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Il poliziotto Hamish Macbeth ha una trentina d’anni, è alto, magro, ha occhi nocciola e lunghe ciglia, e una grande zazzera di capelli rossi. Le relazioni sentimentali non sono il suo forte, anche se le donne lo attraggono sempre, in particolare Priscilla, figlia di un ricco possidente che lo detesta (lei, dal canto suo, non ne apprezza la mancanza di ambizioni).
Vive nella stazione di polizia di Lochdubh, che significa “lago nero” in gaelico, si pronuncia “lochdu” e si trova nelle Highlands. Per meglio mantenersi, alleva un po’ di pecore e galline (nel recinto della stazione di polizia) e coltiva un orticello. A volte pesca il salmone di frodo, per mangiarselo, ma più spesso per darlo in regalo o per corrompere qualcuno.
Considerato pigro e sfaccendato da alcuni suoi concittadini, Hamish teme che venga chiusa la stazione di polizia di Lochdubh, ritenuta inutile dal suo superiore e arcinemico ispettore capo Blair, invidioso dei successi che ottiene il suo sottoposto. Anche per questo Hamish spesso viene lasciato fuori dalle indagini e si trova quindi costretto a lavorare ai margini dei canali ufficiali, utilizzando la “naturale curiosità delle Highlands”, la conoscenza dei luoghi e l’istinto.<
Come l'antica Verità discorreva un tempo coi filosofi, la biblioteca di Panikkar si confida con noi, trasmettendo i suoi pensieri, la sua vasta conoscenza, il racconto di una vita trascorsa col teologo. Metafora umanizzata, forse, o più semplicemente una voce troppo spesso inascoltata. Ma chi, se non la biblioteca, può raccogliere i pensieri, assistere discreta al fiorire delle idee, proteggere il ricordo di chi l'ha frequentata?<
La storia della dinastia sveva degli Hohenstaufen, la ripresa della tradizione romana e carolingia, lo scontro con il papato, la figura di Federico Barbarossa, la relazione con l’Inghilterra: sono i temi cardine su cui ruota questa illuminante riflessione di Marc Bloch sull’influenza che la tradizione imperiale ha avuto sullo sviluppo della Germania. Tratto da una conferenza tenuta a Strasburgo nell’anno accademico 1927-1928 e qui in prima traduzione italiana, il saggio illustra come l’idea di Impero abbia contribuito in maniera determinante alla formazione della coscienza nazionale tedesca. Questa vocazione, connaturata alla storia della Germania, la spingerà costantemente verso un ruolo di primo piano nel contesto europeo e internazionale; un’ambizione che, negli anni successivi alla lezione di Bloch, assumerà la forma spaventosa e tragica del Terzo Reich.<
Negli anni Cinquanta a spostarsi dal Meridione al Nord in cerca di lavoro non erano solo uomini e donne pronti all'esperienza e alla vita, ma anche bambini a volte più piccoli di dieci anni che mai si erano allontanati da casa. Il fenomeno dell'emigrazione infantile coinvolge migliaia di ragazzini che dicevano addio ai genitori, ai fratelli, e si trasferivano spesso per sempre nelle lontane metropoli. Questo romanzo è la storia di uno di loro, di un piccolo emigrante, Ninetto detto pelleossa, che abbandona la Sicilia e si reca a Milano. Come racconta lui stesso, "non è che un picciriddu piglia e parte in quattro e quattr'otto. Prima mi hanno fatto venire a schifo tutte cose, ho collezionato litigate, digiuni, giornate di nervi impizzati, e solo dopo me ne sono andato via. Era la fine del '59, avevo nove anni e uno a quell'età preferirebbe sempre il suo paese, anche se è un cesso di paese e niente affatto quello dei balocchi". Ninetto parte e fugge, lascia dietro di sé una madre ridotta al silenzio e un padre che preferisce saperlo lontano ma con almeno un cenno di futuro. Quando arriva a destinazione, davanti agli occhi di un bambino che non capisce più se è "picciriddu" o adulto si spalanca il nuovo mondo, la scoperta della vita e di sé. Ad aiutarlo c'è poco o nulla, forse solo la memoria di lezioni scolastiche di qualche anno di Elementari. Ninetto si getta in quella città sconosciuta con foga, cammina senza fermarsi, cerca, chiede, ottiene un lavoro. E tutto gli accade come per la prima volta...
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Umberto Bossi è il politico dei gesti: il dito medio, le corna, il pugno e l'avambraccio, la pernacchia, o la famosa canottiera sfoggiata su una spiaggia della Sardegna nel 1994, e più volte indossata in luoghi pubblici. Marco Belpoliti si chiede perché il capo leghista esibisca comportamenti tanto provocatori, rompendo una tradizione di stile misurato dei politici italiani della Prima Repubblica. Perché Bossi è un "vitellone", come Alberto, il personaggio del celeberrimo film di Fellini. Il leader leghista, futuro capo di partito e ministro, non ha terminato gli studi né ha rivelato particolari attitudini, salvo poi diventare, nelle opinioni di seguaci ed elettori, e persino uomini di cultura, un genio della politica. Com'è stata possibile una tale trasformazione? L'autore rilegge Bossi attraverso i suoi gesti, esplorandone l'origine e il significato, mostrando come il suo eloquio e i suoi atteggiamenti abbiano profondamente condizionato il comportamento morale dei politici e degli italiani in genere. Da queste pagine viene fuori più un cantante rock che un capo di partito, più un predicatore scomposto che un sottile tessitore: un ragazzotto di paese che arriva in Parlamento e incarna quello che Sciascia chiamava "l'eterno Fascismo italiano", acquattato nel grembo stesso della provincia, al Nord come al Sud, e di cui la nostra cultura è impregnata; fa parte di noi, per quanto ce ne distanziamo, lo rinneghiamo, cerchiamo di strapparcelo di dosso.
