles era meno di un giorno e mezzo. Eppure aveva la sensazione di essere invecchiata di due decenni in quel tempo. Era come una forma di allomanzia temporale, una bolla di velocità attorno a lei sola. Il mondo era diverso ora. Era stata quasi uccisa, aveva ucciso per la prima volta, si era innamorata ed era stata rifiutata. Ora aveva aiutato a condannare a morte un ex eroe delle Lande.
Miles guardò con disprezzo i conestabili che lo legavano al palo. Aveva avuto quella stessa espressione per buona parte del processo, il primo a cui lei aveva partecipato come assistente procuratore per l'accusa, anche se era stato Daius ad avere il ruolo principale per quel caso. Il processo si era svolto rapidamente, malgrado la gravità e tutto quello che c'era in ballo. Miles non aveva negato i suoi crimini.
Pareva che si considerasse immortale. Perfino lì in piedi - le metalloscorte rimosse, una dozzina di fucili armati e puntati verso di lui - non sembrava credere che sarebbe morto. La mente umana era molto scaltra a raggirare sé stessa, a tenere a bada la disperazione per l'inevitabile. Lei aveva riconosciuto quello sguardo negli occhi di Miles. Ogni uomo ce l'aveva, da giovane. E ogni uomo prima o poi capiva che era una menzogna.
I fucili salirono alle spalle. Forse ora lo stesso Miles avrebbe riconosciuto quella menzogna. Mentre le armi sparavano, Marasi scoprì di sentirsi soddisfatta. E questo la turbò parecchio.
Waxillium salì sul treno a Dryport. La gamba gli faceva ancora male, camminava con un bastone e portava una fasciatura attorno al petto per le costole rotte. Una settimana non era un tempo sufficiente per guarire da tutte quelle ferite. Probabilmente non avrebbe dovuto lasciare il suo letto.
Zoppicò lungo il corridoio della lussuosa carrozza di prima classe, superando scompartimenti privati arredati in maniera squisita. Contò fino al terzo scompartimento mentre il treno si metteva in marcia. Entrò nella stanza, lasciando la porta aperta, e si sedette in una delle sedie ben imbottite presso la finestra. Era fissata al pavimento e si trovava davanti a un tavolino con un'unica, lunga gamba. Era curvo e snello, come il collo di una donna.
Poco tempo dopo udì dei passi nel corridoio. Esitarono sulla porta.
Waxillium osservò il paesaggio scorrere fuori. «Salve, zio» disse, voltandosi per guardare l'uomo sulla soglia.
Lord Edwarn Ladrian entrò nella stanza, camminando con un bastone di avorio di balena e indossando abiti eleganti. «Come mi hai trovato?» chiese, accomodandosi sull'altra sedia.
«Alcuni degli Evanescenti che abbiamo interrogato» disse Waxillium. «Hanno descritto un uomo che Miles chiamava 'mister Frac'. Non penso che nessun altro ti abbia riconosciuto da quella descrizione. Da quello che ho sentito, hai vissuto come un eremita durante il decennio che si è concluso con la tua 'morte'. Tranne per le lettere politiche ai bollettini, naturalmente.»
Quello non rispondeva esattamente alla domanda. Waxillium aveva trovato questo treno e questa carrozza basandosi sui numeri scritti sulla scatola di sigari di Miles, quella che aveva trovato Wayne. Percorsi ferroviari. Tutti gli altri avevano pensato si fosse trattato di treni che gli Evanescenti avevano in programma di colpire, ma Waxillium aveva visto uno schema differente. Miles aveva tenuto sotto controllo gli spostamenti di mister Frac.
«Interessante» disse lord Edwarn. Prese un fazzoletto dalla tasca e si pulì le dita mentre un servitore entrava, portando un vassoio e posandolo sul tavolino di fronte a lui. Un altro gli versò del vino. Lui fece loro cenno di aspettare fuori dalla porta.
«Dov'è Telsin?» chiese Waxillium.
«Tua sorella è al sicuro.»
Waxillium chiuse gli occhi e ricacciò indietro il traboccare di emozioni. L'aveva creduta morta nell'incidente che si supponeva fosse costato la vita a suo zio, ma era venuto a patti con le proprie emozioni per quelle che erano. Erano passati anni dall'ultima volta che aveva visto sua sorella.
