TALLEY
Gli uomini dello sceriffo avevano installato una linea telefonica dedicata per Maddox ed Ellison. Utilizzava un collegamento cellulare tra l’auto di Maddox e la postazione mobile di comando, e da lì si connetteva alla linea telefonica fissa di Smith. Forniva ai negoziatori la libertà di movimento di un telefono cellulare e nello stesso tempo permetteva che le conversazioni venissero registrate dall’apparecchiatura sul furgone. Il capitano Martin, Hicks e chiunque altro si trovasse a bordo potevano ascoltare ogni parola.
E questo a Talley non andava bene.
Estrasse il suo cellulare, ma aveva dimenticato il numero di Smith e fu costretto a chiederlo.
«Abbiamo la nostra linea» obiettò Maddox, perplesso.
Talley lo ignorò.
«Mi sento più a mio agio con questo. Ha il numero?»
A meno che gli uomini dello sceriffo non avessero dato altre disposizioni, il telefono degli Smith avrebbe dovuto ancora accettare le chiamate dal suo cellulare. Ellison gli dettò il numero, mentre Maddox restava a osservarlo. Talley sapeva che lui trovava strana la cosa, ma non se ne curò.
«Perché fa questo?»
«Cosa?»
«Così, all’improvviso, chiama il soggetto. Ogni telefonata ha un suo scopo ben preciso. Perché?»
Talley si interruppe e cercò di riordinare le idee. Aveva cominciato a nu-trire un certo rispetto per Maddox e avrebbe voluto dirgli la verità, ma la paura non glielo permetteva. Lui voleva Smith. Smith era il collegamento con le persone che avevano preso sua moglie e sua figlia. Osservò la casa e immaginò ciò che poteva esserci dall’altro lato della porta, poi tornò a guardare verso Maddox. Doveva dire qualcosa per portare quell’uomo dalla sua parte.
«Ho paura che Smith sia morto. Credo di poter convincere Rooney a dircelo senza fargli capire che il ragazzino ci ha chiamato.»
«Se è morto, Rooney non ci dirà una parola, e poi il ragazzino ce l’avrebbe detto.»
«Allora cosa facciamo, Maddox? Vuole fare irruzione?»
Maddox sostenne il suo sguardo, poi si voltò a guardare la casa e annuì.
«D’accordo.»
Talley digitò il numero e attese che il telefono nella casa squillasse. Il davanti e i lati dell’edificio erano illuminati a giorno dai riflettori sistemati dagli uomini dello sceriffo, un bagliore così accecante che la casa sembrava quasi priva di colore. Smisurate ombre scure si allungavano sul prato come pietre tombali. Il telefono fece quattro lunghi squilli prima che Rooney rispondesse.
«Sei tu, Talley? Ti ho visto arrivare.»
Per la durata di tre lunghi battiti Talley non disse nulla. Non gli era mai accaduto, ma ci volle tutto quel tempo per riuscire a calmare l’ansia che, lo sapeva, sarebbe trapelata dalla sua voce. Non poteva permettersi alcuna debolezza, niente che potesse avvisare Rooney o metterlo in guardia.
«Talley?»
«Ciao, Dennis. Eri nello studio? Ci stavi guardando?»
I listelli delle veneziane si aprirono per un attimo e si richiusero.
«Già, suppongo di sì. Ti sono mancato?» continuò Talley.
«Non mi piace quel tizio nuovo, quel Maddox. È convinto che io sia un idiota, mi chiama ogni quindici minuti, fingendo di volersi assicurare che stiamo bene, ma lo fa solo per tenerci svegli. Non sono stupido.»
Adesso che era di nuovo al telefono, Talley cominciò a calmarsi. Poche ore prima aveva odiato quella situazione, ma ora la sensazione familiare gli dava forza: lui, il telefono e il soggetto, un piccolo mondo a sé stante in cui lui giocava una partita contro una voce all’altro capo del filo. Fu sorpreso di provare quella sicurezza che non conosceva più da anni, la sensazione profonda di poter controllare almeno quel mondo. Alzò lo sguardo verso gli elicotteri. Angeli rossi e verdi.
«Sono tornato, stasera, perché qua abbiamo un problema.»
Come Talley aveva previsto, Rooney esitò. Stava pensando. Talley sapeva che ciò che stava per dire avrebbe sorpreso Maddox ed Ellison, quindi si voltò verso di loro e si portò un dito alle labbra. Poi si accinse a riempire il silenzio lasciato da Rooney, assumendo un tono fermo, serio e deciso.
«Ho bisogno che tu mi faccia parlare con il signor Smith.»
«Ne abbiamo già discusso, Talley. Lascia perdere.»
«Questa volta non posso lasciar perdere, Dennis. Le persone qua fuori, gli uomini dello sceriffo, sono convinti che tu non voglia farmi parlare con il signor Smith o con i suoi figli perché sono morti. Pensano che tu li abbia ammazzati.»
«Stronzate!»
Maddox ed Ellison si avvicinarono, tenendo gli occhi puntati su di lui.
Talley avvertì su di sé il peso dei loro sguardi, ma li ignorò.
