Cenni biografici

 

Samuel Beckett è nato nel 1906 a Foxrock presso Dublino. La sua famiglia, appartenente al ceto medio irlandese protestante, lo manda, secondo le norme, appunto in una scuola protestante di Dublino per i primi studi e la prima educazione. Cresce in un'atmosfera rigidamente puritana, e a quattordici anni entra in un collegio anglo-irlandese di Enniskillen, la Portora Royal School, dove si distingue per attitudini sportive ma non soltanto per queste, dato che risulta allievo di particolare sensibilità e impegno. Nel collegio, fra l'altro, approfondisce la sua conoscenza della letteratura e della lingua francese, che diventerà a un certo punto la sua lingua.

Dopo tre anni passa al Trinity College dell'Università di Dublino; qui, nel 1927, gli viene conferito il diploma di "bachelor" in francese e italiano, con meriti così brillanti da ricevere l'incarico di rappresentare l'Università alla Scuola Normale Superiore di Parigi (in occasione di uno scambio di lettori). Infatti si trasferisce a Parigi, dopo un breve periodo d'insegnamento a Belfast: vi rimarrà due anni e avrà incontri determinanti con gli ambienti culturali della città'. Soprattutto con James Joyce e il suo entourage.

È di quegli anni il saggio di Beckett intitolato Da Dante a Bruno, da Vico a Joyce. Non stiamo qui a ricordare tutte le sue prove letterarie e le relative date (si veda la bibliografia). Noteremo soltanto che con il poema Whoroscope ottenne un considerevole premio letterario.

Torna a Dublino nel 1931 perché nominato assistente di lingue romanze all'Università. Si perfeziona, ottiene altri titoli e presenta le dimissioni abbandonando la carriera accademica. Pubblica il saggio su Proust, fa qualche puntata in paesi europei, Germania e Italia, e nel 1937 è a Parigi dove si stabilisce. Qui gli accade la famosa e "assurda" avventura del barbone che lo pugnala alle spalle. Uscito dall'ospedale, vuole conoscere il suo ignoto feritore e cerca di aiutarlo. Prendiamo nota della risposta data dall'enigmatico individuo a Beckett, che gli aveva domandato perché lo aveva colpito. Una risposta che corrisponde all'inspiegabilità della condizione umana contro la quale lo stesso Beckett doveva dibattersi: "Non lo so".

Lo scoppio della guerra lo trova temporaneamente in Irlanda, che subito lascia per tornare in Francia. Qui, al momento dell'invasione tedesca, si unisce al movimento della Resistenza, vive avventurosamente come partigiano fino all'agosto del 1942, quando riesce a sfuggire alla Gestapo che lo cercava. Rifugiatosi in territorio libero, lavora per un certo tempo come contadino. Dopo la Liberazione passa in Irlanda entrando a far parte, volontariamente, della Croce Rossa. Torna un'altra volta in Francia sulla fine del 1945, e agli inizi del 1946 riprende a vivere a Parigi a contatto (ma con molta discrezione) dell'ambiente letterario. Vive di traduzioni. La stagione del successo comincerà nel 1953, con la rappresentazione di Aspettando Godot. Continuerà ad abitare a Parigi con la moglie, oppure in campagna dove ha una casa intorno alla quale ha fatto costruire un muro che gli impedisce di vedere i luoghi circostanti, in verità molto belli.