Ha detto che forse sarebbe rimasto qui una settimana o due, ma non escludeva di potersi fermare anche sei mesi o un anno.
Dove alloggiava?
Al Savoy.
E quando l'avete visto per l'ultima volta?
Circa tre settimane fa, forse un mese. Non ricordo esattamente.
E un giorno l'avete portato con voi a Staverley?
Certo. Dev'essere stata quella l'ultima volta che lo abbiamo visto.
Ci ha telefonato per sapere quando poteva venire a trovarci. Era appena arrivato a Londra, e Hubert non sapeva che fare, perché il giorno dopo dovevamo partire per la Scozia. Eravamo stati invitati a Staverley da certa gente orribile che non riuscivamo a toglierci di torno, e mio marito ci teneva tanto a vedere Carstairs, perché gli è molto simpatico. Allora, gli ho proposto di portarlo con noi dai Bassington-ffrench. E così abbiamo fatto.
Il signor Carstairs vi ha spiegato perché si trovava in Inghilterra?
No. Aveva forse un motivo particolare? Ah, già, ora ricordo. Mio marito e io abbiamo pensato che avesse qualcosa a che vedere con quel suo amico, quel milionario che ha fatto una tragica fine. Un medico gli aveva detto che aveva un tumore, e lui si è suicidato. I medici fanno male a dire certe cose, non crede? Senza contare che spesso si sbagliano. L'altro giorno, per esempio, il nostro medico ha detto che la bambina aveva il morbillo, e invece era solo uno sfogo: forse aveva mangiato qualcosa che le ha fatto male. Ho detto a Hubert che sarebbe meglio cambiare medico.
Bobby ignorò il commento e tornò all'argomento che gli stava a cuore.
Il signor Carstairs conosceva i Bassington-ffrench?
No, ma credo che gli siano piaciuti, anche se al ritorno mi è sembrato taciturno e di cattivo umore. Forse, è rimasto male per qualcosa che è stato detto. E' canadese, e come tutti i suoi connazionali è estremamente suscettibile.
Non ha idea di che cosa possa avergli fatto cambiare umore?
No. Spesso sono i particolari più insignificanti a offendere la gente, non crede?
E' uscito a fare una passeggiata, mentre eravate a Staverley?
No. Che strana idea!
Ha conosciuto forse qualche vicino di casa dei Bassington-ffrench? -
insisté Bobby.
No, c'eravamo solo noi e loro. Ma è strano che lei mi abbia fatto questa domanda, perché... s'interruppe.
Perché? la incalzò Bobby.
Ha fatto un mucchio di domande su certa gente che abita da quelle parti.
Ricorda il loro nome?
No. Si trattava di un medico.
Un certo dottor Nicholson, forse?
Sì, mi pare di sì. Ha voluto sapere tutto su di lui e sulla moglie, e ha chiesto anche quando si erano trasferiti lì. Ci è sembrato molto strano che s'interessasse tanto di loro, dal momento che non li conosceva e che non è affatto un tipo curioso. Forse, stava solo cercando di partecipare alla conversazione, e non gli sono venuti in mente altri argomenti. Sono cose che si fanno, a volte.
Bobby ne convenne, poi chiese come mai fossero stati tirati in ballo i Nicholson, ma la signora Rivington non glielo seppe dire. Era uscita in giardino con Henry Bassington-ffrench e, quando era tornata in casa, gli altri stavano già parlando dei Nicholson.
Fino a quel momento, tutto era andato liscio: Bobby era riuscito a far parlare la padrona di casa, senza che lei s'insospettisse. Ma, a questo punto, la signora Rivington ebbe un dubbio.
Perché s'interessa tanto ad Alan Carstairs? domandò.
Ho bisogno di avere il suo indirizzo le spiegò Bobby. Come le ho già detto, siamo i suoi legali e abbiamo appena ricevuto un importante cablogramma da New York. In questi giorni, il dollaro subisce forti fluttuazioni, e...
La signora Rivington annuì, con l'aria di aver capito perfettamente la gravità della situazione.
E così continuò Bobby in fretta volevano metterci in contatto con lui, per avere istruzioni. Purtroppo, non ci ha lasciato il suo indirizzo, ma siccome una volta ci ha parlato di voi, dicendo che eravate suoi amici, ho pensato che forse avreste potuto aiutarmi.
Capisco. La signora Rivington parve soddisfatta della spiegazione.
Che peccato! Ma è sempre stato un tipo che parla poco dei fatti suoi.
Sì, questo è vero confermò Bobby. Bene. Si alzò. Mi scuso per averle rubato tanto tempo.
Oh, si figuri! Per me è stato molto interessante sapere che Dolly Maltravers, come ha detto lei...
Veramente io non ho detto niente la contraddisse Bobby.
Già, ma voi avvocati siete sempre così discreti... La signora Rivington sorrise.
"Tutto bene", penso Bobby, allontanandosi da Tite Street. "Ho reso proprio un bel servizio a quella Dolly Maltravers, ma a giudicare da quanto si dice sul suo conto, se l'è meritato. E quella stupida donna non si chiederà mai perché, se volevo l'indirizzo di Carstairs, non mi sono limitato a telefonarle, senza scomodarmi ad andare a casa sua."
Tornato in Brook Street, esaminò con Frankie, da ogni angolazione possibile, i nuovi elementi di cui erano venuti a conoscenza.
Si direbbe che sia capitato per caso dai Bassington-ffrench commentò Frankie.
E' vero, ma evidentemente, mentre era lì, una frase pronunciata da qualcuno dei presenti ha suscitato il suo interesse per i Nicholson.
Allora, c'è il dottor Nicholson al centro del mistero, o i Bassington-ffrench?
Bobby la guardò. Cerchi ancora di proteggere il tuo eroe? le domandò, freddamente.
No, sto solo cercando di capire. Sono stati Nicholson e la sua clinica a suscitare l'interesse di Carstairs. Dai Bassington-ffrench ci è andato per caso, questo lo abbiamo già stabilito.
Sembra proprio di sì.
Perché dici "sembra"?
Ci sarebbe un'altra possibilità da prendere in considerazione.
Carstairs potrebbe aver saputo che i Rivington erano stati invitati dai Bassington-ffrench. Potrebbe averlo sentito dire al ristorante del Savoy, per esempio. Perciò gli ha telefonato, ha detto che desiderava vederli, e quello che sperava si è avverato: i Rivington l'hanno invitato ad accompagnarli a Staverley. Non si può escludere che le cose siano andate così, Frankie.
Non lo si può escludere, ma mi sembra un ragionamento piuttosto contorto.
Prova a paragonare questa linea d'azione con il tuo incidente, Frankie, e vedrai che c'è una certa affinità.
Per il mio incidente ci siamo arrangiati da soli, senza l'intervento fortuito di altre persone lo corresse Frankie.
Bobby si tolse i vestiti di Lord Marchington, li rimise al loro posto e tornò a indossare la divisa da autista. Poco dopo, erano in macchina diretti a Staverley.
Se Roger si è davvero preso una cotta per me disse Frankie sarà contento di vedermi tornare così presto. Penserà che non posso stare a lungo lontana da lui.
Proprio quello che penso io ribatté Bobby. Ho sentito dire che i criminali hanno un certo fascino.
Non posso credere che sia un criminale.
Me l'hai già detto.
Be', te lo ripeto.
Non puoi dimenticare la storia della fotografia.
Oh, al diavolo la fotografia! esclamò Frankie.
Percorsero il viale dei Bassington-ffrench in silenzio.
Frankie saltò giù dalla macchina ed entrò in casa senza nemmeno voltarsi a guardare Bobby. Lui ripartì.
In casa, regnava un profondo silenzio. Frankie diede un'occhiata all'orologio. Erano le due e mezza.
"Probabilmente erano convinti che non sarei tornata tanto presto", si disse. "Chissà dove sono."
Aprì la porta della biblioteca, entrò, si fermò di colpo.
Sul divano era seduto il dottor Nicholson, che stringeva fra le sue le mani di Sylvia.
La giovane donna scattò in piedi e andò incontro a Frankie.
Mi ha detto tutto mormorò. La sua voce era alterata. Si coprì il viso con le mani. E' terribile singhiozzò, e corse fuori dalla stanza.
Il dottor Nicholson si era alzato. Frankie mosse qualche passo verso di lui. I loro sguardi s'incrociarono.
Poverina... mormorò l'uomo. E' stato uno shock terribile per lei.
Frankie notò che gli tremava il labbro inferiore. Per un attimo, sospettò che stesse per scoppiare in una risata, ma poi si rese conto che era adirato. Si stava sforzando di dominarsi, di nascondere l'ira dietro la maschera della compassione, ma in realtà era fuori di sé.
Ci fu un attimo di silenzio.
Era necessario che la signora Bassington-ffrench sapesse riprese il dottore. Voglio che convinca suo marito a mettersi nelle mie mani.
Mi dispiace di avervi interrotto disse Frankie. Sono tornata prima del previsto.
18. La donna della fotografia.
Rientrato in albergo, Bobby seppe che qualcuno desiderava vederlo.
E' una signora. La troverà nel salottino del signor Askew.
Bobby si diresse da quella parte, piuttosto perplesso. Frankie, non sapendo volare, non poteva certo averlo preceduto all'Angler's Arms e, a parte lei, non sapeva quale altra donna potesse cercarlo.
Aprì la porta e vide, seduta in poltrona, vestita di nero, la giovane della foto. Fu tanto meravigliato che, per qualche istante, non riuscì ad aprir bocca. Chiuse la porta e si avvicinò al tavolo.
Nemmeno lei parlava. Si limitava a fissarlo con gli occhi dilatati e un'espressione di terrore. Bobby notò che le tremavano le mani. Non parlò subito e, quando lo fece, fu in un sussurro.
Aveva detto... aveva detto che mi avrebbe aiutata. Ma forse non sarei dovuta venire...
A questo punto, Bobby ritrovò l'uso della parola.
Non sarebbe dovuta venire? esclamò. Assurdo! Ha fatto benissimo a cercarmi. Farò qualunque cosa, qualunque cosa al mondo, per aiutarla. Non abbia paura. Qui non corre nessun pericolo.
La giovane donna arrossì.
Chi è lei? domandò. Non un autista. Voglio dire, forse fa l'autista, ma non lo è veramente.
Bobby capì quello che intendeva dire, benché si fosse espressa in modo confuso.
Al giorno d'oggi le rispose bisogna adattarsi a qualsiasi mestiere. Io sono stato in Marina. Effettivamente, quello che sto facendo adesso non è il mio vero lavoro. Ma lasciamo perdere. Sappia, comunque, che può fidarsi di me e raccontarmi tutto.
Lei arrossì di nuovo.
Deve pensare che sono pazza disse.
No di certo.
Sì, perché sono venuta qui da lei. Ma ero così spaventata e... -
s'interruppe. Sbarrò gli occhi, come se improvvisamente le fosse apparsa davanti una visione orribile.
Bobby le prese le mani e le tenne strette fra le sue.
Senta disse andrà tutto bene. Lei è al sicuro adesso. Con un amico. Non le succederà niente di male.
La donna ricambiò la sua stretta con una lieve pressione delle dita.
Quando mi è apparso davanti, ieri sera, pensavo quasi che fosse un sogno mormorò. Non sapevo niente di lei, eppure mi ha dato un'improvvisa speranza, e così ho deciso di venirla a cercare.
Ha fatto bene la rassicurò di nuovo Bobby. E adesso mi racconti tutto.
Lei ritrasse le mani.
Se lo faccio, penserà che sono pazza. "Ecco perché l'hanno chiusa là dentro, assieme a quegli altri", lei si dirà.
No, stia tranquilla. Non penserò una cosa simile.
Invece sì, perché quello che le dirò sembra il farneticare di uno squilibrato.
Non lo penserò, gliel'assicuro.
La giovane donna si sedette più eretta. Si tratta di questo disse.
E' molto semplice: ho paura che vogliano assassinarmi. La sua voce era roca. Si era espressa con poche parole, come se avesse riacquistato l'autocontrollo, ma le sue mani tremavano ancora.
Vogliono assassinarla? ripeté Bobby.
Sì. Le sembro pazza, vero? Sembro affetta da... Come la chiamano?
Mania di persecuzione.
No, non ha l'aria d'essere pazza la tranquillizzò Bobby. Solo terribilmente spaventata. Mi dica chi vuole ucciderla e perché?
Lei rimase un istante in silenzio, tormentandosi le mani. Poi, con un filo di voce, rispose: Mio marito.
Suo marito? La mente di Bobby era in tumulto. Ma lei chi è? -
domandò a un tratto.
Adesso fu lei a meravigliarsi.
Come, non lo sa?
Non ne ho la minima idea.
Sono Moira Nicholson, la moglie del dottor Nicholson.
Allora, non è una paziente della clinica?
Una paziente? Oh, no! Forse pensa che parlo come una di loro...
No, non intendevo questo, davvero. Mi ha solo stupito il fatto che sia sposata. E adesso continui, la ascolto.
Lo so che può sembrare una pazzia, ma non è vero... Non è vero!
Glielo leggo negli occhi, ogni volta che mi guarda. E poi sono successe delle cose strane... Degli incidenti.
Degli incidenti?
Oh, lo so che sembro isterica, come se mi stessi inventando tutto.
Non lo penso neanche lontanamente la rassicurò Bobby. Mi sembra molto verosimile, invece. Mi dica di quegli incidenti.
Una volta, mio marito ha fatto retromarcia con la macchina senza accorgersi che ero dietro di lui. Per fortuna, ho visto che mi stava venendo addosso, e con un salto mi sono messa al riparo. Un'altra volta, ancora per errore, uno sciroppo finito nella bottiglia sbagliata... Lo so che può sembrare tutto spiegabilissimo, tutto naturale. Ma quegli incidenti erano voluti, ne sono sicura. E mi sta logorando i nervi la necessità d'essere prudente, di stare in guardia per difendermi... Deglutì e non aggiunse altro.
Perché suo marito vuole sbarazzarsi di lei? le domandò Bobby.
Forse non si era aspettato una risposta tanto precisa.
Per sposare Sylvia Bassington-ffrench.
Come? Ma anche lei è sposata.
Lo so, ma mio marito troverà la soluzione.
Che cosa intende dire?
Non so niente di preciso, però ho scoperto che lui vuol ricoverare al Grange il signor Bassington-ffrench.
E poi che cosa farà?
Non ne ho idea. Ma succederà sicuramente qualcosa. Moira rabbrividì. Mio marito ha un certo potere sul signor Bassington-ffrench. Non so da cosa dipenda.
Il signor Bassington-ffrench si droga con la morfina le spiegò Bobby.
Davvero? Allora, dev'essere Jasper che gliela fornisce.
Arriva per posta.
Forse, Jasper preferisce spedirla, invece che consegnargliela di persona. E' molto furbo. Il signor Bassington-ffrench potrebbe anche ignorare che è mio marito a fornirgli la droga. Ma sono sicura del contrario.
Comunque, dopo averlo portato al Grange, con la scusa di curarlo...
s'interruppe. Tremava tutta. Al Grange accadono le cose più strane riprese dopo qualche istante. La gente viene lì per guarire e, invece di migliorare, peggiora.
Mentre Moira Nicholson parlava, Bobby s'immedesimava nella situazione, e gli pareva di vivere in quell'atmosfera di terrore da cui la giovane donna si era lasciata sopraffare per tanto tempo.
Ha detto che suo marito vuol sposare la signora Bassington-ffrench?
domandò.
Moira annuì. E' innamorato pazzo di Sylvia.
E lei?
Non lo so rispose Moira. Non riesco a capirlo. Sembra che voglia bene a suo marito e a suo figlio, che sia serena, semplice, senza complicazioni. Ma a volte ho l'impressione che sia diversa da come appare. Mi chiedo se non stia recitando una parte, e recitandola bene.
Ma forse è frutto della mia immaginazione. Quando si vive in un posto come il Grange, è facile distorcere la verità e vedere fantasmi dappertutto.
Che cosa mi sa dire di Roger Bassington-ffrench? le domandò Bobby.
Non lo conosco bene. Dev'essere una brava persona, ma credo che sia un tipo facilmente influenzabile e che abbia una grande fiducia in mio marito. Jasper se lo sta lavorando perché convinca il fratello a farsi ricoverare, ma probabilmente Roger Bassington-ffrench non se ne accorge neppure ed è convinto che l'idea sia partita da lui. Si sporse in avanti, afferrò Bobby per una manica. Faccia in modo che non lo portino al Grange lo implorò. Se ci viene, accadrà qualcosa di terribile, ne sono sicura.
Bobby rimase in silenzio per qualche istante. Rifletteva su quello che gli aveva rivelato Moira.
Da quanto tempo è sposata? le chiese.
Da poco più di un anno rispose la giovane donna, rabbrividendo.
Non ha pensato alla possibilità di lasciare suo marito?
E come potrei? Non so dove andare, non ho soldi. Anche se trovassi qualcuno disposto ad ascoltarmi, che cosa gli potrei raccontare? Una storia incredibile: mio marito vuole assassinarmi. E chi ci crederebbe?
Be', io le credo dichiarò Bobby. Fece una pausa, durante la quale prese una decisione. Senta disse devo farle una domanda. Conosce per caso un certo Alan Carstairs?
Moira Nicholson avvampò.
Perché me lo domanda?
Perché per me è molto importante saperlo. Penso che lei abbia conosciuto Alan Carstairs una volta, gli ha dato una sua foto, vero?
Moira non parlava, teneva gli occhi bassi. A un tratto alzò la testa e lo guardò.
E' vero ammise.
L'ha conosciuto prima di sposarsi?
Sì
L'ha rivisto, dopo il matrimonio?
Sì, una volta rispose lei, dopo una breve esitazione.
Quando? Circa un mese fa?
Sì.
Lui sapeva che lei era qui?
Non lo so. Io non gliel'avevo detto. Da quando mi sono sposata non gli ho mai scritto.
Ma lui ha scoperto il suo indirizzo ed è venuto a cercarla. Suo marito lo sa?
No.
Questo lo pensa lei.
Comunque, Jasper non mi ha mai detto niente.
Ha parlato di lui con Carstairs? Gli ha confessato la sua paura?
Moira scosse la testa.
Quando ho visto Carstairs l'ultima volta, non avevo ancora sospetti.
Ma era infelice?
Sì.
E gliel'ha detto?
No. Ho cercato di non fargli capire che il mio matrimonio era un fallimento.
Potrebbe averlo intuito ugualmente disse Bobby.
Può darsi ammise Moira.
Pensa che sapesse qualcosa sul conto di suo marito? Voglio dire, secondo lei sospettava che il Grange fosse molto diverso da quello che vuol sembrare?
Moira aggrottò le sopracciglia, pensierosa.
E' possibile rispose finalmente. Mi ha fatto un paio di domande abbastanza strane. Ma, a pensarci bene, non credo che sospettasse qualcosa.
Suo marito è un tipo geloso? le domandò Bobby, dopo aver riflettuto qualche istante.
Sì, molto geloso rispose la giovane donna.
Geloso anche di lei?
Sì. Non mi ama, però mi considera di sua proprietà. E' un uomo strano, diverso dagli altri. Fece una pausa, poi riprese: Lei è della polizia?
Io? Oh, no!
Mi chiedevo... Sì, insomma, voglio dire... Bobby abbassò gli occhi sulla propria divisa da autista. E' una storia lunga... mormorò.
Lei è l'autista di lady Frances Derwent, vero? Così mi ha detto il proprietario dell'albergo. L'ho conosciuta l'altra sera a cena.
Lo so. Bisogna che ci mettiamo in contatto con lei, e per me non è facile. Pensa di poterle telefonare, per dirle che desidera parlare e per darle appuntamento in qualche posto isolato?
Penso che non ci siano difficoltà rispose Moira.
Lo so che questo le sembra strano, ma sarà tutto chiaro, quando le avrò spiegato. Bisogna parlare con Frankie al più presto. E di vitale importanza.
Moira si alzò. Benissimo disse. Si fermò, con la mano sulla maniglia della porta. Alan... mormorò. Alan Carstairs. Lei l'ha visto?
Sì rispose Bobby l'ho visto, ma non di recente. "Certo, lei non può sapere che è morto", pensò. Allora, telefoni a lady Frances -
disse. Poi le spiegherò tutto.
19. Convegno a tre.
Moira tornò qualche minuto dopo.
Sono riuscita a parlarle disse. Le ho chiesto di raggiungermi in una capanna in riva al fiume. Deve aver giudicato molto strana la mia richiesta, ma ha promesso di venire.
Bene. Dov'è esattamente questa capanna?
Moira gli spiegò come ci si arrivava.
Vada avanti lei, io la raggiungerò disse Bobby.
Quando Moira se ne fu andata, si trattenne per qualche minuto a parlare col signor Askew.
Pensi che combinazione! Quella signora canadese, la signora Nicholson... un tempo, ho lavorato per un suo zio.
Nel timore che la visita di Moira Nicholson potesse suscitare curiosità, aveva detto la prima cosa che gli era venuta in mente per giustificarla. La cosa peggiore che potesse capitare era che il dottor Nicholson venisse a sapere che sua moglie era andata da lui.
Ah, adesso capisco perché è venuta a trovarla! esclamò il signor Askew. Francamente, la cosa mi aveva incuriosito.
Mi ha visto in giro, mi ha riconosciuto, ed è venuta a vedere come me la passavo. Gran brava persona, quella signora.
Ed è anche simpatica. Certo che non deve fare una vita allegra, al Grange.
Penso proprio di no convenne Bobby.
Con la sensazione di aver rimediato nel modo migliore alla situazione, Bobby si avviò verso il villaggio e poi prese la direzione indicata da Moira.
Arrivato alla capanna, la trovò ad aspettarlo. Frankie non c'era ancora.
Ho molte cose da spiegarle le disse, e poi s'interruppe, non sapendo da dove cominciare.
Sì?
Prima di tutto attaccò Bobby come lei stessa ha intuito, non sono un autista. Lavoro in un garage di Londra. Il mio nome non è Havvkins, ma Jones, Bobby Jones. Vengo da Marchbolt, nel Galles.
Moira l'ascoltava con attenzione. Evidentemente il nome di Marchbolt non le diceva niente, perché rimase impassibile, aspettando il resto della storia. Bobby riprese a parlare, decidendo di venire subito al dunque.
Adesso le dirò una cosa che l'addolorerà. Ma deve saperla. Quel suo amico, Alan Carstairs... è morto.
La vide trasalire e, per non metterla in imbarazzo, distolse lo sguardo. Era stato uno shock per lei? Amava quell'uomo, forse?
Moira rimase qualche istante in silenzio. Allora, per questo non è più tornato... mormorò. Infatti, mi era parso strano.
Bobby azzardò un'occhiata, e si sentì sollevato. La giovane donna appariva rattristata, ma niente di più.
Mi dica com'è successo lo sollecitò.
E' precipitato sulla scogliera, a Marchbolt le spiegò Bobby. Il caso ha voluto che fossimo io e il dottore a trovarlo. Dopo un attimo di silenzio, aggiunse: Aveva una sua foto in tasca.
Davvero? Moira sorrise, il suo sguardo era dolce e triste. Povero Alan! Era così devoto... Una pausa. Quand'è accaduto?
Circa un mese fa. Il 3 ottobre, per la precisione.
Poco tempo dopo che è venuto a trovarmi.
Sì. Le aveva detto che intendeva partire per il Galles?
Moira scosse la testa.
Conosce per caso qualcuno che si chiama Evans? le domandò Bobby.
Evans? ripeté Moira, aggrottando la fronte. No, non mi pare. Il nome è abbastanza comune, ma non ricordo nessuno in particolare. Chi è questa persona?
E' appunto quello che vorremmo sapere. Ah, ecco Frankie!
La ragazza percorreva in fretta l'ultimo tratto del sentiero. La sua espressione, quando vide Bobby e Moira Nicholson insieme, fu un miscuglio di emozioni contrastanti.
Salve, Frankie la salutò Bobby. Meno male che sei arrivata!
Abbiamo bisogno di parlarti. Prima di tutto, l'originale della foto è la signora Nicholson.
Oh! si limitò a esclamare Frankie. Guardò Moira e poi scoppiò in una risata. Sai disse a Bobby ora capisco perché la signora Cayman ti ha colpito tanto, all'inchiesta.
Già mormorò Bobby.
Che stupido era stato! Come aveva potuto credere che gli anni avessero trasformato Moira Nicholson in un tipo come Amelia Cayman?
Dio mio, che scemo esclamò.
Moira lo guardava, senza capire.
Abbiamo molte cose da spiegarle tornò a dirle Bobby e ancora non so da che parte incominciare.
Dopo averle rivelato che erano stati i Cayman a identificare il cadavere, glieli descrisse.
Non capisco disse Moira. Chi era quell'uomo? Il fratello della signora Cayman o Alan Carstairs?
Era proprio questo il punto da chiarire rispose Bobby.
E dopo la disgrazia, qualcuno ha tentato di avvelenare Bobby la informò Frankie.
Otto grani di morfina precisò il giovane, poco incline a dimenticare i particolari dell'incidente.