Perché allora stava scoprendo che il fatto che fosse ancora viva era così importante per lui? Non riusciva nemmeno a definire quali emozioni stava provando.
Si costrinse ad aprire gli occhi. Lord Edwarn lo stava osservando, tenendo tra le dita un bicchiere di vino bianco cristallino. «Tu lo sospettavi» disse Edwarn. «Fin dall'inizio sospettavi che io non fossi morto. Ecco perché hai riconosciuto la descrizione che quei furfanti hanno dato, qualunque fosse. Ho cambiato stile di abbigliamento, di capelli e mi sono perfino rasato la barba.»
«Non avresti dovuto ordinare al tuo maggiordomo di uccidermi» disse Waxillium. «Lavorava per la nostra famiglia da troppo tempo ed era troppo pronto a uccidermi per essere stato assoldato dagli Evanescenti in così poco tempo. Voleva dire che stava lavorando per qualcun altro, e lo faceva da qualche tempo. La risposta più semplice era che stesse ancora lavorando per la persona che aveva servito per anni.»
«Ah. Ovviamente, non avresti dovuto sapere che era stato lui a causare l'esplosione.»
«Intendi dire che non sarei dovuto sopravvivere.»
Lord Ladrian scrollò le spalle.
«Perché?» chiese Waxillium, sporgendosi avanti. «Perché farmi tornare, solo per farmi uccidere? Perché non disporre che qualcun altro prendesse il titolo della casata?»
«Hinston stava per prenderlo» disse lord Ladrian, imburrando un pezzo di pane. «La sua malattia è stata… un imprevisto. I piani erano già in moto. Non avevo tempo di cercare altre opzioni. Inoltre speravo - ovviamente senza fondamento - che avresti superato il tuo senso della morale, troppo sviluppato fin da quando eri un bambino. Avevo sperato che saresti stato una risorsa per me.»
Ruggine e Rovina, odio quest'uomo, pensò Waxillium mentre gli tornavano in mente ricordi della sua fanciullezza. Era andato nelle Lande in parte per sfuggire a quella voce condiscendente.
«Sono venuto per le altre quattro donne rapite» disse Waxillium.
Lord Ladrian prese un sorso di vino. «Pensi che le lascerò andare così, semplicemente?»
«Sì. Altrimenti ti smaschererò.»
«Fai pure!» Lord Ladrian pareva divertito. «Qualcuno ti crederà. Altri ti riterranno matto. Nessuna delle due reazioni ostacolerà me o i miei colleghi.»
«Perché sei stato già sconfitto» disse Waxillium.
Lord Ladrian per poco non si strozzò col suo pane. Rise, rimettendolo sul tavolo. «È davvero questo che pensi?»
«Gli Evanescenti non esistono più» disse Waxillium. «Miles sta venendo giustiziato mentre parliamo e so che lo stavi finanziando. Abbiamo recuperato i beni che stavate rubando, perciò non hai ottenuto nulla. È ovvio che non avevi abbastanza in termini di fondi fin dall'inizio. Altrimenti non avresti avuto bisogno di Miles e della sua banda per le rapine.»
«Ti assicuro, Waxillium, che non abbiamo nessun problema di solvibilità. Grazie. E non troverai nessuna prova che io o i miei soci abbiamo avuto nulla a che fare con le rapine. Abbiamo affittato a Miles il suo spazio, ma come avremmo potuto sapere quello che stava tramando? Armonia! Era un giustiziere rispettato.»
«Voi avete preso quelle donne.»
«Non c'è alcuna prova di questo. Solo speculazioni da parte tua. Alcuni Evanescenti giureranno sulle loro tombe che Miles ha stuprato e ucciso le donne. So per certo che uno di quegli Evanescenti è sopravvissuto. Anche se sono ancora curioso di come tu abbia fatto a trovarmi qui, su questo particolare treno.»
Waxillium non diede alcuna risposta a quella specifica domanda. «So che sei rovinato» disse invece. «Di' pure quello che vuoi, ma lo so. Dammi le donne e mia sorella. Raccomanderò ai giudici di mostrarti clemenza. Sì, hai finanziato un gruppo di rapinatori come investimento ad alto rischio. Ma hai detto loro esplicitamente di non far del male a nessuno e non sei stato tu a premere il grilletto e a uccidere Peterus. Suppongo sfuggirai all'esecuzione.»
