REGESTO
Sono qui elencati i principali personaggi citati nelle lettere di Chesterfield.
AIGUILLON, Anne-Charlotte de Crussol-Florensac (1700 circa-1772), duchessa di. Andata sposa nel 1731 ad Armand-Louis de Vignerot, duca e pari d’Aiguillon, ebbe tra gli ospiti del suo palazzo a Parigi Maupertuis, Montesquieu (che assistette durante l’agonia) e Voltaire. Chiamata la grosse duchesse, tradusse Pope, Épître d’Héloïse à Abélard (Genève, 1758) e lo pseudo-Ossian (Carthon, London, 1762). A lei l’abate di Guasco (cfr. oltre) aveva dedicato nel 1749 le Satires de monsieur le prince Cantémir, avec l’histoire de sa vie, versione italiana di versi russi composti da Antiochus Cantemir, ambasciatore di Russia alla corte di Francia.
AILLON, Monsieur di. Uno degli informatori francesi di Chesterfield a Parigi. Si veda anche la voce Tollot.
ALBEMARLE, Lord, William Anne, secondo conte di. Figlio di Arnold Joost Van Keppel e di Geertruid Johanna Quirina Van der Duyn, nacque a Whitehall il 5 giugno 1702 ed ebbe come madrina la regina Anna. Generale, combatté a Fontenoy e a Culloden contro i giacobiti, e fu inviato in Francia in qualità di ambasciatore straordinario nel 1748. Vi tornò poi nel 1754 con l’incarico di ottenere la liberazione di alcuni sudditi britannici prigionieri dei francesi in America. Morì all’improvviso il 22 dicembre 1754. Nel 1723 aveva sposato Ann Lenox, figlia di Charles, primo duca di Richmond, dalla quale ebbe otto figli e sette figlie. Era uomo di grande prodigalità: Horace Walpole racconta che dissipò del tutto la propria fortuna e quella della moglie, entrambe notevoli, senza lasciare un penny né ai figli legittimi né a quelli illegittimi, che erano numerosi. La sua corrispondenza tra il 1732 e il 1754 è conservata al British Museum.
ALESSANDRO VII si veda la voce Chigi.
B... Si tratta dei principi Borghese; il private joke di definirli «figliastri» derivava dai rapporti molto privilegiati che Chesterfield aveva avuto con la loro madre, Agnese Colonna, principessa Borghese.
BABODILLA, Nicola (1511-1590). Fu uno dei primi sette seguaci di Ignazio di Loyola.
BENTLEY, Richard (1662-1742). Erudito e filologo, che Chesterfield considerava un pedante, e che satireggiò, facendolo discutere con Orazio, in un Dialogue of Dead che fa parte delle sue Miscellaneous Pieces (1777).
BERKENRODE, Madame de. Si tratta della moglie di L’Estevenou de Berkenrode, ambasciatore d’Olanda a Parigi. Secondo il duca di Luynes, era giovane, graziosa, e adorava la danza. Per Walpole, le sue avventure galanti a Parigi la portarono a separarsi dal marito.
BISSY, fratelli. Claude (1721-1810), il maggiore, affiancò alla carriera militare l’attività letteraria, che nel 1750 lo portò a occupare all’Académie française il seggio che era stato dell’abate Terrasson. Di Bolingbroke tradusse Idea of a Patriot King e alcune tra le Letters on the Study and Use of History; tradusse inoltre le due prime parti di Night Thoughts on Life, Death, and Immortality di Edward Young. Il fratello minore, Henri-Charles (1726-ghigliottinato il 26 luglio 1794), seguì a sua volta la carriera militare partecipando ad alcune campagne, e lasciò un certo numero di scritti.
BLESSINGTON, Lord e Lady. Si tratta di William Stewart (1709-1769), visconte di Mountjoy, ed Eleonor (?-1774); Lord Mountjoy era il loro unico figlio.
BLOT (la petite Blot), Marie-Cécile-Pauline, Madame de. Sua madre, Madeleine-Angélique, sorella di Madame de Monconseil, aveva sposato nel 1730 Monsieur d’Ennery. Lei andò sposa a quindici anni, nel 1749, a Gilbert de Chavigny, barone di Blot-le-Château. Fu dama d’onore della duchessa di Orléans. Il 14 aprile 1774 Madame du Deffand scriveva a Walpole: «Il suo aspetto e il suo contegno si impongono; ha molti ammiratori».