Non ricominciare! l'ammonì Frankie. Saresti capace di parlare per ore dell'argomento, e ti assicuro che non è divertente. Lascia che spieghi tutto io. Vede, dopo l'inchiesta, i Cayman sono andati a casa di Bobby. Volevano sapere da lui se il fratello di Amelia Cayman, o meglio l'uomo che volevano far passare per suo fratello, avesse detto qualcosa, prima di morire. Bobby ha risposto di no, ma poi gli è venuto in mente che quel poveretto aveva nominato un certo Evans, prima di spirare, e così ha scritto una lettera ai Cayman per informarli della cosa. Qualche giorno dopo, ha ricevuto una offerta di lavoro per il Perù o un altro posto del genere, e, siccome l'ha rifiutata, qualcuno ha tentato di avvelenarlo, mettendogli della morfina...
Otto grani la interruppe Bobby.
...nella birra continuò Frankie, ignorandolo. Ma siccome evidentemente ha la pelle dura, non sono riusciti a toglierlo di mezzo. A questo punto, ci siamo resi conto che quel Pritchard, o Alan Carstairs, era stato spinto giù dalla scogliera.
Perché? domandò Moira.
Non capisce? Eppure, a noi sembra tutto molto chiaro. Forse, non mi sono spiegata bene. Comunque, noi siamo arrivati a questa conclusione, e abbiamo pensato che il colpevole dovesse essere Roger Bassington-ffrench.
Roger Bassington-ffrench? ripeté Moira, con tono divertito.
Abbiamo pensato a lui perché si trovava sul posto il giorno della disgrazia, e perché la sua foto era scomparsa, e lui era l'unico che avesse potuto prenderla.
Capisco mormorò Moira, pensosa.
Poi riprese Frankie il caso ha voluto che mi accadesse un incidente, proprio qui a Staverley. Che strana coincidenza, vero?
Lanciò a Bobby un'occhiata ammonitrice. Allora, ho telefonato a Bobby e gli ho detto di vestirsi da autista e di raggiungermi in modo che si potesse indagare sulla faccenda.
Penso che adesso sappia tutto disse Bobby, senza smentire la versione di Frankie. Può immaginare come sono rimasto, ieri sera, al Grange, quando mi sono trovato faccia a faccia con lei, cioè con l'originale della foto misteriosamente scomparsa.
Mi ha riconosciuta subito. Moira sorrise.
Sì. L'avrei riconosciuta dovunque, dopo aver visto quella fotografia.
La giovane donna arrossì e a un tratto si fece seria, come se improvvisamente l'avesse assalita un sospetto.
Mi sta dicendo la verità? domandò. E' proprio vero che siete capitati qui per caso? O siete venuti perché... perché... sospettavate di mio marito?
Bobby e Frankie si scambiarono un'occhiata.
Le do la mia parola d'onore disse Bobby che non avevamo mai sentito nominare suo marito, prima di venire qui.
Capisco. Moira guardò Frankie. Mi scusi, lady Frances, ma pensavo a quella sera, quando siamo venuti a cena dai Bassington-ffrench. Jasper le ha rivolto parecchie domande sul suo incidente e io non ne capivo il motivo. Adesso, penso che dubitasse dell'autenticità di quell'incidente.
Be', visto che insiste, le dirò che è stato simulato. Uffa, adesso mi sento meglio! E' stato studiato con cura in ogni particolare, per darmi la possibilità di entrare in quella casa. Ma suo marito non c'entra per niente. Era Roger Bassington-ffrench, quello che ci interessava.
Roger? ripeté Moira, aggrottando le sopracciglia.
Certo, i nostri sospetti sul suo conto sembrano assurdi ammise Frankie.
Ma i fatti sono i fatti la contraddisse Bobby.
Roger... Oh, no! esclamò Moira, scuotendo la testa. Può darsi che sia un debole, uno che non combina niente di buono, che s'indebita fino al collo, che si lascia coinvolgere in uno scandalo... Ma spingere un uomo in un precipizio, per ucciderlo... No, questo non posso crederlo.
Per essere sincera, non lo posso credere neanch'io disse Frankie.
Eppure, quella fotografia deve averla presa lui si ostinò Bobby. -
Ora le racconto come sono andate esattamente le cose, signora Nicholson.
Le riferì per filo e per segno l'accaduto. Quando ebbe finito di parlare, Moira fece un cenno d'assenso.
Capisco che cosa vuole dire. Certo, bisogna ammettere che è strano.
Fece una pausa, poi aggiunse: Sentite, perché non chiedete spiegazioni a lui?
20. Dibattito a due.
Per qualche istante, l'audacia e al tempo stesso la semplicità della proposta li lasciò senza parole. Poi, Bobby e Frankie ritrovarono contemporaneamente la voce.
Impossibile! esclamò lui, mentre la ragazza replicava: Non credo che sia una buona idea.
Ma entrambi ci ripensarono e cominciarono a vedere il lato positivo della cosa.
Capisco il vostro punto di vista disse Moira. Sembra proprio che sia stato Roger a sottrarre quella fotografia, ma non posso credere che abbia spinto Alan nel precipizio. Perché avrebbe dovuto farlo? Non lo conosceva neppure. Si erano visti solo una volta, quella sera a cena. Non può esserci un movente.
Allora, chi l'ha ucciso? mormorò Frankie, perplessa.
Moira si rabbuiò. Non lo so.
Senta intervenne Bobby le dispiace se riferisco a Frankie quello che mi ha detto a proposito della paura che l'assilla?
Moira voltò la testa dall'altra parte.
Come vuole rispose. Ma sembra tutto il parto di una mene malata. In questo preciso istante, stento a crederci persino io.
Infatti, la storia, raccontata nell'atmosfera serena della verde campagna inglese, sembrava irreale.
Quando Bobby ebbe finito di parlare, Moira si alzò.
Mi sento terribilmente sciocca mormorò. Aveva le labbra remanti. -
Non badi a quello che le ho detto, signor Jones. E' solo questione di nervi. Adesso devo andare. Arrivederci.
Si allontanò, camminando in fretta. Bobby si alzò, con l'intenzione di seguirla, ma Frankie lo fermò.
Sta' qui, stupido. Lascia fare a me.
Raggiunse Moira, e tornò qualche minuto dopo.
E allora? le domandò Bobby, preoccupato.
Tutto bene. Sono riuscita a calmarla. E' stato imbarazzante per lei sentirti rivelare a me i suoi timori. Le ho fatto promettere che ne riparleremo, noi tre insieme, fra qualche giorno. E adesso, discutiamone con calma.
Bob le riferì qualche particolare che mancava, mentre Frankie ascoltava attentamente.
La storia che ti ha raccontato Moira conferma un paio di cose disse.
Prima di tutto, quando sono tornata in casa Bassington-ffrench, ho sorpreso Nicholson che stringeva fra le sue le mani di Sylvia. Dovevi vedere l'occhiata che mi ha lanciato, quando gli sono comparsa davanti. Se gli sguardi potessero uccidere, a quest'ora sarei morta.
E l'altra cosa qual è? le domandò Bobby.
Oh, un piccolo particolare. Sylvia ha detto che la foto di Moira ha suscitato grande interesse in un tale che è stato ospite a casa loro.
Puoi giurarci che si trattava di Carstairs. Aveva riconosciuto la foto, e Sylvia gli ha detto che si trattava della signora Nicholson.
Così lui ha scoperto il suo indirizzo. Però non capisco ancora come c'entri il marito di Moira. Perché avrebbe dovuto uccidere Alan Carstairs?
Allora, pensi che sia stato lui, e non Roger Bassington-ffrench?
Certo, sarebbe una strana coincidenza, se entrambi si fossero trovati a Marchbolt, il giorno della disgrazia.
Be', le coincidenze si verificano, qualche volta. Comunque, se l'assassino è Nicholson, non capisco quale movente potesse avere. Che sia davvero il capo di una banda di spacciatori di droga e che Carstairs fosse sulle sue tracce? Oppure è la tua nuova amica il movente del delitto?
Potrebbero essere entrambe le cose rispose Bobby.
Forse ha scoperto che sua moglie aveva visto Carstairs e ha avuto paura che lo tradisse.
Può darsi. Ma adesso, prima di tutto, bisogna chiarire la posizione di Roger Bassington-ffrench. L'unica prova contro di lui è la foto scomparsa. Se dovesse fornirci una spiegazione valida...
Hai deciso di parlargliene? Credi che sia il caso, Frankie? Se il colpevole fosse lui, come pensavamo all'inizio, sarebbe molto pericoloso scoprire le nostre carte.
Farò in modo che non lo sia. Del resto, fino a questo momento è stato leale con me al di sopra di ogni sospetto. Può darsi che sia molto furbo, ma potrebbe anche essere innocente. Se spiegherà il particolare della foto... e sta' tranquillo che lo osserverò attentamente e noterò anche la minima esitazione da parte sua... se spiegherà il particolare della foto, dicevo, potrebbe diventare un alleato prezioso per noi.
Che cosa vuoi dire, Frankie?
Può darsi che la tua amichetta sia un tipo cui piace esagerare, ma supponiamo che dica la verità e che suo marito voglia sbarazzarsi di lei per sposare Sylvia. Ti rendi conto che, in questo caso, anche Henry Bassington-ffrench è in pericolo? Dobbiamo impedire a ogni costo che lo ricoverino al Grange, cosa che in questo momento Roger Bassington-ffrench è incline a fare.
Allora, fa' come vuoi Frankie si arrese Bobby, poco convinto.
La ragazza si alzò per andarsene, ma si fermò di colpo e disse: Non è strano? Ho l'impressione che noi due siamo entrati fra le pagine di un libro, in una storia che riguarda altra gente. Non è una sensazione piacevole.
Capisco perfettamente quello che intendi. Ma, più che un romanzo, questo sembra un dramma. E' come se fossimo saliti sul palcoscenico a metà del secondo atto e non avessimo una parte da interpretare, per cui siamo costretti a fingere. E il peggio è che non abbiamo idea di quello che è successo nel primo atto.
Frankie annuì.
Sai, forse questo non è neanche il secondo atto, ma il terzo. Sono sicura che bisogna tornare molto indietro nel tempo, e dobbiamo fare in fretta, perché temo che il dramma stia per concludersi.
Magari con qualche cadavere sparso qua e là. E tutto è cominciato con una frase, una frase apparentemente priva di significato, almeno per noi.
"Perché non l'hanno chiesto a Evans?" sussurrò Frankie. Non trovi strano, Bobby, che pur avendo scoperto parecchie cose e conosciuto tanti personaggi, non sappiamo ancora chi sia questo Evans?
Io ho l'impressione che Evans non c'entri per niente. E' stato a causa sua che siamo entrati in scena noi due, ma probabilmente lui non è importante. E' come in quella storia di Wells, in cui un principe aveva fatto erigere un magnifico palazzo intorno alla tomba della donna amata. E quando il palazzo è stato terminato, c'era un'unica cosa che stonava, e il principe ha detto: "Portatela via!". Quella cosa era la tomba.
Più di una volta mi ha assalito il dubbio che non esista nessun Evans disse Frankie. Fece un cenno di saluto a Bobby, e si allontanò lungo il sentiero.
21. Roger risponde a una domanda.
La fortuna le diede una mano: Frankie s'imbatté in Roger prima ancora di arrivare a casa.
Salve! la salutò lui. E' tornata presto da Londra.
Sì, non ero in vena di far spese rispose Frankie.
E già entrata in casa? le domandò Roger. Nicholson ha detto a Sylvia la verità sul conto di Henry. Poverina, l'ha presa proprio male. Pare che non avesse sospetti.
Lo so. Erano in biblioteca, quando sono arrivata, e lei appariva sconvolta.
E' indispensabile che Henry si faccia curare, Frankie. Pare che non si droghi da molto tempo, quindi non dovrebbe essergli difficile togliersi il vizio. Ha parecchi incentivi per smettere: Sylvia, Tommy, il loro avvenire.
"Prima di tutto, bisogna farlo ragionare. Nicholson è l'uomo che ci vuole per lui. Proprio l'altro giorno, mi diceva di aver ottenuto dei risultati sorprendenti anche con persone che erano schiave della droga da anni. Se Henry acconsentisse a farsi ricoverare al Grange..."
C'è una cosa che vorrei sapere da lei lo interruppe Frankie. -
Spero che non mi giudicherà indiscreta.
Di che si tratta? le domandò Roger, incuriosito.
Vorrebbe dirmi se ha tolto una foto dalla tasca dell'uomo precipitato dalla scogliera di Marchbolt?
In attesa della risposta, Frankie osservò attentamente Roger e la sua reazione le parve normale: era seccato, forse anche un po'
imbarazzato, ma non aveva l'aria di chi è stato preso in castagna.
Mi piacerebbe sapere come ha fatto a scoprirlo replicò. Gliel'ha detto Moira, forse? Ma anche lei... come fa a saperlo?
Allora, l'ha presa?
Non posso negarlo.
Perché l'ha fatto?
Adesso Roger era decisamente imbarazzato.
Be', provi a considerare le cose dal mio punto di vista. Ero lì a fare la guardia al cadavere di uno sconosciuto, quando a un certo punto mi sono accorto che gli spuntava qualcosa da una tasca. Ho guardato e ho visto che si trattava della foto di una donna che conoscevo, una donna sposata, e non felicemente, a quanto mi è dato di sapere. "Che cosa succederà?" mi sono chiesto. Verrà aperta un'inchiesta, si darà pubblicità alla cosa, e forse il nome di quella donna finirà su tutti i giornali. Ho agito d'impulso: ho preso la foto e l'ho stracciata. Forse ho fatto male, ma non volevo che Moira Nicholson finisse nei guai.
Frankie tirò un sospiro di sollievo.
Allora è questa la spiegazione! Se sapesse...
Che cosa?
Non posso dirglielo, adesso rispose Frankie. Più avanti forse.
E' una faccenda abbastanza complicata. Ora capisco il motivo per cui ha sottratto la foto, ma perché non ha ammesso di conoscere la vittima? Non era meglio dire alla polizia chi era?
Perché non ho ammesso di conoscere la vittima? ripeté Roger.
Appariva sbigottito. Come facevo ad ammettere di conoscere quell'uomo, se non l'avevo mai visto?
Eppure l'aveva incontrato proprio qui, in casa di suo fratello, circa una settimana prima.
Ragazza mia, sta dando i numeri?
Alan Carstairs disse Frankie. Ha conosciuto Alan Carstairs?
Certo. E' l'uomo arrivato qui in compagnia dei Rivington. Ma quel poveretto non era Alan Carstairs.
Invece sì, lo era.
Si fissarono per qualche istante negli occhi. Lei deve averlo riconosciuto per forza disse infine Frankie, di nuovo diffidente.
Non l'ho visto in faccia le spiegò Roger.
Come?
Non l'ho visto. Aveva la faccia coperta da un fazzoletto.
Frankie rimase senza parole. Rammentò che Bobby, quando le aveva parlato della disgrazia per la prima volta, aveva accennato al particolare del fazzoletto con cui aveva coperto la faccia del morto.
Non l'è venuto in mente di guardarlo? domandò.
No. Perché avrei dovuto?
Se fosse capitato a me di trovare la foto di una persona che conosco nella tasca di un morto, mi sarebbe sicuramente venuta la tentazione di guardarlo. Ma voi uomini non avete un briciolo di curiosità Fece una pausa. Poveretta! esclamò. Mi dispiace molto per lei.
A chi allude? A Moira Nicholson? Perché le dispiace per lei?
Perché ha paura rispose Frankie.
E' vero, ha sempre avuta un'aria spaventata. Di chi ha paura?
Di suo marito.
Effettivamente, Jasper Nicholson mette quasi paura anche a e me -
ammise Roger.
E' convinta che voglia ucciderla gli rivelò Frankie.
Davvero? esclamò Roger con una punta d'incredulità.
Si sieda. Devo raccontarle un mucchio di cose. Voglio dimostrarle che il dottor Nicholson è un pericoloso criminale.
Un criminale? ripeté Roger, allibito.
Aspetti che le racconti tutta la storia.
Lo mise al corrente dei fatti, da quando Bobby e il dottor Thomas avevano rinvenuto il cadavere fino agli ultimi avvenimenti. L'unica cosa che gli nascose fu che il suo incidente era stato simulato, ma gli lasciò intendere che si era trattenuta a Merroway Court più di quanto non sarebbe stato necessario, proprio perché sperava di far luce sul mistero.
Roger l'ascoltò con la massima attenzione. Sembrava affascinato dalla storia.
E' tutto vero? Anche il fatto che qualcuno ha tentato d'avvelenare quel Jones?
Tutto verissimo garantì Frankie.
Scusi la mia domanda. Ma è un racconto piuttosto difficile da digerire, deve ammetterlo. Roger rimase in silenzio, assorto. Senta riprese infine per quanto possa sembrare assurdo, penso che lei abbia ragione.
Quell'uomo, Alex Pritchard, o Alan Carstairs, dev'essere stato assassinato. Altrimenti, non si spiegherebbe il tentativo di avvelenare il signor Jones. Per quanto riguarda la frase "Perché non l'hanno chiesto a Evans?", non mi pare che sia da ritenersi rilevante, dal momento che ignorate l'idendità di Evans, sia che cosa bisognava chiedergli. Forse l'assassino, o gli assassini, erano convinti che Jones sapesse, magari anche senza rendersene conto, qualcosa che costituiva un pericolo per loro. Così, hanno tentato di eliminarlo e probabilmente ci riproverebbero, se riuscissero a rintracciarlo. Fin qui, tutto quadra, ma non capisco cosa vi fa pensare che l'assassino sia Nicholson.
E' un tipo talmente sinistro... possiede una Talbot blu, e poi non era qui, il giorno in cui hanno tentato di avvelenare Bobby.
Non si può dire che queste siano prove schiaccianti contro di lui.
E c'è anche quello che la signora Nicholson ha raccontato a Bobby. -
A questo punto, Frankie riferì quanto aveva detto Moira, ma ancora una volta, nella pace della campagna, tutto pareva una fantasia priva di fondamento.
Roger si strinse nelle spalle.
Secondo lei, è suo marito che fornisce la droga a Henry, ma questa è una semplice supposizione. Non esiste la men che minima prova a suffragio di quest'ipotesi. Roger fece una pausa, poi riprese: -
Quanto al fatto che voglia ricoverare Henry al Grange, non c'è niente di strano da parte di un medico. Inoltre, Moira ritiene che suo marito sia innamorato di Sylvia. Be', su questo non posso pronunciarmi.
Se Moira lo crede, è molto probabile che sia vero gli fece notare Frankie. Una donna si sbaglia raramente sul conto del proprio marito.
Comunque, ammesso che sia vero, non è detto che Nicholson sia un criminale. Molti uomini rispettabili s'innamorano delle mogli degli altri.
Resta la sua convinzione che il marito voglia ucciderla replicò Frankie.
Lei ci crede?
Ci crede Moira, a ogni modo.
Roger annuì e si accese una sigaretta.
Tutto sta a vedere se è vero. Il Grange è un posto triste, pieno di gente anormale. A una donna che vive lì, può capitare di restarne scossa, soprattutto se si tratta di un tipo timido e nervoso.
Allora, secondo lei non è vero niente?
Non dico questo. Probabilmente, Moira è convinta che il marito voglia ucciderla, ma la sua paura è giustificata? A me sembra di no.
Frankie ripensò a Moira mentre diceva: "E' solo questione di nervi".
Questo la induceva a pensare che fosse vero il contrario, ma non sapeva come spiegarlo a Roger.
Certo, se si potesse dimostrare che Nicholson si trovava a Marchbolt, il giorno della disgrazia, tutto sarebbe molto diverso, e così pure se riuscissimo a trovare un nesso tra lui e Alan Carstairs.
Ma, secondo me, vi siete completamente dimenticati dei principali indiziati.
E cioè?
Gli... come ha detto che si chiamano? Gli Hayman.
Cayman.
Sì, loro. Dunque, secondo me, i Cayman ci sono dentro fino al collo.
Prima di tutto, c'è da considerare la falsa identificazione del cadavere, e poi la loro insistenza per scoprire se quel poveretto aveva detto qualcosa prima di morire. Il lavoro offerto al signor Jones, come sospettate anche voi, è quasi sicuramente farina del loro sacco.
Certo, è seccante correre il rischio di farsi ammazzare, perché si è al corrente di una determinata cosa, mentre in realtà la si ignora. -
Frankie esitò. Non so se mi sono spiegata bene. E' così difficile, a volte, esprimere certi concetti...
Già disse Roger quello è stato un errore, da parte loro. Un errore al quale non sarà tanto facile rimediare.
Mi è venuta in mente una cosa! esclamò Frankie. Fino a poco fa, partivo dal presupposto che alla foto di Moira Nicholson fosse stata sostituita quella della signora Cayman...
Le assicuro la interruppe Roger che la foto della signora Cayman non l'avevo io. Non sono tipo da subire il fascino di una donna simile. Stando alle vostre descrizioni, dev'essere repellente.
Be', in un certo senso poteva essere piacente disse Frankie. Un po' troppo vistosa, un po' volgare. Ma il punto è questo: Carstairs doveva avere in tasca anche la sua foto, oltre a quella di Moira.
Roger annuì. E lei pensa...
Secondo me, una foto la teneva per amore, e l'altra perché gli serviva. Doveva esserci un motivo, se Carstairs aveva con sé quella fotografia. Forse intendeva mostrarla a qualcuno che era in grado di riconoscere la donna. Poi, che cosa succede? Una persona, forse il marito della Cayman, lo segue, e quando arriva il momento buono, si avvicina a lui nella nebbia e con una spinta lo fa cadere dal precipizio. Carstairs precipita, lanciando un urlo. Cayman si allontana più in fretta che può, per evitare che qualcuno lo sorprenda sul luogo del delitto. Presumibilmente ignorava che la vittima aveva in tasca una foto di sua moglie. A questo punto, la foto viene pubblicata...
Un duro colpo per i Cayman! esclamò Roger.
Già. Come possono rimediare? Prendendo il toro per le corna, con un po' di coraggio. Chi può conoscere l'identità di Carstairs? Quasi nessuno, in questo paese. Così, la Cayman arriva, piangendo lacrime di coccodrillo, e riconosce un immaginario fratello. Per rafforzare la storia del viaggio nel Galles fatto dalla vittima, arrivano al punto di spedire dei pacchi contenenti indumenti.
Sa, Frankie, credo proprio che la sua ricostruzione dei fatti si possa definire brillante disse Roger con ammirazione.
Sì, mi pare piuttosto buona confermò la ragazza. Ha ragione, dobbiamo metterci alla ricerca dei Cayman. Non capisco come mai non ci abbiamo ancora pensato.
In realtà, conosceva perfettamente il motivo per cui avevano lasciato perdere i Cayman: avevano visto in Roger il principale indiziato e si erano affrettati a puntare su di lui, ma naturalmente non era il caso di raccontarglielo.
Che cosa facciamo per Moira Nicholson? domandò.
Come sarebbe a dire?
Be', quella povera donna è terrorizzata. Credo che lei sia ingiusto nei suoi confronti, Roger.
Il fatto è che la gente incapace di difendersi mi irrita.
Che cosa potrebbe fare? Senza soldi, senza un posto dove andare...
Se lei fosse al suo posto, Frankie, la soluzione l'avrebbe trovata -
rispose Roger.
Oh! esclamò lei, non sapendo che dire.
Sì, l'avrebbe trovata insisté Roger. Se lei si fosse convinta che qualcuno voleva ucciderla, non sarebbe rimasta lì ad aspettare che succedesse. Sarebbe fuggita, e avrebbe trovato il modo di guadagnarsi da vivere, o magari avrebbe ucciso lei quella persona.
Frankie ci pensò su. Be', sì, una soluzione l'avrei trovata -
ammise.
Lei ha del fegato, Moira no.
Frankie si sentì lusingata. Moira Nicholson non era il tipo di donna che lei ammirasse, e in fondo le seccava un po' che a Bobby piacesse tanto. "Si vede che lui preferisce le donne indifese" si disse, e ripensò all'effetto che gli aveva fatto fin dall'inizio la foto di Moira.
Comunque, Roger la pensava diversamente. A lui Moira non era molto simpatica, e dal canto suo la giovane donna non lo teneva in grande considerazione. L'aveva definito "un debole", aveva escluso che potesse avere il coraggio di uccidere. Forse, Roger era davvero un debole, ma non si poteva negare che avesse un certo fascino, e lei l'aveva sentito fin dal primo momento.
Lei, Frankie, potrebbe fare di un uomo quello che vuole disse inaspettatamente Roger.
Lei si sentì imbarazzata, e insieme stranamente compiaciuta. Si affrettò a cambiare argomento.
Per quanto riguarda suo fratello disse è ancora del parere di ricoverarlo al Grange?
22. Un'altra vittima.
No rispose Roger. Dopotutto, ci sono tante altre cliniche dove possono curarlo. Quello che conta è convincerlo a farsi curare.
Pensa che sarà difficile?
