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La direzione di Polizia si era installata, al momento, nel Palazzo Carignano, sede del Consiglio supremo di Stato, perché il generale Melas e il suo braccio destro, il colonnello Josef Radetzky, volevano essere informati immediatamente su tutto ciò che di rilevante accadeva in città. Soprattutto per quanto riguardava l’esaltato che andava in giro a decapitare la gente. Pretendevano che fosse catturato subito.
Quindi, il direttore generale della Polizia, Georg Vogel, era logorato dall’ansia e suscettibile, benché fosse un austriaco di ferro. «Maledizione!», sbraitò apparendo sulla porta della sala del museo, alto, biondo, il copri-occhio nero che pareva un grosso buco nella pelle chiara e uniforme del viso. «Questa è una città maledetta!».
«Buongiorno, signore», salutò Caffarel.
«Cos’è questo schifo?».
Il piantone si rimise in testa il cappello, l’alto chepì con l’aquila bicipite in fronte, e scattò sull’attenti. «Es ist meine schuld, Herr Vogel».
«Il vostro giovane connazionale è debole di stomaco», spiegò Caffarel.
«Mio Dio», ringhiò Vogel. «Uscite da questa stanza, Nicolas! E rivolgetevi a me in italiano. È la lingua ufficiale, qui! Non lo sapete? Avete il cervello di legno?»
«Sissignore». Il ragazzo lasciò mestamente la sala, seguito dallo sguardo impietoso del direttore.
«Lo trattate troppo male, signore», disse Caffarel. «È un ragazzo in gamba».
«Tacete! Fatemi vedere».
Caffarel si fece da parte.
«Avete trovato qualcosa di interessante?»
«No», rispose Caffarel, che non aveva alcuna intenzione di condividere con lui quel poco che sapeva.
Calò il silenzio.
L’occhio strabuzzato del direttore Vogel roteò su quell’abisso di sangue come una pallina caduta in un mulinello. «Con quale mostro abbiamo a che fare?». Si cavò un fazzoletto dalla tasca e si tamponò la fronte. «Mio Dio…».
“Sta per vomitare anche lui”, pensò Caffarel con un sogghigno.
«Il Cannibale», mormorò Vogel. E la parola gli suscitò veramente un moto nello stomaco. Riuscì a trattenersi. «Qualche progresso nelle indagini?»
«Sembrerebbe opera della stessa bestia», disse Caffarel. «Ha decapitato la vittima, le ha messo la testa in mezzo alle gambe, e le ha anche asportato le stesse parti interne prelevate alle altre due vittime: il grasso che avvolge le interiora, il fegato e anche i reni con il grasso che li ricopre».
«Come lo sapete?»
«Ho fatto vedere i corpi a un anatomista».
«Mm. Buon lavoro».
«Grazie, signore».
«Secondo voi, Caffarel, potrebbe essere un rituale?»
«Non saprei».
«Voi siete un filosofo; non vi viene in mente un rituale simile a questo?»
«No, signore».
«Dev’essere opera di una setta segreta, di una loggia massonica deviata. Cosa ne pensate?»
«Loggia massonica deviata?». Caffarel non si sarebbe mai aspettato di sentire parole simili fuoriuscire dalla bocca di Vogel. Il direttore aveva scoperto che le prime due vittime erano iscritte alla massoneria? Si stava dando da fare, a quanto sembrava; non era da lui impegnarsi tanto. «Voi sapete quale loggia, direttore?»
«Magari, Caffarel, magari!».
«Ma la massoneria, a Torino, è fuorilegge da diversi anni, non ci sono logge attive, che mi risulti. E comunque non ho mai sentito parlare di sette segrete che siano dedite a pratiche negromantiche».
«Cosa vuol dire “negromantiche”?», lo fulminò Vogel con l’occhio torvo. «Parlate difficile per umiliarmi?»
«Non mi permetterei mai, signore. Negromante è colui che usa i morti per praticare la magia nera, è un mago che invoca i demoni. Invece, le logge massoniche che conoscevo io si occupavano tutte di politica».
«Non a Torino».
Caffarel aggrottò la fronte. «Cosa volete dire?»
«La massoneria, qui, è… diversa. A Torino i Fratelli massoni non sono, come altrove, libertini salottieri e gaudenti; cedono piuttosto alle lusinghe dell’occulto e al fascino dell’esoterico. Questo lo sappiamo da tempo. Ed è uguale anche a Napoli».
«Capisco cosa intendete, direttore».
Vogel uscì dalla sala, come avesse bisogno di allontanarsi dalla realtà.
Caffarel lo seguì. «I massoni di Torino sono quasi tutti aristocratici, che io sappia. I borghesi sono pochi. Se l’assassino fosse un massone, dovremmo vedercela con chissà chi. Un intoccabile, magari».
«Non ci sono intoccabili per la giustizia austriaca».
«Non volevo metterlo in dubbio. Solo vi ricordo che anche Sua Maestà imperiale Francesco II d’Asburgo-Lorena è un massone».
Vogel sospirò scrollando la testa. Sapeva che Caffarel aveva spesso ragione. «E adesso chi lo racconta al generale Melas?»
«Temo che spetti a voi», disse Caffarel, che capiva perfettamente cosa angosciasse il direttore Vogel: il capo supremo, il generale Melas, era estremamente preoccupato per la voce che si stava diffondendo in città. La parola cannibalismo saltava di bocca in bocca. Nelle botteghe di caffè, nei teatri, nei mercati, ovunque, non si parlava d’altro che dei prezzi altissimi raggiunti dalla carne e del Cannibale. Si attribuiva tutta la colpa agli occupanti austriaci, i quali stavano costringendo i poveri a sbranarsi fra loro pur di mangiare.
E questo, per il vecchio generale Melas era assolutamente inaccettabile.
Voleva l’assassino, lo pretendeva immediatamente, e non ascoltava scuse, perché desiderava strangolarlo con le proprie mani.
Ma per adesso la Polizia stava brancolando nel buio. Era come dare la caccia a un’ombra che svaniva al minimo variare di luce. E le mani del generale Melas tremavano per la vecchiaia senza poter strangolare nessuno.
«Hanno rubato qualcosa dal Museo?», chiese Vogel.
«Sembra di no. Il guardiano deve aver sorpreso il ladro con le mani nel sacco. C’era una cassa aperta», gli fece notare Caffarel.
«Un furto, dunque. Ma com’è possibile? Questo assassino è un mostro, non un semplice ladro!». Con le dita che vibravano, Vogel aprì una scatoletta d’avorio, raccolse una presa di tabacco e la inalò. Saziò allo stesso modo anche l’altra narice. Poi si portò una fiasca d’argento alle labbra e ve la tenne attaccata per un po’. «Dobbiamo catturare il mostro», disse, «o la prossima testa a cadere sarà la mia».
«In senso figurato, spero».
«Noi due dobbiamo parlare, Caffarel! E voi, Nicolas, chiamate un carro funebre e fate pulire questo schifo!».