BOCAGE, Madame du. Donna colta, nata a Rouen da una famiglia di magistrati e di commercianti, Madame du Bocage (o du Boccage) fu membro delle accademie di Lione, Roma, Padova e Bologna. Definita da Voltaire «la Saffo di Normandia», pubblicò Le Paradis terrestre, imitazione ottimista del Paradise Lost di Milton. Nel 1749 fece rappresentare una commedia, Les Amazones, messa in scena dalla compagnia reale, e pubblicò un’epopea dedicata a Cristoforo Colombo e alla scoperta del Nuovo Mondo, dal titolo La Colombiade. Cfr. Roland Virolle, Madame du Bocage, Voltaire, le pape et Christophe Colomb, in Le siècle de Voltaire. Hommage à René Pomeau, vol. II, Bibliografia, pp. 953-64, e l’articolo dello stesso autore in «Etudes normandes», numero speciale 1979, Sociétés et types sociaux en Haute Normandie, Rouen 1979.
BOLINGBROKE, Lord, Henry Saint John (1678-1751), visconte di. Fu uno dei più importanti uomini di Stato, oratori e saggisti inglesi della prima metà del Settecento. Allievo brillante a Eton e a Oxford, fu tuttavia in gioventù un complete rake, un perfetto libertino. In politica si legò a Robert Harley, capo del partito tory, che divenne primo ministro nel 1704 e poi di nuovo nel 1710. Saint John ebbe allora la carica di segretario di Stato. Al servizio del governo tory mise il suo talento di polemista anche Jonathan Swift, segretario di Harley. Nell’arco di tre anni Saint John, dopo aver incoraggiato le offensive di Marlborough sul continente, avviò con la Francia negoziati di pace separata, che nel 1713 sfociarono nella pace di Utrecht, che permise a Luigi XIV di portare a compimento con onore la guerra di successione spagnola. Il vecchio re ricevette Bolingbroke a Versailles con tutti gli onori; all’Opéra, la sala al completo si alzò in piedi e lo acclamò «Angelo della pace». Nel 1707 Bolingbroke si era sposato in segreto con la marchesa di Villette, cugina d’acquisto di Madame de Maintenon. Tutto era pronto, con il consenso della regina Anna, per la restaurazione degli Stuart, sotto gli auspici di Luigi XIV. Ma il Pretendente (come il conte di Chambord nel 1874) rifiutò di fare l’unica concessione indispensabile: rinunciare, almeno ufficialmente, alla religione cattolica. La regina Anna morì, e prevalse il partito whig che impose come erede alla Corona Giorgio I di Hannover. Il Parlamento dichiarò Bolingbroke colpevole di alto tradimento, e tutti i suoi beni furono confiscati. Egli fuggì allora in Francia, dove raggiunse il Pretendente Stuart a Commercy. Ma se ne disgustò ben presto, e nel 1723 fece ritorno in Inghilterra, dove si dedicò alla stesura di articoli per i giornali, di pamphlet e di raccolte di saggi. Nel 1735 si trasferì nuovamente in Francia e si stabilì con la moglie a Chanteloup, futuro luogo d’esilio di Choiseul. La sua Idea of a Patriot King (1743), tradotta in francese con il titolo Lettre sur l’esprit de patriotisme, fece di lui uno dei maîtres á penser della politica dei Lumi, un moderno Cicerone. Chesterfield, che lo ammirava dopo averlo combattuto, lo reincontrò in Francia nel 1741. Bolingbroke rimase a Chanteloup fino al 1742, quando morì suo padre ed egli fece ritorno alla dimora di famiglia a Battersea, dove si spense il 25 novembre 1751 per un cancro al viso. Saint-Lambert scrisse un saggio sulla vita di Bolingbroke, le cui opere, corrispondenza e documenti di Stato sono tutte edite.
BUFFIER, Claude (1661-1737). Gesuita, svolse la parte essenziale della sua attività al collegio Louis-le-Grand; lasciò un gran numero di scritti, tra i quali una Grammmaire française inclusa nel suo Cours de sciences sur des principes nouveaux et simples (1732).
CALPRENÉDE, Gaultier de Coste, seigneur de la (?-1633). Autore di storie avventurose e sentimentali.
CARLO, probabilmente il principe Carlo di Lorena, cognato di Maria Teresa.