Temo di sì. L'ha sentito anche lei, quello che ha detto l'altra sera. Però, se riuscissimo a prenderlo di petto mentre è sopraffatto dai rimorsi, forse si lascerebbe convincere. Ah, ecco che arriva Sylvia.
La signora Bassington-ffrench, uscita di casa in quel momento, si guardò intorno e, vedendo Frankie e Roger, attraversò il prato per raggiungerli.
Appariva tesa, preoccupata.
Roger, ti ho cercato dappertutto disse. E siccome Frankie fece l'atto di andarsene aggiunse: No, mia cara, resti pure. Non è il caso di fare tanti misteri, ormai sa tutto. Aveva intuito la verità, non è così?
Frankie fece un cenno affermativo.
Io invece sono stata cieca... cieca mormorò Sylvia, con tono amaro. L'avevate capito tutti e due, e io niente. Mi chiedevo soltanto come mai Henry fosse tanto cambiato. Era una cosa che mi rattristava profondamente, ma non ho mai sospettato la verità. Tacque un istante, poi riprese: Appena il dottor Nicholson me l'ha detto, sono andata da Henry. L'ho lasciato in questo momento. S'interruppe di nuovo, soffocò un singhiozzo. Vedrai, Roger, andrà tutto bene. Ha accettato. Domattina, si farà ricoverare al Grange, si affiderà al dottor Nicholson.
Oh, no! esclamarono insieme Frankie e Roger.
Sylvia li guardò, stupefatta.
Sai, Sylvia disse Roger ho riflettuto e credo che il Grange non sia il posto più indicato per lui.
Pensi che riuscirà a guarire da solo? gli domandò lei scettica.
No, ma ci sono altre cliniche, più lontane da casa. Secondo me, ricoverarlo a due passi da qui sarebbe un errore.
Lo penso anch'io lo appoggiò Frankie.
Non sono d'accordo disse Sylvia. Non voglio mandarlo lontano. E
poi, il dottor Nicholson è stato così gentile, così comprensivo. Mi sentirei più tranquilla, se Henry si affidasse alle sue cure.
Mi pareva che Nicholson non ti fosse simpatico, Sylvia disse Roger.
Ho cambiato idea. Nessuno sarebbe potuto essere più gentile di lui, oggi. Ero prevenuta nei suoi confronti, ma ho capito d'essermi sbagliata.
Seguì un attimo di silenzio. La situazione era delicata. Roger e Frankie non sapevano quale altra obiezione si potesse fare.
Povero Henry! esclamò Sylvia. E' proprio a terra. E' stato un brutto colpo per lui, scoprire che io sapevo. Mi ha detto che ho ragione, che deve assolutamente farsi curare, per il mio bene e per quello di Tommy, ma secondo lui non ho idea di che cosa significhi.
Può darsi che sia vero, anche se il dottor Nicholson mi ha spiegato tutto. La morfina diventa una specie di ossessione, e i drogati non sono responsabili delle proprie azioni. Oh, Roger, dev'essere terribile! Ma il dottor Nicholson è stato molto caro. Ho fiducia in lui.
Però, sono sempre del parere... cominciò Roger.
Non ti capisco, sai? lo interruppe Sylvia. Perché hai cambiato idea? Fino a mezz'ora fa, sostenevi che Henry doveva entrare al Grange.
Be', ho riflettuto con calma...
Sylvia lo interruppe di nuovo. A ogni modo, io ho deciso: Henry andrà al Grange.
Ci fu una breve pausa.
Vado a telefonare a Nicholson disse Roger. Ormai, sarà a casa.
Voglio discutere con lui della faccenda.
Senza aspettare risposta, si avviò verso casa. Le due donne restarono ferme a guardarlo.
Non capisco... mormorò Sylvia. Mezz'ora fa, mi ha detto che dovevamo convincere Henry a entrare al Grange. Il suo tono era risentito.
Francamente, sono d'accordo con lui replicò Frankie. Ho letto da qualche parte che i drogati dovrebbero sempre andare a farsi curare lontano da casa.
Secondo me non ha senso obiettò Sylvia.
Frankie non sapeva come comportarsi. La strana ostinazione di Sylvia complicava le cose. Prima, era stata ostile a Nicholson, e adesso pendeva dalla sua parte, e non si sapeva che argomenti addurre per farle cambiare idea un'altra volta. Frankie prese in considerazione l'idea di raccontare tutta la storia anche a lei, ma Sylvia ci avrebbe creduto? Del resto, nemmeno Roger era molto convinto dell'ipotesi che l'assassino fosse Nicholson. Sylvia, dato che l'aveva appena preso in simpatia, sarebbe stata ancora più scettica. Avrebbe anche potuto decidere di riferirgli tutto. La situazione era decisamente delicata.
Un aeroplano volò basso sopra di loro, riempiendo l'aria del rombo dei motori. Le due donne alzarono la testa per guardarlo, grate della distrazione che offriva. Frankie ebbe così il tempo di riordinare le idee, Sylvia di farsi passare la rabbia.
Quando l'aereo scomparve sopra gli alberi, e il rombo dei motori si fu affievolito, Sylvia si voltò a guardare la ragazza.
E' stato terribile... mormorò, sconsolata. E sembra che lei e Roger vi siate messi d'accordo per mandare Henry lontano da me.
No, si sbaglia protestò Frankie, cercando disperatamente qualcos'altro da aggiungere. Io penso semplicemente che debba essere curato nel migliore dei modi, e il dottor Nicholson non mi sembra all'altezza.
A me sì dichiarò Sylvia. E' proprio il tipo di medico che occorre a Henry.
Lanciò a Frankie un'occhiata di sfida. Chissà come aveva fatto il dottor Nicholson a conquistarsi così rapidamente la sua stima?
Non sapendo che altro dire, Frankie non parlò più. Un momento dopo, uscì da casa Roger. Respirava un po' affannosamente.
Nicholson non è ancora rientrato annunciò. Gli ho lasciato un messaggio.
Non capisco perché tanta fretta di parlargli disse Sylvia. L'idea del ricovero è partita da te. Henry ha accettato, e ormai è tutto deciso.
Credo di poter dire anch'io il mio parere le fece notare Roger con dolcezza. In fondo, Henry è mio fratello.
Sei stato tu a suggerire questa soluzione si ostinò Sylvia.
Sì, ma nel frattempo ho sentito dire sul conto di Nicholson delle cose che non mi sono piaciute.
Quali cose? Oh, non ci credo.
Sylvia si morse le labbra, gli voltò le spalle e si precipitò in casa.
Roger guardò Frankie.
E' una situazione molto spiacevole mormorò.
Spiacevolissima convenne lei.
Quando Sylvia prende una decisione, non si riesce più a farle cambiare idea.
E adesso, che cosa si può fare?
Si sedettero di nuovo in giardino e ripresero a discutere. Roger convenne con Frankie che sarebbe stato un errore raccontare tutta la storia a Sylvia. La soluzione migliore, a questo punto, era fare quattro chiacchiere con Nicholson.
Che cosa esattamente pensa di dirgli?
Non lo so ancora. Farò delle allusioni, perché si metta bene in testa che deve rigare diritto. Una cosa è certa: Henry non deve andare al Grange, a costo di mettere le carte in tavola.
Mettere le carte in tavola significherebbe rovinare tutto gli fece presente Frankie.
Lo so. Ecco perché, prima, bisogna tentare con altri mezzi.
Accidenti a Sylvia! Proprio adesso doveva mettersi a fare il mulo?
Questo dimostra com'è forte l'ascendente di quell'uomo disse Frankie.
Già. E questo mi induce a pensare che, prove o non prove, forse avete ragione sul suo conto. Cos'è stato questo rumore?
Scattarono entrambi in piedi.
Sembra uno sparo disse Frankie. Proveniva dalla casa.
Si scambiarono un'occhiata, poi si misero a correre. Entrarono dalla porta-finestra del salotto, e da lì passarono nel corridoio, dove trovarono Sylvia Bassington-ffrench, pallida come un cadavere.
Hai sentito? le domandò Roger. Era uno sparo. Veniva dallo studio di Henry.
Sylvia barcollò e Roger le circondò la vita con un braccio per sostenerla. Frankie andò davanti alla porta dello studio e tentò la maniglia.
E' chiusa a chiave disse.
La finestra! suggerì Roger.
Depose Sylvia, semisvenuta, su un divanetto e uscì di corsa, passando di nuovo dal salotto. Frankie lo seguiva. Fecero il giro della casa e si fermarono davanti alla finestra dello studio. Era chiusa.
Accostarono la testa ai vetri per guardare dentro. Era il tramonto, e c'era poca luce, ma quello che videro bastò.
Henry Bassington-ffrench era accasciato sulla scrivania. Su una tempia, spiccava il foro del proiettile. La rivoltella era sul pavimento, al di sotto della mano abbandonata lungo il fianco.
Si è sparato... mormorò Frankie. E' terribile!
Indietro! le ordinò Roger. Devo rompere i vetri.
Si avvolse una mano nella giacca e sferrò un colpo al vetro, mandandolo in frantumi poi tolse i pezzi per evitare che lui e Frankie potessero tagliarsi. Entrarono.
Nello stesso istante, comparvero sul terrazzo Sylvia e il dottor Nicholson.
C'è qui il dottore disse Sylvia. E' arrivato adesso. E' successo qualcosa a Henry?
Non appena ebbe pronunciato quelle parole, vide il corpo del marito riverso sulla scrivania e lanciò un grido.
Roger uscì di nuovo dallo studio. Il dottor Nicholson gli mise Sylvia tra le braccia.
La porti via gli disse. Si occupi di lei, le faccia bere del cognac. Non lasci che veda più di quanto non è necessario.
Entrò nello studio e si fermò accanto a Frankie. Scosse la testa lentamente.
Che tragedia! esclamò. Non se l'è sentita di affrontare il futuro. Lo aspettava una dura prova. Mi dispiace. Mi dispiace molto.
Si chinò sul corpo, ma si raddrizzò subito.
Non c'è più niente da fare. Dev'essere morto sul colpo. Chissà se avrà lasciato qualcosa di scritto... Di solito lo fanno.
Frankie fece qualche passo avanti. Vicino al gomito di Bassington-ffrench, c'era un foglietto con alcune righe scritte in fretta.
L'inchiostro era ancora fresco.
"Penso che questa sia la soluzione migliore", lesse. "Questo terribile vizio mi ha reso schiavo da troppo tempo, perché possa avere qualche speranza di guarire. Preferisco fare la cosa migliore per Sylvia e per Tommy. Che Dio vi benedica entrambi, miei cari. Perdonatemi..."
Frankie sentì un nodo alla gola.
Non dobbiamo toccare niente le disse il dottor Nicholson. Verrà aperta un'inchiesta, naturalmente. Bisogna chiamare la polizia.
Frankie si avviò verso la porta, ma si fermò di colpo.
Non c'è la chiave, nella serratura disse.
No? Forse l'ha in tasca Henry.
Nicholson si chinò, frugò in una tasca della giacca, trovò la chiave e la prese.
La infilò nella serratura. Era la chiave giusta. Uscirono insieme nel corridoio. Il dottor Nicholson si diresse verso il telefono. Frankie aveva le gambe che le tremavano. A un tratto, si sentì male.
23. Moira scompare.
Un'ora dopo, Frankie telefonò a Bobby.
Ciao, Bobby. Hai sentito che cos'è successo? Ah, lo sai già!
Dobbiamo vederci al più presto. Domattina, direi. Uscirò prima di colazione. Verso le otto. Ci troviamo allo stesso posto di oggi.
Riagganciò mentre Bobby ripeteva rispettosamente per la terza volta: -
Bene, Sua Signoria temendo che qualcuno lo stesse ascoltando.
Bobby arrivò per primo all'appuntamento ma Frankie non lo fece attendere molto. Era pallida e sconvolta.
Ciao, Bobby. Non sono riuscita a chiudere occhio tutta la notte.
Non conosco ancora i particolari le disse lui. So soltanto che Henry Bassington-ffrench si è sparato. E' vero?
Sì. Sylvia gli aveva appena parlato, per convincerlo a farsi curare, e lui aveva acconsentito, ma poi dev'essergli mancato il coraggio. E'
andato nel suo studio, si è chiuso dentro, ha scritto un messaggio e si è sparato. E' terribile, Bobby.
Restarono per qualche istante in silenzio.
Naturalmente, dovrò partire oggi disse Frankie.
Già, è naturale. Come sta? La signora Bassington-ffrench, intendo.
E' crollata, poveretta. Non l'ho più vista, da quando abbiamo trovato il cadavere. Dev'essere stato uno shock terribile per lei.
Bobby annuì.
Sarà meglio che mi porti la macchina verso le undici riprese Frankie.
Bobby non rispose. Frankie lo guardò, spazientita.
Che c'è, Bobby? Hai l'aria d'essere lontano mille miglia.
Scusami. Veramente...
Sì?
Be', stavo pensando... Immagino... Sì, immagino che sia tutto regolare, vero?
Come sarebbe a dire, regolare?
E' sicuro che si tratta di suicidio?
Oh! esclamò Frankie. Capisco. Rifletté un istante. Sì disse.
Si è suicidato.
Ne sei proprio certa? Stando a quanto ci ha detto Moira, Nicholson voleva togliere di mezzo due persone. Be', una delle due è eliminata.
Frankie tornò a riflettere, ma ancora una volta scosse la testa.
Si è suicidato ripeté. Ero in giardino con Roger, quando ho udito lo sparo. Siamo corsi subito in casa, passando dal salotto. La porta dello studio era chiusa a chiave dall'interno. Abbiamo fatto il giro della casa, ma anche la finestra era chiusa, e Roger ha dovuto rompere i vetri. Nicholson è comparso soltanto allora.
Bobby rifletté a sua volta.
Sembra tutto regolare convenne. Strano, però, che Nicholson sia arrivato così tempestivamente.
Aveva dimenticato qualcosa in casa, nel pomeriggio, ed era venuto a riprenderlo.
Bobby continuava a meditare, le sopracciglia aggrottate.
Senti, Frankie, supponiamo che sia stato Nicholson a uccidere Bassington-ffrench...
Dopo averlo indotto a scrivere una lettera d'addio a sua moglie? -
lo interruppe Frankie.
Non credo che sia tanto difficile imitare la calligrafia di qualcuno. Date le circostanze, le eventuali differenze verrebbero attribuite all'agitazione di cui era preda l'aspirante suicida.
Sì, questo è vero. Continua.
Nicholson uccide Bassington-ffrench, scrive la lettera d'addio ai familiari, esce chiudendo la porta a chiave e ricompare qualche minuto dopo, fingendo d'essere appena arrivato.
Ma anche questa volta Frankie scosse la testa.
Come idea non è male ammise ma non quadra. Tanto per cominciare, la chiave l'aveva in tasca Bassington-ffrench.
Chi è stato a trovarla?
Be', Nicholson.
Ecco spiegato il mistero della chiave. Chi ti assicura che non abbia semplicemente finto di trovarla?
Ero vicina a lui, e sono sicura che la chiave era nella tasca di Bassington-ffrench.
E' come quando si assiste allo spettacolo di un prestigiatore: lo spettatore vede il coniglio uscire dal cappello vuoto. Se Nicholson è veramente un criminale di quelli che la fanno sempre franca, un trucchetto del genere sarebbe un gioco da ragazzi per lui.
Può darsi che tu abbia ragione, Bobby, ma sono convinta che non è così. Sylvia Bassington-ffrench era in casa, al momento dello sparo, e, appena l'ha udito, è corsa in corridoio. Se Nicholson, dopo aver ucciso suo marito, fosse uscito dalla porta dello studio, lei l'avrebbe visto. Invece, ci ha riferito di averlo incontrato sul viale, mentre noi facevamo il giro della casa per raggiungere la finestra dello studio. No, Bobby, quell'uomo ha un alibi.
Non mi fido per principio di chi ha un alibi disse Bobby.
Nemmeno io, ma non vedo proprio come possiamo smontare questo alibi.
Tanto più che è confermato da Sylvia.
Appunto.
Be', allora non ci resta che considerarlo suicidio ammise Bobby, a malincuore. Pover'uomo! E adesso che cosa abbiamo in programma, Frankie?
Dobbiamo occuparci dei Cayman rispose la ragazza. Non capisco perché finora li abbiamo trascurati. Hai il loro indirizzo, vero?
Sì. E' quello che hanno dato all'inchiesta: 17 Saint Leonard's Gardens, Paddington.
Sei d'accordo sul fatto che li abbiamo trascurati un po' troppo?
Sì. Ma, vedi, Frankie, ho idea che gli uccellini abbiano già preso il volo. Non davano affatto l'impressione d'essere nati ieri.
Anche se hanno tagliato la corda, credo di poter scoprire ugualmente qualcosa sul loro conto.
Tu? Da sola?
Sì. Anche questa volta è meglio che tu stia alla larga, per il semplice fatto che, come Roger Bassington-ffrench, loro ti conoscono, mentre non hanno mai visto me.
E come pensi di poter fare la loro conoscenza?
Con la scusa della propaganda elettorale, per i conservatori. Mi presenterò a casa loro carica di volantini.
Mi pare una buona idea commentò Bobby. Ma, come ti ho già detto, non credo che li troverai. E adesso c'è un'altra decisione da prendere, a proposito di Moira.
Mio Dio! esclamò Frankie. Mi ero completamente dimenticata di lei.
L'avevo notato disse Bobby, freddo.
Hai ragione mormorò Frankie, pensierosa. Bisogna fare qualcosa per lei.
Bobby annuì. Gli pareva di avere ancora davanti a sé quel viso dallo sguardo terrorizzato. C'era un che di tragico, in quella faccia.
L'aveva sempre sentito, fin da quando aveva guardato la foto presa dalla tasca di Alan Carstairs.
Se l'avessi vista, la sera che l'ho incontrata al Grange! esclamò. -
Era fuori di sé dalla paura, te lo garantisco. E secondo me, Frankie, ha ragione. Non è una questione di nervi, non sono fantasie le sue. Se Nicholson voleva sposare Sylvia Bassington-ffrench, gli ostacoli al suo progetto erano due. Uno è crollato. Ho la sensazione che la vita di Moira sia appesa a un filo, e il minimo ritardo potrebbe esserle fatale.
Hai ragione, Bobby ammise Frankie, spaventata dal suo tono accorato. Dobbiamo intervenire subito. Che cosa possiamo fare?
Dobbiamo convincerla a lasciare il Grange, e subito.
Frankie annuì.
L'unica soluzione è mandarla nel Galles, al Castello. Là dovrebbe essere al sicuro.
Se è possibile, Frankie, penso che sia la soluzione migliore.
Non dovrebbero esserci problemi. Mio padre non fa mai caso a chi va e a chi viene, e Moira gli piacerà. E' così femminile, e voi uomini, chissà perché, avete un debole per le donne indifese.
Non mi pare che Moira sia particolarmente indifesa osservò Bobby.
Ti sbagli. E' come un uccellino nel suo nido che aspetta soltanto che il serpente se lo mangi.
Che cosa potrebbe fare per evitarlo?
Un mucchio di cose rispose Frankie, decisa.
A me non sembra proprio. Non ha soldi, non ha amici...
Me lo immaginavo che avresti preso le sue difese, ma non credevo che l'avresti fatto con tanta foga.
Scusami mormorò Bobby.
Seguì una pausa. Tutti e due si sentivano offesi.
Be', sarà meglio muoversi disse Frankie, vincendo il malumore. -
Non è il caso di dormirci sopra.
Hai ragione. Sei molto gentile a...
Quando si può aiutare qualcuno... lo interruppe Frankie. Non mi dispiace affatto darle una mano, a patto che tu la smetta di parlare di lei come se non avesse né mani né piedi, né lingua né cervello.
Non capisco quello che vuoi dire protestò Bobby.
Be', non parliamone più. Frankie s'interruppe, poi riprese: A questo punto, qualsiasi cosa facciamo, dobbiamo farla in fretta.
Cos'è, una frase celebre?
Detta con parole tue. Continua, lady Macbeth.
Sai divagò Frankie ho sempre sospettato che lady Macbeth abbia indotto il marito a commettere quegli omicidi semplicemente perché era annoiata, stanca della vita che conduceva, e stanca anche di Macbeth.
Lui doveva essere uno di questi tipi miti e inoffensivi che fanno morire di noia le proprie consorti. Ma, dopo aver commesso il primo omicidio, deve averci preso gusto, e al posto del complesso d'inferiorità di cui era vittima prima, ha preso il sopravvento l'egocentrismo.
Dovresti scrivere un libro sull'argomento, Frankie.
Faccio troppi errori d'ortografia. Dunque, dove eravamo rimasti? Ah, sì, e cosa si può fare per salvare Moira. Sarà meglio che mi porti la macchina verso le dieci e mezzo. Andrò al Grange, chiederò di Moira e, se sarà presente Nicholson, le rammenterò la promessa che mi ha fatto di venirmi a trovare e la porterò subito via con me.
Perfetto! Meno male che non si perde tempo. Ho il terrore che possa accadere un'altra disgrazia.
Alle dieci e mezzo, allora ripeté Frankie.
Quando tornò a Mertoway Court, erano le nove e mezzo. Era appena stata servita la colazione, e Roger si stava versando una tazza di caffè.
Appariva stanco, sconvolto.
Buongiorno lo salutò Frankie. Ho passato una notte terribile.
Alla fine, verso le sette, ho deciso di alzarmi e di fare quattro passi.
Mi rincresce molto che abbia dovuto assistere a questa tragedia -
disse Roger.
Come sta Sylvia?
Ieri sera, le hanno dato un sedativo. Dorme ancora, credo. Povera donna, sono addolorato anche per lei. Voleva molto bene a Henry.
Lo so. Frankie fece una pausa, poi parlò del suo programma per la partenza.
Già, immagino che lei debba andare convenne Roger, a malincuore. -
Venerdì ci sarà l'inchiesta. Le farò sapere se sarà necessaria la sua presenza. Tutto dipende dal magistrato inquirente.
Dopo aver fatto colazione con una tazza di caffè e una fetta di pane tostato, Roger si allontanò per sistemare alcune faccende.
Frankie era molto dispiaciuta anche per lui: un suicidio in famiglia sollevava sempre pettegolezzi a non finire. Arrivò Tommy, e Frankie lo fece giocare.
Bobby venne a prenderla con la Bentley alle dieci e mezzo, com'erano d'accordo. Dopo aver salutato Tommy e lasciato un biglietto per Sylvia, Frankie salì in macchina. La Bentley partì.
Arrivarono al Grange in pochi minuti. Frankie lo vedeva per la prima volta. L'alta cancellata e i fitti cespugli che crescevano all'interno le diedero un senso d'oppressione.
Che brutto posto! esclamò. Fa venire la pelle d'oca. Non c'è da meravigliarsi che Moira abbia paura.
Arrivarono con la macchina davanti alla porta d'ingresso. Bobby scese e andò a suonare il campanello. Per qualche minuto non comparve nessuno, e infine venne ad aprire un'infermiera.
La signora Nicholson? domandò Bobby.
La donna ebbe un attimo di esitazione, poi rientrò in casa e aprì del tutto la porta. Frankie scese dalla macchina ed entrò a sua volta. La porta si richiuse alle sue spalle, con un rumore sinistro. La ragazza notò che era blindata, e per un attimo ebbe paura, come se fosse prigioniera lì dentro.
"Assurdo!", si disse. "C'è fuori Bobby in macchina. Non può succedermi niente." E, scrollandosi di dosso la paura, seguì l'infermiera su per le scale e lungo un corridoio.
La donna aprì una porta e invitò Frankie a entrare in un salottino elegante, rallegrato da vivaci chintz e vasi di fiori. La ragazza si sentì sollevata. L'infermiera la pregò di attendere un momento e la lasciò sola. Passarono cinque minuti, poi la porta si aprì e apparve il dottor Nicholson.
Frankie trasalì, ma gli si fece incontro con un sorriso e gli strinse la mano.
Buongiorno, dottore.
Buongiorno, lady Frances. Non è venuta a portarmi cattive notizie di Sylvia Bassington-ffrench, spero.
Dormiva ancora, quando sono uscita.
C'è il suo medico ad assisterla, immagino.
Oh, sì. Frankie fece una pausa, poi riprese: Lei avrà molto da fare, penso. Non voglio rubarle del tempo prezioso. Sono venuta per sua moglie.
A trovare Moira? Molto gentile, lady Frances.
Era un'impressione di Frankie, o l'espressione del dottore era diventata a un tratto dura, quasi ostile?
Sì, molto gentile ripeté Nicholson.
Se non si è ancora alzata disse Frankie resto qui ad aspettarla.
No, no, si è già alzata le assicurò Nicholson.
Bene. Voglio convincerla a venirmi a trovare. Me l'aveva quasi promesso.
La ringrazio, lady Frances. Moira avrebbe accettato più che volentieri il suo invito.
Avrebbe accettato? ripeté Frankie, allarmata.
Il dottor Nicholson sorrise, mostrando i denti perfetti.
Purtroppo, mia moglie è partita.
Partita? ripeté ancora Frankie. Dov'è andata?