«Tu supponi così tante cose, Waxillium» disse lord Ladrian. Mise una mano nella tasca della giacca e tirò fuori un bollettino piegato e una sottile agendina in cuoio nero. Li posò sul tavolo, il bollettino in cima. «Finanziare un gruppo di rapinatori come investimento ad alto rischio? È davvero questo che pensi?»
«Quello e rapire le donne» disse Waxillium. «Presumibilmente come mezzo di estorsione verso le famiglie.»
Quell'ultima parte era una menzogna. Waxillium non credette nemmeno per un momento che si trattasse di estorsione. Suo zio stava tramando qualcosa e, considerando il lignaggio di quelle donne, Waxillium sospettava che Marasi avesse ragione. Riguardava l'allomanzia.
Nutriva la speranza che suo zio non fosse coinvolto nella… riproduzione effettiva. L'idea stessa metteva Waxillium a disagio. Forse Ladrian stava semplicemente vendendo le donne a qualcun altro.
Bella cosa in cui sperare.
Ladrian picchiettò il bollettino. Il titolo riguardava delle notizie che stavano circolando per la città. La casata Tekiel era sull'orlo del fallimento. Avevano avuto troppa pubblicità negativa dalla rapina della settimana precedente, anche se il carico era stato recuperato. Questo, unito ad altri seri problemi finanziari…
Altri seri problemi finanziari.
Waxillium esaminò il bollettino. L'attività principale dei Tekiel era la sicurezza. Assicurazioni. Ruggine e Rovina! pensò, effettuando il collegamento.
«Una serie di attacchi mirati» disse Ladrian, sporgendosi in avanti, compiaciuto con sé stesso. «La casata Tekiel è condannata. Sono debitori per troppe perdite di valore. Questi attacchi e le richieste di risarcimento all'assicurazione hanno devastato la loro integrità finanziaria. Gli azionisti della compagnia stanno vendendo le quote per una miseria. Tu sostenevi che la mia situazione finanziaria era debole. Solo perché è stata dedicata a uno scopo specifico. Non ti sei ancora domandato perché la tua casata è sul lastrico?»
«Ti sei preso tutto tu» indovinò Waxillium. «Tu hai travasato le finanze della casata in… qualcosa. Da qualche parte.»
«Abbiamo appena ottenuto il controllo di una delle più potenti istituzioni finanziarie in città» disse Ladrian. «I materiali rubati stanno venendo restituiti e così, mentre ci siamo presi i debiti dei Tekiel acquistandoli, le richieste di risarcimento per i beni perduti presto saranno rese nulle. Io mi sono sempre aspettato che Miles venisse catturato. Questo piano non avrebbe funzionato altrimenti.»
Waxillium chiuse gli occhi, provando un senso di terrore. Sono corso dietro alle galline per tutto questo tempo, si rese conto. Mentre qualcuno rubava i cavalli.
Non si trattava di rapine o rapimenti.
Era una frode assicurativa.
«Ci serviva la sparizione temporanea dei beni» disse Edwarn. «E tutto ha funzionato alla perfezione. Grazie.»
I proiettili squarciarono il corpo di Miles. Marasi osservò, trattenendo il fiato, obbligando sé stessa a non trasalire. Era il momento di smettere di essere una bambina.
Gli spararono di nuovo. Con gli occhi aperti e i nervi saldi, fu in grado di guardare con orrore mentre le ferite iniziarono a guarire. Sarebbe dovuto essere impossibile. Lo avevano perquisito attentamente in cerca di metalloscorte. Eppure i fori di proiettili si richiusero e il suo sorriso si allargò, gli occhi folli.
«Siete degli stolti!» urlò Miles al plotone d'esecuzione. «Un giorno gli uomini di oro e rosso, i portatori degli ultimi metalli, verranno da voi. E sarete dominati da loro.»
Spararono di nuovo. Altri proiettili si conficcarono dentro Miles. Le ferite si chiusero di nuovo, non del tutto. Non aveva abbastanza guarigione nella metalloscorta che gli restava, ovunque l'avesse nascosta. Marasi si ritrovò a rabbrividire mentre una quarta raffica gli colpiva il corpo, provocando degli spasmi.