CHIGI, Fabio (1599-1667), cardinale, dal 1655 papa Alessandro VII. Fu un pontefice colto e virtuoso, e provvedette a riformare molti abusi della corte romana; fece erigere il colonnato di piazza San Pietro. Cfr. R. Krautheimer, The Rome of Alexander VII, 1655-1667, Princeton, 1985.
CHILD, Josiah, Sir. Commerciante e uomo d’affari, divenne nel 1686 ammiraglio della Compagnia delle Indie e condusse in Bengala una politica di espansionismo militare (1687-1690). In campo economico favorì il calo del tasso di interesse del denaro e lo sviluppo del commercio e della navigazione.
CHRISTIAN. Il domestico del giovane Stanhope.
CIBBER, Colley (1671-1757). Commediografo e drammaturgo, amico di Chesterfield, stava conversando con quest’ultimo quando a Samuel Johnson venne inflitta l’umiliazione di «faire antichambre dans l’hôtel du grand seigneur».
COIGNY, François de Franquenot (1670-1759), duca e maresciallo di. Sconfisse gli imperiali a Parma e a Guastalla nel 1734, e fu nominato maresciallo nel giugno dello stesso anno.
COIGNY, Henriette de Montboucher (1672-1751), marescialla di. Moglie del maresciallo di Coigny, proveniva da una famiglia ugonotta di recente conversione.
CORELLI, Arcangelo (1653-1713). Il «principe dei musicisti», famoso per la temibile dolcezza di carattere. Esiste in proposito un notissimo aneddoto: un giorno, mentre suonava il violino al cospetto di una folta assemblea, Corelli si accorse che tutti i presenti si erano messi a chiacchierare. Posò allora lo strumento nel bel centro del salotto, dichiarando che temeva di disturbare la conversazione.
CRÉBILLON, Prosper Jolyot de (1707-1777), detto Crébillon figlio. Les Égarements du cœur et de l’esprit risalgono al 1736.
CURZAY. Madame de Curzay, nata Blondot nel 1690, era la madre della marchesa di Monconseil. Andata sposa a Séraphin Rioult de Douilly, marchese di Curzay e fratello di Madame de Prie, divenne l’amante di Hoguers, banchiere e residente svizzero a Parigi, e poi di Jean-Baptiste Brossoré, e li ridusse entrambi in rovina. Morì nel 1753, dopo l’arresto del figlio, accusato di aver abusato della propria posizione di comandante delle truppe francesi in Corsica. Ebbe anche numerose figlie, la maggiore delle quali, Cécile-Thérèse, divenne appunto marchesa di Monconseil.
DESNOYERS. Fu, in Inghilterra, il primo maestro di danza di Philip Stanhope, che a Parigi si affidò poi alle cure di Marcel.
DUCLOS, Charles Pineau (1704-1772). Romanziere e moralista, pubblicò nel 1741 le Confessious du comte de***, di ispirazione libertina. Amico dei philosophes, scrisse le Considérations sur les mœurs de ce siècle (1751, dedicate a Luigi XV), una serie di ritratti di personaggi e costumi del tempo. Nel 1738 entrò a far parte dell’Académie des inscriptions et belles-lettres, e quindi, nel 1747, dell’Académie française, della quale divenne segretario perpetuo nel 1755, lo stesso anno in cui gli fu conferito un titolo nobiliare.
DUPIN, Claude (?-1769). Fermier général, marito di Madame Dupin, pubblicò un saggio di Œconomiques (Carlsruhe, 1745, 3 voll. in 4°), un Mémoire sur les blés (Paris, 1748) e le Observations sur l’«Esprit des lois» (Paris, 1757-1758, 3 voll. in 8°).
DUPIN, Madame, Louise-Marie-Madeleine de Fontaine (1707-1799). Figlia del finanziere Samuel Bernard e di Madame Fontaine, andata sposa a Claude Dupin, riceveva nei suoi salotti letterari a Parigi e a Chenonceaux Fontenelle e Marivaux. Segretario della famiglia fu Rousseau: «Mentre ingrassavo a Chenonceaux...» (Confessions, VII, 3).
FONTENELLE, Bernard Le Bovier de (1657-1757). Alla data in cui Chesterfield scriveva era ancora in vita. Si veda anche sopra, s.v. Dupin, Madame. La sua opera più pregevole fu la Digression sur les anciens et les modernes (1688), che si inseriva nella vivace polemica allora in atto, cui contribuì anche Swift.
