RINGRAZIAMENTI
Nella mia vita ho avuto molte fortune, ma una delle più recenti risale al giorno in cui Alexander Blenkinsopp mi disse che mi avrebbe aiutato a scrivere questo libro. Avevo già collaborato con Alex all’Ufficio per la tutela finanziaria dei consumatori e nella mia campagna elettorale per essere eletta al Senato, quindi sapevo già che era un tipo intelligente, disciplinato, laborioso. Ma è stato mentre lavoravo a questo libro che ho apprezzato tutto il suo entusiasmo per rendere l’America un Paese migliore. Ho scoperto che riusciva a restare allegro e di buonumore anche quando doveva soddisfare richieste quasi impossibili e rispettare scadenze fin troppo ravvicinate. E mentre provava a tenermi costantemente sul pezzo, ho imparato che ha anche la tempra di un sergente istruttore. Sono in debito con lui per avermi aiutato a raccontare la storia di quello che è successo al ceto medio americano e come possiamo fare per ricostruirlo.
Ho un enorme debito di riconoscenza anche con mia figlia Amelia Warren Tyagi, insieme alla quale ho scritto due altri libri. Nonostante l’impegno richiestole come presidente di un’azienda in crescita e come madre dei miei tre splendi nipoti, è stata indispensabile anche per questo libro, aiutandomi a non mollare, a non perdere di vista le questioni più importanti e a dare forma ai miei pensieri, il tutto senza mai farmi mancare i suoi consigli, che molte volte iniziavano con «mamma, stai diventando di nuovo noiosa». Se in qualche modo sono riuscita nella difficile impresa di dire qualcosa di importante senza esserlo, buona parte del merito è suo.
Ho avuto anche la fortuna di avere ottimi amici disposti a leggere le prime bozze e a indicarmi quali parti non erano abbastanza chiare o meritavano di essere sviluppate, suggerendomi di aggiungere qualche titolo, migliorare alcuni paragrafi e cassare alcune storie. Sareste troppi da nominare, e non vorrei dimenticare nessuno. Sapete chi siete, e spero sappiate che vi sono profondamente grata. Ringrazio per il loro aiuto anche Daniel Morrocco e Irina Şubulică, che hanno lavorato molte ore con pochissimo tempo a disposizione.
I grafici del libro sono stati una vera sfida, perché volevo che i dati e il modo in cui sono rappresentati fossero chiari e interessanti. Michelle LeClerc è riuscita nell’impresa, proponendo con grande perizia e pazienza innumerevoli versioni e modifiche, mentre insieme ce la mettevamo tutta per fare le cose nel miglior modo possibile. Grazie anche a James O’Mara, che ha assistito Michelle curando con sollecitudine tutti i particolari.
Sono profondamente grata alle persone che hanno voluto condividere con me le loro storie, e ho fatto del mio meglio per restare fedele a quanto mi hanno raccontato; quando mi è stato chiesto, ho nascosto dettagli che potevano rivelare la loro identità. Mike Belleville è una persona davvero speciale, e l’incrollabile determinazione con cui ha insistito con il Congresso per finanziare una maggiore ricerca sull’Alzheimer è stata un’ispirazione per me e, spero, per molti altri. Voglio ringraziare anche Mike e sua moglie Cheryl per il loro aiuto. Anche Michael J. Smith è stato estremamente generoso con il suo tempo, confidandosi e raccontandomi i particolari di periodi molto dolorosi della sua vita, convinto che in questo modo avrebbe potuto essere utile ad altri. Grazie a Michael, a sua moglie Janet e alla loro figlia Ashley.
Ho un enorme debito di riconoscenza anche nei confronti di Gina e Kai. Non posso dire su di loro molto più di quanto abbiamo concordato di includere nel libro, ma il loro coraggio di fronte a un mondo che sembra schierato contro di noi mi rende orgogliosa di averle conosciute. Faranno parte della mia vita per sempre.
