Roberto Calasso
L'IMPURO FOLLE
Daniel Paul Schreber, presidente di Corte d’Appello a Dresda,
discendente da una famiglia di illustri persecutori in nome della
virtù, internato fra il 1893 e il 1902 in varie cliniche
psichiatriche, non accaddero solo quelle molte cose che egli ci ha
narrato nelle sue mirabili Memorie di un malato di nervi. Era,
quello, un testo destinato a tracciare sommariamente la mappa di
una vasta evoluzione, avvenuta nel Presidente, e insieme a istruire
la moglie, gli psichiatri e il Tribunale sulle ragioni che
guidavano il suo delirio. Molti fatti, perciò, rimasero esclusi,
anche per motivi di discrezione, da quel libro, pur tanto minuzioso
e illuminante, su cui Freud avrebbe fondato la sua teoria della
paranoia. In realtà, per narrare la storia segreta del presidente
Schreber è inevitabile prendere le mosse da gravi e sinistri
avvenimenti svoltisi durante il regno di Federico II di Prussia e
poi scendere precipitosamente il corso del tempo sino a oggi. Con
L’impuro folle, un obliquo cronista attuale ha steso un primo
rapporto su tali fatti, che, finora, i libri di storia non avevano
degnato di menzionare. Eppure essi hanno del clamoroso: il lettore
incontrerà intanto una catena di assassinii in cielo e in terra,
risalirà nel loro vertiginoso intreccio gli alberi genealogici di
Schreber e Flechsig, lo psichiatra tagliatore di nervi che lo curò
per primo, si troverà ad addentrarsi nei cupi, limacciosi
sotterranei della psicoanalisi e vi riconoscerà, al centro, il
personaggio Freud e il suo delirio della verità, assisterà agli
ultimi giorni dell’Io, al tripudio inquietante dei Doppi, alla
inarrestabile trasformazione del Presidente in donna, si imbatterà
in sciami di girls pronte a guidarlo per i dubbi sentieri che
uniscono il music-hall alla scena finale del Faust, e ascolterà
spesso l’autentica voce del Presidente che parla, racconta, annota,
riflette, oscillando fra svariate apparizioni, da quella gloriosa
nel ruolo di Sophia gnostica a quella più sobria di magistrato
sassone a riposo. In tali vesti, la cronaca ci dice, egli si aggira
ancora tra noi. L’autore di questo libro, preoccupato innanzitutto
di restare fedele alla notizia che si era proposto di trasmettere –
notizia abnorme, in quanto, contrariamente all’uso, è essa stessa
una forma –, non ha potuto se non narrare questa storia, fin
dall’origine contaminata, seguendo un processo di continua
contaminazione. E perciò anche si è rivolto alla forma più impura,
il romanzo – perché una piccola parte almeno sia conosciuta della
storia segreta del presidente Schreber, l’impuro folle.