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Una llamada a medianoche despertó a la recién casada Sarah Fontaine. En lugar de oír la voz de su marido desde Londres, oyó la de un desconocido llamado Nick O'Hara que le decía que Geoffrey había muerto en el incendio de un hotel en Berlín. Convencida de que su marido estaba todavía vivo, Sarah decidió investigar por su cuenta con la ayuda de Nick. Había demasiadas preguntas sin respuesta, y las respuestas podían ser fatales…<
«Se hai da dire qualcosa, dilla. Se poi ti tocca dirla urlando, si vede che ne valeva la pena». Bet non è bella ma fa tipo. È appassionata, grintosa e ha una lingua corrosiva. Ripete il terzo anno di liceo e abita in Barriera di Milano, un posto che si chiama cosí anche se si trova a Torino. Bet ce l'ha con il mondo. Con il padre, ex operaio ed ex sindacalista, che si è trasferito nella capitale. Con la madre, che non riesce a tenerle testa per quanto si sforzi, e con il passivo compagno di lei, Leonardo. Con il Guardone del palazzo, che la spia da dietro le tende. Con la scuola, che tenta di irreggimentarla. Con la gente, che ha perso la voglia di ribellarsi. E persino con se stessa. Perché si incolpa della tragedia che ha distrutto la sua famiglia. Bet non ce la fa proprio a frenare la lingua e a non dire quello che pensa. In modo ingenuo, a volte goffo, ma obbedendo a un istinto incontrollabile, perché vuole cambiare le cose. Prima si oppone allo sfratto di un'anziana signora, finendo in caserma. Poi cerca di aiutare Viola, una ventiduenne incinta dalla risata esplosiva, ma riesce a ficcarsi in un altro guaio. Infine, insieme al suo amico Andrea, organizza uno sciopero nella fabbrica dove la madre rischia il licenziamento. Ma la delusione e la rabbia per i soprusi subiti la spingono a un gesto impulsivo e lucidissimo, dagli effetti inarrestabili. È proprio in questo gesto il cuore del nuovo romanzo di Christian Frascella, che fotografa il paese in subbuglio - tra rivolte studentesche e contestazioni - attraverso gli occhi di una protagonista straordinaria, specchio di un'intera generazione precaria, incatenata e muta, che però non sa smettere di sognare. E per scriverlo, l'autore ha incontrato i ragazzi delle scuole, coinvolgendoli in un dialogo tumultuoso. Ne è venuto fuori un ritratto ficcante e vero, e non solo del mondo degli adolescenti.
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He may be behind bars, but Warren Hoyt still haunts a helpless city, bequeathing his evil legacy to a student all too diligent – and all too deadly.
A year has passed since the capture of the Surgeon, serial killer Warren Hoyt, yet the memory of his brutal crimes continues to haunt Boston homicide detective Jane Rizzoli. Now she faces a new killer, a hunter who preys on well-to-do couples. For Rizzoli the death scenes have a horrifying air of familiarity, especially when she realizes that this new killer is copying one obscure element from Warren Hoyt's crimes.
A new complication arises as a federal investigator from Washington joins the case. Again and again, Rizzoli clashes with Special Agent Gabriel Dean, who shows up at every crime scene. He knows something about this killer, something so politically explosive that he cannot reveal it to her.
Then Warren Hoyt makes a brilliant and bloody escape from custody. Suddenly there is not one hunter on the loose, but two. And they are united, a pair of blood brothers who share grotesque appetites and a combined genius. They have joined forces to stalk the most challenging prey of all, the very woman who now hunts them…
Set in a stunning world where evil is easy to learn and hard to end, The Apprentice is both a terrifyingly sustained psychological thriller and an adrenalin fuelled-trip to hell that we urge you to sign up for.
First you had THE SURGEON…
Now you've got THE APPRENTICE..