«Se non mi fai parlare con il signor Smith, loro daranno per scontato che sia morto e faranno irruzione nella casa.»
Rooney si mise a imprecare, a urlare che sarebbero morti tutti e che la casa sarebbe bruciata. Talley si aspettava una reazione del genere, e lasciò che Rooney si sfogasse.
Maddox lo afferrò per un braccio.
«Cosa diavolo sta dicendo? Non può dire una cosa del genere!»
Talley alzò una mano, facendogli cenno di allontanarsi. Attese un momento di tregua nello sproloquio di Rooney.
«Dennis? Dennis, ti dico subito che io ti credo, ma loro no. Non dipende da me, figliolo. Io ti credo. Ma se non mi dai qualcosa per convincerli, questi entrano. Fammi parlare con lui, Dennis.»
Talley stava correndo un grosso rischio. Se Smith era cosciente e in grado di parlare, Rooney avrebbe davvero potuto passarglielo. In quel caso, Talley avrebbe comunque cercato di ottenere delle informazioni sugli uomini con il passamontagna, ma sapeva che le probabilità di riuscirci erano minime. L’unica sua speranza era che Smith fosse ancora privo di conoscenza. Se Rooney lo avesse ammesso, lui poteva tentare di convincerlo a liberarlo.
«Vaffanculo tu e anche loro!» urlò Rooney. «Se cercate di entrare qua dentro, faccio fuori i ragazzi!»
«Lascia che gli parli, Dennis. Per favore. Sono convinti che lui sia morto e faranno irruzione.»
«MERDA!!» urlò Rooney.
Talley avvertì la frustrazione nella sua voce. Attese. Rooney rimase in silenzio: significava che stava pensando; non poteva chiamare Smith al telefono, ma aveva paura di ammettere che l’uomo era ferito. Talley provò un moto di eccitazione, ma non lo diede a vedere. Ammorbidi il tono della voce, cercando di apparire comprensivo e disponibile. Siamo sulla stessa barca, amico.
«C’è qualcosa che non va, Dennis? C’è un motivo per cui non puoi passarmi Smith?»
Rooney non rispose.
«Parlami, Dennis.»
Rooney ci mise almeno un minuto prima di rispondere.
«Ha preso un colpo in testa. Non si sveglia.»
Talley si guardò bene dal chiedergli come fosse successo. Sarebbe solo servito a mettere Rooney sulla difensiva e lui questo non lo voleva. Ormai il ghiaccio era rotto: avrebbe cercato di farsi consegnare Smith. Maddox continuava a osservarlo, un’espressione interrogativa sul volto. Talley an-nuì, arrivando al punto: ripeté l’ammissione a beneficio di Maddox.
«Allora mi stai dicendo che è privo di sensi. Va bene, sono felice che tu me l’abbia detto, Dennis. Questo spiega un sacco di cose. Ora potremo oc-cuparcene noi.»
«Sarà meglio che non tentino di entrare qui dentro.»
“Tentino”. Non “tentiate”.
«Credo che riusciremo a trovare una soluzione, Dennis. Si tratta di una ferita alla testa? Non ti sto chiedendo come è successo. Voglio solo sapere cos’ha.»
«È stato un incidente.»
«Respira?»
«Sì, ma è svenuto. Non parla.»
Ora Talley doveva passare alla mossa successiva. Doveva entrare nella casa, oppure far uscire Smith.
«Dennis, ora capisco perché non potevi passarmelo, ma c’è un uomo che ha bisogno di essere portato in ospedale. Lascia che venga a prenderlo.»
«Col cazzo! Lo so cosa farete, bastardi! Assalterete la casa.»
Rooney era spaventato. Terrorizzato.
«No. Non lo faremo.»
«Va’ a farti fottere. Tu qui dentro non ci vieni!»
Talley insistette. Sapeva che avrebbe potuto suggerire di mandare un medico o un paramedico, ma non voleva che nessuno entrasse in quella ca-sa. Voleva che Walter Smith uscisse.
«Se non ti va di lasciarci entrare, mettilo fuori, davanti alla porta.»
«Non sono così stupido! Non ho intenzione di uscire da quella porta con tutti i cecchini che avete là fuori!»
Talley avvertì un movimento al suo fianco. Maddox ed Ellison. Sentì Maddox attivare la sua radio e ordinare a qualcuno di mandare un’ambulanza.
«Non ti sparerà nessuno. Tu mettilo fuori e noi verremo a prenderlo. Se gli salvi la vita, Dennis, questo ti aiuterà in tribunale.»
«No!»
«Non serve altro, Dennis. Mettilo fuori.»
«NO!» urlò nuovamente Rooney, a voce più alta.
«Salvalo.»
«No!»
«Aiutami ad aiutarti.»
Rooney sbatté giù il telefono.
«Dennis?»
Niente. Rooney non c’era più.
«DENNIS?!»
Maddox ed Ellison lo fissavano, immobili. Aspettavano.
«Allora?»
Talley c’era andato vicinissimo, ma aveva chiesto troppo. Aveva insistito troppo. E aveva perso.