«Adorate» disse Miles, la voce che veniva meno, il sangue che colava dalla bocca. «Adorate Trell e attendete…»
La quinta raffica di colpi andò a segno e stavolta nessuna delle ferite guarì. Miles si afflosciò lì legato, gli occhi aperti e senza vita, fissi verso il terreno davanti a lui.
I conestabili parevano estremamente turbati. Uno di loro corse a controllare le pulsazioni. Marasi rabbrividì. Fino alla fine, Miles non era parso accettare la morte.
Ma era morto ora. Un Coagulante come lui poteva guarirsi ripetutamente, ma se avesse mai smesso di farlo - se avesse permesso che le ferite lo consumassero - sarebbe morto come chiunque altro. Proprio per essere sicuro, il conestabile più vicino sollevò una pistola e sparò a Miles tre volte da un lato della testa. Fu tanto raccapricciante che Marasi dovette voltarsi.
Era fatta. Miles Centovite era morto.
Voltandosi, però, vide una figura osservare dalle ombre al di sotto, ignorata dai conestabili. Quella figura si voltò, la veste nera che si increspava, e uscì attraverso un cancello che conduceva nel vicolo.
«Non riguarda solo l'assicurazione» disse Waxillium, incontrando gli occhi di Edwarn. «Voi avete preso le donne.»
Edwarn Ladrian non disse nulla.
«Io ti fermerò, zio» disse Waxillium piano. «Non so cosa state facendo a quelle donne, ma troverò un modo per fermarvi.»
«Oh, per favore, Waxillium» disse Edwarn. «Il tuo moralismo era già abbastanza noioso quando eri giovane. Il tuo retaggio dovrebbe renderti migliore di così.»
«Il mio retaggio?»
«Tu discendi da una dinastia nobile» disse Ladrian. «Risale direttamente al Consigliere degli Dèi in persona. Tu sei duomante e un allomante potente. È stato con grande rammarico che ho ordinato la tua morte, e l'ho fatto solo sotto la pressione dei miei colleghi. Sospettavo, speravo perfino, che saresti sopravvissuto. Il mondo ha bisogno di te. Di noi.»
«Parli come Miles» disse Waxillium, sorpreso.
«No» disse Ladrian. «Lui parlava come me.» Si infilò il fazzoletto nel colletto, poi iniziò a mangiare. «Ma tu non sei pronto. Provvederò che ti vengano mandate le informazioni del caso. Per ora, puoi ritirarti e riflettere su quello che ti ho detto.»
«Non penso proprio» disse Waxillium, infilando la mano nella giacca e prendendo una pistola.
Ladrian alzò lo sguardo con espressione compassionevole. Waxillium udì delle pistole che venivano armate e lanciò un'occhiata di lato, diversi giovani uomini con giacche nere si trovavano di fuori nel corridoio. Nessuno di loro portava alcun metallo sul proprio corpo.
«Ho quasi venti allomanti su questo treno, Waxillium» disse Edwarn, la voce fredda. «E tu sei ferito, a malapena in grado di camminare. Non hai uno straccio di prova contro di me. Sei certo che sia uno scontro che vuoi cominciare?»
Waxillium esitò. Poi bofonchiò e allungò una mano per spazzar via il pasto dal tavolo di suo zio. Piatti e cibo finirono sul pavimento con uno schianto mentre Waxillium si chinava in avanti, adirato. «Ti ucciderò un giorno, zio.»
Edwarn si appoggiò all'indietro. «Portatelo in fondo al treno. Gettatelo giù. Buona giornata, Waxillium.»
Waxillium cercò di allungare una mano verso suo zio, ma gli uomini si precipitarono dentro e lo afferrarono, strattonandolo via. Sia il fianco che la gamba avvamparono di dolore. Edwarn aveva ragione su una cosa. Non era quello il giorno per combattere.
Ma sarebbe arrivato.
Waxillium lasciò che lo trascinassero giù per il corridoio. Aprirono la porta in fondo al treno e lo gettarono fuori verso i binari che scorrevano rapidi lì sotto. Lui si rallentò con l'allomanzia, come senza dubbio si aspettavano avrebbe fatto, e atterrò per guardare il treno allontanarsi a tutta velocità.
