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Non c'è niente che vada bene, nella vita di Barbara. Il secondo matrimonio di sua madre l'ha costretta a trasferirsi a Milano e a lasciare la cittadina dov'è nata e cresciuta, e, come se non bastasse, anche il suo corpo la tradisce. Da qualche mese, infatti, lo specchio non le rimanda più l'immagine di una ragazzina snella e scattante, ma quella di un'adolescente goffa e sovrappeso. Lontana dalle sue amiche, piena di rancore verso la madre, Barbara diventa sempre più inquieta e ribelle, e le cose non migliorano quando le nasce una nuova sorellina, una piccola rivale viziata e coccolata. E poi, d'un tratto, Barbara deve misurarsi con una tragedia più grande di lei, che all'improvviso la costringe ad affrontare la realtà, invece di subirla. Bianca Pitzorno è nata in Sardegna e vive a Milano. Si è occupata di archeologia e di teatro, ha lavorato a lungo in televisione ed è una delle più popolari autrici di libri per ragazzi del nostro Paese.<

Perché mai un uomo che ha appena vinto al Casinò 200.000 dollari dovrebbe uccidersi? È questa la domanda che si pone Senzanome, l’investigatore che opera nella zona di San Francisco, quando viene a sapere che il fratello di un’amica della sua inseparabile Kerry è morto apparentemente suicida, appunto dopo una favolosa vincita in una casa da gioco di Reno. Questa vincita è stata forse qualcosa di più o di diverso di un semplice colpo di fortuna? O forse tutto quel denaro potrebbe essere stato un valido movente per un omicidio? Senzanome scava nel torbido mondo dei casinò, delle sale da gioco e delle scommesse. E subito si trova coinvolto in un tale groviglio di loschi interessi che corre il rischio di finire sottoterra. Un romanzo avvincente, ricco d’azione, di personaggi, un giallo che conferma Pronzini come uno dei più solidi scrittori di mystery contemporanei.<

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UN MEDICO ITALIANO IN AFRICA.
UNA RAGAZZA SEGNATA DALLA VIOLENZA E DALLA MALATTIA.
LA SPERANZA DELLA FEDE E LA PROMESSA DI UN NUOVO INIZIO.
In lingua banyoro Zamu indica una sorgente d’acqua apparsa all’improvviso durante un lungo viaggio. In quel nome è già racchiuso il destino della bambina nata in una notte di luna piena, tra le grida di dolore della madre e l’impasto di fango e cenere che da secoli le levatrici spalmano sull’addome delle partorienti. È il 1962, quello stesso giorno l’Uganda ottiene l’indipendenza ma, contro ogni speranza, si avvia a una storia di dittatura, militarizzazione e violenza. Zamu vive tutto questo sulla propria pelle: figlia di un capotribù, cresce forte, intelligente e vitale ma a soli sedici anni viene costretta a sposare, secondo tradizione, un uomo sconosciuto e molto più vecchio. Alla prima vedovanza ne segue una seconda, finché la donna si trova a crescere da sola i figli e a trascinarli con sé in una disperata fuga dalla guerra civile che sta devastando il Paese. Quando ormai crede di aver toccato il fondo, scopre di essere malata. Da dieci anni un nuovo flagello sta seminando morte e distruzione in Africa: l’Aids. Quello che dovrebbe essere il colpo definitivo, si rivela però un’insospettabile ancora di salvezza: Zamu incontra gli uomini e le donne dell’Avsi e del Meeting Point, persone speciali, animate dall’amore per gli altri e illuminate dalla gioia profonda che può essere solo il segno di una forza superiore. Grazie a loro, la donna scopre l’amicizia vera, la generosità dell’altruismo e soprattutto la fede. Nell’esperienza del servizio ai malati lei stessa riuscirà a soddisfare quella sete di assoluto che ha sempre avvertito.
Un storia vera, durissima e commovente, raccolta dalla viva voce di Zamu dal medico italiano che l’ha curata e vista rinascere. Una vita toccata dall’incontro con il mistero del divino che parla al cuore di ognuno di noi.<

