Il fenomeno e-book: verso la lettura elettronica?
Come abbiamo rilevato in apertura di capitolo, la disponibilità di opere letterarie su supporto digitale non è certamente una novità nel mondo dei nuovi media. Le origini del Project Gutenberg (www.gutenberg.net), il più noto archivio testuale presente su Internet, risalgono al 1971. Mentre per quanto riguarda l’editoria elettronica commerciale le prime pubblicazioni su supporto elettronico (floppy disk o CD-Rom) si collocano intorno alla metà degli anni 80, in coincidenza con l’esplosione dell’interesse teorico e pratico intorno agli ipertesti digitali[37].
Nonostante questa ‘tradizione’ relativamente lunga (se misurata secondo i ritmi evolutivi che caratterizzano le nuove tecnologie), le pubblicazioni su supporto digitale non hanno mai rappresentato un’alternativa vera e propria a quelle su supporto cartaceo, se non in ambiti molto ristretti (ad esempio nella manualistica tecnica specializzata, o nei repertori legali). Insomma, sebbene si possano trovare numerose edizioni della Divina Commedia su Internet o su CD-Rom, il numero di persone che hanno letto il poema dantesco direttamente sullo schermo è decisamente esiguo. Conseguentemente l’industria editoriale tradizionale ha inizialmente riservato un’attenzione solo episodica ai nuovi media, e l’editoria elettronica si è ritagliata uno spazio di mercato distinto e parallelo rispetto a quello tradizionale, concentrandosi su quei contenuti in cui il supporto elettronico è intrinsecamente necessario: opere ipertestuali e/o multimediali e videogiochi.
La scarsa fortuna della lettura ‘mediata da strumenti elettronici’ ha molteplici spiegazioni, sia di natura tecnica sia di natura culturale. Dal punto di vista tecnico è indubbio che i dispositivi informatici, se confrontati con i libri cartacei, presentino evidenti limiti di ergonomia e versatilità: la risoluzione e la qualità grafica dell’immagine digitale sono di gran lunga inferiori a quelle della stampa; la lettura prolungata su schermo (soprattutto sugli schermi a tubo catodico) induce fastidi e disagi alla vista; i dispositivi hardware sono scarsamente o per nulla portabili, e comunque necessitano di accedere a fonti di energia; la presenza di molteplici tecnologie hardware e software per la codifica, archiviazione e fruizione dei contenuti digitali costringe gli utenti a servirsi di numerosi strumenti diversi, ognuno con una sua particolare interfaccia.
Ma non meno rilevanti sono stati gli ostacoli culturali, primo fra tutti la diffusa e consolidata familiarità con il libro a stampa. Una familiarità dovuta al fatto che nella società occidentale la parola scritta – soprattutto quella stampata – ha un ruolo fondamentale nella trasmissione culturale e nel processo formativo delle nuove generazioni. Ma anche al vero e proprio rapporto affettivo che si instaura tra un lettore e i suoi libri: sia che vengano ammassati un po’ disordinatamente su scaffali e scrivanie, sia che vengano disposti in perfetta sequenza nella libreria. Del tutto simmetrica è la predominante diffidenza o indifferenza di molta parte del mondo umanistico – depositario tradizionale e privilegiato dell’attenzione verso i libri e la lettura – verso i dispositivi informatici, e la conseguente scarsa alfabetizzazione informatica che ne è derivata.
Tuttavia negli ultimi quattro o cinque anni, soprattutto grazie all’enorme interesse verso Internet, si è sviluppata e diffusa una diversa attitudine culturale verso la tecnologia digitale e i nuovi media. In alcuni paesi questo processo è ormai in fase assai avanzata: negli Stati Uniti e nell’Europa industrializzata l’uso dei computer è ormai comune, e gli strumenti informatici hanno un ruolo importante (e talora fondamentale) nella formazione. Sempre più spesso e sempre più a lungo si accede a informazioni direttamente sullo schermo di un computer. La convergenza tra questa trasformazione culturale e una serie di innovazioni tecniche come la creazione di dispositivi informatici sempre più piccoli e leggeri e il miglioramento qualitativo della grafica digitale, potrebbe determinare una radicale inversione di tendenza nella fortuna della lettura elettronica. La nostra impressione, confortata da quella di molti analisti, esperti e imprenditori del settore hi-tech, è che siamo ormai vicini a una vera e propria esplosione del ‘fenomeno e-book’.
Sebbene le certezze inconfutabili sulle ‘meravigliose sorti’ di questa o quella tecnologia espresse da tecnocrati e tecnofili vadano prese con molta cautela e una buona dose di spirito critico (basti ricordare l’abbaglio tecnologico rappresentato dall’infatuazione che tre o quattro anni fa aveva colpito molta parte degli esperti di Internet relativamente all’uso in rete delle cosiddette tecnologie push[38], uso che – contrariamente alle previsioni – è rimasto almeno finora assolutamente marginale), è innegabile che attorno agli e-book si stia sviluppando una notevole attenzione sia negli ambienti tecnologici sia in quelli editoriali e culturali. Le prime avvisaglie risalgono a un paio di anni fa, ma l’anno zero dell’era degli e-book è stato senza dubbio il 2000. A suffragare questa affermazione si potrebbe elencare una lunga serie di eventi che hanno visto protagonisti tutti gli attori del mercato editoriale e tecnologico: autori, editori, distributori commerciali, produttori di hardware e software. Ci limiteremo a segnalarne solo alcuni, iniziando da quello che per la sua carica simbolica ha avuto l’effetto di un macigno lanciato nello stagno del mercato editoriale: la pubblicazione di un racconto in formato e-book da parte di uno degli autori più venduti al mondo, Stephen King. Riding the Bullet, questo il titolo dell’opera pubblicata la scorsa primavera, in un solo giorno è stato scaricato da oltre 500 mila utenti. Sull’onda del successo di questa prima iniziativa, da giugno lo stesso King ha iniziato a pubblicare come e-book i capitoli di un nuovo romanzo, The Plant; ogni singolo capitolo compare con ritmo mensile sul sito dello scrittore (www.stephenking.com), e viene distribuito con una formula commerciale shareware al prezzo di un dollaro[39].