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È convinto di picchiare forte, ma viene steso in due secondi nel cortile della scuola; non va in moto; fa lo sbruffone ma con le ragazze è totalmente imbranato: ecco il sedicenne protagonista di questo libro. Periferia di Torino; mentre gli anni Ottanta volgono al termine, il nostro colleziona lividi esterni e soprattutto interni, eppure continua ostinato a lanciare il suo guanto di sfida alla vita. Del resto bisogna tener duro: non è facile vedersela con suo padre – “Il Capo” – un quasi alcolista che passa tutto il tempo stravaccato sull’amaca, ad affibbiare punizioni da telefilm americano. Ed è snervante vivere accanto alla “Foca Monaca”, la sorella triste e timorata di Dio. Quanto alla madre, è scappata col tizio della stazione di servizio, e ormai si può star certi che «starà passando il tempo a farsi fare il pieno dal benzinaio». Non piange mai, il protagonista di questa storia. Piuttosto stringe i pugni, sbuffa e s’affanna, ripetendo a se stesso di essere il più in gamba, anche se la vita gliele dà ogni giorno di santa ragione; anche se le prende perfino da Chiara, la ragazza di cui s’innamora: bella, sveglia, inaccessibile a sfigati come lui, eppure catturata suo malgrado da questo buffo adolescente scapigliato e spaccone, tenero e brancaleonesco, che s’insinua a forza nella sua vita scatenando irresistibili schermaglie. Il Muro di Berlino che crolla e un divertente gioco di riferimenti pop e telefilmici fanno da sfondo a questo romanzo, un Jack Frusciante da periferia che strappa il sorriso a ogni pagina, illuminato da una scrittura esilarante ma a tratti dolente, insieme cinica e romantica come il suo protagonista, che s’inserisce a buon titolo nella nobile tradizione dei perdenti di talento, come Il giovane Holden o i personaggi di John Fante.
«Ho trovato questo romanzo esilarante, commovente, cinico, sarcastico, pop, aggressivo, tenero nell'intensità della tenerezza che si dà nell'aggressività. È una storia che potrebbe essere un romanzo di formazione ed è invece un romanzo di deformazione, che guarda a Fante e Bukowski – si rintracciano elementi assai qualificanti del mix, in questo realismo eccessivo, che spacca il muro del suono. Il repertorio mnemonico di più di una generazione è sbalestrato da una scrittura che, soprattutto, stilisticamente è libera, e può permettersi molto – merce rara al giorno d’oggi –, anche questa scorribanda che non è per niente giovanilistica, anche se il protagonista è giovane, è un atto di deliberazione assoluta, che sfiora la crudeltà carnacialesca. Fossi un editore non mi lascerei scappare un romanzo simile. È la prova che la narrativa italiana si muove, in direzioni diverse, inaspettate e potenti».
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La investigadora privada Kinsey Millhone tiene problemas para llegar a fin de mes el día en que no tiene más remedio que aceptar el rutinario encargo de buscar a la hermana de Mrs. Danziger, Elaine. Ahora bien, cuando llega al apartamento de ésta y se encuentra con que lo ocupa otra enigmática mujer, cuando Mrs. Danziger le pide de pronto que abandone el caso, cuando se entera de que, pocos días antes de la desaparición de Elaine, su vecina y compañera de bridge ha sido brutalmente asesinada y su casa ha desaparecido bajo las llamas, cuando el sobrino drogadicto de ésta sabe más de lo que dice, cuando se producen misteriosos registros, extrañas injerencias y, finalmente, otro asesinato, a la obstinada y meticulosa Kinsey Millhone el asunto le va pareciendo todo menos rutinario. Y cuanto más investiga, más se ve envuelta en un diabólico laberinto de espejos en el que nada -excepto el peligro- es en realidad lo que parece ser.<
