Il Caso Del Lituano
El caso del
lituano / Muerte en el gimnasio / La voz de la
Sangre
(2005)
In una breve nota a questo libro, Alicia Giménez-Bartlett spiega ai suoi lettori la scelta di una forma narrativa inusuale per lei come il racconto. Queste brevi inchieste di Petra Delicado e del suo vice Garzón le erano state commissionate dal quotidiano «El Mundo» che le pubblicò nelle setti-mane centrali del mese di agosto. E forse al mescolarsi della scansione quotidiana, insieme alla familiarità con la forma romanzo questa raccolta deve l'interesse e l'originalità. Ciascuno dei racconti sviluppa un soggetto complesso, quasi base di un romanzo in-dipendente. Eppure al contempo le tre inchieste scorrono fluide l'una dentro l'altra, come un giorno segue l'altro senza dare il senso di una rigida separazione. E la continuità di tempo vissuto, accresce una specie di effetto reale. L'omicidio del bell'immigrato dall'agiatezza inspiegabile; la morte orrenda del bullo da palestra; la strage delle quattro prostitute di una madame dal cuore tenero: la stessa periferia emarginata li tiene assieme, dando la sensazione fisica dello squallore affannato che aggredisce i due investigatori non appena escono dal commissariato. Ma soprattutto li unisce in un continuo il dialogo tra i due protagonisti: battibecchi futili, battute, prese in giro, malumori, slanci di affetto repressi, sfoghi, confidenze. Petra e Fermín fanno il commento al vivo del caos della strada che li sommerge nei fatti e moralmente; ma in realtà si scontrano due visioni opposte degli stessi problemi inquietanti e si sostengono, aggrappandosi l'una all'altra, due uguali pietà. E il distacco ironico cori-cui l'autrice maneggia la crudezza del soggetto delle sue storie. Estraendone deliziosi e assolutamente originali polizieschi in forma di commedia. Commedie nere, con un sottofondo serissimo di amarezza per le sofferenze di chi è debole, e di solidarietà.
Traduzione dallo spagnolo di Maria Nicola
I racconti che avete fra le mani sono stati scritti per un quotidiano spagnolo che li pubblicò per tre anni consecutivi durante la settimana centrale del mese di agosto. Avevo accettato quell'incarico perché era pagato molto bene e perché non avevo mai scritto racconti che avessero Petra come star e protagonista.
Vi confesserò che il formato e le consuetudini letterarie che regolano il racconto mi risultano straordinariamente difficili. Il mio terreno, senza dubbio, è il romanzo, nella cui estensione mi muovo con maggiore agio. Pungolata forse dalla paura della mia stessa limitazione, ho cominciato a scrivere con impegno. La difficoltà era accresciuta dal fatto che il capitoletto giornaliero doveva avere un principio che invitasse alla lettura e un finale che lasciasse al lettore la voglia di sapere come continua la storia. Il lettore di un quotidiano non è come il lettore di un libro. Non ha compiuto quell'atto di volontà che è implicito nel fatto di scegliere un libro di un determinato autore. In ogni momento, può smettere di leggere, cosa che, naturalmente, non andava bene alla redazione del giornale, e neppure a me. Poteva perfino darsi il caso che un potenziale nuovo lettore perdesse ogni desiderio di conoscere i miei detective Petra e Garzón se la qualità del racconto non gli fosse parsa all'altezza.
Insomma, più di una volta mi pentii di avere accettato quella sfida, e fui tentata di rinunciare. Ma alla fine (uno scrittore è sempre molto masochista), mi armai di coraggio e riuscii a scrivere un racconto che non era poi così male. L'accoglienza del pubblico fu buona, e l'incarico si ripeté, finché il giornale non smise di proporre racconti estivi. Questo mi dimostrò che bisogna essere coraggiosi nella vita, e che Petra e il suo amato collega potevano pure indossare abiti un po' più stretti di quelli che portano di solito.
Questi racconti non verranno pubblicati, né in Spagna, né in altri paesi, in forma di libro. Solo i lettori italiani li vedranno in questa veste. Ciò non si deve soltanto a questioni di diritti e di contratti, ma alla dichiarazione d'amore che mi avete rivolto voi, in Italia. Approfitto di queste righe per rendere pubblica la mia risposta: «Signori, potete star sicuri che anch'io vi amo. Il prossimo passo non è che il matrimonio. Decidete voi la data, la mia risposta sarà sempre: Sì»
Alicia Giménez-Bartlett
Barcellona, giugno 2005