La Caduta.
Era gennaio. Gelava. I dieci uomini presenti avevano il bavero del cappotto rialzato, le mani affondate nelle tasche.
Si scambiavano frasi slegate battendo i piedi per terra e lanciando tutti occhiate furtive dalla stessa parte.
Solo Maigret se ne stava in disparte, il collo insaccato nelle spalle, e una faccia così ringhiosa che nessuno osava rivolgergli la parola.
Nelle case vicine qualche finestra si illuminava, stava spuntando l’alba. Da qualche parte lo scampanellare dei tram.
Finalmente il fruscio di una vettura, lo sbattere di una portiera, il rumore di scarpe pesanti, qualche ordine lanciato a mezza voce.
Un giornalista prendeva appunti, a disagio. Un uomo si voltò.
Radek scese rapidamente dal cellulare, volse intorno le pupille chiare, nel cui grigiore erano riflessi infiniti d’oceano.
Lo tenevano, dai due lati. Ma lui non si agitava, e si avviò con passo fermo verso il patibolo. Fu in quel momento che scivolò ad un tratto sul nevischio. Cadde. Temendo un tentativo di ribellione i guardiani si precipitarono per tenerlo fermo.
Durò qualche secondo. Ma quella caduta fu forse più penosa di tutto il resto, penoso soprattutto fu il viso del condannato quando si rialzò. Aveva perduto tutto il suo prestigio, tutta la sicurezza che si era imposta.
Il suo sguardo cadde su Maigret, che aveva chiesto di assistere all’esecuzione.
Il commissario cercò di guardare altrove.
“È venuto...” Qualcuno s’impazientiva. I nervi erano tesi nell’ansia dolorosa di abbreviare la scena. Allora, con un sorriso sarcastico, Radek guardò lo strato di nevischio, poi indicando la ghigliottina sogghignò: “Fallito!” Qualcuno parlò. La tromba di un’automobile risuonò in una strada vicina.
Fu Radek a rimettersi in cammino per primo, senza guardare nessuno.
“Commissario...” Ancora un minuto, forse, e tutto sarebbe finito La voce aveva uno strano suono.
“Lei, poi, ritornerà da sua moglie, non è vero?... Le avrà preparato il caffè...” Maigret non vide altro, non udì altro! Era vero! Sua moglie l’attendeva, nella stanza da pranzo tiepida, dove era pronta la prima colazione.
Senza sapere perché, Maigret non osò rincasare.
Rientrò direttamente al Quai des Orfèvres, caricò al massimo la stufa, la riattizzò con veemenza sino quasi a spezzarne la griglia.