NOTE
Storia di Tomoda e Matsunaga
1 Data l’importanza che le date hanno nel contesto, si è mantenuto il sistema giapponese dando il corrispondente occidentale tra parentesi. Il periodo Meiji va dal 1868 al 1912, il periodo Taishō dal 1912 al 1926.
2 Kanzeon è il bodhisattva Kannon, la divinità misericordiosa che salva gli esseri umani dalle sofferenze e dai pericoli. Il culto di Kannon è noto sin dall’antichità. A partire dagli inizi del XII secolo si diffuse l’abitudine di effettuare il pellegrinaggio ai trentatré luoghi consacrati a Kannon, al quale fa riferimento il testo.
3 Il suffisso kan di Jūbankan (lett.: Dieci-Numero-Casa) indicava un edificio all’occidentale, in muratura, e aveva per il giapponese di epoca Meiji-Taishō un sapore esotico, da «straniero». Nel contesto per di più ospita un bordello. Lo stesso vale per il Nijūnanabankan (lett.: Ventisette-Numero-Casa), il secondo «rifugio» di Tomoda. Per facilitare la lettura, in traduzione si sono resi i due termini rispettivamente con Casa Numero Dieci (o Casa Dieci, talvolta solo Dieci), e con Casa Numero Ventisette (o Casa Ventisette, Ventisette).
4 Araki Mataemon (1599-1638) fu un famoso spadaccino che aiutò un suo parente, Watanabe Kazuma, a condurre a termine la vendetta (katakiuchi) contro Kawai Matagorō. Tale azione è una delle tre famose storie di vendetta del Giappone, le altre due essendo quella dei fratelli Soga e quella dei quarantasette rōnin di Akō, tutte celebrate in testi teatrali e recitativi popolari. Matsuo Bashō (1644-1694) è il rinomato poeta di haiku.
5 Termine in auge a Edo [Tōkyō] in particolare all’inizio del XIX secolo. Di complessa definizione, definisce l’eleganza, la sensualità, lo stile imperanti nei quartieri di piacere.
6 Obi è l’alta e rigida fascia di broccato decorato che, fissata dietro con un ampio nodo, serve a tenere chiuso il kimono.
7 Iroke è il fascino innato della donna, talvolta reso con charme.
8 Il miso è pasta di soia bollita e fermentata, con aggiunta di sale, lievito e altri ingredienti. Molto usato nella cucina giapponese come condimento e per conservare gli alimenti.
9 Secondo l’unità di peso giapponese venti kan e mezzo.
10 Lo shamisen () è uno strumento musicale a tre corde suonato con un
plettro d’avorio. La cassa armonica è ricoperta di pelle di gatto.
Strumento caratteristico della geisha.
11 Il misoshiru è un brodo di miso con aggiunta di alghe e altre verdure.
Il caso ai Bagni Yanagi
12 Complesso buddhista di Ryūsenji, a Meguro.
13 Oggi Higashi Ueno.
14 Complesso buddhista di Shōnenji.
15 Marishitensan è il nome del festival dedicato alla divinità buddhista della ricchezza e della guerra, di solito celebrato l’ultimo sabato di agosto.
16 Eugène Carrière (Gournay-sur-Marne, 16 gennaio 1849 - Parigi, 27 marzo 1906) è stato un pittore francese rappresentante del movimento simbolista.
17 Noto anche semplicemente come agar, è un gelificante naturale e ricavato da alghe rosse.
18 Edulcorante di origine giapponese.
19 Nome scientifico Colocasia esculenta, tubero di origine polinesiana simile per consistenza alla patata.
20 Bevanda dolce prodotta aggiungendo farina kudzu ad acqua calda, tradizionalmente servita come dessert durante i mesi invernali.
21 Specie di alga commestibile di origine giapponese.
22 Collante di origine naturale ricavato da alghe giapponesi.
Per la strada
23 Unità di misura corrispondente all’incirca a 109 metri.
24 Il 1913 secondo il calendario gregoriano.
25 Il 1919 secondo il calendario gregoriano.
26 Il 1917 nella datazione occidentale.
27 Corrispondente al 1918.
28 Fettuccine gelatinose ricavate dall’agar-agar.
Io
29 Si tratta del Liceo Daichikotogakkō o Kōryōkoko, all’epoca prestigioso perché dava accesso all’Università di Tōkyō.
Uno stralcio di un verbale - Dialogo
30 Il 1912 secondo il calendario gregoriano.
31 Corrispondente al 1914.
32 Il 1917 secondo il calendario gregoriano.
33 Tipico locale giapponese dove è possibile consumare cibo e alcolici, assimilabile a un’osteria o a un pub.
34 Un chō equivale circa a 109 metri.
35 Il termine giapponese
originale, ai no te (), fa
riferimento a un breve intermezzo strumentale suonato con lo
shamisen. L’ai no te si frapponeva tra i brani
cantati (nagauta
, “canzoni
lunghe”) del kabuki (
伎), forma di teatro popolare giapponese
sorta all’inizio del XVII secolo che si fonda
sull’interpretazione drammatica, il canto e la danza dell’attore su
cui verte l’intera esibizione.
Il movente di un delitto
36 Nel libro XI dei Dialoghi di Confucio, quest’ultimo critica uno dei propri discepoli, Răn Yóu, per aver preteso la riscossione di imposte ingiuste, e aizza gli altri seguaci contro di lui tuonando: «Răn Yóu non è più un mio seguace! Miei discepoli, potete battere i tamburi per denunciarlo!» (cfr. Confucio, Dialoghi, a cura di Tiziana Lippiello, Torino, Einaudi, 2006, p. 125). Questa frase ha assunto valore idiomatico nel significato di “contestare qualcuno nel momento in cui sbaglia”.