Un viaggetto. Sa come sono le donne, lady Frances. Per una persona giovane come mia moglie, questo posto è abbastanza deprimente e ogni tanto Moira sente il bisogno di cambiare ambiente. Così decide di partire.
Sa dov'è andata? gli domandò Frankie.
A Londra, probabilmente. Le interessano i negozi e il teatro.
Vado a Londra anch'io, oggi. Le dispiacerebbe darmi il suo indirizzo?
Di solito alloggia al "Savoy" rispose Nicholson. Comunque, si farà sicuramente viva entro un paio di giorni. Vede, secondo me una coppia deve godere di una certa libertà. Comunque, se vuole trovarla, credo che il posto più probabile sia il Savoy, come le ho già detto.
Le aprì la porta, le strinse la mano e l'accompagnò al piano di sotto, dove trovò l'infermiera che la fece uscire. L'ultima cosa che Frankie udì fu la voce di Nicholson, che, con un tono mellifluo e forse anche un po' ironico, diceva: La ringrazio ancora per l'invito che ha fatto a mia moglie, lady Frances. E' veramente molto gentile da parte sua.
24. Sulle tracce dei Cayman.
Bobby dovette fare uno sforzo non indifferente per mostrarsi impassibile, quando vide Frankie uscire dal Grange da sola.
Torniamo a Staverley, Havvking ordinò lei, per farsi sentire all'infermiera.
La Bentley ripercorse il viale e oltrepassò il cancello. Arrivato in un punto tranquillo della strada, Bobby fermò l'auto e si voltò a guardare Frankie.
Com'è andata? le domandò.
Questa storia non mi piace, Bobby rispose Frankie. Era pallida. -
Sembra che Moira sia partita.
Partita? Quando? Stamattina?
O ieri sera.
Senza lasciarci detto niente?
Non ci credo, Bobby. Nicholson mi ha mentito, ne sono certa.
Anche Bobby era impallidito. Troppo tardi! esclamò, demoralizzato.
Che stupidi siamo stati! Non avremmo dovuto lasciarla tornare al Grange, ieri.
Pensi che sia già... che sia già morta? gli domandò Frankie, con voce tremante.
No rispose Bobby con foga, più per rassicurare se stesso che altro.
Rimasero qualche istante in silenzio.
Dev'essere ancora viva riprese Bobby, con un tono più pacato. -
Nicholson non avrebbe avuto il tempo di far sparire il cadavere, quindi non è possibile che l'abbia già uccisa. O l'ha portata da qualche parte, contro la sua volontà, o Moira si trova ancora Grange.
E adesso che cosa facciamo? domandò Frankie.
Bobby rifletté un istante.
Non credo che si possa fare qualcosa rispose. Sarà meglio andare a Londra. Volevi cercare i Cayman. Puoi metterti al lavoro.
Oh, Bobby!
Non c'è più niente da fare qui, Frankie. Ti conoscono tutti, e hai già annunciato che parti. A Merroway Court non puoi fermarti, né puoi alloggiare all'Anglers' Arms, provocheresti un mucchio di pettegolezzi. Non ti resta altro che partire. Forse, Nicholson sospetta che tu sappia qualcosa, ma non può averne la certezza. Tu vai in città, e io resto.
All'Anglers's Arms?
No. Credo che a questo punto il tuo autista dovrà scomparire. Mi fermerò ad Abledever, a quindici chilometri da qui, e, se Moira si trova ancora in quell'inferno la troverò.
Frankie era scettica.
Sarai prudente, Bobby? gli domandò.
Sarò furbo come una volpe.
A malincuore, Frankie si arrese. Bobby non aveva tutti i torti: a Staverley, non poteva fare più niente di buono. Lui l'accompagnò in città e la lasciò, profondamente depressa, nella sua casa di Brook Street.
Frankie non era il tipo da lasciarsi crescere l'erba sotto i piedi.
Quel pomeriggio, verso le tre, una ragazza molto elegante, con gli occhiali, si diresse verso Saint Leonard's Gardens, con un fascio di volantini in mano.
Il quartiere era costituito da una serie di case squallide, per lo più in pessime condizioni, che avevano l'aria di aver conosciuto tempi migliori.
Frankie camminava, guardando i numeri civici. A un tratto, si fermò e fece una smorfia di contrarietà.
Davanti al numero 17, un cartello avvertiva che la casa era da affittare o in vendita.
Frankie si tolse gli occhiali e la sua espressione si fece meno tesa.
Non aveva più bisogno della propaganda elettorale, come pretesto per avvicinare i Cayman.
Sul cartello erano elencati i nomi di alcuni agenti immobiliari.
Frankie ne scelse due e li trascrisse, poi si dispose a realizzare il piano che le era venuto in mente.
La prima agenzia immobiliare era la Gordon Porter, di Praed Street.
Buongiorno disse Frankie, entrando. Forse lei è in grado di darmi l'indirizzo di un certo signor Cayman, che ha abitato fino a poco tempo fa al numero 17 di Saint Leonard's Gardens.
Esatto confermò il giovanotto al quale si era rivolta. E' andato via da poco tempo. Noi però trattiamo con i proprietari. Il signor Cayman aveva preso in affitto la casa per soli quattro mesi, in attesa di trasferirsi all'estero, accettando un lavoro che gli era stato offerto. Credo che sia partito.
Allora, non avete il suo indirizzo?
No. Ha regolato i conti, e non si è più fatto vivo.
Ma, quando ha preso in affitto la casa, il suo indirizzo deve avervelo dato.
Alloggiava in un albergo. Mi pare che fosse il G.W.R., Paddington Station.
Vi avrà dato anche delle referenze.
Non è stato necessario, dal momento che ha pagato i quattro mesi in anticipo e ha lasciato una caparra per le spese di luce e gas.
Ah! esclamò Frankie, delusa.
L'impiegato appariva incuriosito. Gli agenti immobiliari hanno l'abitudine di valutare la classe sociale dei propri clienti, e il giovanotto doveva trovare strano l'interesse dimostrato da Frankie nei confronti dei Cayman.
Mi deve un bel po' di soldi mentì lei per giustificare questo interesse.
L'impiegato prese a cuore la faccenda, ma benché consultasse la corrispondenza archiviata e facesse tutto il possibile per aiutare Frankie, non trovò né l'indirizzo attuale né quello precedente dei Cayman.
Frankie lo ringraziò e uscì, prese un tassì e si fece portare all'agenzia immobiliare successiva. Qui non perse tempo a indagare per scoprire l'indirizzo. Era stata la prima agenzia ad affittare la casa ai Cayman; la seconda aveva l'incarico di affittarla di nuovo, per conto dei proprietari. Frankie chiese di poterla vedere.
Questa volta, notando lo sguardo incuriosito dell'impiegato, disse che cercava una casa a basso prezzo, avendo intenzione di aprire un piccolo ostello per la gioventù. L'uomo apparve convinto, e Frankie uscì dall'ufficio, con la chiave del numero 17 di Saint Leonard's Gardens, più altre due chiavi di altrettante case, che naturalmente non le interessavano, e l'autorizzazione a visitarne una quarta.
Per fortuna, l'impiegato non si era offerto di accompagnarla, cosa che probabilmente non mancava di fare, nel caso di appartamenti ammobiliati.
Non appena Frankie ebbe aperto la porta del 17, l'assalì un forte odore di chiuso e di muffa.
Era una casa in cattivo stato, con le pareti tinteggiate alla meglio e le vernici scrostate. Frankie la esaminò attentamente, dal solaio alla cantina. Nessuno aveva fatto le pulizie, dopo che erano stati portati via i mobili. Per terra erano rimasti pezzi di corda, vecchi giornali, chiodi e cianfrusaglie varie, ma d'interessante Frankie non trovò niente, neppure un frammento di lettera stracciata.
L'unica cosa che poteva costituire una traccia era il tariffario delle ferrovie che Frankie trovò, aperto, sotto una delle finestre. Poiché nessun nome era sottolineato, la ragazza li ricopiò tutti, anche se non sapeva a che cosa potesse servire.
Per quanto riguardava la possibilità di rintracciare i Cayman, aveva fatto fiasco.
Frankie si consolò, pensando che ben difficilmente sarebbe potuta andare altrimenti. Se il signore e la signora Cayman avevano violato la legge, era logico che sparissero senza lasciare tracce. Se non altro, questo confermava che erano due tipi loschi.
Nonostante queste considerazioni, quando restituì la chiave all'agenzia, Frankie si sentiva profondamente delusa.
Disse, anche se non aveva la minima intenzione di farlo, che si sarebbe messa in contatto con loro entro qualche giorno, uscì dall'ufficio e s'incamminò verso il Parco. Era demoralizzata e non sapeva più che fare. Le sue meditazioni furono interrotte da un improvviso temporale. Non essendoci tassì in vista, Frankie pensò di salvare il cappello che portava, e al quale teneva in modo particolare, rifugiandosi nella metropolitana. Prese un biglietto per Piccadilly Circus e comprò due giornali all'edicola.
Quando ebbe preso posto nel treno, quasi vuoto a quell'ora, decise di non pensare più al problema che l'assillava, per concentrarsi nella lettura del giornale che avevano aperto.
Lesse alcune notizie qua e là.
Qualche incidente d'auto, la misteriosa scomparsa di una ragazza, il party organizzato al Claridge's da lady Peterhampton, la convalescenza di sir John Milkington dopo l'incidente che aveva avuto a bordo del suo yacht, l'"Astradora", prima appartenuto al signor John Savage, il milionario che si era suicidato. Che lo yacht portasse sfortuna? Chi l'aveva progettato era morto tragicamente, il signor Savage si era suicidato, e sir John Milkington era vivo per miracolo.
Frankie abbassò il giornale e aggrottò la fronte, nello sforzo di ricordare.
Aveva già sentito due volte il nome di John Savage. La prima, era stata Sylvia Bassington-ffrench a nominarlo, la seconda Bobby, quando le aveva riferito la sua conversazione con la signora Rivington.
Alan Carstairs e John Savage erano stati amici. Secondo la signora Rivington, la presenza di Carstairs in Inghilterra aveva qualcosa a che fare con la morte di Savage, il quale si era suicidato nella convinzione di avere un cancro.
Non poteva darsi che Alan Carstairs avesse subodorato qualcosa di poco chiaro nella morte del suo amico? E che fosse venuto in Inghilterra per indagare? Che fosse stata la morte di John Savage a dare inizio al dramma in cui anche lei e Bobby stavano interpretando una parte?
"Sì, era possibile" decise Frankie. "Possibilissimo."
Rifletté a lungo sul modo migliore di affrontare la situazione vista in quella nuova prospettiva, ma non aveva idea di chi fossero stati gli amici e i conoscenti di John Savage.
A un tratto, le venne un lampo di genio: il testamento. Se c'era qualcosa di poco pulito nella morte di Savage, era probabile che qualche indizio lo fornisse il testamento.
C'era un posto, a Londra, dove si potevano esaminare i testamenti, pagando un scellino. Ma Frankie non riusciva a ricordare dove ci si dovesse rivolgere.
Il treno si fermò a una stazione. Era quella del British Museum.
Frankie avrebbe dovuto cambiare treno due stazioni prima, ma non se n'era accorta.
Balzò in piedi e scese dal treno. Mentre usciva nella strada, le venne un'idea. In cinque minuti, raggiunse lo studio di Spragge, Jenkinson Spragge.
Venne ricevuta con la massima deferenza, e fu subito introdotta nello studio privato dell'avvocato Spragge, il socio più anziano.
L'avvocato Spragge era un professionista in gamba. Aveva una voce dolce e suadente, che i suoi aristocratici clienti trovavano molto confortante, quando si rivolgevano a lui per risolvere qualche problema. Si mormorava che conoscesse i segreti delle famiglie più nobili, più di chiunque altro a Londra.
Che piacere vederla, lady Frances! esclamò l'avvocato Spragge. -
Si accomodi, prego. Bene, bene. Il tempo è meraviglioso in questi giorni. Una vera estate di San Martino. E come sta Lord Marchington?
Bene, mi auguro.
Frankie rispose a questa e ad altre domande con la dovuta cordialità.
Poi, l'avvocato Spragge si tolse gli occhiali e assunse un'aria più professionale.
E ora, lady Frances, vuole dirmi a cosa devo l'onore della sua visita?
Aggrottò le sopracciglia. "Ricatto, forse?", diceva la sua espressione. "Una lettera caduta in mani sbagliate, o magari la noiosa insistenza di un corteggiatore indesiderato?"
Ma tutte queste domande restarono inespresse, come si conveniva a un professionista abile ed esperto.
Voglio vedere un testamento disse Frankie e non so a chi mi devo rivolgere. Mi pare di ricordare che c'è un posto dove, pagando uno scellino...
Somerset House la interruppe l'avvocato Spragge. Di quale testamento si tratta? Credo di poter dire tutto, per quanto concerne i testamenti della sua famiglia. Il nostro studio legale se ne occupa da molti anni.
Non si tratta di un testamento della mia famiglia gli spiegò.
No? L'avvocato Spragge era meravigliato.
E tale era il suo potere, quasi ipnotico, d'indurre i clienti a confidarsi con lui, che Frankie gli disse la verità, pur non avendone avuto l'intenzione.
Volevo vedere il testamento del signor Savage, John Savage.
Davvero? L'avvocato Spragge era sempre più stupefatto. Sa, lo trovo strano, molto strano.
Appariva talmente sbigottito, che Frankie lo guardò, stupita a sua volta.
Davvero riprese l'avvocato Spragge non so che cosa pensare.
Forse, lady Frances, può rivelarmi la ragione per cui desidera vedere questo testamento.
No rispose Frankie. Mi dispiace, ma non posso.
Notò che l'avvocato Spragge non appariva sicuro di sé come il solito.
Anzi, sembrava preoccupato.
Credo proprio che sia mio dovere metterla in guardia le disse.
Mettermi in guardia?
Sì. Gli indizi sono vaghi, molto vaghi, ma in quella faccenda dev'esserci qualcosa che non va, e non vorrei vederla coinvolta in una storia poco pulita.
A questo punto, Frankie avrebbe potuto rivelargli di essere già coinvolta in una vicenda che lui avrebbe sicuramente disapprovato. Si limitò invece a guardarlo con aria interrogativa.
E' una strana coincidenza proseguì l'avvocato. C'è qualcosa che non quadra in quella storia, su questo non ci sono dubbi. Ma non so dirvi di che cosa si tratta. Spragge fece una pausa. Sono stato da poco informato di un fatto piuttosto spiacevole, lady Frances -
riprese. Qualcuno si è spacciato per me. Lei che ne pensa?
Per un attimo, Frankie si lasciò sopraffare dalla paura, e non seppe cosa rispondere.
25. Parla l'avvocato Spragge.
Come avete fatto a scoprirlo? balbettò Frankie.
Non era questo che aveva voluto dire, e si sarebbe mangiata la lingua per la sua stupidità ma ormai era fatta e Spragge non sarebbe stato un avvocato, se non avesse interpretato quelle parole come la confessione che in realtà erano. Allora, lei ne sa qualcosa, lady Frances?
Sì ammise Frankie. Tirò il fiato e riprese: E' stata una mia trovata, avvocato.
Ne sono molto stupito disse Spragge, con un tono tra il risentito e l'indulgente, essendo lui il legale della famiglia di Frankie. -
Come sono andate le cose?
E' stato solo uno scherzo mentì Frankie. Tanto per fare qualcosa.
E chi ha avuto la faccia tosta di spacciarsi per me?
Frankie rifletté in fretta e prese una decisione.
E' stato il giovane duca di No... s'interruppe. Non devo fare il suo nome. Non sarebbe giusto.
In realtà, sapeva che il trucco avrebbe funzionato. L'avvocato Spragge non avrebbe forse perdonato al figlio di un vicario una simile audacia, ma la sua debolezza per i nobili l'avrebbe indotto a guardare con indulgenza alla marachella di un duca. Infatti, aveva già cambiato espressione.
Ah, voi giovani! esclamò. Voi giovani! I guai che combinate! Non immagina nemmeno, lady Frances, le conseguenze che avrebbe potuto avere un giochetto apparentemente innocuo come questo. Nient'altro che uno scherzo, ma sarebbe potuto finire in tribunale.
Lei è meraviglioso, avvocato Spragge lo blandì Frankie. Nemmeno una persona su mille avrebbe preso lo scherzo con il suo spirito. Mi vergogno terribilmente di quello che ho fatto.
Oh, non è il caso, lady Frances disse l'avvocato, con tono paterno.
Sì, davvero. Ha parlato con la signora Rivington, vero? Che cosa le ha detto?
Credo di avere ancora qui la sua lettera. L'ho aperta solo mezz'ora fa.
Frankie tese la mano per prenderla, e l'avvocato la tenne per qualche istante sospesa davanti a lei, con l'aria di dire: "Ecco, guardi che cosa le ha fatto combinare la sua leggerezza!".
"Egregio Avvocato Spragge", lesse Frankie, "è stupido da parte mia non averglielo detto prima, ma mi è appena venuta in mente una cosa che sarebbe potuta essere utile, il giorno in cui è venuto a chiedermi di Alan Carstairs. Intendeva recarsi in un posto che si chiama Chipping Somerton, così mi ha detto. Spero che l'informazione le possa ancora servire. Ho trovato molto interessante quello che mi ha rivelato sul caso Maltravers. Cordiali saluti, Edith Rivington."
Come vede, lo scherzo avrebbe potuto avere conseguenze gravissime -
disse Spragge con un tono severo, ma non privo di benevolenza -
Leggendo questa lettera, mi sono detto che doveva esserci qualcosa che non andava, o nel caso Maltravers, o in quello del mio cliente, Alan Carstairs.
Carstairs era suo cliente? gli domandò Frankie.
Sì. E' venuto da me anche l'ultima volta che è stato in Inghilterra, un mese fa. Lo conosce, lady Frances?
Sì, ma in modo superficiale rispose Frankie.
Un uomo dalla personalità notevole commentò Spragge. Quando è entrato nel mio studio, ho avuto l'impressione che con lui entrasse anche l'aria dei grandi spazi aperti.
E' venuto a parlarle del testamento del signor Savage, vero? gli domandò Frankie.
Allora, è stata lei a consigliargli di rivolgersi a me? Infatti, non ha saputo dirmi chi l'aveva mandato. Mi rincresce di non aver potuto fare di più per lui.
Che cosa gli ha consigliato di fare? O il segreto professionale le impedisce di dirmelo?
Non in questo caso rispose Spragge con un sorriso. A mio avviso, non c'era niente da fare, a meno che i parenti di John Savage non fossero stati disposti a sborsare forti somme per andare fino in fondo. E i parenti, a quanto ho potuto capire, o non erano disposti a farlo, o non ne avevano la possibilità. Sconsiglio sempre di portare una causa in tribunale, a meno che non si abbia la quasi certezza di vincerla. La legge, lady Frances, è un animale imprevedibile, con balzi e guizzi che sconcertano i profani. Il mio motto è sempre stato: definire la questione fuori dal tribunale.
Certo che in quella faccenda ci sono parecchi punti oscuri mormorò Frankie.
Aveva la sensazione di camminare su un pavimento ricoperto di barattoli. Da un momento all'altro, avrebbe potuto mettere il piede su uno di essi, e il suo gioco sarebbe stato scoperto.
Casi del genere sono molto più frequenti di quanto non possa immaginare disse Spragge.
I suicidi, intende dire?
No, no. Alludo ai casi di circonvenzione d'incapace. Il signor Savage era un uomo d'affari, uno con la testa sulle spalle, eppure nelle mani di quella donna diventava malleabile come la cera. E lei sapeva quello che voleva.
Vorrei che mi raccontasse bene tutta la storia disse Frankie, facendosi più audace. Il signor Carstairs si scaldava tanto, quando ne parlava, che non sono mai riuscita a capire esattamente che cos'era successo.
Il caso era di una semplicità assoluta rispose l'avvocato Spragge.
I fatti sono ormai di dominio pubblico. Quindi non ho niente in contrario a raccontarle tutto.
Sono proprio curiosa disse Frankie.
L'anno scorso, in novembre, il signor Savage stava tornando in Inghilterra dagli Stati Uniti. Come lei ben sa, era un uomo molto ricco, senza parenti prossimi. Durante il viaggio, ha incontrato una certa signora Templeton, di cui non si sa niente, tranne che è una bella donna, con un marito che si tiene opportunamente alla larga.
"I Cayman", pensò Frankie.
I viaggi per mare sono pericolosi continuò l'avvocato Spragge, scuotendo la testa con aria divertita. Il signor Savage, evidentemente sensibile al fascino di quella donna, ha accettato l'invito di andarla a trovare nel suo cottage di Chipping Somerton.
Quante volte ci sia andato, non sono in grado di dirlo, ma è certo che col passare del tempo diventava sempre più schiavo di quella donna. A questo punto, la tragedia. Da qualche tempo, il signor Savage era preoccupato per la propria salute. Temeva di avere una malattia...
Il cancro? domandò Frankie.
Proprio così. Per lui era diventata un'ossessione. In quel periodo, era ospite dei Templeton, che l'hanno convinto a farsi visitare da uno specialista di Londra. A questo punto, lady Frances, non si sa più come siano andate effettivamente le cose. All'inchiesta, lo specialista, un medico di fama, uno dei migliori nel suo campo, ha dichiarato sotto giuramento che il signor Savage non era affetto da cancro, come gli aveva assicurato, ma che ormai lui era così ossessionato da quel chiodo fisso, da non accettare più la verità.
Conoscendo la mentalità dei medici, lady Frances, posso dirle che secondo me le cose possono essere andate un po' diversamente.
"Se i sintomi del signor Savage preoccupavano il medico, non è da escludere che gli abbia prescritto determinate cure, dalle quali avrebbe sicuramente tratto giovamento e, senza escludere la serietà del suo male, l'abbia però rassicurato per quanto riguardava il suo timore di avere un cancro. Il signor Savage, avendo sentito dire che i medici usano nascondere la vera natura del male ai pazienti affetti da cancro, avrà pensato che lo specialista mentiva.
"In ogni caso, quando è tornato a Chipping Somerton era sconvolto, terrorizzato dalla prospettiva di una morte lunga e dolorosa. Tra i suoi familiari, si erano verificati altri casi di cancro, e il signor Savage non se la sentiva di passare quello che avevano passato loro.
Ha mandato a chiamare un avvocato, una persona di provata onestà, e gli ha dettato il suo testamento, che poi gli ha lasciato in custodia.
Quella sera stessa, ha ingerito una dose eccessiva di sonnifero e ha scritto una lettera in cui affermava di preferire una morte rapida e indolore a quella che il destino gli riservava.
"Nel testamento, aveva lasciato la somma di settecentomila sterline, libere da tasse di successione, alla signora Templeton, mentre il resto del patrimonio sarebbe andato in beneficenza."
L'avvocato Spragge si appoggiò allo schienale della poltrona.
L'argomento era appassionante per lui.
Il verdetto della giuria è stato il solito: suicidio, e il suicida non era nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali. Su questo ci sarebbe da discutere. Quando ha dettato il testamento, il signor Savage era perfettamente sano di mente, come ha testimoniato l'avvocato che lo ha redatto. A mio parere, non si può nemmeno parlare di circonvenzione d'incapace: il signor Savage non ha diseredato nessun parente prossimo. Aveva solo dei lontani cugini, in Australia mi pare, che vedeva molto raramente.
L'avvocato Spragge fece una pausa. Secondo il signor Carstairs, però, le disposizioni testamentarie erano contrarie al carattere di Savage. Il signor Savage non aveva simpatia per le istituzioni di beneficenza ed era convinto che uno dovesse lasciare il proprio patrimonio a chi aveva con lui vincoli di parentela. Però, il signor Carstairs non aveva prove per dimostrare quanto sosteneva, e poi, come gli ho fatto notare, ognuno è libero di cambiare idea. Se si dovesse impugnare il testamento, bisognerebbe combattere contro i vari istituti di beneficenza, oltre che contro la signora Templeton.
Al momento della morte del signor Savage, appena è stato aperto il testamento, non ha protestato nessuno? si informò Frankie.
Come le ho già detto, i parenti di Savage vivono all'estero. E'
stato il signor Carstairs a insistere per far luce sulla faccenda. Era tornato da un viaggio in Africa e, avendo appreso a poco a poco i particolari della tragica fine del suo amico, è venuto in Inghilterra per saperne di più. Sono stato costretto a dirgli che, secondo me, non c'era niente da fare, tanto più che la signora Templeton si era trasferita in Francia, e si rifiutava di dare spiegazioni sull'accaduto. Ho consigliato al signor Carstairs di valersi della consulenza di un altro legale, per vedere se fosse possibile trovare una soluzione, ma lui mi ha risposto che avevo ragione io, e che non c'era niente da fare, anche perché, essendo passato del tempo, era troppo tardi per intervenire.
Capisco... mormorò Frankie. E nessuno sa niente di quella signora Templeton?
L'avvocato Spragge scosse la testa.
Un uomo come il signor Savage, con la sua esperienza di vita, non avrebbe dovuto lasciarsi turlupinare tanto facilmente, ma del resto ne succedono di tutti i colori, e non c'è da stupirsi di niente.