Cos'hanno da confabulare sette ragazzini di dodici anni, in un angolo della piazzetta del paese? Semplice, stanno organizzando la rapina del secolo che cambierà per sempre le loro vite. "Di rapinatori della nostra età non s'è mai sentito", osserva Ranacci, il bastian contrario del gruppo. "È la sorpresa che sta dalla nostra, mica altro!", ribatte Billo, il capo. Per il resto, basta mettere il sonnifero nel caffè della guardia ed è fatta. In una primavera di fine anni Ottanta, il brancaleonesco progetto "criminale" del gruppo è però solo un assaggio, il primo lampo della tempesta annunciata da un sussurro che corre sulla bocca di tutti, da un pensiero che trova sbocco in una frase di paura: "È tornato il Messicano!". Nessuno sa perché fosse sparito nel nulla, anni prima, quando era il re della città e ogni traffico più o meno illecito passava per le sue mani. La fantasia dei sette ragazzini e dell'intero paese si accende e trema alla ricomparsa di questa figura leggendaria, l'Uomo Nero della cui esistenza i più giovani già iniziavano a dubitare, quasi fosse un'evanescente presenza partorita dal folclore locale. Sul filo dei desideri e delle paure inconsce dell'infanzia, Christian Frascella torna con un romanzo che diverte e commuove, trasformando in favola la piccola quotidianità e in mitologia le storie da bar di una provincia immaginaria, ancora per poco ingenua, mentre alle porte già bussa un'adolescenza nuova e misteriosa alla quale tutti, i bambini e il paese intero, dovranno cedere qualcosa.
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Kinsey Millhone acepta ayudar y proteger a Bobby Callahan, un reservado joven que conoció en el gimnasio. Él está convencido de que, tras el accidente que le dejó amnésico y con el cuerpo zurcido de cicatrices, alguien quiere matarle, aunque nadie le cree. Pero tres días después Bobby aparece muerto. Y ahora a Kinsey le toca encontrar al asesino.<
Kinsey bada tajemnicę zniknięcia szanowanego lekarza Dowana Purcella, który od tygodni nie daje znaku życia. O dziwo, do znanej ze skuteczności detektyw zwraca się Fiona, eks-żona zaginionego, a nie obecna pani Purcell. Instynkt podpowiada Kinsey, by przyjrzeć się bliżej życiu osobistemu doktora. Okazuje się, że Fiona wyraźnie ostrzy sobie zęby na majątek byłego męża, zaś na nowym małżeństwie cieniem kładą się konflikty z przybraną córką. Do tego przyjaciele podejrzewają zaginionego o malwersację. Kinsey ani o krok nie zbliża się do rozwiązania zagadki. Kiedy przypadek pchnie ją w słusznym kierunku, sama znajdzie się w tarapatach. I jakby mało miała kłopotów, w głowie zamąci jej pewien czarujący facet. Cała Kinsey!<
Kinsey Millhone, trzydziestodwuletnia mieszkanka Kalifornii posiadająca licencję prywatnego detektywa, zostaje wynajęta przez młodego chłopaka, poznanego podczas ćwiczeń rehabilitacyjnych w miejscowej siłowni. Z wypadku, w którym jego porsche został staranowany przez nieznane auto i zepchnięty do kanionu, Bobby Callahan ledwo wyszedł z życiem, straszliwie okaleczony; jadący z nim kolega zginął na miejscu. Choć ani rodzina, ani policja w to nie wierzą, Bobby jest przekonany, że usiłowano go zabić, ponieważ dowiedział się czegoś, co stanowi bezpośrednie zagrożenie dla mordercy. Dotknięty po wypadku częściową utratą pamięci, nie potrafi odtworzyć informacji, będącej kluczem do zagadki. Zanim sobie przypomni, zginie. Kinsey Millhone zawsze wywiązuje się z umowy. Nie udało się zapobiec zbrodni – ale teraz uczyni wszystko, by odnaleźć jej sprawcę.<
Jerry Gates ha paura del buio, un terrore che non può dominare. Quando un cliente dell'hotel Savoy, dove Jerry lavora, viene ucciso, qualcosa lo spinge a cercare la verità. I delitti si susseguono e le loro tracce si perdono nel buio del sottosuolo di Londra, regno dell'incubo e dei poteri occulti di una famiglia che insegue da generazioni un folle progetto. sbalzato nel 1231 poco prima dell'invasione dei Mongoli. E a Conrad non rimane che una soluzione: trasformare la Polonia medievale nella nazione più avanzata del suo tempo, nel tentativo di cambiare la storia. costi orari della manodopera nelle maggiori città d'Italia al giugno 1993.<
New York Times bestselling author Tess Gerritsen knows how to expertly dissect a brilliantly suspenseful story, all the while keeping fascinated readers riveted to her side. By turns darkly enthralling and relentlessly surprising, The Keepsake showcases an author at the peak of her storytelling powers.
