II.



(Tanto che adesso, passati cinquecento milioni d'anni, mi guardo intorno e vedo sopra lo scoglio la scarpata ferroviaria e il treno che ci passa sopra con una comitiva di ragazze olandesi affacciate al finestrino e nell'ultimo scompartimento un viaggiatore solo che legge Erodoto in un'edizione bilingue, e sparisce nella galleria sopra alla quale corre la strada camionale con il cartellone «Volate Egyptair» che rappresenta le piramidi, e un motofurgoncino di gelati tenta di sorpassare un camion carico di copie della dispensa «Rh-Stijl» di una enciclopedia a dispense ma poi frena e si riaccoda perché la visibilità è impedita da una nuvola di api che attraversa la strada proveniente da una fila di alveari situati in un campo da cui certamente un'ape regina sta volando via tirandosi dietro tutto uno sciame in senso contrario al fumo del treno rispuntato all'altra estremità della galleria, cosicché non si vede più nulla per questo strato nuvoloso di api e fumo di carbone, se non alcuni metri più sopra un contadino che rompe la terra a colpi di zappa e senza accorgersene riporta alla luce e torna a sotterrare un frammento di zappa neolitica simile alla sua, in un orto che circonda un osservatorio astronomico con i telescopi puntati al cielo e sulla cui soglia la figlia del custode siede leggendo gli oroscopi di un settimanale che ha in copertina il viso della protagonista del film Cleopatra, vedo tutto questo e non provo nessuna meraviglia perché il fare la conchiglia implicava anche fare il miele nel favo di cera e il carbone e i telescopi e il regno di Cleopatra e i film su Cleopatra e le piramidi e il disegno dello zodiaco degli astrologi caldei e le guerre e gli imperi di cui parla Erodoto e le parole scritte da Erodoto e le opere scritte in tutte le lingue comprese quelle di Spinoza in olandese e il riassunto in quattordici righe della vita e delle opere di Spinoza nella dispensa «Rh-Stijl» dell'enciclopedia sul camion sorpassato dal motofurgoncino dei gelati e così nel fare la conchiglia mi pare d'aver fatto anche il resto.


Mi guardo intorno e chi cerco? è sempre lei che io cerco innamorato da cinquecento milioni di anni e vedo sulla spiaggia una bagnante olandese cui un bagnino con la catenella d'oro mostra per spaventarla lo sciame d'api in cielo, e la riconosco, è lei, la riconosco dal modo inconfondibile di sollevare la spalla fin quasi a toccarsi una guancia, ne sono quasi sicuro, anzi direi assolutamente sicuro se non fosse per una certa somiglianza che ritrovo anche nella figlia del custode dell'osservatorio astronomico, e nella fotografia dell'attrice truccata da Cleopatra, o forse in Cleopatra com'era veramente di persona, per quel tanto della Cleopatra vera che sopravvive in ogni rappresentazione di Cleopatra, o nell'ape regina che vola in testa allo sciame per lo slancio inflessibile con cui avanza, o nella donna di carta ritagliata e incollata sul parabrezza di plastica del motofurgoncino dei gelati, in un costume da bagno uguale a quello della bagnante sulla spiaggia la quale adesso ascolta da una radiolina a transistor una voce di donna che canta, la stessa voce che sente dalla sua radio il camionista dell'enciclopedia, e anche la stessa che io ormai sono sicuro di aver sentito per cinquecento milioni d'anni, è certamente lei quella che sento cantare e di cui cerco intorno un'immagine e non vedo altro che gabbiani planare sulla superficie del mare dove affiora lo scintillio d'un branco di acciughe e per un momento sono convinto di riconoscerla in un gabbiano femmina e un momento dopo ho il dubbio che invece sia un'acciuga, però potrebbe essere ugualmente una qualsiasi regina o schiava nominata da Erodoto o solamente sottintesa nelle pagine del volume messo a segnare il posto del lettore uscito nel corridoio del treno per attaccare discorso con le turiste olandesi, o una qualsiasi delle turiste olandesi, di ognuna di queste posso dirmi innamorato e nello stesso tempo sicuro d'essere innamorato sempre di lei sola.


E più mi arrovello d'amore per ciascuna di loro, meno mi decido a dire loro: «Sono io.!» temendo di sbagliarmi e ancor più temendo che sia lei a sbagliarsi, a prendermi per qualcun altro, per qualcuno che da quanto lei sa di me potrebbe anche essere scambiato con me, per esempio il bagnino con la catenella d'oro, o il direttore dell'osservatorio astronomico, o un gabbiano, o un'acciuga maschio, o il lettore di Erodoto, o Erodoto in persona, o il gelataio motociclista che ora è sceso sulla spiaggia per una stradina polverosa in mezzo ai fichi d'India ed è attorniato dalle turiste olandesi in costume da bagno, o Spinoza, o il camionista che ha nel suo carico la vita e l'opera di Spinoza riassunte e ripetute duemila volte, o uno dei fuchi che agonizzano in fondo all'aveare dopo aver compiuto il loro atto di continuazione della specie).

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