Il Ciclope (Italian Edition)
Paolo Rumiz
Feltrinelli Editore (2015)
Tag: Literature & Fiction, Foreign Languages, Italian, Contemporary Fiction, Foreign Language Fiction
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“Tutto il Mediterraneo era diventato frontiera.”
Una lunga permanenza dentro l’occhio di un faro-ciclope in mezzo all’Adriatico sulla rotta che lega Occidente e Oriente. È la scoperta della solitudine, del vivere con poco, della confidenza con il cielo, con il ritmo della luce, con la propria interiorità.
Paolo Rumiz sceglie per il quotidiano “la
Repubblica” una destinazione singolare: un’isola uncinata al cielo
con le sue rocce chiare, attracco difficile, fuori dal tracciato
turistico della Dalmazia, dove spicca il bianco puntuto di un faro
tuttora decisivo per le rotte dei porti veneto-istriani. Rumiz
divide lo spazio con l’uomo del faro, con i suoi animali domestici,
si attiene alle consuetudini di tanta operosa solitudine, spia
l’orizzonte, legge la volta celeste.
Capita di ascoltare notizie dal mondo e sono notizie che spogliano
l’eremo dei suoi privilegi e fanno del mare, anche di quel mare
apparentemente felice, una frontiera, una trincea. Il faro sembra
fondersi con il passato mitologico, si leva austero ciclope
monocolo, veglia nella notte, agita l’intimità della memoria (come
non leggere la presenza famigliare della lanterna di Trieste),
richiama – sommando in sé il “gesto” comune delle lighthouse che in
tutto il mondo hanno continuato a segnare la via – le dinastie dei
guardiani e delle loro mogli (il governo dei mari è storicamente
legato all’anima corsara delle donne), ma soprattutto apre le porte
della percezione. Nell’isola del faro si impara a decrittare
l’arrivo di una tempesta, ad ascoltare il vento, a convivere con
gli uccelli, a discorrere di abissi, a riconoscere le mappe
smemoranti del nuovo turismo da crociera e i segni allarmanti dei
nuovi migranti, a trovare la fraternità silenziosa di un risotto
cucinato alla meglio.
Rumiz ci porta con sé davanti al ciclope, dentro il ciclope, per
dirci l’inquietante meraviglia del mondo.
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