For untold years, the perfectly preserved mummy had lain forgotten in the dusty basement of Boston's Crispin Museum. Now its sudden rediscovery by museum staff is both a major coup and an attention-grabbing mystery. Dubbed 'Madam X,' the mummy-to all appearances, an ancient Egyptian artifact-seems a ghoulish godsend for the financially struggling institution. But medical examiner Maura Isles soon discovers a macabre message hidden within the corpse-horrifying proof that this 'centuries-old' relic is instead a modern-day murder victim.
To Maura and Boston homicide detective Jane Rizzoli, the forensic evidence is unmistakable, its implications terrifying. And when the grisly remains of yet another woman are found in the hidden recesses of the museum, it becomes chillingly clear that a maniac is at large-and is now taunting them.
Archaeologist Josephine Pulcillo's blood runs cold when the killer's cryptic missives are discovered, and her darkest dread becomes real when the carefully preserved corpse of yet a third victim is left in her car like a gruesome offering-or perhaps a ghastly promise of what's to come.
The twisted killer's familiarity with post-mortem rituals suggests to Maura and Jane that he may have scientific expertise in common with Josephine. Only Josephine knows that her stalker shares a knowledge even more personally terrifying: details of a dark secret she had thought forever buried.
Now Maura must summon her own dusty knowledge of ancient death traditions to unravel his twisted endgame. And when Josephine vanishes, Maura and Jane have precious little time to derail the Archaeology Killer before he adds another chilling piece to his monstrous collection.
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Sopra i tetti di Londra, inaccessibile e invisibile a tutti, esiste una
società segreta, sospesa fra il nostro mondo e un altro senza tempo
governato da leggi proprie. Sospesi nel vuoto con un fantastico sistema
di cavi e abili a dileguarsi in labirintici recessi, questi abitatori
delle ombre si preparano a ingaggiare una battaglia per il dominio non
solo del proprio mondo, ma anche di quello che sta sotto… dove tutti
sono ignari, finché qualcuno che intuisce l’esistenza della città delle
ombre che si estende lassù, comincia ad alzare lo sguardo con un brivido
di terrore. Un romanzo originalissimo e inquietante a metà strada fra
J.G. Ballard e Stephen King, ma che in realtà non assomiglia a nessun
altro.
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Uscita alcuni anni fa, l'antologia che avete fra le mani è stata da
molti considerata una pietra miliare dell'orrore contemporaneo, e
paragonata ad altri exploit innovativi (come 'Neri araldi della notte'
di Leiber). Passeggeri di aerei immersi in un incubo circolare di voli
senza fine... Supermercati che diventano labirinti di morte... Assassini
seriali che si celano dietro sembianze normalissime... Orrori che si
annidano sulla sedia di un dentista... E il banale che trionfa e diventa
inferno. Fowler ci ripropone le storie di angoscia metropolitana alla
Matheson ed evidenzia tutti i punti di contatto che la moderna
letteratura orrorifica ha col cinema della violenza e con la cronaca
nera. Senza attingere dal repertorio di vampiri e lupi mannari, ormai
fatalmente obsoleto, i racconti di Fowler affondano le loro lame nelle
pieghe del quotidiano. E sono lame ben affilate.