Marasi corse nel vicolo accanto all'edificio del distretto. Sentì qualcosa agitarsi dentro di lei, una potente curiosità che non riusciva a descrivere. Doveva scoprire chi era quella figura.
Colse un'occhiata del bordo di una veste scura che spariva dietro un angolo. Le corse dietro, tenendo la borsetta ben stretta e mettendo dentro una mano per prendere il piccolo revolver che le aveva dato Waxillium.
Cosa sto facendo?, pensò una parte della sua mente. Sto correndo in un vicolo da sola?
Non era una cosa particolarmente sensata da fare. Lei sentiva solo di doverlo fare.
Corse per una breve distanza. L'aveva perso? Si soffermò a un incrocio, dove un vicolo ancora più piccolo si diramava dal primo. La curiosità era quasi insopportabile.
In piedi all'imbocco del vicolo più piccolo, ad attenderla, c'era un uomo alto in una veste nera.
Lei annaspò, indietreggiando. L'uomo era alto più di sei piedi e quella veste avvolgente gli conferiva un aspetto sinistro. Sollevò delle mani pallide e si abbassò il cappuccio, mostrando una testa rasata e un volto tatuato attorno agli occhi con un motivo intricato.
Conficcati in quegli occhi, di punta, c'erano quelli che sembravano un paio di grossi chiodi da ferrovia. Una delle orbite era deformata, come se fosse stata schiacciata, c'erano cicatrici guarite da tempo e sporgenze ossee sotto la pelle che guastavano i tatuaggi.
Marasi conosceva questa creatura dalla mitologia, ma vederlo la lasciò fredda, terrorizzata. «Occhidiferro» sussurrò.
«Mi scuso per averti portato qui a questo modo» disse Occhidiferro. Aveva una voce sommessa, roca.
«A quale modo?» disse lei, la voce che usciva quasi come uno squittio.
«Con l'allomanzia emozionale. A volte Tiro troppo forte. Non sono mai stato bravo quanto Breeze in questo genere di cose. Stai calma, bambina. Non ti farò del male.»
Lei provò all'istante un senso di calma, anche se le parve terribilmente innaturale e la lasciò con una sensazione ancora peggiore. Calma, ma disgustata. Una persona non sarebbe dovuta essere calma parlando con Morte in persona.
«Il tuo amico» disse Occhidiferro «ha scoperto qualcosa di molto pericoloso.»
«E tu vuoi che si fermi?»
«Fermarsi?» disse Occhidiferro. «Niente affatto. Voglio che sia informato. Armonia ha le sue opinioni su come vanno fatte le cose. Io non sono sempre d'accordo con lui. Stranamente, le sue convinzioni richiedono che permetta questo. Ecco.» Occhidiferro mise una mano nelle pieghe della cappa, tirando fuori un libricino. «Ci sono molte informazioni qui. Custodiscilo con cura. Puoi leggerlo, se desideri, ma consegnalo a lord Waxillium per conto mio.»
Marasi prese il libro. «Perdonami» disse, cercando di combattere l'intorpidimento che aveva messo dentro di lei. Stava davvero parlando con una figura mitologica? Stava impazzendo? Riusciva a malapena a pensare. «Ma perché non gliel'hai portato tu stesso?»
Occhidiferro rispose con un sorriso a labbra serrate, osservandola con le teste di quegli spuntoni argentei. «Ho come l'impressione che avrebbe tentato di spararmi. A lui non piacciono le domande senza risposta, ma fa il lavoro di mio fratello, ed è qualcosa che mi sento incline a incoraggiare. Buona giornata, lady Marasi Colms.»
Occhidiferro si voltò, la cappa che frusciava, e si allontanò lungo il vicolo. Si rimise il cappuccio mentre camminava, poi si sollevò in aria, scagliato dall'allomanzia sopra i tetti degli edifici vicini. Scomparve alla sua vista. Marasi tenne stretto il libro, poi lo fece scivolare dentro la borsetta, tremante.
Waxillium atterrò alla stazione ferroviaria, toccando terra più delicatamente che poteva dopo il volo allomantico lungo le rotaie. Atterrare gli fece comunque dolere la gamba.