Poco dopo anche i giganti dell’editoria e della distribuzione hanno deciso di entrare nel mercato e-book. Time-Warner e Random House hanno così fondato le affiliate iPublish e AtRandom con la missione di pubblicare titoli in formato elettronico, seguite da Simon & Schuster e McGraw-Hill. Ad agosto Barnes & Noble (il gigante della distribuzione libraria statunitense che gestisce, tra l’altro, la seconda libreria on-line per volume di vendite), dopo un accordo con Microsoft, ha aperto un canale e-book sul suo sito (www.barnesandnoble.com), ed ha acquisito iUniverse.com, un sito dedicato alla pubblicazione di inediti in formato elettronico; a settembre anche Amazon.com ha annunciato un accordo con Microsoft per la distribuzione di e-book a partire dal 2001.
Altrettanto vivace la situazione nel settore delle piattaforme tecnologiche. Un ruolo da protagonista è stato svolto dalla Microsoft, sia dal punto di vista dello sviluppo di tecnologie sia da quello della promozione. Sul primo versante il gigante di Redmond ha rilasciato ad aprile la prima versione del software di lettura Microsoft Reader nella dotazione standard di Pocket PC, il suo nuovo sistema operativo per dispositivi mobili, seguita in agosto dalla versione per piattaforma PC/Windows. Sul secondo versante, dopo aver contribuito fortemente alla creazione dell’Open eBook Forum, Microsoft ha svolto il ruolo di mentore della ‘rivoluzione e-book’. Il vice presidente della divisione sviluppo tecnologico Dick Brass[40], considerato uno dei guru nel settore, durante la Seybold conference dello scorso anno ha terminato il suo intervento con un immaginifico video dedicato alla storia della stampa, che terminava celebrando l’ultima edizione cartacea del «New York Times» nel 2018! E in un incontro con i rappresentanti delle grandi industrie editoriali si è detto convinto che, grazie agli e-book, i problemi dell’alfabetizzazione e dell’accesso al sapere nel terzo mondo saranno risolti: «There’ll be no village in India or Africa too poor to have a library equivalent to the greatest universities in the world»[41].
Molto attiva anche la Adobe, la cui tecnologia Portable Document Format (PDF) rappresenta per il momento lo standard di mercato per la distribuzione di documenti elettronici. Recentemente Adobe ha acquistato la Glassbook (produttrice di un software di lettura basato su PDF), ha annunciato notevoli innovazioni per la prossima versione della sua linea di prodotti Acrobat e infine ha sviluppato una piattaforma software (Adobe Merchant) per la distribuzione di contenuti digitali rivolta espressamente al mercato e-book.
Sul fronte dei dispositivi hardware per la lettura degli e-book, grande protagonista è stata la Gemstar-Tv Guide International (a cui si deve, tra l’altro, l’introduzione del sistema show view per i videoregistratori). Dopo avere acquisito a gennaio due aziende pioniere nel settore, NuvoMedia e SoftBook Press, la Gemstar ha stabilito un accordo con la multinazionale dell’elettronica di consumo Thomson-RCA per sviluppare le nuove versioni dei due prodotti, immesse sul mercato a metà ottobre.
A coronamento di questa serie di investimenti, iniziative e innovazioni tecnologiche si colloca la prima edizione di un premio letterario internazionale riservato agli e-book, il Frankfurt eBook Awards, organizzato dalla International eBook Award Foundation nell’ambito della maggiore mostra mondiale del mercato editoriale, la Fiera del Libro di Francoforte[42].
A questa serie di eventi andrebbero aggiunti le centinaia di articoli disseminati su giornali e riviste tradizionali e on-line («Wired», «Times», «Washington Post», «Wall Street Journal», «The Economics», per citarne alcuni), i numerosi convegni e seminari, le decine di siti Web più o meno professionali dedicati al fenomeno e-book. Un vero e proprio diluvio comunicativo che sembra confermare la convinzione di trovarsi di fronte a un momento di svolta.
In realtà capire le reali dimensioni del fenomeno non è affatto impresa facile. Allo stato attuale il mercato effettivamente generato dagli e-book è praticamente irrilevante. Ma secondo una stima della Andersen Consulting entro il 2005 potrebbe arrivare a coprire il 10% delle vendite totali, con un volume di affari pari a 2,3 miliardi di dollari. La Forrester Reserch prevede un volume di affari di 3 miliardi di dollari addirittura entro il 2003. Per non parlare delle profezie del già citato Dick Brass che in più occasioni ha sostenuto che entro il 2010 il volume del mercato e-book sarà pari a quello dei libri tradizionali. Ma non mancano voci critiche, anche assai autorevoli come quella del commentatore del «Wall Street Journal» Matthew Rose, che in un articolo dall’assai esplicito titolo E-Books’ Big Future Isn’t Likely To Arrive At Any Point Soon (15/10/2000)[43] esprime molti dubbi, suffragati da indagini di mercato e opinioni interne al mondo dell’editoria elettronica, sulla reale diffusione a breve termine degli e-book.
Insomma, il fenomeno e-book, al di là della brillante facciata, presenta molti aspetti controversi. Ma su questo torneremo in chiusura. Ora è venuto il momento di vedere più da vicino in che cosa consistano le tecnologie e gli strumenti per scrivere e leggere libri elettronici.