GALIGAI. Figlia di un falegname e di una lavandaia, sorella di latte e compagna di giochi di Maria de’ Medici a Firenze, Leonora Galigai (1568-1617) e suo marito Concino Concini avevano seguito in Francia quella principessa. Grazie all’aiuto della moglie, cameriera e favorita della sovrana, Concini, dopo la morte di Enrico IV, divenne maresciallo di Ancre. La sua arroganza, unita a quella troppo rapida ascesa, suscitò l’indignazione degli aristocratici, e il giovane re Luigi XIII, che condivideva quel sentimento, lo fece assassinare da Vitry nel cortile del Louvre il 24 aprile 1617. Quanto a Leonora Galigai, fu condannata a morte come strega e decapitata, dopodiché ne fu bruciato il cadavere. Durante il processo cui fu sottoposta pro forma, ai giudici che le chiedevano con quali incantesimi avesse piegato ai propri voleri la reggente rispose: «Con l’ascendente che gli spiriti forti hanno sui deboli». Cfr. Georges Mongrédien, Léonora Galigai: un procès de sorcellerie sous Louis XIII, Hachette, Paris, 1968.
GALLES, principe di, si veda la voce Giorgio III.
GARRICK, David (1716-1779). Attore celeberrimo, di origine ugonotta, bandì l’enfasi dalla tragedia e introdusse lo stile di recitazione «naturale». Dopo una vita di successi, morì ricchissimo e fu sepolto a Westminster, accanto a Shakespeare.
GELIOT, Pierre (o Jeliot, Jéliote, Gélyotte, ecc., 1713-1797). Fu il più celebre tenore (haute-contre, «contraltino») del secolo. Acquistò notorietà come esecutore di musica sacra, conobbe il primo trionfo con Les Indes galantes di Rameau il 23 agosto 1735, e lasciò le scene nel 1765.
GEOFFRIN, Marie-Thérèse Rodet, Madame. Per trent’anni, dal 1749 al 1777, si riunirono nel suo palazzo di rue Saint-Honoré le più belle menti del tempo. Il lunedì cenavano da lei gli artisti, cui spesso forniva, essendo molto ricca, anche aiuti concreti. Il mercoledì era riservato ai philosophes e ai letterati, frequentazioni queste che la indussero a sostenere economicamente anche il movimento degli enciclopedisti. Nota altresì per la sua corrispondenza con Caterina II e con Stanislao Augusto Poniatowski, rese a quest’ultimo nel 1766 una visita ricordata per il carteggio, divenuto celebre, che la viaggiatrice intrattenne con gli amici parigini.
GIORGIO III (1738-1820). Divenne re di Gran Bretagna e Irlanda a ventidue anni, nel 1760, succedendo al nonno Giorgio II in seguito alla morte del padre, principe di Galles.
GRAFFIGNY, Françoise d’Isembourg d’Haponcourt (1695-1758), dame de. Zia di Helvétius, amica di Voltaire e della marchesa dello Châtelet, pubblicò nel 1746 le Lettres d’une Péruvienne, opera brillante, sulla scia delle Lettres persanes di Montesquieu, che ebbe notevole successo.
GREVENKOP. Danese, era stato page of honour di Alexandre, conte di Marchmont, durante la missione di quest’ultimo in Danimarca, ed era rimasto legato a quella famiglia. Ricoprì poi lo stesso incarico di fiducia presso Chesterfield, che in una lettera del 17 ottobre 1768 osservava: «Scrivere a Grevenpok o a me è la stessa cosa».
GUASCO, Octavien de (Pinerolo, 1712 – Verona, 1783), conte di Clavières e abate di. Stabilitosi a Parigi nel 1738, fu intimo amico di Montesquieu, che tradusse in italiano. Erudito e storico dell’antichità in particolare nel campo delle arti, la sua opera più significativa fu De l’usage des statues chez les Anciens, essai historique. Dopo essere stato per tre volte incoronato dall’Académie des inscriptions (1746, 1747 e 1749), ne divenne membro nel 1749. Nel 1767, la pubblicazione delle Lettres familières du Président de Montesquieu gli valse l’ostilità di Madame Geoffrin e del suo gruppo, che lo indusse a ritirarsi in Italia. Il suo Éloge si trova nel volume XLV del Recueil dell’Académie.