Frankie si alzò.
Gli uomini sono degli strani esseri disse. Tese la mano. -
Arrivederci, avvocato Spragge. Lei è stato meraviglioso, davvero. Mi vergogno molto di me stessa.
Voi giovani dovreste essere un pochino più prudenti l'ammonì Spragge, tornando a scuotere la testa.
Lei è un angelo lo blandì Frankie. Gli strinse energicamente la mano e uscì dallo studio.
L'avvocato Spragge tornò a sedersi alla scrivania, assorto.
Il giovane duca di No... si era lasciata sfuggire Frankie.
C'erano solo due duchi, il cui nome iniziava così. Quale dei due poteva essere?
L'avvocato Spragge prese in mano l'almanacco di Gotha.
26. Avventura notturna.
La scomparsa improvvisa di Moira preoccupava Bobby più di quanto non ammettesse. Si ripeteva che non era il caso di trarre conclusioni affrettate. Non era verosimile che la giovane donna fosse stata uccisa in una casa piena di possibili testimoni. La spiegazione della sua scomparsa era probabilmente molto più semplice. Al massimo, poteva darsi che fosse tenuta prigioniera al Grange.
Che avesse lasciato Staverley di sua spontanea volontà, Bobby non lo credeva di certo. Era convinto che non sarebbe partita, senza prima mettersi in contatto con lui. Inoltre, Moira aveva detto di non avere nessun posto dove andare.
No, il responsabile della sua scomparsa doveva essere il dottor Nicholson. Forse, aveva scoperto che Moira si era confidata con lui e con Frankie, e aveva preso provvedimenti. La giovane donna si trovava quasi sicuramente al Grange, ma non era detto che vi sarebbe rimasta a lungo.
Bobby credeva a tutto quello che lei gli aveva detto, ed era convinto che la sua paura fosse più che giustificata. Non si trattava di un'immaginazione particolarmente fervida, né di una crisi di nervi. La sua vita era davvero in pericolo.
Nicholson intendeva sbarazzarsi di lei. I suoi precedenti tentativi erano andati a vuoto. Ora, confidandosi con loro, Moira lo aveva spinto a stringere i tempi. Se voleva eliminarla, doveva farlo subito, oppure rinunciare. Ma avrebbe avuto il coraggio di agire?
Bobby pensava di sì. Probabilmente, Nicholson si sentiva tranquillo perché, anche se sua moglie aveva confidato a lui e a Frankie le proprie paure, restava il fatto che loro due non avevano prove. Anzi, presumibilmente sospettava solo di Frankie, il cui incidente non lo aveva mai convinto. Impossibile che avesse dei dubbi anche sul suo autista.
Già, Nicholson si sarebbe mosso. Il cadavere di Moira sarebbe stato rinvenuto in qualche posto, lontano da Staverley. Forse sarebbe stato trascinato via dalle correnti marine, o si sarebbe impigliato in uno scoglio. La sua morte sarebbe sembrata un incidente. Era la specialità di Nicholson, quella.
Ma, prima che l'incidente si verificasse, sarebbe trascorso un po' di tempo: Nicholson doveva studiare il piano da mettere in atto. Moira gli aveva forzato la mano, ma era ragionevole supporre che sarebbero passate almeno ventiquattro ore, prima che lui si muovesse. Nel frattempo, se Moira era prigioniera al Grange, Bobby era ben deciso a trovarla.
Dopo aver lasciato Frankie in Brook Street, si accinse a mettere in atto il suo programma. Giudicò più prudente girare al largo da Merroway Court, per evitare che qualcuno lo vedesse. Nei panni di Havvkins, riteneva di essere insospettabile. Adesso anche Havvkins sarebbe scomparso dalla circolazione.
Quella sera, un giovanotto con i baffi e un abito blu non troppo elegante arrivò nella cittadina di Ambledever. Prese alloggio in un albergo vicino alla stazione, sotto il falso nome di George Parker.
Dopo aver lasciato in albergo la valigia, uscì e andò a cercare una moto da prendere a nolo.
Quella sera stessa, alle dieci, un motociclista con casco e occhiali attraversò Staverley, per poi fermarsi in un punto deserto della strada, non lontano dal Grange. Nascosta la moto dentro un grosso cespuglio, Bobby si guardò attentamente intorno. Non c'era nessuno in giro.
Costeggiato il muro per un breve tratto, arrivò all'altezza del cancelletto. Nemmeno questa volta era chiuso a chiave. Dopo essersi guardato di nuovo intorno, per accertarsi che nessuno potesse vederlo, Bobby sgattaiolò dentro. Si ficcò una mano nella tasca della giacca dove aveva messo la pistola. La sua presenza era rassicurante.
Nel giardino del Grange, tutto era tranquillo. Niente cani da guardia o altri accorgimenti per tener lontani gli intrusi.
A quanto pareva, il dottor Nicholson si accontentava di catenacci e serrature, e nemmeno di quelle si curava un gran che. Per essere un assassino, dava prova di una sbadataggine incomprensibile.
Bobby faceva queste considerazioni e ne traeva coraggio. Ne aveva bisogno: ogni volta che pensava a Moria, sentiva una stretta al cuore.
Gli pareva di vedersela davanti, con le labbra tremanti e gli occhi sbarrati, colmi di terrore, come la notte del loro primo incontro.
Ripensò al momento in cui le aveva messo un braccio intorno alla vita, per sostenerla, e un brivido lo percorse.
Moira... Dov'era, adesso? Che cosa le aveva fatto suo marito? Se almeno fosse stata ancora viva...
"Lo è di certo", si costrinse a pensare Bobby.
Fece il giro della casa, con la massima prudenza. Al piano di sopra c'erano alcune luci accese, e anche una finestra del pianterreno era illuminata.
Bobby scivolò da quella parte. Le tende erano accostate, ma in mezzo c'era una piccola fessura. Bobby si issò sul davanzale, senza far rumore, e sbirciò dentro. Vide una spalla e un braccio maschile, che si muoveva come se il suo proprietario stesse scrivendo. In quel momento l'uomo cambiò posizione, e quando fu di profilo, Bobby riconobbe il dottor Nicholson.
Era una strana sensazione, quella che provava. Il dottore scriveva, senza rendersi conto d'essere osservato. Bobby lo guardava come affascinato. Nicholson era talmente vicino a lui che, se non ci fosse stato di mezzo il vetro della finestra, avrebbe potuto tendere una mano e toccarlo.
Per la prima volta, Bobby lo vedeva bene. Aveva un profilo interessante, con un naso grande ma non sgradevole, il mento prominente, la guancia ben rasata. Le orecchie erano piccole, molto attaccate alla testa. Un particolare che aveva un significato ben preciso per gli studiosi di fisiognomia, anche se Bobby non sapeva quale.
Il dottore continuava a scrivere, senza fretta. Ogni tanto si fermava per cercare la parola giusta. Una volta si tolse gli occhiali, li pulì e se li rimise.
Con un sospiro, Bobby si calò a terra. A quanto pareva, Nicholson ne avrebbe avuto ancora per un po'. Era il momento d'introdursi in casa.
Se fosse riuscito a entrare, passando da una finestra del primo piano, adesso che Nicholson era intento a scrivere nel suo studio, avrebbe potuto nascondersi da qualche parte ed esplorare i locali più tardi, mentre tutti dormivano.
Bobby fece di nuovo il giro della casa, e scelse una finestra del primo piano. Era socchiusa, e nella stanza c'era buio. Si poteva dedurne che fosse vuota. Per giunta, proprio lì sotto, un albero consentiva un facile accesso.
Un attimo dopo, Bobby cominciava ad arrampicarsi. Tutto andava bene.
Stava allungando le mani per aggrapparsi al davanzale, quando udì uno spaventoso scricchiolio e il ramo su cui stava si spezzò. Bobby si ritrovò a testa in giù in un cespuglio sottostante, che per fortuna attutì l'impatto della caduta.
La finestra dello studio di Nicholson era un po' più avanti, sullo stesso lato della casa. Bobby udì il dottore lanciare un'esclamazione, e un attimo dopo la finestra si aprì. Il giovane si alzò, liberandosi dei rami del cespuglio, e corse via lungo il sentiero buio, verso il cancelletto. Prima di raggiungerlo, si tuffò fra gli arbusti.
Qualche istante dopo, udì delle voci e vide qualcuno muoversi nel punto dove, prima, era caduto. Rimase nascosto, trattenendo il respiro. Era probabile che, venendo e trovando il cancello aperto, pensassero che l'intruso era già fuggito e smettessero di cercarlo.
Passarono alcuni minuti, ma non venne nessuno. A un tratto, Bobby sentì Nicholson fare una domanda ma non capì le parole.
Tutto regolare, dottore gli rispose qualcuno. Ho già fatto il giro.
Man mano i rumori e le voci si affievolirono, fino a spegnersi.
Dovevano essere tornati tutti dentro.
Con la massima prudenza, Bobby uscì dal suo nascondiglio. Arrivato sul sentiero, si fermò e tese le orecchie. Tutto tranquillo. Avanzò di qualche passo verso la casa. A questo punto, qualcosa lo colpì con violenza alla nuca. Bobby cadde in avanti, e la vista gli si offuscò.
27. Mio fratello è stato assassinato.
Il venerdì mattina, la Bentley verde si fermò davanti all'Albergo della Stazione di Ambledever.
Frankie aveva mandato un telegramma a Bobby, indirizzandolo a George Parker, come convenuto, per avvertirlo che doveva testimoniare all'inchiesta sulla morte di Henry Bassington-ffrench e che sarebbe passata da Ambledever, prima di proseguire per Staverley. Non aveva ricevuto nessun telegramma di risposta, e perciò era andata a cercarlo.
Il signor Parker, signorina? le domandò il facchino.
Non ricordo nessun signor Parker fra i nostri ospiti, comunque vado a controllare.
Tornò qualche istante dopo.
Il signor Parker è arrivato mercoledì mattina, signorina. Ha lasciato qui la valigia, avvertendo che sarebbe rientrato tardi. La valigia è ancora qui, ma lui non lo si è più visto.
Frankie si sentì mancare e si aggrappò a un tavolo per non cadere. Il facchino la guardava, preoccupato.
Si sente male, signorina? le domandò.
Frankie scosse la testa.
No, sto bene riuscì a rispondere. Ha lasciato un messaggio?
L'uomo si allontanò di nuovo e tornò, scuotendo la testa.
E' arrivato un telegramma per lui disse. Nient'altro. Guardò Frankie, incuriosito. Posso fare qualcosa per lei, signorina?
Frankie scosse il capo. Desiderava soltanto uscire dall'albergo per decidere sul da farsi.
No, grazie rispose. Uscì, salì in macchina e ripartì. Il facchino restò a guardarla. "Le ha fatto un bidone", si disse. "L'ha piantata in asso. E pensare che è una bella ragazza! Chissà che tipo è lui?"
Andò a chiedere all'impiegata della ricezione, ma nemmeno lei ricordava il signor Parker.
Ho l'impressione che siano due nobili, che intendevano sposarsi alla chetichella, e lui se l'è svignata commentò il facchino, con l'aria di chi la sa lunga.
Intanto, Frankie guidava in direzione di Staverley, con il cuore gonfio di emozioni contrastanti.
Perché Bobby non era rientrato in albergo? Le spiegazioni potevano essere due: o era su una buona pista, e questa pista l'aveva portato altrove, oppure gli era andata male. La Bentley sbandò leggermente, ma Frankie riprese subito il controllo del volante.
Non doveva pensare al peggio. Bobby era sicuramente sano e salvo, da qualche parte, dove la nuova pista l'aveva portato.
Ma, allora, perché non le aveva scritto due righe per tranquillizzarla? Forse non aveva avuto il tempo o l'opportunità di farlo, o non aveva immaginato che lei si sarebbe preoccupata. In ogni caso, non poteva essergli accaduto niente di male.
L'inchiesta si svolse come in un sogno per Frankie. C'erano Roger e Sylvia, molto attraente anche vestita a lutto. Per un riguardo nei confronti dei Bassington-ffrench, che a Staverley erano molto popolari, l'inchiesta fu condotta con estremo tatto.
Testimoniarono Roger, Frankie e infine il dottor Nicholson. Venne addotta come prova la lettera d'addio scritta da Henry Bassington-ffrench, e il verdetto della giuria fu: "Suicidio. Il suicida non era nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali".
Lo stesso verdetto era stato pronunciato nel caso del signor Savage.
Due casi identici. "Era possibile che fossero collegati?", si chiese Frankie.
Sul fatto che Henry Bassington-ffrench si fosse suicidato non aveva dubbi, perché lei stessa era stata presente al momento della tragedia.
La teoria di Bobby non era ammissibile: Nicholson aveva un alibi di ferro, confermato dalla stessa vedova.
Frankie e il dottor Nicholson si trattennero anche quando gli altri se ne furono andati. Il magistrato inquirente aveva salutato Sylvia con una stretta di mano, mormorando qualche parola di condoglianza.
Credo che ci sia qualche lettera per lei, Frankie l'informò Sylvia. Spero che non vi offenderete, se vi lascio e vado a riposarmi un po'. E stata un'esperienza terribile.
Uscì, seguita da Nicholson, che le stava consigliando un sedativo.
Frankie si rivolse a Roger.
Roger, Bobby è scomparso gli disse.
Scomparso?
Sì.
Dove e quando?
Frankie lo informò di quanto sapeva.
E da quel momento nessuno l'ha più visto? le domandò Roger.
No. Lei che ne pensa?
Questa storia non mi piace rispose Roger.
Frankie sentì un tuffo al cuore.
Non penserà che...
Può darsi che non gli sia successo niente di male, ma... Ah, ecco qua Nicholson.
Il dottore entrò nella stanza, col solito passo silenzioso.
Sorrideva.
E' andato tutto bene disse. Il dottor Davidson non avrebbe potuto dimostrare più tatto. Meno male che era lui l'inquirente.
Sì, certo mormorò meccanicamente Frankie.
Si può ben dirlo, lady Frances insisté Nicholson.
Nel corso di un'inchiesta, l'unico ad avere veramente voce in capitolo è il magistrato inquirente. Può semplificare o complicare le cose, a suo piacimento. In questo caso, è andato tutto liscio.
Sì, è stato uno spettacolo interessante disse Frankie, asciutta.
Nicholson la guardò, sorpreso.
Capisco perfettamente cosa intende dire lady Frances e quello che prova dichiarò Roger: Anch'io la penso come lei. Mio fratello è stato "assassinato", dottor Nicholson.
Roger, essendo alle spalle del dottore, non poté vedere, a differenza di Frankie, come questi trasalisse nel sentire la parola "assassinato".
Ne sono più che convinto riprese Roger, prevenendo Nicholson, che stava per replicare. Secondo la legge, si è trattato di suicidio, ma la realtà è ben diversa. Quei criminali che fornivano la droga a mio fratello sono colpevoli della sua morte come se l'avessero ucciso con le proprie mani.
Roger aveva fatto qualche passo avanti, e ora fissava il dottor Nicholson con uno sguardo di fuoco.
Intendo vendicarlo dichiarò, minaccioso.
Il dottor Nicholson abbassò gli occhi e scosse la testa con aria mesta.
Condivido in pieno il suo punto di vista disse. Il problema della droga lo conosco meglio di lei, signor Bassington-ffrench.
Indurre un individuo a drogarsi è indubbiamente uno dei crimini peggiori.
Nella mente di Frankie turbinavano tanti pensieri. Si soffermò su uno in particolare.
"Non può essere", si disse. "Sarebbe mostruoso. Eppure, l'alibi gliel'ha fornito lei. Ma allora...".
Si riscosse dalle proprie meditazioni, accorgendosi che Nicholson le aveva rivolto la parola.
E' venuta in macchina, lady Frances? Nessun incidente, questa volta?
"Era odioso quel suo sorrisetto" pensò lei.
No, nessun incidente rispose. Credo sia meglio non esagerare.
Non è d'accordo, dottore?
Era una sua impressione, o effettivamente negli occhi di Nicholson si accese per un attimo una strana luce?
Forse, questa volta guidava il suo autista? domandò il dottore.
Il mio autista è scomparso rispose Frankie.
Davvero?
L'ultima volta che è stato visto, era diretto al Grange.
Nicholson aggrottò le sopracciglia.
Dice sul serio? Quali attrazioni ci sono nella mia clinica, che io ignoro? Il suo tono era divertito. Non posso crederci.
Eppure è al Grange che l'hanno visto per l'ultima volta insisté Frankie.
Mi sembra un po' tragica, lady Frances disse Nicholson. Forse dà troppo credito ai pettegolezzi, e invece non ci si può fidare di quello che dice la gente. Ho sentito circolare le storie più incredibili. Fece una pausa, poi riprese: Mi hanno persino riferito che mia moglie è stata vista in compagnia del suo autista, in riva al fiume. Pare che chiacchierassero piacevolmente.
Un'altra pausa. Il suo autista dev'essere un ragazzo in gamba, lady Frances.
"Ah, è così?", pensò Frankie. "Vuol forse darmi a intendere che sua moglie è scappata col mio autista? E' questo il suo gioco?"
Sì, Havvkins è un autista come pochi disse.
Lo immaginavo mormorò Nicholson. Si rivolse a Roger. Ora devo andare. In questa dolorosa circostanza, mi sento molto vicino a lei e alla signora Bassington-ffrench, gliel'assicuro.
Roger l'accompagnò in anticamera, e Frankie li seguì. Sul tavolo trovò due lettere indirizzate a lei. Una era un conto da pagare. La seconda lettera...
Frankie sentì un tuffo al cuore.
L'indirizzo sulla busta era scritto nella grafia di Bobby.
Nicholson e Roger erano arrivati alla porta. Frankie aprì la busta e lesse:
"Cara Frankie, finalmente ho trovato la pista giusta. Raggiungimi al più presto a Chipping Somerton. Sarà meglio che tu venga in treno, invece che in macchina: la Bentley darebbe troppo nell'occhio. I treni non sono un granché, ma l'importante è che arrivino a destinazione.
Devi venire in una villetta che si chiama Tudor Cottage. Ora ti spiego come trovarla. Non chiedere informazioni. ("Seguivano precise istruzioni"). E tutto chiaro? Non dire niente a nessuno. ("Questa frase era sottolineata") A presto.
Bobby"
Frankie appallottolò la lettera.
Così, andava tutto bene. Bobby era vivo e vegeto.
Era sulla pista giusta, scriveva. La stessa pista che stava seguendo lei. Era stata a Somerset House per esaminare il testamento di John Savage, e lì aveva scoperto che Rose Emily Templeton, moglie di Edgar Templeton, abitava al Tudor Cottage, Chipping Somerton.
Ogni pezzo del mosaico stava trovando il suo posto.
Ormai la battuta di caccia stava per concludersi.
Roger Bassington-ffrench si voltò e venne verso di lei.
Buone notizie? domandò.
Frankie ebbe un attimo di esitazione. Certamente Bobby non alludeva anche a lui, quando le aveva raccomandato di tenere la bocca chiusa.
Le venne in mente, però, che Bobby aveva sottolineato la frase, e ripensò anche al sospetto che le era venuto poco prima, quell'idea mostruosa che aveva dell'incredibile. Senza volerlo, Roger avrebbe potuto tradirli, e lei non osava metterlo a parte dei suoi pensieri.
No, non sono affatto buone rispose, prendendo all'istante una decisione di cui si sarebbe pentita meno di ventiquattr'ore dopo.
Bobby le aveva raccomandato di non usare la Bentley e Frankie obbedì.
Chipping Somerton non era molto distante in linea d'aria, ma bisognava cambiare treno tre volte. Ogni volta, questo comportava una lunga sosta in qualche stazioncina di campagna, e, per una ragazza impaziente come lei, significava mettere a dura prova i propri nervi.
D'altra parte, doveva ammettere che Bobby le aveva fatto quella raccomandazione a ragion veduta. La Bentley era affettivamente una macchina che non passava inosservata.
Le giustificazioni che addusse per il fatto di lasciarla a Staverley erano poco convincenti, ma sul momento non era riuscita a trovarne di più valide.
Si stava facendo buio quando il treno di Frankie, con la sua lentezza esasperante, arrivò alla stazione di Chipping Somerton. La ragazza aveva l'impressione che fosse mezzanotte, tanto lungo le era sembrato il viaggio.
A peggiorare la situazione, stava cominciando a piovere.
Frankie si abbottonò la giacca fino al collo, diede un'ultima occhiata alla lettera di Bobby, sotto la luce di un lampione, s'impresse bene in mente la strada che doveva percorrere e si mise in cammino.
Le istruzioni erano semplici da seguire. Frankie vide davanti a sé le luci della cittadina e imboccò una strada a sinistra. La salita era ripida. Arrivata in fondo, prese la diramazione di destra, e quasi subito vide sotto di sé il gruppo di case che costituivano il villaggio. Davanti, c'era un boschetto di pini. Finalmente si trovò di fronte a un cancello di legno. Alla luce di un fiammifero, lesse su un cartello la scritta TUDOR COTTAGE.
Non c'era in giro nessuno. Frankie si appostò sotto gli alberi, in un punto dal quale vedeva bene la casa e, con il cuore che le batteva forte, cercò d'imitare meglio che poteva l'urlo della civetta.
Passarono alcuni minuti, e non accade nulla. Frankie ripeté l'urlo.
Finalmente, la porta della villetta si aprì, e Frankie vide un uomo vestito da autista sbirciare fuori. Bobby?
Le fece segno di avvicinarsi, poi sparì dentro la casa, lasciando la porta socchiusa.
Frankie uscì da sotto i pini e raggiunse la porta. Tutte le finestre erano buie. Il silenzio era assoluto.
La ragazza si fermò sulla porta. Anche nell'anticamera la luce era spenta.
Bobby? bisbigliò.
Fu l'olfatto a metterla in guardia. Dove aveva già sentito quel l'odore forte e dolciastro?
Mentre il cervello le dava la risposta "cloroformio" due braccia l'afferrarono da dietro. Frankie aprì la bocca per gridare, e qualcuno le mise davanti un tampone umido. L'odore caratteristico del cloroformio le riempì le narici.
Lottò con tutte le sue forze; divincolandosi, contorcendosi, scalciando, ma non servì a niente. Benché tentasse disperatamente di difendersi, sentì che stava per soccombere. Aveva un ronzio nelle orecchie, le sembrava di soffocare. Poi, non si accorse più di niente.
28. All'undicesima ora.
Quando Frankie tornò in sé, le sue prime reazioni agli effetti del cloroformio furono deprimenti. Era sdraiata su un pavimento di legno, con le mani e i piedi legati. Riuscì a rotolare su se stessa, e sbatté la testa contro un secchio che conteneva del carbone.
Qualche minuto dopo, era in grado, se non di sedersi, almeno di guardarsi attorno.
A pochi passi da lei, si levò un debole lamento. Frankie esplorò il locale con lo sguardo. Si trovava in una specie di solaio. La luce entrava da un lucernario, e in quel momento ne arrivava ben poca. Fra non molto sarebbe stato completamente buio. Contro la parete c'erano dei quadri mezzi rotti, un vecchio letto di ferro, alcune sedie sgangherate e il secchio del carbone.
Il lamento sembrava provenire da un angolo.
Le corde che legavano Frankie non erano molto strette. Le permettevano almeno di strisciare, cosa che fece. Raggiunse così l'angolo del locale.
Bobby! esclamò.
Ed era effettivamente Bobby, anche lui con le mani e i piedi legati.
In più, aveva un bavaglio, ma era quasi riuscito a toglierselo.
Frankie cercò di aiutarlo. Benché avesse le mani legate, riusciva a fare qualche movimento. Un ultimo strappo con i denti, e Bobby fu liberato dal bavaglio.
Frankie! esclamò.
E' bello essere di nuovo insieme tentò di scherzare la ragazza. -
Certo la situazione non è rosea.
Ci siamo lasciati fregare disse Bobby, cupo.
Come hanno fatto a prenderti? E' stato dopo che mi avevi scritto quella lettera?
Quale lettera? Io non te l'ho scritta.
Ah, ora capisco! esclamò Frankie, spalancando gli occhi. Che scema sono stata! Ecco perché mi raccomandava di non dir niente a nessuno.
Adesso ti racconto quello che è successo a me, e poi mi dirai di te.
Le riferì la sua avventura al Grange e la conseguenza che aveva avuto.
Quando ho riaperto gli occhi, ero in questo buco concluse. Su un vassoio c'era qualcosa da bere e da mangiare. Avevo una fame da lupo, e così ho mandato giù qualcosa. Il cibo doveva essere drogato, perché mi sono riaddormentato quasi subito. Che giorno è?
Venerdì.
E io sono arrivato qui mercoledì sera. Caspita, ho dormito per tutto questo tempo! E adesso raccontami com'è andata a te.
Frankie raccontò, a partire dal suo colloquio con l'avvocato Spragge, fino al momento in cui le era sembrato di riconoscere Bobby nella figura apparsa sulla porta della villetta.
E poi mi hanno cloroformizzato terminò. Quando mi sono svegliata, ho vomitato in un secchio pieno di carbone.