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Bane the Bastard is the illegitimate son of the Rigante king who men called Demonblade. Born of treachery, Bane grew up an outcast in his own land, feared by his fellow highlanders, and denied by the father whose unmistakable mark he bore-the eyes of Connavar, one tawny brown, the other emerald green
Hounded from the country of his birth, Bane found acceptance across the seas-only to have it stripped away in an instant by a cruel and deadly swordsman. Now fighting as a gladiator in the blood-soaked arenas of the Empire, Bane lives for one thing: revenge. And he pursues his goal with the same single-minded determination that won his father a crown.
But more is at stake than a young warrior's quest for vengeance. The armies of the Stone are preparing to march on the lands of the Rigante. The fate of human and Seidh alike will be decided by the clash of swords-and by the bonds of twisted love and bitterness between a father and a son…
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Hace unos días terminé de leer una de las grandes novelas del siglo XIX. Pero hay libros de los que no se puede decir “terminé de leerlo”, y probablemente ésa sea la prueba de su grandeza: aunque la haya terminado sigo, de diferentes modos, queriendo, sin querer, leyendo esa novela.
Vasili Grossman fue, durante un tiempo, algo así como un héroe de la Unión Soviética. Había nacido en 1905 y en Berdichev, Ucrania, en una familia judía acomodada; la revolución lo entusiasmó desde el principio y decidió estudiar ingeniería porque, en esos días, el camarada Lenin decía que el comunismo era el poder soviético más la electricidad. Pero empezó a escribir desde muy joven y, a sus 30, publicó sus primeros cuentos; en 1936, mientras el camarada Stalin mataba a millones de comunistas con sus purgas, Grossman fue aceptado en la oficialísima Unión de Escritores, con todos sus privilegios, y abandonó la ingeniería. Al año siguiente su esposa Olga fue detenida por “no haber denunciado las actividades antisoviéticas” de su primer marido, el poeta Boris Guber. Desesperado, Grossman mandó una carta al jefe del servicio secreto, pidiendo su liberación: “Todo lo que poseo -mi educación, mi éxito como escritor, el alto privilegio de compartir mis pensamientos y mis sentimientos con los lectores soviéticos- se lo debo al gobierno soviético”. Para su propia sorpresa, su mujer fue liberada unos meses más tarde.
En 1941, la alianza entre Stalin y Hitler se rompió y los alemanes invadieron Rusia. Grossman fue exceptuado del servicio militar, pero pidió ir al frente como corresponsal: sus crónicas de guerra, publicadas en el diario del ejército soviético, Estrella Roja, lo hicieron popular y respetado. Grossman acompañó a las tropas rusas que liberaron el campo de Treblinka y fue uno de los primeros en escribir sobre el holocausto nazi. Buscaba, entre otras cosas, rastros de su madre, deportada y gaseada; sus artículos sirvieron como pruebas en los juicios de Nüremberg. Cuando la guerra terminó su vida era, dentro de lo posible, desahogada; hay distintas versiones sobre por qué decidió tirar todo por la borda.
Quizás haya sido la decantación de lo que había visto y vivido en la Gran Guerra o, más probablemente, la ola de antisemitismo lanzada entonces por el Kremlin. Lo cierto es que, en algún momento, Grossman empezó a escribir una novela que contaría esos años y que pensó llamar, sin el menor pudor, Vida y Destino.
Cuando la terminó, en 1960, Grosmann la mandó, como debía, al comité de censura. No tenía grandes expectativas pero era el único modo de llegar, eventualmente, a publicarla. La censura no sólo la vetó; poco después su departamento fue asaltado por un comando KGB que se llevó todas las copias e incluso, por si acaso, los carbónicos y las cintas de la máquina de escribir. Un jefe del Politburó, Mikhail Suslov, le dijo que su novela no se publicaría en trescientos años: “¿Por qué tendríamos que agregar su libro a las bombas atómicas que nuestros enemigos preparan contra nosotros? ¿Por qué tendríamos que iniciar una discusión sobre la necesidad de la Unión Soviética?”. En esos días todavía había gente que creía en la literatura.