HARTE, William (1709-1774). Precettore del giovane Stanhope, pubblicò nel 1727 una raccolta di Poems on Several Occasions. Molto legato a Pope, nel 1730 commentò in versi la sua Dunciad in un Essay on Satire, particularly the Dunciad. Nel 1735 pubblicò, anonimo, un Essay on Reason forse rimaneggiato dallo stesso Pope. Il 27 febbraio 1737 tenne a Oxford un sermone dal titolo The Union and Harmumy of Reason, Morality and Revealed Religion, che suscitò tanta attenzione da essere pubblicato e avere ben cinque edizioni; due passi però gli valsero l’accusa di socinianesimo, e Harte li soppresse. Nel 1740 divenne vicerettore di St Mary Hall, a Oxford, e si conquistò grande reputazione come tutor. Nel 1745, su raccomandazione del futuro Lord Lyttleton, fu assunto come travelling tutor del giovane Stanhope. L’estrema attenzione dedicata da Chesteifield alle maniere di suo figlio derivava forse, almeno in parte, dal fatto che Harte era uomo di grande cultura, ma di scarsissimo uso di mondo. Oltre che di Stanhope, si occupava anche di seguire il giovane Lord Eliot. Dopo aver accompagnato il primo nel grand tour europeo, non si trattenne però con lui a Parigi, ma fece ritorno in Gran Bretagna, dove nel 1750 divenne canonico di Windsor. Prima di morire a Bath, dove si era ritirato, nel marzo del 1774, pubblicò ancora una History of the Life of Gustavus Adolphus, King of Sweden, degli Essays on Hushandry e, nel 1767, The Amaranth, or Religious Poems, consisting of Fables, Visions, Emblems etc. I suoi contemporanei vedevano in lui innanzitutto il discepolo favorito di Pope, «whose obscurity» secondo Horace Walpole «he imited more than his lustre» [del quale imitò più l’oscurità dello splendore].
HERVEY, Mary Lepel (1700-1768), Lady. Nel 1720 andò sposa a Lord John Hervey, lo Sporus dell’Epistle to Arbuthnot di Pope, che fu guardasigilli d’Inghilterra e morì nel 1768. A lui Voltaire dedicò Le siècle de Louis XIV, così come rivolse a Lady Hervey i soli due versi inglesi che mai abbia scritto: «Hervey, would you know the passion / You have kindled in my breast?» [Hervey, vuoi conoscere la passione / che hai fatto ardere nel mio petto?]. Lady Hervey aveva viva simpatia per la causa giacobita.
HOARE, banchieri. La banca Hoare era una delle più antiche sulla piazza di Londra. Secondo il «Royal Annual Kalendar» del 1765, la banca, fondata da Henry Hoare, e proseguita dal figlio Richard, cominciò a operare a Fleet Street nel 1677.
HOGART, William (1697-1764). Pittore e incisore inglese.
HOTHAM, Sir Charles, figlio di Gertrude, sorella di Lord Chesterfield. Nel 1761 entrò a far parte della ristretta cerchia degli addetti alle cure del re Giorgio III.
HUET, Pierre-Daniel (1630-1721). Sottoprecettore del delfino con Bossuet, pubblicò la celebre collana di classici «ad usum Delphini». Chesterfield si riferisce alla sua Histoire du commerce et de la navigation des Anciens (1716).
HUNTINGDON, Lord. Si tratta di Francis Hastings, decimo conte di Huntingdon a partire dal 1746, morto nel 1789.
JOHNSON, Samuel (1709-1784). Moralista, critico ed erudito, pubblicò periodici quali «The Rambler» (1750) e «The Idler» (1758), portando a termine nel frattempo il suo grande A Dictionary of the English Language, vero monumento della lessicografia e della linguistica, che ne fece il Boileau delle lettere inglesi del suo tempo. Autore di The Lives of the English Poets, fu a sua volta oggetto di un capolavoro assoluto della biografia, ovvero The Life of Samuel Johnson di James Boswell (1791).
KAUNITZ, Wenzel Anton von Kaunitz-Rietberg (1711-1794), conte di. In quel periodo ambasciatore di Maria Teresa d’Austria a Parigi, fu uno degli artefici dell’alleanza tra la Francia e l’Austria contro la Gran Bretagna e la Prussia, che sfociò nella guerra dei sette anni. Divenne poi principe e primo ministro della Corona austriaca.
