IV
Pertanto la Provvidenza non mise un termine alle sue larghezze verso i mugnai col dono di quella cara bambinella; e abbenché non li regalasse in seguito d'altri simili presenti, pure li benediceva col soffiare il buon vento nei loro negozi, onde l'abbondanza d'ogni ben di Dio dimorava con essi. Né il Pierino contrastava per nulla a tante e sí propizie fortune, crescendo egli alle prime cosí svegliatino e dabbene, da non potersi desiderare di meglio. E certo Simone potea vantarsi d'essere stato il migliore degli strologhi, quando alla moglie avea predetto in quel zingarello un valevole aiuto nelle operazioni casalinghe, poiché l'era cosí sperto ed attento, che le sue piccole mani sapean fare di tutto. Per verità non aveva egli attenuto ancora la promessa di quella famosa fritturetta di giavedoni, ma ben sapeva accogliere, e accatastare le legna, e disporle all'uopo sul focolare; e annaffiare e corre l'insalata, e scendere e salire le scale, e correre in un batter d'occhio dalla cucina alla soffitta, dalla stalla alla cucina, dalla soffitta all'orto, portando come gli era comandato il gomitolo del lino, il paiuolo, le forbici, la pala e lo staio. Eppur tutta questa sua valentia non era che l'ombra d'un'altra perizia, ch'egli aveva quasi innata nel fare da mamma; infatti la Polonia dopo accolto in casa quell'orfanello non serbava a sé che la parte soave d'un tal ministero, scaricandosi assai volentieri del rimanente sulle spalle del Pierino; e costui, grave e composto, come un prete, vegliava la bimba nei sonni meridiani, e sovente portavala in braccio qua e là per acchetarla, e poi le andava cantando la nanna, a tutto mostrandosi cosí pronto ed amorevole, che piú non lo sarebbe stato pei suoi pulcini uno di quei capponi accomodati per chiocce dalle castalde. Se il mugnaio si dilettasse di quella infantile benevolenza, non è nemmeno da dirsi; ed anzi cercava di saldarla viemaggiormente dicendo al fanciullo che quella era la sua sorellina alla quale un buon fratello dovea dare prima di tutti cura e creanza; e soprammodo godevasi delle carezze che la piccinina faceva al suo balietto, augurandosi da quelle prime sementi un buon frutto di concordia per l'avvenire. Ma la Polonia all'incontro non s'era per nulla ammorbidita nelle maniere verso il fanciullo per l'ottima riuscita di esso; e la veniva dicendo, che con quell'algebra uno ne avea allevato ed altri sette mandatine in paradiso, e che ormai non la si trovava piú in età da cambiar i denti o le pratiche, e che già coi maschi bisognava mostrarsi piuttosto duri e protervi per non vederli imbaldanzire alla lor volta. Cosí cantava la furba, onde non la rampognassero poi di troppa condiscendenza ai grilletti della Tina, la quale poiché seppe reggersi in sulle gambe divenne addirittura padrona della madre, di Simone e di tutto il mulino. Tuttavia la petulante tirannella non usava sempre a male di quella eccessiva signoria; e se da una parte facea sprecar qualche soldo in ninnoli e in zuccherini, o se imbandiva la panata alla micia, e l'orzo bollito ai pollastrelli per rimpinzarsi d'ova fresche e di pannocchie brustolite, dall'altra poi difendeva la giustizia e la carità strillando a perdifiato ogniqualvolta un poverello se n'andasse senza il solito pugno di farina, e proteggendo valorosamente il Pierino contro l'acerbezza materna, della quale anche lo compensava col metterlo a parte delle fortunate ruberie. Tanto crebbe di giorno in giorno questo buon accordo dei ragazzi, che la Polonia non trovando piú dritto nelle cose del pollaio, avea preso per intercalare una certa vibrata maledizione alla sterilità delle galline. E quando Simone la ammoniva di badar meglio ai due furfantelli, lasciando in pace le pollastre, ella tosto rispondeva che delle ova quei poverini non conoscevano pur il colore, e che mai non ne avea messo sulle brage uno per loro, né essi s'attentavano di ciò fare senza il suo consenso; ma non volea sapere l'accorta massaia che i due ghiottoncelli trovavano il loro conto a sorbirli crudi e freschi, come si dice che sieno piú salutari; e cosí buttati i gusci nel canto del letamaio essi rientravano in cucina leccandosi mutamente le labbra. Quando poi le venne trovato un bel mucchio di cotali gusci, e il vestito dei fanciulli macchiato di giallo, allora sí, non potendo incolpare la luna, il martoro o la volpe, le convenne proprio montare in collera; e senza fare né ben né male, benché il piú imbrodolato fosse l'abito della Tina, cominciò ella a sonare a doppio colle orecchie del Pierino: e costui gridava come un dannato, e la Tina piangeva essa pure tirando la mamma per le gonne e battendola colle sue manine acciocché la si rimanesse da quella punizione; come infatti si rimase, poiché se le ova le erano care assai, cionnonostante ne avrebbe sgusciate centomila nel pozzo, per risparmiare una stiracchiatura al bel bocchino della bimba. Cosí principiò il Pierino a prendere dalla sorellina una perfetta scuola di mariuoleria; e