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«Il digiuno porta con sé lucidità mentale ed energia vivida e quanto alle ricette di Marco Bianchi, trovo che siano intelligenti, gustose e utili. Applicare le regole dell¿alimentazione sana avvalendosi delle ricette di un ricercatore- cuoco significa che non sempre si deve soffrire se si insegue l'idea di una longevità sana.» Così scrive Umberto Veronesi nella prefazione a questo libro che segna il punto di incontro tra il regime dietetico da lui proposto nella Dieta del digiuno e la cucina innovativa di Marco Bianchi. Il professore è convinto che digiunare per alcune ore al giorno e per un giorno alla settimana permetta non solo di dimagrire, ma anche e soprattutto di mantenersi in salute e prevenire le malattie. Nelle Ricette della dieta del digiuno Marco Bianchi si mette ai fornelli e, avvalendosi della consulenza scientifica di MariaGiovanna Luini, ci dimostra come le indicazioni di Umberto Veronesi possano trasformarsi in ricette sane ed equilibrate, senza rinunciare a un solo grammo di gusto. Un piatto di pennette integrali con zucchine trifolate e nocciole è buonissimo e invitante, prontminuti e contiene vitamine, fibre e tutto quel che occorre al nostro organismo. Una vellutata di carote, timo e mandorle utilizza ingredienti semplici, ha un sapore nuovo e non ci appesantisce. E per i più golosi non mancano i dolci: i plumcake ai frutti di bosco sono una prelibatezza, ci permettono di fare il pieno d'energia e buonumore, risparmiando sulle calorie. Impareremo a togliere un po' di grassi dalla nostra tavola per riempirla di frutta, verdura e alimenti freschi, così che il digiuno non sembrerà più un sacrificio, ma il modo migliore per prenderci cura di noi stessi. Grazie alle Ricette della dieta del digiuno rivaluteremo la ricchezza degli alimenti integrali e la bontà dei dolci privi di zucchero, i cibi più sani in ricette gustose e pronte per esser riprodotte nelle nostre cucine.
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È la notte del 14 febbraio del 1983. Dovrebbe essere una sera di festa, ma Albino Buticchi è da solo nella sua grande villa di Lerici. Attorno a lui tutto è silenzio, ma dentro la sua mente i pensieri si affollano, e finiscono per correre tutti verso una sola direzione: la pistola che stringe in mano. L’arma che presto si punterà alla tempia. Ma cosa ha spinto un uomo abituato al successo a compiere quel gesto estremo? La vita di Albino Buticchi è stata tutta all’insegna delle passioni. Quella per la velocità e per le auto da corsa, innanzitutto, che lo porta a diventare un pilota di fama, al volante di alcune tra le più titolate vetture da competizione della sua epoca. Quella per il calcio, che lo fa diventare, poco più che quarantenne, presidente del Milan. E quella, dalle conseguenze tragiche, per il gioco d’azzardo: una passione divorante che lo costringe ad accumulare perdite via via sempre più ingenti. Una vita straordinaria la sua, costellata di avventure – dalle esperienze difficili durante la seconda guerra mondiale alla legione straniera fino alla vertiginosa ascesa economica e sociale durante gli anni del boom. Un’esistenza sempre al limite tra l’ambizione e l’eccesso e piena di accadimenti che, visti oggi, hanno quasi il sapore di un favoloso romanzo d’avventura. Eppure, sono state persone uniche come Albino Buticchi a fare l’Italia quando dell’Italia restavano solo macerie. Perché questa è una semplice e grandissima storia italiana. Ma soprattutto, è la vita di un padre raccontata attraverso gli occhi del figlio.
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New York, 2002. Una serie di attentati sanguinosi sta seminando il terrore in ogni parte del mondo, ma i vertici delle agenzie di intelligence brancolano nel buio. Unici indizi i folli comunicati di un serial bomber, che preannuncia i massacri a mezzo di messaggi tortuosi fra le righe del Corano, agghiaccianti promesse di morte siglate dall’arcano simbolo di un anello leggendario. Un anello che incatena avvenimenti lontanissimi nel tempo, drammaticamente legati al suo infausto luccichio: Venezia e il Mediterraneo del Trecento, teatro di una sfida cruenta fra un misterioso ragazzo dagli occhi color del mare, discendente di un leggendario pirata, e un perfido e ricco mercante; il fosco scenario della Grande Guerra sulle Dolomiti italiane, dove fiorisce un’amicizia straordinaria che condurrŕ un ufficiale italiano e un nobile rumeno in viaggio nelle terre di Dracula, e poi nell’America sospesa fra le ombre della Depressione e le luci di Hollywood; la Romania di Ceausescu, dove, fra le tenebre della dittatura, si celano le chiavi di un ulteriore, tragico enigma. Difficile ereditŕ per chi, trent’anni dopo, sarŕ chiamato a tentare di sciogliere questi nodi fatali: Oswald Breil, ex primo ministro israeliano, sempre affiancato da donne bellissime quanto intelligenti, dovrŕ affrontare i fantasmi del proprio passato per fronteggiare la minaccia che incombe sul futuro del pianeta, oltre che sulla sua stessa vita.
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