Meglio lì che altrove commentò Bobby. E adesso, che cosa si può fare? Abbiamo fatto il bello e il cattivo tempo fino a pochi giorni fa, e ora le sorti sono rovesciate.
Se almeno avessi parlato a Roger della tua lettera! esclamò Frankie. Ci avevo pensato, ma poi ho deciso di fare come mi raccomandavi tu... quello che credevo fossi tu, e non ho detto niente a nessuno.
Così, nessuno sa dove siamo. Frankie, ho paura di averti cacciata in un brutto pasticcio.
Eravamo un po' troppo sicuri di noi disse Frankie, amara.
L'unica cosa che non mi spiego è come mai non ci hanno dato subito una bella botta in testa a tutti e due. Nicholson non avrebbe esitato a farci secchi senza pensarci due volte.
Deve avere un suo piano ipotizzò Frankie, e rabbrividì.
Sarà meglio studiarne uno anche noi. Dobbiamo assolutamente uscire di qui, Frankie. Cosa possiamo fare?
Metterci a urlare.
Già. Così, almeno, se passa qualcuno ci sente. Ma dal momento che Nicholson non ha imbavagliato anche te, ho l'impressione che abbiamo poche speranze. Le corde che ti legano le mani sono meno strette delle mie. Vediamo se riesco a tagliarle con i denti.
I cinque minuti successivi furono impiegati in un modo che avrebbe dato un'ottima fama al dentista di Bobby.
Nei romanzi, cose del genere sembrano facilissime disse il giovane, ansimando. In realtà, temo di non aver fatto il men che minimo progresso.
Non è vero. La corda si è allentata. Attento! Sta arrivando qualcuno.
Frankie rotolò via più in fretta che poté. Sulle scale si udiva un passo pesante. Sotto la porta apparve una striscia di luce, poi si sentì una chiave girare nella serratura. La porta si spalancò.
Come stanno i piccioncini? domandò il dottor Nicholson.
Aveva una candela in mano. Sebbene portasse un cappello ben calcato sulla testa e una giacca col bavero alzato che non permettevano di vederlo in faccia, la voce l'avrebbe tradito dovunque. Dietro le lenti, i suoi occhi luccicavano.
E' stato indegno di voi cadere con tanta facilità nella trappola -
disse, scuotendo la testa.
Né Bobby né Frankie risposero. Si erano lasciati mettere nel sacco, non c'era niente da dire.
Nicholson posò la candela su una sedia.
Controllò le corde che legavano Bobby; fece un cenno d'approvazione, poi passò a esaminare le corde di Frankie.
Come mi dicevano quando ero bambino disse prima delle forchette si usavano le dita, e prima delle dita i denti. Quelli del suo amico, a quanto vedo, non sono rimasti inattivi.
In un angolo c'era una sedia massiccia, con lo schienale rotto.
Nicholson prese Frankie, la depositò sulla sedia e ve la legò saldamente.
Non è molto comoda, temo. Abbia pazienza, non dovrà restarci a lungo.
Frankie ritrovò l'uso della parola.
Che cosa intende farci? domandò.
Nicholson si avviò alla porta, riprese la candela.
Ho notato, lady Frances, che le piacciono molto gli incidenti. Anche a me. Presto ne accadrà un altro.
Cosa vuole dire? domandò Bobby.
Posso spiegarvelo? Sì, credo di sì. Lady Frances Derwent, al volante della sua auto, con l'autista al fianco, sbaglia strada e imbocca una pista abbandonata, che porta a una cava. L'auto vi precipita dentro.
Lady Frances e l'autista muoiono sul colpo.
Seguì qualche istante di silenzio, poi Bobby disse: Può darsi che ci salviamo. Non tutti i piani vanno secondo le previsioni. Quello che ha messo in atto nel Galles, per esempio, le è andato male.
La tolleranza del suo organismo per la morfina è davvero eccezionale e, dal nostro punto di vista, estremamente inopportuna disse Nicholson. Ma stavolta non è il caso che vi preoccupiate per me: sarete già morti, quando vi ritroveranno.
Bobby rabbrividì. Il tono di Nicholson aveva un che di speciale: sembrava quello di un artista in contemplazione di un capolavoro.
"Si diverte" pensò. "Ci trova gusto."
Be', avrebbe cercato di togliergli almeno quella soddisfazione.
Lei sta commettendo un errore disse. Non ha preso in considerazione lady Frances.
Già confermò Frankie. Nella lettera che mi ha mandato, mi raccomandava di non dire niente a nessuno, ma deve sapere che io ho fatto un'eccezione: ho raccontato tutto a Roger Bassington-ffrench. Se ci succede qualcosa, la arresteranno. Le conviene lasciarci andare e fuggire all'estero.
Nicholson rimase un attimo in silenzio. Un ottimo bluff dichiarò, poi. Ma io "vedo".
Aprì la porta.
Che ne ha fatto di sua moglie? chiese Bobby. Ha assassinato anche lei?
Moira è ancora viva rispose Nicholson. Fino a quando, questo non ve lo so dire. Dipende dalle circostanze.
Li salutò ironicamente con un inchino.
Au revoir. Mi ci vorranno ancora un paio d'ore per sistemare le cose. Penso che vi farà piacere poter discutere della situazione, quindi non vi imbavaglio. Lo farò solo se sarà necessario. Avete capito? Provate a invocare aiuto, e io torno e vi cucio la bocca.
Uscì e chiuse la porta a chiave.
Non è vero... mormorò Bobby. Non può essere vero. Cose simili non accadono.
Ma non poteva fare a meno di pensare che a lui e a Frankie sarebbe accaduto.
Nei romanzi c'è sempre qualcuno che arriva e salva i protagonisti all'undicesima ora disse Frankie, sforzandosi di apparire ottimista, mentre non aveva speranze.
E' tutto così incredibile, irreale... sospirò Bobby.
Vorrei tanto che qualcuno ci salvasse all'ultimo momento, ma non so proprio chi possa farlo.
Se mi fossi confidata con Roger! esclamò Frankie.
Forse, Nicholson ci ha creduto.
No lo contraddisse Frankie. Ha mangiato la foglia. E' troppo intelligente, quell'uomo.
Certo, è stato molto più intelligente di noi ammise Bobby, a malincuore. Frankie, sai qual è la cosa che mi secca di più?
No, quale?
Che stiamo per andare all'altro mondo, e ancora non sappiamo chi è Evans.
Chiediamoglielo propose Frankie. Sai, come ultimo desiderio, non potrà negarcelo. Nemmeno io me la sento di morire, se prima non ho scoperto chi è Evans.
Ci fu qualche minuto di silenzio, poi Bobby disse: Senti, pensi che sia il caso di invocare aiuto? Non abbiamo altra speranza di salvezza.
Penso che sia inutile rispose Frankie. Prima di tutto, nessuno può sentirci. Altrimenti, Nicholson ci avrebbe imbavagliati: non è tipo da correre rischi inutili. In secondo luogo, se gridiamo, quello torna e ci tappa la bocca, e non ho voglia di passare in silenzio le ultime ore della mia vita. Aspettiamo a gridare fino all'ultimo momento. E' un conforto poter parlare con te. Le tremava la voce.
Ti ho cacciata in un bel guaio, Frankie.
Non importa. L'avventura mi eccitava, e non saresti mai riuscito a escludermi. Pensi che lo farà davvero, Bobby? Che ci ucciderà?
Temo di sì. E' un tipo tremendamente deciso.
Bobby, credi ancora che sia stato lui a uccidere Henry Bassington-ffrench?
Se fosse possibile...
E' possibile, Bobby. A una condizione: che Sylvia Bassington-ffrench fosse d'accordo con lui.
Frankie!
Sì, lo so; è sembrata un'idea mostruosa anche a me, ma partendo da questo presupposto, tutto quadra. Perché Sylvia ci ha messo tanto a capire che suo marito si drogava? E perché insisteva per mandarlo al Grange?
Lei era in casa, quando si è sentito lo sparo.
Non può darsi che sia stata lei a ucciderlo?
Oh no, questo no.
Eppure, è possibile insisté Bobby. E poi può aver dato la chiave dello studio a Nicholson, perché la infilasse nella tasca della giacca di suo marito.
Roba da matti! esclamò Frankie. E' come vedere le cose attraverso uno specchio deformante: tutte quelle che sembrano persone per bene sono in realtà pericolosi criminali. Bisognerebbe che esistesse un sistema per distinguere i buoni dai cattivi. Non so, magari le sopracciglia diverse, o le orecchie, o qualcosa del genere.
Dio mio! esclamò Bobby.
Che c'è?
Frankie, non era Nicholson, l'uomo che è entrato poco fa.
Sei impazzito? Chi era, allora?
Non lo so, ma non era lui. L'ho capito fin dall'inizio, che qualcosa non andava, ma non capivo cosa. Poi, quando hai detto "orecchie", mi è venuto in mente. L'altra sera, mentre stavo osservando Nicholson attraverso la finestra, mi hanno colpito le sue orecchie, molto attaccate alla testa. L'uomo che è entrato poco fa le ha completamente diverse.
Cosa può significare questa storia?
E' uno che finge di essere Nicholson, e ne imita molto bene la voce, ma non è lui.
Chi può essere?
Bassington-ffrench! esclamò Bobby. Roger Bassington-ffrench!
L'avevamo capito fin dall'inizio, che l'assassino era lui, e poi ci siamo lasciati fuorviare.
Bassington-ffrench... mormorò Frankie. Hai ragione, Bobby, dev'essere lui. Era l'unica persona presente, quando ho alluso alla frequenza degli incidenti, parlando con Nicholson.
Allora, è davvero finita disse Bobby. Avevo una mezza speranza che Roger Bassington-ffrench sospettasse qualcosa e, come per miracolo, si mettesse sulle nostre tracce, ma adesso non abbiamo scampo. Moira è prigioniera, noi due siamo legati mani e piedi, e nessuno ha la minima idea di dove possiamo essere. La partita è chiusa, Frankie.
Mentre Bobby pronunziava le ultime parole, si udì un rumore sul tetto.
Un attimo dopo, con un tonfo terribile, un corpo cadde giù dal lucernario.
Era troppo buio per poter distinguere la faccia del nuovo arrivato.
Cosa diavolo... cominciò Bobby.
Dai pezzi di vetro caduti sul pavimento si levò una voce.
B-B-Bobby! disse.
Ehi, ma questo è Badger! esclamò Bobby, allibito.
29. Badger racconta.
Non c'era un minuto da perdere. Si sentivano già dei rumori al piano di sotto.
Svelto, Badger, sbrigati! sussurrò Bobby. Toglimi uno stivale!
Buttalo da qualche parte. Non parlare e non discutere. Nasconditi sotto il letto. Avanti, presto!
Si udivano dei passi sulle scale. La chiave girò nella serratura.
Nicholson, il finto Nicholson, si fermò sulla porta, con la candela in mano.
Vide Bobby e Frankie come li aveva lasciati, ma in mezzo al locale c'erano dei vetri in frantumi e, sul mucchio, lo stivale di Bobby.
Nicholson guardò, sbigottito, prima lo stivale e poi Bobby. Lei è proprio in gamba, amico commentò, asciutto. Un vero acrobata.
Gli si avvicinò, esaminò le corde che lo legavano e fece un paio di nodi in più.
Mi piacerebbe proprio sapere come ha fatto a lanciare quello stivale contro il lucernario disse. Sembra una cosa impossibile. Ha un po'
dell'Houdini, ragazzo mio.
Guardò di nuovo Bobby, poi Frankie e infine il lucernario, si strinse nelle spalle e se ne andò.
Svelto, Badger!
Badger sgusciò da sotto il letto. Aveva un coltello tascabile. Se ne servì per slegare gli altri due.
Così va meglio disse Bobby, stiracchiandosi. Caspita, sono tutto indolenzito. E allora, Frankie, che te ne pare del nostro amico Nicholson?
Hai ragione ammise Frankie. E' Roger Bassington-ffrench. Recita molto bene la parte.
E tutta questione di voce e di occhiali disse Bobby.
Quando ero a Oxford, c'era con me un Bassington-ffrench interloquì Badger. Come attore era meraviglioso. Tipo losco, però. Mi ricordo che aveva imitato la firma di suo padre su un assegno, e il vecchio ha messo la cosa a tacere.
Bobby e Frankie pensarono contemporaneamente la stessa cosa: Badger, che avevano preferito tenere all'oscuro di tutto, avrebbe potuto dargli fin dall'inizio informazioni preziose.
Nella lettera che ho trovato a Merroway Court, Bobby disse Frankie la tua calligrafia era imitata perfettamente. Chissà da dove l'ha copiata?
Se è d'accordo con i Cayman, probabilmente avrà avuto la lettera che gli ho scritto a proposito del misterioso Evans.
E ora cosa si fa? chiese Badger, perplesso.
Adesso ci troviamo un posticino comodo dietro questa porta gli rispose Bobby. E quando tornerà il nostro amico... non tanto presto, immagino... tu e io gli saltiamo addosso. Gli faremo una ella sorpresa. Che ne dici, Badger? Ci stai?
Oh, certo.
Quanto a te, Frankie, quando sentirai il suo passo, sarà meglio che torni su quella sedia. Appena aprirà la porta, ti vedrà e non sospetterà di niente.
Va bene disse Frankie. E quando tu e Badger gli avrete dato il benvenuto, vi aiuterò anch'io, mordendogli le caviglie o cose del genere.
Questa sì che è una buona idea disse Bobby con aria d'approvazione. E adesso, sediamoci qui sul pavimento e vediamo di chiarirci un po' le idee. Sono proprio curioso di sapere per quale miracolo Badger è volato giù da quel lucernario.
Be', vedi iniziò Badger dopo che tu te ne sei andato, mi è capitato un guaio.
Fece una pausa. Piano piano, venne fuori tutta la storia: conti da pagare, creditori, agenti del fisco. Un tipico pasticcio alla Badger.
Bobby se n'era andato senza lasciargli l'indirizzo, dicendogli semplicemente che avrebbe portato la Bentley a Staverley. E così, Badger era andato a Staverley.
Ho pensato che forse potevi prestarmi cinque sterline.
Bobby si sentì in colpa. Era andato a Londra per aiutare Badger nel suo lavoro, ma l'aveva piantato subito in asso per mettersi a fare il detective con Frankie, eppure il buon Badger non si sognava neanche di rinfacciarglielo.
Badger non voleva compromettere l'esito della misteriosa impresa di Bobby, ma d'altra parte si era detto che non doveva essere difficile trovare la Bentley verde in un posto piccolo come Staverley, e che quindi avrebbe potuto avvicinare il suo amico senza dare nell'occhio.
Infatti, aveva trovato l'auto prima ancora di entrare in Staverley.
Era di fronte a un bar, vuota.
Così, ho pensato di farti una sorpresa continuò Badger. Sul sedile posteriore c'erano dei plaid e altra roba, e in giro non si vedeva nessuno. Sono salito in macchina e mi sono coperto con i plaid. Chissà che faccia farà Bobby quando mi vedrà, ho pensato.
Le cose erano andate diversamente: dal bar era uscito un autista in divisa verde e Badger, sporgendosi dal suo nascondiglio per dargli una sbirciatina, si era accorto che non si trattava di Bobby. Gli era sembrato di aver già visto da qualche parte quella faccia, ma non era riuscito a ricordare dove. Lo sconosciuto era salito in macchina ed era partito.
Badger non sapeva che fare. Non era facile trovare spiegazioni e scuse, e la situazione era complicata dal fatto che la macchina viaggiava a una velocità sostenuta. Perciò, aveva deciso di restare nascosto e di sgattaiolare fuori alla prima occasione.
La Bentley era finalmente arrivata a destinazione, cioè al Tudor Cottage. L'autista l'aveva portata in garage e lasciata lì, ma aveva chiuso la serranda, e Badger era rimasto prigioniero. Nel garage c'era una finestrella, e da lì, una mezz'ora dopo, Badger aveva visto arrivare Frankie che, dopo aver imitato l'urlo della civetta, era stata introdotta in casa.
Tutta la faccenda gli sembrava molto strana e, sospettando che ci fosse sotto qualcosa di poco pulito, aveva deciso di andare in ricognizione per scoprire quello che bolliva in pentola.
Con l'aiuto di alcuni attrezzi trovati nel garage, aveva forzato la serratura della serranda e, una volta libero, aveva fatto un giro d'ispezione. Le persiane del pianterreno erano chiuse, e perciò gli era venuta l'idea di salire sul tetto, in modo da poter curiosare dentro la casa attraverso le finestre del piano superiore. Questo non aveva presentato difficoltà: arrampicarsi sul tetto del garage e passare da lì a quello della villetta era stato un gioco da ragazzi.
Poi, Badger aveva visto il lucernario. Il peso del suo corpo aveva fatto il resto.
Bobby aveva ascoltato il resoconto con la massima attenzione.
Per me resta un miracolo il fatto che tu sia arrivato qui disse. -
Se non fosse stato per te, fra un'oretta, di noi due non sarebbero rimasti che i cadaveri.
Gli parlò brevemente dell'avventura e del rischio corso, e non aveva ancora finito, quando si udirono dei passi sulle scale. S'interruppe di colpo.
Sta arrivando qualcuno. Vai al tuo posto, Frankie. E adesso sarà l'amico Bassington-ffrench a restare di stucco.
Frankie tornò a sedersi dove Roger si aspettava di trovarla, Badger e Bobby si appostarono dietro la porta.
Sul pavimento apparve la solita striscia di luce. La chiave girò nella serratura, la porta si aprì. Alla luce della candela, Roger vide Frankie abbandonata sulla sedia, con l'aria di chi ha perso ogni speranza. Entrò.
A questo punto, come d'accordo, Bobby e Badger gli saltarono addosso.
Bastarono pochi istanti per sistemare la faccenda. Preso alla sprovvista, Roger cadde a terra. La candela gli sfuggì di mano e venne raccolta da Frankie. Qualche secondo più tardi i tre amici guardavano compiaciuti l'uomo legato saldamente con le stesse corde che poco prima erano servite per due di loro.
Buona sera, signor Bassington-ffrench disse Bobby, con tono esultante. E' una serata perfetta per il funerale.
30. La fuga.
Il prigioniero alzò la testa e li guardò. Gli erano volati via gli occhiali e il cappello. Fingere di essere un altro non serviva più a niente, ormai. Intorno alle sopracciglia erano visibili leggere tracce di trucco, ma la faccia era indubbiamente quella di Roger Bassington-ffrench.
Interessante disse, con la sua piacevole voce tenorile. Lo sapevo, che un uomo legato non poteva scagliare lo stivale contro il lucernario, ma vedendo lo stivale a terra mi sono detto che per una volta doveva essere successo l'impossibile. Un esempio interessante delle limitazioni del cervello umano. Siccome nessuno parlava, Roger riprese: E così, avete vinto voi. Peccato! Ero convinto di avervi messo nel sacco.
Stava quasi per farcela disse Frankie. La lettera di Bobby l'ha scritta lei, vero?
Me la cavo discretamente nell'imitare le calligrafie rispose Roger, modesto.
E Bobby, come ha fatto a prenderlo?
Sapevo che prima o poi sarebbe andato al Grange. Non mi restava che aspettarlo, nascosto fra i cespugli. Ero dietro di lui, quando è caduto giù dall'albero come una pera matura. Ho aspettato che tornasse tutto tranquillo, poi mi sono avvicinato e l'ho colpito alla nuca con un sacchetto pieno di sabbia. A questo punto, l'ho caricato nel bagagliaio della mia macchina, che avevo lasciato poco distante, e l'ho portato qui. Prima di mattina, ero di nuovo a casa.
E Moira? gli domandò Bobby. Dove l'ha portata?
L'arte di imitare la grafia altrui può tornare molto utile, mio caro Jones rispose Roger con un sorrisetto divertito.
Mascalzone! inveì Bobby.
Frankie ritenne opportuno intervenire. Voleva togliersi ancora qualche curiosità, e il prigioniero sembrava in vena di parlare.
Perché ha finto d'essere il dottor Nicholson? domandò.
Già, perché mormorò Roger, quasi la domanda fosse rivolta a se stesso. In parte, forse, perché volevo vedere se riuscivo a ingannarvi tutt'e due. Eravate talmente sicuri che il colpevole fosse quel povero Nicholson. E questo solo perché vi ha fatto un paio di domande sul vostro incidente, col suo stile ampolloso e irritante.
Certo che è proprio noioso, con quella mania di entrare nei particolari.
E lui è innocente? chiese ancora Frankie.
Come un bambino appena nato rispose Roger. Però, senza volerlo, mi ha fatto un favore, richiamando la mia attenzione sul suo incidente che, insieme a un altro particolare, mi ha permesso di capire il vero scopo della sua presenza. Un mattino, poi, mentre ero vicino a lei, ho sentito il suo autista chiamarla "Frankie" mentre vi parlava al telefono. Ho un ottimo udito. Le ho chiesto di darmi un passaggio in città, e lei mi ha risposto di sì, ma è apparsa molto sollevata, quando le ho detto di aver cambiato idea. In seguito, è stato divertente vedere come si accaniva contro quel povero Nicholson. E' un tipo innocuo, ma somiglia molto ai criminali che si vedono nei film.
Tanto valeva approfittarne, soprattutto in considerazione del fatto che a volte anche i piani migliori vanno all'aria come è successo al mio.
Mi tolga una curiosità disse Frankie, che moriva dalla voglia di sapere. "Chi è Evans?"
Ah, non l'ha ancora scoperto? chiese Roger, ridendo. Questa sì che è comica. Dove si dimostra quanto si può essere sciocchi.
Allude a noi? domandò Frankie.
No, a me stesso rispose Roger. Dal momento che non siete riusciti a scoprire chi è Evans, non credo proprio che ve lo dirò.
Resterà un mio segreto La situazione era stranissima. Benché le sorti fossero capovolte Roger non permetteva loro di godere del trionfo. Sdraiato a terra, legato, era ancora lui che dominava la situazione.
E quale programma avete, adesso, se posso chiedervelo? domandò.
Nessuno aveva fatto programmi. Bobby disse qualcosa a proposito della polizia.
E' la cosa migliore da fare approvò allegramente Roger. -
Telefonate e dite di venirmi a prendere subito. Al massimo mi contesteranno il reato di sequestro di persona. Non lo posso negare.
Guardò Frankie. Dirò che la amo e che lei mi aveva respinto.
Frankie arrossì. Non crede che possano accusarlo di omicidio, invece?
Mia cara non avete prove, neanche una. Pensateci bene, e vedrete che ho ragione.
Badger disse Bobby è meglio che tu resti qui a tenerlo d'occhio.
Io vado a telefonare alla polizia.
Sii prudente gli raccomandò Frankie. Potrebbe esserci qualcun altro in casa.
No, sono solo disse Roger. E' stata tutta opera mia.
Preferisco non crederle sulla parola replicò Bobby, chinandosi a controllare la robustezza delle corde. Tutto a posto annunciò. -
Sicuro come una cassaforte. Sarà meglio scendere tutti insieme, e chiudere a chiave questa porta.
Proprio non si fida di me, vero? Ho una pistola in tasca. La prenda pure, se vuole. Lei si sente più tranquillo, e a me non serve più.
Bobby, ignorando il tono sarcastico, si chinò e prese la pistola.
Molto gentile da parte sua disse. Effettivamente, adesso mi sento molto più tranquillo.
Bene. Guardi che è carica.
Bobby prese la candela, e tutti e tre uscirono dal solaio, lasciando Roger sdraiato sul pavimento. Bobby chiuse la porta e si mise la chiave in tasca. Tenne la pistola in mano.
Vado avanti io disse. Non possiamo permetterci il lusso di sbagliare, adesso.
E' uno strano tipo, vero? commentò Badger, annuendo con la testa alla porta del solaio.
E' uno che sa perdere replicò Frankie, che sentiva ancora, nonostante tutto, il fascino di Roger Bassington-ffrench.
Una scala abbastanza malridotta portava al piano di sotto. Regnava un silenzio assoluto. Bobby guardò giù. Il telefono era nell'anticamera.
Sarà meglio dare prima un'occhiata in queste stanze disse. Per evitare che possano sorprenderci alle spalle.
Badger aprì a una a una le porte. Tre delle camere erano vuote. Nella quarta, videro una figura distesa sul letto.
E' Moira! gridò Frankie.
Badger e Bobby entrarono. Moira era esanime, ma i seni si alzavano e si abbassavano lentamente, seguendo il ritmo del respiro.
Dorme? domandò Bobby.
Dev'essere stata drogata rispose Frankie.
Si guardò intorno. Su un tavolo vicino alla finestra, su un vassoio di ferro smaltato, c'era una siringa per iniezioni. C'erano anche una lampada a spirito e un ago per morfina.
Andrà tutto bene disse Frankie. Ma sarà meglio chiamare un medico.
Scendiamo a telefonare propose Bobby.
Frankie aveva paura che i fili del telefono fossero stati tagliati ma la sua preoccupazione si rivelò infondata. Riuscirono quasi subito a mettersi in contatto con la polizia, ma ebbero qualche problema a spiegarsi: l'agente che aveva risposto era incline a pensare che si trattasse di uno scherzo.