questa giovandosi della propria impunità lo induceva sempre a mal fare, ora trattenendolo in discorsi e in sollazzi, quando l'era al pascolo colle oche, ed ora lusingandolo con qualche ghiottornia se lo trovava di guardia presso la bica del grano. Ché se capitando la Polonia o Simone trovavano sparpagliate le oche per le vigne del vicinato, o i colombi alla pastura sulla biada degli avventori, allora ricominciavano i pianti, i castighi, le disperazioni; dopo le quali si tornava come se nulla fosse alle scappatelle di prima. Peraltro se la Tina di tali misfatti era causa principale, ne toccava un tantino di merito anche al fanciullo, il quale maggiore di età e di criterio, pur era cosí arrendevole a quella sua compagna per una sola parola, quanto non sarebbe stato a chicchessia per la promessa d'una fornata di ciambelle. Ad ogni modo, fosse per troppa bontà di cuore o per altro, il fatto sta che fratello e sorella di nome, lo erano poi di fatto e nel vicendevole amore e nella piú squisita malizia. Una tal abitudine, di impero da una parte, di soggezione dall'altra, e di birboneria da tutte e due, insaldata in loro dall'indulgenza della Polonia, non venne punto a mutarsi quando Simone cominciò a trattenere il fanciullo nel mulino; poiché la ragazzina eragli tosto dietro a impedirgli l'apprendimento del mestiero col suo cicalio, e sovente svagandolo, per modo che il mugnaio alla fine perduta ogni pazienza strepitava contro essi in un tono piú alto del fracasso della macina. Ma appena la Polonia standosi in casa udiva un guaio della figliuoletta, ecco ch'ella accorreva a prenderne le difese, e cosí fra tante sottane anche il Pierino era giunto a conquistare il suo diritto d'asilo. Che se il valentuomo osava ribellarsi all'intromissione della moglie, subito costei tempestava, che non c'era né testa né cuore a tener due fanciulli lí presso alle ruote, dove un passo arrischiato o qualunque piú lieve e facile accidente poteva storpiarli, o, Dio no 'l volesse, stritolarli come due esili moscherini; e ciò detto e presili per mano, se li traeva fuori ambidue, né correva un minuto ch'essi erano ai loro giuochi in riva del Varmo coll'imminente pericolo d'affogare ad ogni istante per lo sdrucciolo d'un piede; ma allora non pensavano essi a piangere ed a strillare, onde non visti da nessuno continuavano nei loro piaceri, tanto piú lieti e saporiti quanto piú perigliosi e vietati. Di sguazzar nel rio immollandosi fino alle midolle, lasciar a lembi il vestito o nelle siepaie o fra i rami degli alberi piú alti, sedere chiaccherando e spassandosi sopra sponde tutte corrose dall'acqua, saltare da sasso a sasso come ranocchi nel bel mezzo della fiumana o valicarla camminando a ritroso dove il guado non era men dolce, tali erano i loro diletti; e parrà cosa incredibile, ma perfino nell'arrampicarsi sulle piante a caccia di nidi, la Tina era maestra e incitatrice del Pierino; e ad essa poi quando fossero tornati in casa stava lo scusarsi mirabilmente delle vesti molli o stracciate con mille bugie le piú diverse e verosimili, pescate in quel sacco dove il diavolo dee per fermo tenere le gemme dei peccati. Alla fine il mugnaio che vedea di mal occhio un tal andamento, come nocivo per tutti i versi, determinò di porvi riparo coll'intuonare l'antifona della scuola, dacché appunto allora il fanciulletto toccava i nove anni; ma la Polonia non udiva da quell'orecchia, e ci vollero due buoni mesi perché ella consentisse ad affliggere la sua piccinina col toglierle per tre ore del giorno la compagnia del Pierino. Immaginatevi poi se questi non fece il diavolo quando per tale effetto lo si condusse a Camino la prima volta! E i pugni ricevuti da Simone per tutta la strada, e i morsi toccati al maestro quando gli porse la mano a baciare dimostrarono con qual paziente animo portasse egli questa sua disavventura. Però fu universale maraviglia che un ragazzo cosí sfrenato e caparbio imparasse colla massima prestezza; e i suoi rapidi progressi ebbero in verità del prodigio; ma nessuno fu cosí sottile da avvisarne la causa, e questa pure si riferiva alla Tina e al dispiacere di esserne diviso, poiché egli spronava la mente ad imparare, e affrettavasi ad apprender le lezioni e ad empir la pagina di aste, di parole e di cifre, appunto per aver poi agio di scappar via il primo, e raggiungerla, correndo, a mezza la via, dov'ella lo aspettava appiattata in un qualche buco, e non già vispa ed allegra come di consueto, ma veramente stizzosa e melanconica. Sennonché appena da lunge si affiguravano, subito era un salutarsi scambievole e un picchiare di palma contro palma, e un corrersi incontro colle braccia aperte. Indi tenendosi per mano, e confidandosi le faccenduole della mattina e i loro intrighi fanciulleschi, riprendevano la via del mulino; e lo scolaro andava innanzi più composto colla bisaccia dei libri ad armacollo, mentre la fanciulletta gli caracollava al fianco come una puledra dopo aver vinto il premio della corsa.