Wayne sedeva sulla banchina, i piedi su un barile, fumando la sua pipa. Aveva ancora il braccio al collo. Non sarebbe stato in grado di guarirlo rapidamente: non aveva salute accumulata. Cercare di metterne da parte un po' adesso avrebbe avuto come solo risultato farlo guarire più lentamente, poi guarire più rapidamente quando avesse attinto alla metalloscorta, non cambiando, di fatto, nulla.
Wayne stava leggendo un romanzetto che aveva preso dalla tasca di qualcuno durante il loro viaggio in treno verso le tenute. Aveva lasciato al suo posto un proiettile di alluminio, che valeva cento volte il prezzo del libro. Ironia della sorte, la persona che l'avrebbe trovato probabilmente lo avrebbe gettato via, non rendendosi conto del suo valore.
Dovrò parlargli di nuovo di quello, pensò Waxillium, procedendo lungo la banchina. Ma non quel giorno. Quel giorno avevano altre preoccupazioni.
Waxillium si unì al suo amico ma continuò a fissare verso sud.
Verso la Città e suo zio.
«Non è male come libro» disse Wayne, sfogliando una pagina. «Dovresti leggerlo. Parla di conigli. Conigli parlanti. Una cosa davvero incredibile.»
Waxillium non replicò.
«Allora era tuo zio?» chiese Wayne.
«Sì.»
«Accipicchia. Ti devo un biglietto da cinque, allora.»
«La scommessa era per venti.»
«Sì, ma tu mi devi quindici.»
«Ah sì?»
«Certo, per quella scommessa che ho fatto che mi avresti aiutato con gli Evanescenti.»
Waxillium si accigliò, guardando il suo amico. «Non ricordo quella scommessa.»
«Non eri lì quando l'abbiamo fatta.»
«Non ero lì?»
«Già.»
«Wayne, non puoi fare scommesse con persone che non sono presenti.»
«Posso,» disse Wayne, infilandosi il libro in tasca e alzandosi in piedi «se avrebbero dovuto essere li. E tu avresti dovuto, Wax.»
«Io…» Come rispondere a quello? «Io ci sarò. D'ora in poi.»
Wayne annuì, guardando verso Elendel.
Si elevava in lontananza, i due grattacieli in competizione che si innalzavano su un lato della città, altri più piccoli che crescevano come cristalli dal centro della metropoli in espansione.
«Sai,» disse Wayne «mi sono sempre chiesto come sarebbe stato venire qui, trovare la civiltà e tutto quanto. Non mi ero reso conto.»
«Reso conto di cosa?» domandò Waxillium.
«Che questa è davvero la parte incivile del mondo» disse Wayne. «Che la nostra vita era facile, là, oltre le montagne.»
Waxillium si ritrovò ad annuire. «Sai essere molto saggio a volte, Wayne.»
«Tutto grazie alla mia capoccia» disse Wayne, dandosi dei colpetti alla testa, marcando il proprio accento. «È quel che fo col mio cervello. Per la maggior parte del tempo, almeno.»
«E il resto del tempo?»
«Il resto del tempo, mica penso così tanto. Ché se lo facessi, me ne tornerei di corsa indove le cose son semplici. Capisci?»
«Capisco. E noi dobbiamo restare, Wayne. Ho del lavoro da fare qui.»
«Allora ci assicureremo di farlo» disse Wayne. «Proprio come sempre.»
Waxillium annuì, infilando una mano nella manica e tirando fuori un sottile libro nero.
«Quello cos'è?» chiese Wayne, incuriosito.
«L'agenda di mio zio» disse Waxillium. «È piena di annotazioni e appuntamenti.»
Wayne fischiò piano. «Come gliel'hai presa? Urto con la spalla?»
«Spazzata del tavolo» disse Waxillium.
«Bravo. Lieto di sapere che ti ho insegnato qualcosa di utile in tutti questi anni. Con cosa l'hai scambiata?»
«Una minaccia» disse Waxillium, tornando a guardare Elendel. «E una promessa.»
Sarebbe andato fino in fondo a quella storia. Onore delle Lande. Quando uno dei tuoi si faceva corrompere, era compito tuo assicurarti di ripulire le cose.