LA FEUILLADE, Louis de (1673-1725). Figlio di Francois (1625-1691), fu maresciallo di Francia come il padre. La citazione di Voltaire, letterale, è tratta dal Siècle de Louis XIV cap. XX: «Pertes en Espagne; perte des batailles de Ramillies et de Turin, et leurs suites».
LA GUÉRINIÈRE, Francois Robichon de. Fu uno dei massimi esperti francesi nell’addestramento e nella cura dei cavalli, arte sulla quale scrisse due libri. Divenuto scudiero di re Luigi XV, morì a Versailles il 2 luglio 1751. Si veda anche la nota 1.
LAMBERT, Madame de. L’Avis d’une mère à son fils della marchesa di Lambert apparve, contro la volontà dell’autrice, nel 1727, mentre le sue Œuvres, postume, furono pubblicate nel 1748. Morì nel 1733, «dopo una vita di malattie e una vecchiaia di grande sofferenza». Nel suo palazzo di rue de Richelieu, fu la più brillante padrona di casa della Reggenza; in tale ruolo le subentrò poi Madame de Tencin.
LA VILLE, Jean-Ignace de (circa 1690-1774), abate. Fu precettore dei figli del marchese di Fénelon durante il periodo che questi trascorse come ambasciatore all’Aia, e nel 1742 gli succedette in quel ruolo con il rango di inviato. Per lui fu anche creata la carica di direttore degli Affari esteri, e gli fu assegnato il titolo di vescovo in partibus di Tricomia. Pur non avendo alcun particolare merito letterario, divenne membro dell’Académie française nel 1746.
LAYNEZ (o Lainez), Giacomo (1512-1565). Fu il secondo preposito generale dopo Ignazio di Loyola.
MACCLESFIELD, George Parker (1697-1774), secondo conte di. Astronomo fra i più illustri del tempo, venne eletto nel 1752 presidente della Royal Society. Autore del decreto di riforma del calendario, ha lasciato solo scritti di carattere astronomico pubblicati nelle Philosophical Transactions.
MANN, Horace. Ottenuto il titolo di Sir, rappresentò la Corona britannica a Firenze dal 1740 al 1786. Pare che la sua missione principale consistesse nella sorveglianza del Vecchio Pretendente (Giacomo, figlio di Giacomo II Stuart), fino alla morte di quest’ultimo nel 1766, e poi in quella di Carlo Stuart, il Giovane Pretendente. Mann è noto soprattutto per la sua corrispondenza con Horace Walpole, al quale lasciò morendo cinque capolavori di Poussin che facevano parte della sua ricca collezione.
MARCEL. Fu il più celebre fra i maestri di danza del suo tempo. È noto per l’esclamazione: «Quante cose in un minuetto!» e per aver apostrofato in modo non meno memorabile un allievo inglese: «Signore, negli altri paesi si salta, solo a Parigi si balla!».
MARIVAUX, Pierre Carlet de Chamblain de (1688-1763). Drammaturgo, romanziere e moralista della prima metà del Settecento francese, fu uno degli habitués del salotto di Madame de Lambert e di quello di Madame de Tencin, che ne appoggiò l’ingresso all’Académie française nel 1743.
MARLBOROUGH, John Churchill (1650-1722), duca di. Fu uno dei più grandi condottieri britannici fra Sei e Settecento, nonché fra i principali attori della guerra di successione spagnola.
MASCOW. I due fratelli Mascow, entrambi docenti di diritto civile, entrambi Formati a Lipsia, erano molto stimati per la loro dottrina. Il maggiore, John James (1698-1762), scrisse una History of the Germans.
MATIGNON, Jacques-Francois, marchese di. Marito della figlia maggiore del principe di Monaco, fece portare a termine la costruzione dell’Hôtel Matignon iniziata nel 1721 dal principe di Tingry. Gli succedette Honoré-Camille de Matignon, principe sovrano di Monaco e duca del Valentinois.
MELFORT. Nei Mémoires di Casanova si legge che il conte di Melfort era il favorito della duchessa di Chartres (1726-1759), moglie di Luigi Filippo d’Orléans, nipote del reggente, dal quale ebbe tre figli, tra cui il famoso Philippe-Egalité. Le avventure amorose della duchessa di Orléans erano sulla bocca di tutti.