Finalmente si lasciò convincere, e Bobby riagganciò, con un sospiro di sollievo. Aveva chiesto un medico, e l'agente aveva assicurato che ne avrebbero portato uno.
Dieci minuti dopo, arrivò un'auto. C'erano un ispettore, un agente e un uomo anziano che aveva la sua professione scritta in fronte. Bobby e Frankie li ricevettero sulla porta d'ingresso e, dopo qualche altra frettolosa spiegazione, li portarono in solaio. Bobby aprì la porta, e rimase a bocca aperta per lo stupore. In mezzo alla stanza, c'erano le corde servite per legare Roger.
Il letto era stato portato sotto il lucernario, e sul letto c'era una sedia.
Di Roger Bassington-ffrench, nessuna traccia.
I tre amici rimasero senza parole.
E parlava di Houdini! esclamò Bobby. Lui sì che è stato in gamba! Come diavolo ha fatto a tagliarsi quelle corde?
Doveva avere un coltello in tasca disse Frankie.
Ma anche in questo caso, come ha fatto a prenderlo? Aveva le mani legate dietro la schiena.
L'ispettore diede un colpo di tosse. Tornarono ad assalirlo i dubbi di poco prima: doveva essere uno scherzo.
Frankie e Bobby non poterono far altro che raccontare una lunga storia, che appariva sempre più incredibile.
Il medico fu la loro salvezza.
Portato nella stanza dove si trovava Moira, dichiarò che le era stata somministrata della morfina o qualche oppiaceo. Le condizioni della giovane donna non destavano preoccupazioni. Si sarebbe svegliata da sola entro quattro o cinque ore. Consigliò di ricoverarla in una clinica poco distante.
Bobby e Frankie decisero di seguire il consiglio, non trovando una soluzione migliore. Dopo aver dato il loro indirizzo al poliziotto, scettico per quanto riguardava le generalità di Frankie, ottennero il permesso di lasciare Tudor Cottage, e presero alloggio all'albergo delle Sette Stelle, dove l'ispettore li lasciò al loro destino.
Sentendosi guardati come criminali, non trovarono di meglio da fare che rifugiarsi nelle loro stanze, una matrimoniale per Bobby e Badger, una piccolissima singola per Frankie.
Qualche minuto dopo, qualcuno bussò alla porta di Bobby.
Era Frankie.
Mi è venuta in mente una cosa disse. Se quello stupido d'ispettore si ostinasse a credere che abbiamo inventato tutto, io ho la prova di essere stata cloroformizzata.
Davvero? Dove?
Nel secchio di carbone rispose Frankie, decisa.
31. Frankie fa una domanda.
Il mattino successivo, stanca com'era dopo l'ultima avventura, Frankie dormì fino a tardi. Erano le dieci e mezzo, quando scese nella saletta della prima colazione, dove trovò Bobby ad aspettarla.
Ciao, Frankie. Finalmente ti sei alzata.
Non essere così spaventosamente energico, Bobby lo redarguì la ragazza, lasciandosi cadere su una sedia.
Che cosa prendi? Merluzzo, uova e pancetta, prosciutto?
Preferisco del pane tostato e un tè leggero rispose Frankie, osservandolo attentamente. Si può sapere che cosa ti ha preso?
Dev'essere la botta di quel sacchetto pieno di sabbia replicò Bobby. Deve avermi rotto qualcosa nel cervello. Mi sento pieno di lena e di idee luminose.
Be', allora perché non ti muovi?
Mi sono già mosso. Mezz'ora fa ho parlato con l'ispettore Hammond.
Bisognerà che lo facciamo passare per uno scherzo, Frankie, almeno per ora.
Oh, Bobby, ma...
Almeno per ora, ho detto. Dobbiamo andare a fondo di questa faccenda, Frankie. Siamo nel posto giusto. Non ci resta che scavare.
Non vogliamo che si accusi Bassington-ffrench di sequestro di persona, ma di omicidio.
E ci riusciremo assicurò Frankie, tornando improvvisamente ottimista.
Così va bene disse Bobby con aria d'approvazione.
Bevi ancora un po' di tè.
Come sta Moira?
Non tanto bene. Si è svegliata con i nervi a pezzi. Dev'essere stata la paura. E' partita per Londra, diretta in una clinica dalle parti di Queen's. Dice che là si sentirà al sicuro. Era terrorizzata.
Non è mai stata coraggiosa gli fece notare Frankie.
Vorrei vedere chi non avrebbe paura, con un assassino come Roger Bassington-ffrench in circolazione.
Non vuole ucciderla. Ce l'ha con noi due.
In questo momento, probabilmente, sarà tanto occupato a badare a se stesso, che non penserà certo a noi. Dunque, Frankie, bisogna mettersi al lavoro. Tutta la storia deve aver avuto inizio con la morte di John Savage, e più precisamente con la stesura del testamento. Il bandolo della matassa e proprio qui: o il testamento era falso, o Savage è stato assassinato.
Se c'era di mezzo Bassington-ffrench, è più probabile che il testamento fosse falso disse Frankie. Pare che le falsificazioni siano il suo forte.
Può darsi che siano valide entrambe le ipotesi: il testamento falso e l'omicidio.
Frankie annuì.
Ho qui gli appunti che ho preso quando ho esaminato il testamento. I testimoni erano Rose Chudieigh, la cuoca, e Albert Mere, il giardiniere. Non dovrebbe essere difficile trovarli. Poi, ci sono gli avvocati che l'hanno redatto, Elford e Leigh. Pare che sia uno studio legale molto quotato: così mi ha detto l'avvocato Spragge.
Bene, penso che si debba iniziare da loro. Tu riuscirai a farli parlare più facilmente di me. Io andrò alla ricerca di Rose Chudieigh e di Albert Mere.
E Badger?
Badger non si alza mai prima dell'ora di pranzo. Non è il caso di preoccuparsi per lui.
Bisogna che lo aiutiamo a sistemare i suoi affari disse Frankie. -
Dopotutto, mi ha salvato la vita.
Riuscirà comunque a inguaiarsi di nuovo sospirò Bobby. A proposito, che ne dici di questa?
Le porse un cartoncino sporco. Era una fotografia.
Il signor Cayman! esclamò subito Frankie. Dove l'hai trovata?
Quando?
Ieri sera. Era scivolata dietro il telefono.
Allora, adesso sappiamo con certezza chi erano il signore e la signora Templeton. Aspetta un momento.
Era arrivata una cameriera, con il pane tostato. Frankie le mostrò la foto.
Riconosce questa persona? le domandò. La cameriera guardò la fotografia, con la testa leggermente inclinata da un lato.
Mi sembra di averlo visto, ma non ricordo chi sia... Ah, sì, era quel signore che abitava al Tudor Cottage, il signor Templeton. Lui e sua moglie sono partiti, ormai. Si sono trasferiti all'estero, se non sbaglio.
Che tipi erano? chiese Bobby.
Veramente non saprei dirvelo. Non venivano qui spesso, solo il sabato e la domenica, ogni tanto. Lui si faceva vedere poco in giro.
La signora Templeton era una donna gentile. Abitavano al Tudor Cottage da poco, forse sei mesi, quando è morto un signore molto ricco, che le ha lasciato in eredità tutti i suoi soldi. Dopo, si sono trasferiti all'estero, ma non credo che abbiano venduto Tudor Cottage. Mi pare che lo prestino ad altra gente, forse amici loro. Con tutti i soldi che hanno adesso, non penso che torneranno ad abitare qui.
Avevano una cuoca che si chiamava Rose Chudieigh, vero? domandò Frankie.
Ma la ragazza non dimostrava alcun interesse per le cuoche. Ciò che più colpiva la sua immaginazione era il fatto che la signora Templeton avesse ereditato una fortuna. Alla domanda di Frankie, rispose che non conosceva il nome della cuoca e se ne andò con il vassoio vuoto.
E' tutto molto semplice commentò Frankie. I Cayman non si sono fatti più vivi, da queste parti, ma hanno tenuto la villetta a disposizione dei complici.
Si divisero il lavoro come aveva suggerito Bobby.
Frankie partì con la Bentley, dopo essersi comperata sul posto qualcosa per cambiarsi d'abito, mentre lui si metteva alla ricerca di Albert Mere, il giardiniere.
Si ritrovarono all'ora di pranzo.
Com'è andata? s'informò Bobby.
Frankie scosse la testa.
Il testamento era autentico disse. Ho fatto una lunga chiacchierata con l'avvocato Elford, un vecchietto molto simpatico.
Aveva sentito dire qualcosa sul nostro conto, ieri sera, e moriva dalla voglia di conoscere i particolari della storia. Ho l'impressione che da queste parti la vita sia noiosa da morire. A ogni modo, me lo sono fatto amico in un attimo, e ho cominciato a parlare del caso di Savage, con la scusa di aver conosciuto dei suoi parenti, che dubitano dell'autenticità del testamento. L'avvocato l'ha confermata nella maniera più assoluta. Era presente, quando il signor Savage ha fatto testamento. Lui voleva fare le cose per bene. Sai come si usa...
cumuli e cumuli di carte...
Non ne so niente disse Bobby. Non ho mai fatto testamento.
Io sì, due volte. La seconda è stata stamattina. Dovevo pur trovare un pretesto, per rivolgermi a un avvocato.
E a chi hai lasciato i tuoi soldi?
A te.
Brava, che bell'idea! Così, se Roger Bassington-ffrench dovesse riuscire a farti la pelle, non ci penserebbero due volte a impiccarmi.
Non ci avevo pensato mormorò Frankie. Be', come ti stavo dicendo, il signor Savage ha insistito tanto, che l'avvocato Elford si è finalmente lasciato convincere a redigere il testamento lì per lì, con la cuoca e il giardiniere come testimoni, e poi se l'è portato via per custodirlo nella sua cassaforte.
Dunque, dobbiamo sicuramente escludere che il testamento fosse falso.
Esatto, dal momento che il signor Savage ha firmato di suo pugno, alla presenza dell'avvocato. Quanto all'altro sospetto, che Savage sia morto assassinato, ormai è un po' troppo difficile dimostrarlo. Il medico che ne ha constatato il decesso è morto a sua volta da parecchio tempo. Quello che abbiamo visto ieri sera è un nuovo medico, arrivato da appena due mesi.
Certo che è morta parecchia gente immischiata in questo caso!
Perché, chi altri è morto?
Albert Mere.
Pensi che siano stati tutti ammazzati?
Nel caso di Albert Mere, non è detto: aveva settantadue anni.
Be', allora sarà morto per cause naturali. Hai scoperto qualcosa sul conto di Rose Chudieigh?
Sì. Dopo aver lasciato i Templeton, si è trasferita nel nord dell'Inghilterra, ma poi è tornata qui e ha sposato un tale con cui se la intendeva da qualcosa come diciassette anni. Purtroppo non è un tipo molto brillante. Dice di non ricordare niente di questa storia.
Forse, tu potresti riuscire a farti dire qualcosa di più.
Ci proverò disse Frankie. Ci so fare, io, con gli smemorati. A proposito, dov'è Badger?
Dio mio, mi ero completamente dimenticato di lui!
Bobby si alzò, uscì e tornò qualche minuto più tardi.
Dormiva ancora disse a Frankie. Si sta alzando adesso. Sembra che la cameriera l'abbia chiamato quattro volte, ma senza risultati apprezzabili.
Sarà meglio che andiamo a far due chiacchiere con la smemorata. Poi, dovrò comprarmi uno spazzolino da denti, una camicia da notte, una spugna e altre cose. Ieri sera ero così stanca, che non ho nemmeno sentito la loro mancanza. Mi sono buttata sul letto e mi sono addormentata subito.
Anch'io disse Bobby.
Forza, andiamo a parlare con questa Rose Chudieigh.
Rose Chudieigh, ora signora Pratt, abitava in una villetta che pareva straripare di mobili e cani di porcellana. La proprietaria era a sua volta una donna straripante, con occhi da pesce lesso e voce nasale.
Visto? Sono tornato! la salutò allegramente Bobby.
La signora Pratt li fissò entrambi con i suoi occhi da pesce, senz'ombra di curiosità.
E' così interessante il fatto che lei abbia conosciuto la signora Templeton aggiunse Frankie.
Capisco, signora disse la signora Pratt.
Adesso vive all'estero, a quanto ho saputo riprese Frankie, con l'aria di conoscere molto bene la Templeton L'ho sentito dire anch'io confermò la signora Pratt.
E' rimasta con lei parecchio tempo, vero? incalzò Frankie.
Sono rimasta dove, signora?
Con la signora Templeton. Ci è rimasta parecchio ripeté Frankie, parlando lentamente.
Non direi, signora. Due mesi soltanto Ah, credevo un po' di più.
Quella era Gladys, signora. La cameriera. Lei è rimasta sei mesi.
Eravate in due?
Sì. Lei era la cameriera, io la cuoca.
Lei c'era quando è morto il signor Savage, vero?
Come ha detto, signora?
Lei c'era, quando è morto il signor Savage?
Il signor Templeton non è morto, a quanto ne so io. Si è trasferito all'estero.
Non il signor Templeton. Il signor Savage chiarì Bobby.
La signora Pratt lo fissò con l'aria di non aver capito niente.
Quel signore che ha lasciato tutti i suoi soldi alla signora Templeton precisò Frankie.
Una luce che pareva d'intelligenza si accese per un attimo nello sguardo della signora Pratt.
Ah, sì! Quel signore per cui è stata aperta un'inchiesta.
Sì, esatto confermò Frankie, felice di essere riuscita a farsi capire. Veniva spesso al cottage, vero?
Non saprei dirvelo: io ero appena arrivata. Gladys, sì, lei vi saprebbe rispondere.
Ma lei era presente alla stesura del testamento, vero?
La signora Pratt appariva perplessa.
Era lì con lui, quando ha firmato una carta, e poi hanno chiesto anche a lei di firmare?
Di nuovo il lampo d'intelligenza.
Sì, signora. C'eravamo io e Albert. Non avevo mai fatto una cosa simile, prima, ed ero preoccupata. L'ho detto anche a Gladys, che non mi andava di firmare, e lei mi ha risposto che doveva essere tutto in regola, perché era presente il signor Elford che, oltre a essere un avvocato, era anche una brava persona.
Che cos'è successo esattamente? domandò Bobby.
Come ha detto, signore?
Chi è stato a chiamarla per farla firmare? chiese Frankie.
La signora Templeton. E' venuta in cucina e mi ha chiesto di uscire a chiamare Albert. Poi, tutti e due dovevamo andare nella camera da letto grande, la migliore, quella che la sera prima aveva ceduto a quel signore. Quando siamo entrati, lui era a letto. Era tornato da Londra e si era messo subito a letto, e aveva l'aria molto malata. Era la prima volta che lo vedevo.
"Aveva proprio un aspetto terribile, e c'era anche l'avvocato Elford.
E' stato molto gentile, e mi ha detto di non aver paura. Dovevo solo mettere la mia firma sotto quella del signore malato. Ho firmato, vicino ho scritto la parola 'cuoca' e il mio indirizzo, e Albert ha fatto altrettanto. Ma quando sono tornata giù da Gladys, tremavo tutta, e le ho detto che non avevo mai visto una faccia così cadaverica. Lei mi ha risposto che, la sera prima, il signore aveva l'aria di star bene, e che forse gli era capitato qualcosa a Londra che l'aveva sconvolto. Era partito per Londra il mattino presto, prima che noi ci alzassimo. Ho ripetuto a Gladys che non mi andava giù l'idea di aver firmato, e lei mi ha rassicurato, dicendo che potevo fidarmi dell'avvocato Elford."
E il signor Savage, quando è morto?
Il mattino dopo. Quella sera, si è chiuso nella sua stanza, e non ha lasciato entrare più nessuno, e quando Gladys l'ha chiamato, il mattino successivo, l'ha trovato stecchito. C'era una lettera, sul comodino. "Per il magistrato inquirente", c'era scritto. Che paura che si è presa Gladys! E poi c'è stata l'inchiesta e tutto il resto. Circa due mesi dopo, la signora Templeton mi ha detto che si trasferiva all'estero. Però mi ha trovato un ottimo posto, nel nord, con una buona paga, e mi ha anche fatto un bel regalo, prima di andarsene. Una brava persona, quella signora Templeton.
La signora Pratt non solo era diventata improvvisamente molto loquace, ma ci stava anche prendendo gusto. Frankie si alzò.
Bene disse è molto interessante quello che ci ha raccontato. -
Prese una banconota dalla borsetta. Mi permetta di farle un piccolo regalo, dal momento che le ho rubato tanto tempo.
La ringrazio, signora. Mi fa piacere d'essere stata utile a lei e a suo marito.
Frankie arrossì e si affrettò verso la porta. Bobby la raggiunse dopo qualche istante. Sembrava preoccupato.
A quanto pare, ci ha detto tutto quello che sapeva.
Già, e non fa una grinza. Savage ha effettivamente fatto testamento, e aveva davvero il terrore di essere ammalato di cancro Non è possibile che abbiano indotto a mentire un medico di Harley Street.
Probabilmente hanno approfittato che aveva fatto testamento, per ucciderlo prima che cambiasse idea, ma proprio non vedo come si possa dimostrarlo.
E' vero. Forse la signora Templeton gli ha somministrato qualcosa "per farlo dormire", ma non abbiamo prove. Quanto alla lettera scritta da Savage per l'inquirente, potrebbe essere stata opera di Bassington-ffrench, ma anche questo non possiamo dimostrarlo. Dopo esser stata esibita come prova all'inchiesta, la lettera sarà stata distrutta.
E così, si torna al vecchio interrogativo: che cos'hanno paura che scopriamo, Bassington-ffrench e complici?
Non c'è niente che ti suoni strano, in tutta la faccenda?
No, non mi pare. Anzi, sì, forse una cosa c'è. Perché la signora Templeton ha chiamato a firmare il giardiniere, che era fuori, invece di rivolgersi alla cameriera, che era in casa? Perché non hanno chiesto alla cameriera?
E' strano che tu dica questo, Frankie.
Il tono di Bobby era talmente alterato che Frankie lo guardò incuriosita.
Perché?
Perché, prima di raggiungerti, ho chiesto alla signora Pratt il nome e l'indirizzo di Gladys.
E allora?
Il cognome della cameriera è "Evans".
32. Evans.
Frankie rimase a bocca aperta per lo stupore.
Vedi, hai fatto la stessa domanda di Carstairs disse Bobby eccitato. Perché non l'hanno chiesto alla cameriera? "Perché non l'hanno chiesto a Evans?"
Oh, Bobby, finalmente ci siamo arrivati!
E' lo stesso particolare che ha colpito Carstairs. Stava indagando sulla faccenda, proprio come noi, alla ricerca di qualcosa di sospetto, e questo particolare gli è sembrato poco chiaro. Ho l'impressione che sia venuto nel Galles proprio per questo. Gladys Evans è un nome comune dalle nostre parti. Questa Evans doveva essere del posto. Carstairs si trovava a Marchbolt per seguire le sue tracce.
Qualcuno deve aver seguito lui, e l'ha fatto fuori.
"Perché non l'hanno chiesto a Evans?" ripeté Frankie, pensosa. -
Dev'esserci una ragione. E' un particolare apparentemente insignificante, ma in realtà ha importanza. Con due donne di servizio in casa, perché sono andati a chiamare il giardiniere?
Forse perché la Chudieigh e Albert Mere erano due sprovveduti, mentre la Evans era una ragazza sveglia.
Non può essere solo questo il motivo. C'era presente anche l'avvocato Elford, e lui non è uno stupido. Oh, Bobby, la soluzione del mistero è qui, ne sono certa. Se riuscissimo a scoprirla... Perché la Chudieigh e Mere, e non la Evans?
A un tratto si coprì la faccia con le mani.
Oh, sto per arrivarci. Mi è venuto come un lampo. Sì, forse ci sto arrivando.
Rimase immobile per un paio di minuti, poi si tolse le mani dalla faccia e guardò il suo amico con una strana luce negli occhi.
Bobby disse se tu fossi ospite in una casa dove ci sono due persone di servizio, con quale delle due saresti prodigo di mance?
Con la cameriera, naturalmente rispose Bobby, meravigliato per la domanda. Alle cuoche non si dà la mancia, anche perché non sono mai in giro.
Appunto: tu non vedi loro, e loro non vedono te. Al massimo ti può capitare d'intravederle per un attimo. Invece le cameriere servono a tavola, si parla con loro quando è necessario.
Dove vuoi arrivare, Frankie?
Che non potevano chiamare la Evans ad autenticare la firma sul testamento, perché lei avrebbe capito che non si trattava del signor Savage.
Dio mio, Frankie, che cosa vuoi dire? Chi c'era in quel letto, allora?
Bassington-ffrench, naturalmente. Lui ha impersonato Savage, capisci? Scommetto che è stato Roger ad andare dal medico e a mettergli la pulce nell'orecchio per la faccenda del cancro. Poi, chiamano un avvocato, uno che non conosce il signor Savage, ma che sarà pronto a giurare di averlo visto fare testamento alla presenza di due testimoni. Di questi, uno non aveva mai conosciuto il signor Savage in vita sua, e l'altro era tanto vecchio che probabilmente ci vedeva poco. Così non c'erano problemi. Adesso capisci?
Ma il vero Savage dov'era, intanto?
Per essere arrivato al cottage, ci è arrivato di sicuro. L'avranno drogato e nascosto in solaio, dove sarà rimasto un bel po', mentre Bassington-ffrench sistemava la faccenda del testamento. poi l'avranno rimesso a letto, gli avranno propinato qualcosa, e il giorno dopo la Evans l'ha trovato morto.
Dio, credo proprio che tu l'abbia imbroccata, Frankie. Ma possiamo provarlo?
Sì... No... Non lo so. Non si potrebbe mostrare a Rose Chudieigh, cioè alla signora Pratt, una foto di Savage? Forse capirebbe che non si tratta della stessa persona che ha fatto testamento in sua presenza.
Ne dubito. E' troppo tonta.
Forse, l'hanno scelta per questo. Ma c'è un'altra possibilità: un esperto, esaminando il testamento, capirebbe che la grana è stata falsificata.
Finora non se n'è accorto nessuno.
Perché a nessuno è venuto questo sospetto, ma adesso la situazione è diversa.
Una cosa dobbiamo fare dichiarò Bobby. Trovare la Evans. Forse, lei ci saprà dire molto. E' stata a servizio dalla signora Templeton per sei mesi.
Frankie gemette. Non sarà tanto facile trovarla.
Potremmo tentare all'ufficio postale propose Bobby.
Stavano appunto passandoci davanti. Sembrava più un emporio che non un ufficio postale.
Frankie entrò e si mise subito all'opera. Dentro, c'era un'unica impiegata. Era giovane, con il naso lungo e adunco.
Frankie comperò dei francobolli, fece qualche commento sul tempo e poi disse: Il tempo è migliore qui che non dalle mie parti. Io sono del Galles, vengo da Marchbolt. Da noi piove spessissimo.
L'impiegata disse che anche lì non scherzava e che la settimana prima c'era stato un tempo da cani.
A Marchbolt c'è una persona che viene proprio da qui disse Frankie. Forse la conosce. Si chiama Evans, Gladys Evans.
Sì, certo rispose l'impiegata. Lavorava al Tudor Cottage. Ma non era della zona. Era originaria del Galles, e vi è tornata per sposarsi. Adesso si chiama Roberts.
Già, ha ragione disse Frankie. Non potrebbe darmi il suo indirizzo? Una volta mi ha prestato un impermeabile, e non so come fare a restituirglielo. Se avessi il suo indirizzo, glielo spedirei.
Sì, mi pare di averlo rispose l'impiegata. Ogni tanto mi manda una cartolina. Lei e suo marito lavorano insieme, nella stessa famiglia. Aspettate un momento. Andò a frugare in un cassetto, e tornò con un foglietto in mano.
Eccolo qua disse porgendolo a Frankie.
Lo lessero insieme, lei e Bobby. Era l'ultima cosa al mondo che sarebbero aspettati.
Sul foglietto c'era scritto: "Signora Roberts, il Vicariato, Marchbolt, Galles".
33. Attentato all'Orient Café.
Come fecero Bobby e Frankie a uscire dall'ufficio postale senza sembrare due pazzi, nessuno di loro avrebbe saputo spiegarlo.
Una volta fuori, si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere.
Al Vicariato, fin dal principio! esclamò Bobby.
E pensare che io mi sono letta nome e indirizzi di quattrocentottanta Evans! esclamò Frankie.
Adesso capisco perché Bassington-ffrench ha riso tanto, quando ha scoperto che non sapevamo chi fosse Evans.
E naturalmente era un grosso rischio, dal loro punto di vista. Tu e la Evans eravate proprio sotto lo stesso tetto.
Muoviamoci! disse Bobby. Si torna a Marchbolt.
Dove termina l'arcobaleno. Si torna a casa.
A proposito, bisogna fare qualcosa per Badger. Hai dei soldi, Frankie?