Vasili Grossman se murió en 1964, a sus 58, marginado, humillado, de un cáncer de estómago. Quince años más tarde un amigo consiguió sacar a Suiza un borrador de la novela, y al tiempo se publicó en inglés y francés; la traducción española apareció el año pasado. Vida y destino es, insisto, una de las grandes novelas del siglo XIX.
Digo: una novela de cuando las novelas creían que podían -que debían- contar el mundo sin pudor, sin ninguna modestia. Algunos la comparan con Guerra y Paz: yo estoy de acuerdo. Vida y destino es un fresco espeluznante de los desastres de la guerra y de la vida bajo el poder de un Estado total: los días en el frente de Stalingrado donde cada cual sigue su pequeño camino personal bajo las bombas, las agachadas de los funcionarios que obedecen por miedo o por codicia, la carta estremecedora de una vieja judía a punto de viajar al exterminio, las noches en un gulag soviético y en un campo alemán, las muertes heroicas, las muertes tontas, las muertes olvidadas, las traiciones, las peleas de un científico ruso con sus colegas y con su conciencia, las matanzas de campesinos durante la colectivización de la agricultura, los amores y desamores donde también tercia la mano del Estado, las semejanzas entre el sistema nazi y el soviético, las reflexiones sobre la sucesión de Lenin por Stalin, la caída de un comunista detenido y torturado sin saber por qué, los grandes odios, las pequeñas miserias, contadas con un aliento extraordinario, sin miedo de la desmesura.
Y con un objetivo: se ve -se lee todo el tiempo- que Grossman escribió esta novela como quien prepara meticulosamente la bomba suicida, con la conciencia de que le costaría la vida o algo así pero que, de algún modo, le valdría la pena.
Una novela, digo, del siglo XIX: de cuando las novelas creían que debían y podían. Después, a principios del veinte, la vanguardia se cargó aquella forma ingenua, desmesurada de poner en escena “lo real” para cambiarlo, y buscó en la experimentación sobre sí misma su sentido. Hasta que, en los setentas, ochentas, esa idea chocó contra sus límites y no quedó ni lo uno ni lo otro: ni contar para cambiar el mundo ni para buscar nuevas maneras.
Me da envidia el camarada Grossman, que sabía para qué escribía. Ahora no sabemos: me parece que casi siempre no sabemos. Ya no sabemos dónde está el coraje de un texto, dónde su necesidad. En general, creo, escribimos para escribir. Porque es interesante, simpático, satisfactorio incluso, porque no está mal ser escritor, porque se gana algo de plata y un poco de respeto, un par de viajes, la admiración de algunos. Por eso, supongo, escribimos cositas. Por eso, supongo, las librerías están llenas de libros que no dicen nada, que se olvidan en un par de meses, que dan exactamente igual. Me da envidia, mucha envidia Vasili Grossman, canceroso, olvidado, convencido quizá de que su esfuerzo había valido todas esas penas: que si tenía una vida debía hacerla un destino y que ese destino, extrañamente, era una novela.
Por Martín Caparrós (01/08/08)
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La vita di Martyn Ross è un disastro: nessuno lo rispetta sul lavoro, con le donne è una frana, la sua vita sociale una catena di fallimenti. Ma un giorno incontra Spanky, un personaggio misterioso e affascinante che riesce d'incanto a cambiare la vita di chi gli sta intorno, trasformando ogni fallimento in successo: amici, donne, lavoro. Spanky rappresenta per Martyn l'occasione di diventare tutto ciò che non è, ma che vorrebbe essere. Ma perché mai qualcuno dovrebbe aiutare un perdente nato come lui? Non può trattarsi di un gesto disinteressato, anche se Martyn compie l'errore di pensarlo. Senz'altro ci sarà un prezzo da pagare... ma non ha nulla a che vedere con l'anima, come assai presto Martyn scoprirà con orrore. Anzi, esattamente il contrario!<
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