MÉZERAY, François-Etudes (1610-1683), storico, si veda la nota 22.
MONCONSEIL, Madame de. Figlia di Catherine-Thérèse-Elisabeth-Ameline (o James-Marie) Blondot (si veda la voce Curzay), aveva sposato nel 1725 Louis-Étienne marchese di Monconseil (o Montconseil), già paggio di Luigi XV, introduttore degli ambasciatori, e quindi luogotenente generale, ispettore della fanteria e governatore di Colmar. Il palazzo di rue de Verneuil e la casa di Bagatelle, al Bois de Boulogne – che la marchesa aveva acquistato dalla marescialla d’Estrées –, divennero i luoghi in cui si davano appuntamento i nemici di Choiseul. In un primo tempo fu intimamente legata alla casa dei Lorena, ed ebbe strette relazioni con la duchessa e con Stanislao Leszczynski. In seguito alla caduta in disgrazia della zia Madame de Prie (1726), Luigi XV ne chiese e ottenne il rinvio alla corte di Lorena. Secondo d’Argenson, sua madre e l’amante di quest’ultima, Brossoré, la spinsero allora tra le braccia di Germain-Louis Chauvelin, ministro degli Affari esteri (1727-1737), che amava le donne «secche e lunghe». Nel 1747 ottenne il privilegio di cenare alla tavola della regina Maria Leszczynska, figlia dei suoi antichi protettori, e nel giugno del 1751 quello di accompagnarla in carrozza. Passava per una «grande intrigante», e la sua amicizia con il conte d’Argenson, ministro della Guerra, la annoverò nei ranghi dei nemici di Madame de Pompadour. Chesterfield intratteneva con lei rapporti epistolari almeno dal 24 giugno 1745. La figlia della marchesa, Etiennette, sposò il principe di Hénin, nipote di Madame de Mirepoix, nel 1766. Tale matrimonio diede origine a una controversia tra Madame du Barry e Choiseul, che contribuì alla caduta del ministro. Alla penna di Madame de Monconseil si dovrebbe il ritratto del duca di Richelieu che figura nei Portraits et caractères di Sénac de Meilhan. Si veda anche la voce Blot.
MONTESQUIEU, (Charles-Louis de Secondat (1689-1755), barone di. Alla data in cui Chesterfield scriveva era ancora in vita.
MURRAY, David. Divenuto settimo visconte Stormont nel 1748, rivestì numerose cariche pubbliche e fu ambasciatore in Francia e segretario di Stato. Alla morte dello zio, solicitor general, diventò secondo conte di Mansfield (1792). Morì nel 1796.
NOLLET, Jean-Antoine (1700-1770), abate. Membro dell’Académie des sciences e maestro di fisica dei figli del sovrano, è noto soprattutto per i suoi lavori sul «fenomeno di Leida», ovvero sulla condensazione elettrica, ma gli si devono anche la scoperta dell’osmosi e l’osservazione delle scariche di elettricità nei gas rarefatti. Cfr. Jean Torlais, Un physicien au siècle des Lumières: l’abbé Nollet 1700-1770, Janas Editeur, 1987.
OGIER, Jean-François (1703-1775). Divenuto presidente del Parlamento di Parigi nel 1729, rappresentò la Francia non a Ratisbona ma in Danimarca dal 1753 al 1766.
PITT, William (1708-1778), detto il Vecchio, conte di Chatham. È il padre dell’uomo politico che avversò la Rivoluzione e fu nemico di Napoleone.
PUISIEUX, Louis Brulart, marchese di. Rappresentò la Francia alle conferenze di Breda, e in seguito fu ministro degli Affari esteri.
RICHELIEU, Louis-François-Armand de Vignerot (1698-1788), maresciallo, duca di. Pronipote del cardinale di Richelieu, divenne famoso per la vita disordinata e libertina, nonché per le razzie e le estorsioni compiute alla testa degli eserciti nella sua qualità di maresciallo. Fu ambasciatore a Vienna (1725-1728) e membro dell’Académie française, e protesse Voltaire. Cfr. Vita privata del maresciallo di Richelieu, a cura di Benedetta Craveri, Adephi, Milano, 1989.