Delle donne vengono ritrovate morte sul ciglio solitario di un’autostrada nel Delaware. Alcune sono scomparse inspiegabilmente da molto tempo, mentre altre vengono ritrovate cadaveri, esposti in modi bizzarri e misteriosi. Quando viene scoperta una pista, diventa chiaro all’FBI, che un contorto serial killer è a piede libero adescando ragazze, secondo subdoli schemi e che non smetterà mai di uccidere. L’FBI, disperata di risolvere il caso, affida il compito di occuparsene all’Agente Speciale Riley Paige. Ma la brillante Riley, ancora riprendendosi dai casi precedenti, ha finalmente trovato la quiete nella sua vita domestica, ed è determinata ad aiutare la figlia April a tornare in piedi. Ma quando gli omicidi diventano troppo inquietanti, troppo urgenti e quando l’ex partner, Bill, la implora Riley finalmente realizza di non potersi tirare indietro. La caccia conduce la donna nelle profondità di un mondo oscuro formato da autostoppiste, girovaghe, donne di cui non importa a nessuno. Quando scopre che diverse donne sono tenute prigioniere, in vita, e che c’è ancora il tempo per salvarle, si rende conto che non si fermerà davanti a niente, ossessionata dal caso e spingendosi al limite. Tuttavia, Riley realizza che la sua stessa vita sta crollando, e che la sua fragile psiche può a malapena gestire la tensione. In una frenetica corsa contro il tempo, dovrà penetrare nella mente del killer per salvare quelle donne e per impedire a se stessa di crollare. Un cupo thriller psicologico, caratterizzato da una suspense mozzafiato, IL KILLER DELL’OROLOGIO è il libro #4 in un nuova serie affascinante con un nuovo amato personaggio che vi terrà incollati alle pagine fino a notte fonda.<

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La ragazza che sorrideva sempre<

«“Ma perché racconto queste cose a una perfetta estranea?”. “Ma perché sono una perfetta estranea!”». Un concessionario di macchine di lusso freddato nel suo salone. Una escort «morta male», torturata fino alla fine, nel suo studio del centro cittadino più opulento. Un «morto» che viene a riprendersi un tesoro. Una donna che sembra vissuta più volte. Un passato cattivo che ritorna e lascia misteriosi indizi sulla pista. E in esso la polizia cerca risposte a domande che appaiono impossibili. Mentre un vento insopportabile stranamente inquieta l’inverno delle strade. Stavolta Carlo Monterossi, il detective per caso della nuova Milano nera vividamente dipinta da Alessandro Robecchi, è un detective per rabbia. Lo tormenta un senso di responsabilità, benché involontaria, nel delitto; ma soprattutto, con Anna – così si chiamava la bella di via Borgonuovo – aveva vissuto un momento di sincerità totale, di quelli che chiariscono l’anima al pari di un’amicizia duratura. Il suo debito di verità e giustizia, per una volta, si incontra con un paio di poliziotti che condividono la stessa tenerezza verso una vittima che sporge sulla coscienza come fantasma gentile: «Se troviamo chi ti ha fatto male te ne vai, vero, signorina?». E verrà alla luce qualcosa che stride brutalmente con la vita da autore di reality televisivi che dà a Carlo fama e soldi. Alessandro Robecchi non fa uso di descrizioni, di enumerazioni di luoghi e oggetti per fotografare gli ambienti dei suoi personaggi; racconta con le loro parole, svariando tra diversi registri linguistici, e il lettore si ritrova sul pianerottolo della palazzina vecchiotta e lussuosa, tra il generale in pensione e la vedova del dirigente Pirelli, nell’androne del commissariato, al bancone del bar della periferia malfamata. E l’instancabile satira, l’umorismo velenoso, che attraversa tutto, bastano a capire da che parte sta il suo eroe. Per lui, la semplicità della moglie del poliziotto, la dignità di una prostituta, la serietà di un immigrato sanno di vita autentica assai più della fretta indaffarata del manager rampante e dell’euforia della telediva che spaccia sentimenti. Per la capacità di far vedere e sentire soltanto narrando, la Milano di Robecchi si avvicina moltissimo alla Torino di Fruttero e Lucentini. <

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