Il mio editore John Sterling mi aveva già aiutato in modo straordinario per il mio libro precedente, A Fighting Chance. Gli sono profondamente grata per aver accettato di condividere i suoi considerevoli talenti e le sue brillanti intuizioni anche per questo libro. Senza di lui, dubito che mi sarei imbarcata in questa impresa. Stephen Rubin, presidente e editore di Henry Holt, Sara Bershtel, editore di Metropolitan Books, Maggie Richards, vice-editore e responsabile vendite e marketing di Holt, e Pat Eisemann, responsabile pubblicità di Holt, sono stati la squadra migliore con cui lavorare. Rick Pracher ha ideato la splendida copertina [dell’edizione USA, n.d.r.], e Kelly Too ha fatto un eccellente lavoro con la grafica: entrambi mi hanno ricordato quanto possono essere visivamente creative alcune persone e, anche se io non lo sono, apprezzo il valore dei risultati. Kenn Russell, direttore editoriale di Holt, ci ha mantenuti in carreggiata nonostante i tempi molto stretti, e la redattrice Bonnie Thompson ha fatto un lavoro di prim’ordine nel garantire che il testo fosse leggibile e chiaro. È stata di grande aiuto anche Fiona Lowenstein, valida assistente di John. Tutti da Holt sono veri professionisti, ma sono anche persone che amano i libri e le storie che attraverso quei libri possono essere raccontate. Sono grata a tutti loro.
Ancora una volta, Bob Barnett è stato un confidente premuroso, sempre pronto a dispensare un saggio consiglio o un commento incredibilmente divertente.
Le idee alla base di questo libro le avevo già formulate durante i miei anni come docente universitaria, ma se finora sono riuscita a condurre molte delle battaglie per cui credo che valga la pena combattere, il merito va a tutti i talentuosi consiglieri che ho avuto la fortuna di conoscere nel corso degli anni e agli instancabili collaboratori nei miei uffici di Boston, Springfield e Washington. Si buttano nel loro lavoro con incredibile dedizione e sorprendente abilità, condividendo con me la visione di un’America costruita sul rispetto e sulle opportunità per tutti. Che si tratti di aiutare un reduce a ottenere l’indennità che gli sarebbe dovuta, organizzare una tavola rotonda sull’assistenza sanitaria o indagare su ciò che succede alla SEC, continuano a combattere per ciò che è giusto. Voglio un gran bene a ciascuno di loro e sono piena di gratitudine per tutto ciò che rendono possibile.
Sono profondamente grata anche ai cittadini del Massachusetts. Li ringrazio per aver dato una possibilità a qualcuno che, come me, era alla sua prima candidatura, e per avermi voluto sul ring di Washington a combattere per loro. Giorno dopo giorno, faccio del mio meglio per essere la loro voce a Washington, e giorno dopo giorno loro mi ricordano quale sia la posta in gioco per milioni di persone straordinarie, laboriose e generose. Siete voi a darmi la forza e la motivazione per perseverare in questa lotta, nonostante tutto. Rappresentare questo grande Stato è per me un immenso onore.
Infine, un profondo ringraziamento alla mia famiglia. Ho già menzionato Amelia, ma anche tutti gli altri hanno apportato il loro personale contributo. Non c’è nessuno di più divertente – e più interessante – con cui discutere di un problema di mio figlio Alex Warren e, come avrà modo di scoprire, molte fra le idee spuntate nel corso delle nostre conversazioni telefoniche sono finite nelle pagine di questo libro. Elise Warren e Sushil Tyagi non sono soltanto due suoceri pazienti, ma membri amatissimi della nostra famiglia; grazie a loro siamo diventati un clan più forte e felice. I miei nipoti Octavia, Lavinia e Atticus rendono la vita infinitamente più preziosa e decisamente più divertente. Il mio ultimo ringraziamento va a Bruce: ultimo perché, quando decido di provare a ringraziarlo, sento che il cuore trabocca e finisco le parole.