ROCHFORD, William Henry, Lord, quarto conte di. Inviato nel 1749 come ambasciatore straordinario presso il re di Sardegna, ottenne nel 1766 la nomina ad ambasciatore effettivo presso la corte di Francia, e nel 1768 divenne segretario di Stato. Morì nel 1781.
RODRIGUEZ, Alfonso (1532-1617). Gesuita, fu canonizzato nel 1887.
SAINT-CONTEST, François-Dominique Barberie (1701-1754), marchese di. Nel settembre del 1751 succedette a Puisieux come ministro degli Affari esteri, carica cui fu chiamato dal suo posto di ambasciatore all’Aia grazie all’influenza di Madame de Pompadour.
SAINT-GERMAIN, marchese di. Ambasciatore di Sardegna alla corte di Francia.
SALLIER, Claude (1685-1761). Membro dell’Académie des inscriptions et belles-lettres, fu autore di numerose opere riunite nei volumi III-XXV dei Recueils di tale accademia.
SALMERON, Alfonso (1515-1585). Gesuita e studioso biblico.
SANDWICH, Lady. Figlia di John Wilmot, conte di Rochester, e vedova di Edward Montague, quarto conte di Sandwich, morì a Parigi nel 1757.
STORMONT, Lord. Ambasciatore di Gran Bretagna a Parigi, era nipote del solicitor general Murray; si veda la voce Murray.
STRAFFORD, Thomas Wentworth (?-1739), Lord Raby, primo conte di. Già ambasciatore straordinario a Berlino presso il re di Prussia ai tempi della regina Anna, subì un impeachment per il ruolo da lui sostenuto nella conclusione del trattato di Utrecht. Fece costruire Wentworth House, vicino a Sheffield. Il primo re di Prussia fu Federico I, che assunse il titolo nel 1701. Poiché una parte della Prussia apparteneva allora alla Polonia, Federico fu inizialmente designato come re in Prussia, titolo che i suoi successori trasformarono a poco a poco in quello di re di Prussia.
SWIFT, Jonathan (1667-1745). Romanziere, autore di pamphlet e poeta irlandese di lingua inglese, alla data della lettera in cui Chesterfield lo cita era morto da poco. Segretario di William Temple, prese posizione nell’ambito della querelle des Anciens et des Modernes con un capolavoro, The Battle of the Books. Ebbe un ruolo determinante nella campagna, condotta a suon di libelli, che preparò l’opinione pubblica inglese alla pace di Utrecht (1713), nella quale sostenne la politica di Robert Harley e di Bolingbroke. Nel 1714 la caduta dei tory rese definitivo il suo esilio in Irlanda, dove era decano della cattedrale di Saint Patrick a Dublino. Qui egli difese con ironia i propri concittadini contro gli abusi dell’occupazione inglese. Nel 1726 pubblicò Gulliver’s Travels, summa della sua esperienza e del suo pensiero. Fu il miglior amico di Alexander Pope, e rimase sempre in ottimi rapporti con Chesterfield, il quale, nel periodo in cui fu vicerè d’Irlanda, tenne sempre in gran conto gli argomenti di Swift in favore del buon governo dell’isola.
TOLLOT, Monsieur. Un altro informatore di Lord Chesterfield, incaricato, come d’Aillon, di tenere sotto controllo le azioni e i comportamenti di Philip. Il dottor Tollot occupava presso Charles Hotham la stessa posizione di travelling governor rivestita da Harte presso il giovane Stanhope.
VOITURE, Vincent (1598-1648), poeta francese. Assiduo del salotto di Madame de Rambouillet, fu autore di opere che si possono considerare tipiche del preziosismo.
YORKE, Joseph, colonnello. Terzo figlio del Lord cancelliere Hardwick, fu segretario d’ambasciata a Parigi, e nel 1751 divenne ambasciatore all’Aia. Diventato Lord Dover nel 1788, morì senza eredi nel 1792. Stando alle lettere di Chesterfield, si direbbe che in Francia egli fosse il vero incaricato d’affari, mentre l’ambasciatore in carica, Lord Albemarle, avrebbe svolto un puro ruolo di rappresentanza. Non è un caso unico. L’abate Galiani, benché semplice segretario dell’ambasciata del Regno di Napoli, fu il vero intermediario tra la corte di Versailles e il primo ministro Tanucci, mentre il conte di Cantiliana rivestiva solo la carica formale di ambasciatore.