Lei aprì la borsetta e prese un mazzo di banconote.
Daglieli, e digli di sistemare le cose con i creditori. Digli anche che mio padre comprerà il suo garage e vi metterà lui come direttore.
Va bene disse Bobby. L'importante è partire subito.
Perché tanta fretta?
Non lo so, ma ho l'impressione che stia per succedere qualcosa.
Be', allora sbrighiamoci.
Vado a sistemare le cose con Badger. Tu aspettami in macchina.
Non riuscirò mai a comperare quello spazzolino da denti si lamentò Frankie.
Cinque minuti più tardi, percorrevano a tutta velocità la strada che usciva da Chipping Somerton, con Frankie al volante.
A un tratto, la ragazza disse: Senti, Bobby, stiamo perdendo troppo tempo.
Bobby diede un'occhiata al tachimetro. L'ago segnava il massimo.
Non vedo che altro si può fare.
Potremmo prendere un tassì aereo suggerì Frankie. Siamo solo a dieci chilometri dall'aeroporto di Medeshot.
Sei un genio! esclamò Bobby.
Con l'aereo, arriviamo in un paio d'ore.
Benissimo approvò Bobby. Prendiamo il tassì aereo.
L'avventura somigliava sempre più a un sogno. Perché tutta quella fretta di arrivare a Marchbolt? Bobby non lo sapeva, e nemmeno Frankie. Era soltanto una sensazione.
A Medeshot, Frankie chiese di un certo Donald King, e dopo un po'
arrivò un giovanotto sciatto che apparve subito piacevolmente sorpreso dalla visita della ragazza.
Salve, Frankie la salutò. Non ci si vedeva da secoli. Di che cos'hai bisogno?
Di un aerotassì rispose lei. Voi ne avete, vero?
Sì, certo. Dove vuoi andare?
Devo tornare subito a casa gli spiegò Frankie.
Tutto qui?
Non proprio, ma questo è l'importante rispose Frankie.
Bene, ti accontentiamo subito.
Ti pago con un assegno disse Frankie.
Cinque minuti dopo, l'aereo partì.
Frankie, perché corriamo tanto? domandò Bobby.
Non ne ho la minima idea rispose lei. Ma sento che è necessario.
Tu no?
Sì anch'io, ma non so spiegarmene la ragione. La signora Roberts non volerà certo via a cavallo di una scopa.
Non è da escludere. Tieni presente che non conosciamo le intenzioni di Bassington-ffrench.
Questo è vero... mormorò Bobby, pensieroso.
Si stava facendo buio, quando arrivarono a destinazione. Il piccolo aereo li depositò nel parco, e pochi minuti dopo Bobby e Frankie si dirigevano verso Marchbolt a bordo della Chrysler di lord Marchington.
Si fermarono davanti al cancello del Vicariato: il vialetto d'accesso era troppo stretto per la Chrysler.
Scesero dalla macchina e si misero a correre.
"Fra poco, forse mi sveglierò", pensava Bobby. "Chissà cosa ci è saltato in testa!"
Sulla porta era ferma una giovane donna. Frankie e Bobby la riconobbero nello stesso istante.
Moira! esclamò Frankie.
Moira si voltò, barcollando leggermente.
Oh, meno male che siete arrivati! Non sapevo che cosa fare.
Come mai è venuta qui?
Per lo stesso vostro motivo, immagino.
Ha scoperto chi è Evans? le domandò Bobby.
Moira annuì
Sì. E' una storia lunga.
Entri la invitò Bobby.
No, no si affrettò a rispondere Moira, scuotendo la testa. C'è una cosa che devo dirvi, prima che entriate in casa. Non c'è un bar o un altro posto dove si possa andare a parlare?
Va bene disse Bobby, allontanandosi a malincuore dalla porta. Ma perché...
Moira batté i piedi per terra.
Capirete quando vi avrò spiegato. Su venite! Non c'è un minuto da perdere.
Bobby e Frankie non protestarono oltre. A metà della strada principale del paese, c'era l'Orient Café, il cui nome importante non era giustificato dall'ambiente. Entrarono. Era un'ora di calma: le sei e mezzo.
Si sedettero a un tavolino d'angolo, e Bobby ordinò tre caffè.
E allora? domandò.
Aspettiamo che ci portino il caffè rispose Moira.
La cameriera tornò poco dopo, portando tre tazze di caffè tiepido.
Avanti, la ascoltiamo disse Bobby.
Non so da che parte incominciare mormorò Moira. E' successo sul treno per Londra. Che strana coincidenza! Ero nel corridoio, quando...
A un tratto s'interruppe. La sua sedia era girata verso la porta. La giovane donna si sporse in avanti e guardò fuori.
Deve avermi seguito disse.
Chi? domandarono insieme Bobby e Frankie.
Bassington-ffrench bisbigliò Moira.
L'ha visto?
E' qui fuori. C'è con lui una donna dai capelli rossi.
La signora Cayman disse Frankie.
Lei e Bobby si alzarono di scatto e si precipitarono alla porta. Moira disse qualcosa per richiamarli, ma loro non le diedero retta.
Guardarono a destra e a sinistra, ma Bassington-ffrench era sparito.
Moira li raggiunse sulla porta.
Se n'è andato? domandò, con un tremito nella voce. Oh, state attenti! E' un uomo pericoloso, terribilmente pericoloso.
Non può farci niente, finché siamo insieme la tranquillizzò Bobby.
Coraggio, Moira la incitò Frankie. Non è il caso di avere tanta paura.
Be', per il momento non possiamo far niente disse Bobby. Finisca di raccontarci come sono andate le cose, Moira.
Tornarono a sedersi. Bobby prese la sua tazza. Frankie perse l'equilibrio, gli cadde addosso, e il caffè si rovesciò sul tavolo.
Scusami mormorò lei.
Si protese verso il tavolo vicino già apparecchiato per eventuali clienti. C'erano le ampolle dell'olio e dell'aceto. Frankie prese quella dell'aceto, versò il contenuto in un piatto e travasò nell'ampolla il caffè della propria tazza.
Bobby la osservava, sbigottito. Sei impazzita, Frankie? Si può sapere che cosa diavolo stai facendo?
Prendo un po' di questo caffè per farlo analizzare da George Arbuthnot gli rispose la ragazza.
Si rivolse a Moira.
La commedia è finita, Moira. Ho capito tutto un istante fa, mentre eravamo fermi sulla porta. Quando ho urtato Bobby, facendogli rovesciare il caffè, non mi è sfuggita la sua espressione. Ci ha spedito fuori per avere il tempo di metterci qualcosa nelle tazze.
Già, il suo scherzetto non ha funzionato, signora Nicholson, o signora Templeton, come preferisce chiamarsi.
Templeton? domandò Bobby.
Guardala in faccia replicò Frankie. E se dovesse negare, chiedile di venire al Vicariato, dove c'è la signora Roberts che è in grado di riconoscerla.
Bobby guardò Moira, e vide il suo bel viso trasformato da una collera demoniaca. La bocca della giovane donna si aprì, per riversare un torrente d'imprecazioni e di insulti.
Moira frugò nella borsetta.
Bobby era ancora sconcertato per la recente scoperta, ma ebbe la presenza di spirito di reagire senza perdere un istante.
Diede un colpo secco alla mano che impugnava la pistola.
Un proiettile passò sopra la testa di Frankie e si conficcò in una parete dell'Orient Café.
Per la prima volta da quando esisteva quel locale, si vide correre una della cameriere.
La ragazza si precipitò in strada, urlando: Aiuto! Un assassino!
Polizia!
34. Una lettera dal Sudamerica.
Erano trascorse alcune settimane.
Frankie ricevette una lettera dal Sudamerica. Dopo averla letta, la passò a Bobby. La lettera diceva: "Cara Frankie, le mie congratulazioni! Lei e il suo amico siete riusciti a mandare in aria un piano che era un capolavoro.
Vi va di sentire tutta la storia? La mia amica, ormai, mi ha smascherato. Per vendetta, forse. Le donne sono sempre vendicative. A questo punto, una confessione non mi può più nuocere. E poi, mi sto ricostruendo una vita. Roger Bassington-ffrench non esiste più.
Credo di essere sempre stato quello che la gente definisce "un tipo poco raccomandabile". Persino quando ero a Oxford ho avuto una disavventura. E' stato stupido da parte mia perché era inevitabile che mi scoprissero. Comunque, non mi è andata poi tanto male: sono semplicemente stato obbligato a trasferirmi all'estero per un certo tempo. Sono partito per il Canada.
E' stato lì che ho conosciuto Moira e la sua combriccola. Era una cannonata. A diciannove anni, era già una criminale perfetta. Quando l'ho incontrata, cominciava a scottarle la terra sotto i piedi: la polizia americana era sulle sue tracce.
Ci siamo piaciuti a vicenda, e avevamo l'intenzione di metterci insieme, ma prima c'era qualche buon piano da realizzare.
Tanto per cominciare, lei ha sposato Nicholson. Così, cambiando paese, avrebbe fatto perdere le proprie tracce alla polizia. Nicholson stava per trasferirsi in Inghilterra, dove intendeva aprire una clinica per malati di mente. Cercava una casa da acquistare a poco prezzo. Moira gli ha trovato il Grange.
Lei era ancora coinvolta insieme con i suoi amici nel traffico della droga, e anche in questo Nicholson, senza volerlo, le è stato molto utile.
Ho sempre avuto due grosse ambizioni nella vita: diventare il padrone di Merroway Court e arricchirmi. Uno dei Bassington-ffrench ha avuto una parte di rilievo sotto il regno di Carlo Secondo, e da allora la famiglia è scivolata nella mediocrità. Mi sentivo capace di riportarla a un livello molto superiore, ma avevo bisogno di soldi.
Moira tornava spesso nel Canada, essendo rimasta in contatto con la sua gang. Nicholson l'adorava, e credeva ciecamente a tutto quello che lei gli diceva. Molti uomini sono fatti così. Moira viaggiava spesso sotto falso nome. Aveva assunto quello di signora Templeton, quando ha conosciuto Savage. Sapeva che era incredibilmente ricco, e perciò si è messa a civettare con lui. Savage ci è cascato. Era molto attratto da lei ma non tanto da perdere la testa.
Comunque, abbiamo studiato un piano, del quale ormai sapete tutto.
L'uomo che conoscete come Cayman ha interpretato la parte del marito che se ne infischiava di sua moglie. Savage ha ricevuto più di una volta l'invito a trattenersi per qualche giorno al Tudor Cottage. Alla sua terza visita, il piano era già stato perfezionato. Il resto lo sapete. E' andato tutto liscio come l'olio. Moira ha arraffato i quattrini e ha annunciato che si trasferiva all'estero. In realtà, è tornata a Staverley, al Grange.
Nel frattempo, anch'io stavo lavorando al mio piano. Henry e il piccolo Tommy dovevano essere tolti di mezzo. Con Tommy non ho avuto fortuna: due finti incidenti si sono risolti per lui senza gravi conseguenze. Nel caso di Henry, invece, non intendevo perdere tempo, organizzando incidenti che potevano anche finire in niente. Mio fratello soffriva di dolori reumatici che non gli davano tregua, e io l'ho convinto ad alleviarli con la morfina. Henry l'ha presa in perfetta buona fede: era di un'ingenuità incredibile. Ben presto è diventato schiavo della droga. Secondo le nostre intenzioni, bisognava far sì che venisse ricoverato al Grange, dove avrebbe posto fine ai suoi giorni, o suicidandosi o iniettandosi una dose eccessiva di morfina.
A questo punto, si è messo in moto quello stupido di Carstairs. Sembra che Savage gli avesse mandato una lettera, in cui gli parlava della signora Templeton, e pare anche che avesse accluso una fotografia.
Poco tempo dopo, Carstairs è partito per una battuta di caccia e, al suo ritorno, venuto a sapere della morte di Savage, si è insospettito.
Quella storia gli puzzava. Non gli risultava che il suo amico avesse preoccupazioni di salute, e men che meno che fosse malato di cancro.
Anche il testamento non gli parve farina del suo sacco. Savage era un eccellente uomo d'affari e, benché dispostissimo ad avere una relazione con una bella donna, non era tipo da lasciarle la maggior parte dei suoi beni per dare il resto in beneficenza. Questa della beneficienza era stata un'idea mia. Mi sembrava un tocco raffinato, che avrebbe dato credibilità alla cosa.
Carstairs si è precipitato sul posto, ben deciso a scoprire la verità.
Ha cominciato a curiosare in giro. A questo punto, abbiamo avuto sfortuna. Certi amici comuni l'hanno portato a casa nostra, e lì ha visto una foto di Moira e l'ha riconosciuta grazie alla fotografia che gli aveva mandato Savage. Così, è andato a Chipping Somerton, dove ha continuato a indagare.
Moira e io abbiamo cominciato a stare sulle spine, forse più di quanto non fosse necessario. Ma quel Carstairs era uno che sapeva il fatto suo.
L'ho seguito a Chipping Somerton, e ho appreso che non era riuscito a rintracciare la cuoca, Rose Chudieigh, che in quel periodo era assente da casa. In compenso, aveva scoperto il nuovo cognome della Evans, che nel frattempo si era sposata, ed era partita alla volta di Marchbolt.
La situazione cominciava a farsi grave. Se la Evans gli avesse confermato che la signora Templeton e la signora Nicholson erano la stessa persona, sarebbero stati guai. Per giunta, la Evans, essendo rimasta per parecchio tempo al Tudor Cottage, poteva aver intuito qualcosa e non era da escludere che finisse col comprometterci.
Non restava che eliminare Carstairs, che ormai era diventato pericoloso. Quella volta, la fortuna mi ha assistito. Me lo sono trovato davanti proprio mentre si alzava la nebbia. Una spinta, e il gioco era fatto.
Sorgeva però un nuovo problema: non sapevo se avesse con sé qualche prova che potesse incriminarci. Qui mi è venuto in aiuto il suo amico.
Sono rimasto solo col cadavere quel tanto che bastava per sistemare la faccenda. Carstairs aveva in tasca una foto di Moira e altro materiale compromettente. Ho preso tutto, e gli ho messo in tasca la foto di una nostra amica.
Non ci sono state complicazioni. La finta sorella e il finto cognato hanno provveduto all'identificazione del cadavere.
Sembrava che le cose fossero andate per il meglio, ma poi Bobby ha buttato tutto all'aria. Carstairs, prima di morire, in un attimo di lucidità, aveva fatto il nome della Evans. Proprio la Evans, proprio lei che lavorava al Vicariato.
Ammetto che abbiamo cominciato a preoccuparci seriamente, e abbiamo perso la testa. Moira insisteva che bisognava togliere Bobby dalla circolazione, ma il nostro piano è fallito. Allora, Moira ha detto che se ne sarebbe occupata lei. E' andata a Marchbolt in macchina, e gli ha versato della morfina nella birra mentre dormiva. Ma quel ragazzo ha la pelle dura, e se l'è cavata.
Come ho già detto, sono state le domande che le ha fatto Nicholson a proposito del suo incidente a mettermi la pulce nell'orecchio. Poi, un altro imprevisto. Immagini come ci è rimasta Moira la sera in cui, uscita dal Grange per incontrarsi con me, si è trovata faccia a faccia col suo amico. Naturalmente, l'ha riconosciuto subito, e non c'è da meravigliarsi se per poco non è svenuta. Poi ha capito che non sospettava di lei, e ha inventato su due piedi la storia di Nicholson che voleva ucciderla.
Quando è andata a trovarlo in albergo, ha rincarato la dose, e lui ha bevuto tutto senza il minimo sospetto. Ha finto che Alan Carstairs fosse un suo vecchio ammiratore e ha fatto di tutto per dissipare i vostri sospetti sul mio conto. Quanto a me ho usato la stessa tattica.
Vi ho convinto che Moira fosse una creatura debole e indifesa. Proprio lei, che non ha mai esitato a togliere di mezzo chiunque le desse fastidio.
La situazione era precaria. Avevamo i quattrini e con Henry le cose procedevano bene. Per quanto riguardava Tommy, non avevo fretta.
Potevo permettermi il lusso di aspettare un po'. Anche di Nicholson saremmo riusciti a sbarazzarci facilmente, quando fosse venuto il momento, ma lei e Bobby costituivate una minaccia. Ormai eravate fissati che al Grange accadessero cose poco pulite.
Può interessarvi sapere che Henry non si è suicidato. Sono stato io a ucciderlo. Quando abbiamo parlato in giardino, noi due, ho capito che non c'era tempo da perdere. Sono entrato in casa e ho fatto quello che dovevo.
E' stata una fortuna che proprio in quel momento stesse passando un aereo. Sono entrato nello studio di Henry, l'ho chiamato e, appena si è voltato, l'ho fatto secco. Il rombo del motore ha coperto lo sparo.
Dopo aver scritto la lettera d'addio, ho tolto le mie impronte dalla pistola, ci ho premuto sopra le dita di Henry e ho messo la pistola per terra. Poi ho infilato la chiave dello studio nella tasca di mio fratello, e ho chiuso la porta con quella della sala da pranzo, che è identica.
Non starò ad annoiarvi con i particolari del congegno montato nel camino, grazie al quale quattro minuti più tardi si sarebbe udito uno sparo.
Tutto è andato per il meglio. Ero con lei in giardino, quando c'è stato lo sparo. Un suicidio perfetto! L'unico di cui si potesse sospettare, ammesso che qualcuno non credesse al suicidio, era quel povero disgraziato di Nicholson, tornato inaspettatamente per riprendersi qualcosa che aveva dimenticato.
L'ansia del suo amico Don Chisciotte di strappare Moira dalle grinfie di Nicholson cominciava a complicare le cose, e così lei ha preferito sparire dalla circolazione e rifugiarsi al Tudor Cottage.
E' stato là che Moira ha dato il meglio di se stessa. Dal rumore che ha sentito di sopra, ha capito che mi avevate messo fuori combattimento. Così, si è iniettata una forte dose di morfina e si è messa a letto. Quando voi siete scesi a telefonare, è salita in solaio e mi ha liberato. Poi la morfina ha cominciato a fare effetto, e quando è arrivato il medico, l'ha trovata in stato d'incoscienza.
Ma cominciavano a cederle i nervi. Aveva paura che avreste finito per trovare la Evans, e in questo caso sarebbe stata la fine. Temeva anche che Carstairs avesse scritto alla Evans, prima di partire per Marchbolt. Così, è venuta al Vicariato, e vi ha aspettato lì. Aveva deciso di farvi fuori entrambi. Il suo piano era piuttosto rozzo, ma avrebbe potuto funzionare: la cameriera dell'Orient Café, probabilmente, non sarebbe stata in grado di ricordare la fisionomia della giovane donna entrata nel bar in vostra compagnia. E una volta tolti di mezzo voi due, non c'erano più pericoli. Moira si sarebbe fatta ricoverare in qualche clinica londinese e ci sarebbe rimasta un bel po', in attesa che si calmassero le acque.
Ma lei l'ha smascherata, e allora Moira ha perso veramente la testa.
Poi, in tribunale, ha avuto la bella trovata di coinvolgere me.
Forse cominciavo a essere stanco di lei... Ma non avevo idea che se ne fosse accorta. I soldi li aveva lei. I miei soldi. Dopo che l'avessi sposata, la sinfonia poteva cambiare. Non sono il tipo capace d'essere fedele a una donna per tutta la vita.
E adesso, comincio una nuova esistenza. Tutto per colpa sua e di quel rompiscatole di Bobby Jones. Ma sono sicuro che riuscirò ancora a combinare qualcosa di buono. O dovrei dire di cattivo? Già, non mi sono ancora pentito delle mie malefatte. Quando non si riesce una volta, non resta che riprovare.
Addio, mia cara. O meglio, arrivederci. Non si può mai sapere, nella vita. Non è vero?
Il suo affezionatissimo nemico Roger Bassington-ffrench".
35. Buone notizie dal Vicariato.
Bobby restituì la lettera a Frankie, che la prese con un sospiro.
E' davvero un tipo eccezionale! esclamò.
Ti è sempre piaciuto osservò Bobby, freddo.
Aveva un certo fascino ammise Frankie. Ma anche Moira.
Bobby arrossì.
E' strano che la soluzione del mistero fosse proprio qui al Vicariato, sotto i nostri occhi disse. Te l'ho detto, Frankie, che Carstairs aveva effettivamente scritto una lettera alla Evans, cioè alla signora Roberts?
Frankie annuì.
Nella lettera, le diceva che voleva informazioni su una certa signora Templeton, che aveva motivo di ritenere fosse una pericolosa criminale, ricercata dalla polizia. E poi, quando l'hanno ammazzato, proprio qui a due passi dal Vicariato, lei non è riuscita a ricollegare i due fatti sospirò Bobby, desolato.
Questo perché ufficialmente l'uomo precipitato sulla scogliera si chiamava Pritchard disse Frankie. Il particolare della signora Cayman venuta a identificare il cadavere è stata una trovata brillante. "Se la vittima si chiama Pritchard, che c'entra con Carstairs?", viene spontaneo chiedersi.
Lo strano è che la Evans aveva riconosciuto Cayman riprese Bobby.
L'ha intravisto quando suo marito lo ha fatto entrare in casa.
Quando ha saputo che si chiamava Cayman, ha esclamato: "Assomiglia come una goccia d'acqua a un tale da cui ero a servizio tempo fa!".
Eppure non è servito a niente commentò Frankie. Anche Roger si è tradito, un paio di volte, ma io non ci ho fatto caso.
Perché, che cos'è successo?
Quando Sylvia ha detto che l'uomo della foto sul giornale somigliava a Carstairs, lui ha replicato che non notava la somiglianza. Questo dimostrava che aveva visto in faccia la vittima dell'incidente di Marchbolt, mentre più tardi mi ha dato a intendere di non averlo visto.
Come hai fatto a capire la verità sul conto di Moira, Frankie?
Dev'essere stata la descrizione della signora Templeton. Tutti dicevano che era una brava persona ma, secondo me, nessuna donna di servizio avrebbe mai detto una cosa simile della Cayman. Poi, quando ho visto Moira al Vicariato, mi è venuto un sospetto per la prima volta. "E se la signora Templeton fosse lei?", mi sono chiesta.
Sei stata in gamba.
Mi dispiace per Sylvia sospirò Frankie. Adesso che Moira ha smascherato Roger, la famiglia ha perso ancora prestigio agli occhi della gente. Mi sembra che il dottor Nicholson le stia molto vicino, e non mi stupirei se quei due finissero per sposarsi.
A quanto pare, tutto è finito nel migliore dei modi disse Bobby. -
Badger va avanti bene col garage, grazie a tuo padre. Sempre grazie a lui, mi hanno offerto questo posto meraviglioso.
Di che si tratta?
Dovrei dirigere una grande piantagione di caffè nel Kenia. Proprio il tipo di lavoro che ho sempre sognato. Fece una pausa. C'è parecchio turismo nel Kenia aggiunse con intenzione.
E ci sono anche molti europei che ci vivono disse Frankie, con un tono allusivo.
Oh, Frankie, davvero? Bobby arrossì, balbettò, si riebbe dall'emozione. Tu... verresti?
Ci verrei rispose Frankie. Anzi, ci vengo.
Mi sei sempre piaciuta disse Bobby, imbarazzato. Ma non avevo speranze, sapendo che tu...
Per questo sei stato tanto villano, quel giorno sul campo da golf?
Sì, ero molto demoralizzato.
Mmmm! mormorò Frankie. E Moira?
Bobby apparve ancora più imbarazzato.
Sì, aveva un viso che mi piaceva molto ammise.
Effettivamente è più bella di me disse Frankie, in vena di generosità.
No, non è questo il punto. Il fatto è che me la vedevo sempre davanti, forse perché credevo che fosse in pericolo. Ma poi, quando eravamo nel solaio di Tudor Cottage, e ho visto con quale coraggio affrontavi una situazione che sembrava disperata, be', a quel punto non ho più pensato a Moira. Pensavo solo a te. Sei stata meravigliosa, davvero.
Avevo una paura terribile gli confessò Frankie ma volevo fare bella figura, volevo che tu mi ammirassi.
E ti ho ammirata, Frankie. Ti ho sempre ammirata, e ti ammirerò sempre. Sei sicura che non ti annoierai, nel Kenia?
Mi piacerà. Sono stufa dell'Inghilterra.
Frankie.
Bobby.
Se volete accomodarvi disse il vicario, aprendo la porta e scostandosi per lasciar passare alcuni membri della Dorcas Society.
Chiuse precipitosamente la porta e si profuse in mille scuse.
Mio... ehm... Uno dei miei figli. E'... ehm... è fidanzato.
Uno degli ospiti replicò gelidamente che l'aveva sospettato.
Un bravo ragazzo commentò il vicario. Tendeva un po' a non prendere la vita sul serio, ma ultimamente è molto migliorato. Adesso sta per partire per il Kenia, dove dirigerà una piantagione di caffè.
Ha visto? domandò uno dei membri della Dorcas Society a un altro.
"Era lady Frances Derwent, la ragazza che stava baciando."
Un'ora dopo, la notizia faceva il giro di Marchbolt.
FINE.