In questo illuminante saggio sul più controverso e provocatorio dei filosofi dell’età moderna, Cassirer mostra come Rousseau ripensi l’origine dell’esistenza a partire da una nuova concezione antropologica, che la liberi dall’influenza delle costrizioni sociali, in vista di un ritorno ai principi su cui fondare un’autentica comunità umana. La riflessione si concentra così sul concetto di «legge», intesa non come mera imposizione esteriore, ma come espressione di un’unità condivisa, capace di legare fenomeni solo in apparenza contraddittori, quelli dell’autorità e della libertà. In Rousseau, pensare l’inizio della convivenza civile significa fare a meno di riferirsi a una qualche norma fondamentale, per interrogarsi sulla norma originaria dello stesso relazionarsi dell’uomo con l’altro uomo. Al di là degli effettivi esiti raggiunti in tal senso dal pensatore ginevrino, Cassirer scorge nella sua opera la forza di uno spirito «che sempre di nuovo ci si impone e sempre di nuovo ci travolge».<

Il piccolo campo è una di quelle opere che restano nella memoria degli uomini con una fama propria, indipendente da quella dell'autore. Un libro epico dove comicità e tragedia si avvicendano con movimento armonioso. Vi si parla di contadini americani nell'atmosfera solare delle grandi piantagioni in Georgia con la stessa...condiscendenza maliziosa con cui gli antichi parlavano dei marinai e dei pastori mediterranei. Al suo primo apparire in America questo romanzo suscitò scandalo tra i puritani e fu portato in tribunale. I giudici trovarono offensiva la sua abbagliante nudità e ne vietarono la diffusione. Ma gli scrittori americani, tutti solidali, persuasi della validità dell'opera di Caldwell, protestarono dichiarando che non avrebbero più scritto un rigo in patria finché non fosse tolto il veto al Piccolo campo. Il veto fu tolto.
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"Antonio, non scordare, quando corri, di toccare Calpurnia:i nostri anziani dicono infatti che le donne sterili, toccate in questa corsa sacra, perdono la loro maledizione.""Lo ricorderò: quando Cesare dice 'Fa' questo', la cosa è fatta."W.Shakespeare, Giulio CesareDopo la ricognizione sull'eros greco, Eva Cantarella, con ironia e leggerezza, e con la consueta competenza, ci parla dell'amore al tempo dei romani, un tempo ormai più secolare, più lontano dal divino, ma non per questo meno affascinante, specie se illustrato nei suoi aspetti meno noti e meno vulgati… tutto quello che avremmo voluto sapere sul sesso ma non abbiamo mai osato chiedere.Per un romano la virilità era la massima virtù; e i romani venivano educati ad assoggettare e a essere dominatori, nella politica come nell'amore e nel sesso. E infatti da una violenza, quella di Marte ai danni di Rea Silvia, nasce Romolo, il fondatore della città. L'altra faccia della sessualità romana è etica del vanto, il gloriarsi della propria virilità anche negli aspetti più concreti e materiali. Ecco allora i Carmina Priapea, gioiosa celebrazione di Priapo, il dio del fallo, coi suoi spropositati attributi; ecco graffiti e iscrizioni di palestre, taverne, muri la cui gioiosa crudezza sconfina spesso nell'oscenità (“Piangete, ragazze, il mio cazzo vi ha lasciate. Ora incula culi. Fica superba, addio”), ecco leggende popolate da membri maschili che spuntano dal focolare per fecondare innocenti fanciulle. Ed ecco dotti ma spassosi intermezzi, dove la Cantarella ci guida attraverso le pratiche osculatorie (i tre modi di nominare il bacio, osculum, savium e basium), le tariffe, le specializzazioni e l'abbigliamento delle prostitute, i riti matrimoniali e di fecondità.E le donne? Ci sono quelle che si adeguano (Porzia, che si suicida inghiottendo carboni ardenti), le donne modello di virtù (Lucrezia) e le ribelli (Sulpicia), contro cui si accaniscono le leggi moralizzatrici.E poi i “veri” uomini, Augusto e Cesare, i poeti Orazio e Marziale, e ovviamente, Catullo, che chiede con pari trasporto i baci della bella Lesbia e del tenero Giuvenzio. .

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L'Itaca di questo libro è una piccola città greca che, tra il nono e l'ottavo secolo a.C., si appresta ad assumere i caratteri di una 'polis'. Eva Cantarella illustra le caratteristiche di questa città, la sua organizzazione, i meccanismi sociali che ne garantiscono la sopravvivenza, la nascita delle istituzioni politiche, le credenze religiose dei suoi abitanti, la loro etica sessuale. In breve, la loro vita e la loro mentalità. La descrizione è affidata a una narrazione scandita dalle avventure di Ulisse durante il ritorno in patria, dal suo incontro con pericolose seduttrici e mostri cannibali abitatori di terre "senza assemblee e senza leggi", dalla celebrata ma discutibile fedeltà di Penelope e dall'arroganza dei suoi cento otto pretendenti. Sul filo del racconto dell'"Odissea" e dei personaggi che la popolano, il libro analizza i modi che hanno permesso alla comunità dei Greci di superare il sistema della vendetta e progredire da una cultura della vergogna a una società del diritto..

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Milano, marzo 2018. Il corpo di un sacerdote appeso a una trave, un sacchetto con trenta monete, uno scritto che richiama il Vangelo apocrifo di Giuda e una catena di delitti inquietanti sotto la Madonnina. Per fare luce su una scia di sangue e orrori il commissario Ardigò, il predatore di assassini, dovrà ricorrere a tutto il suo acume e appoggiarsi all’intelletto di uno psichiatra uxoricida che lui stesso ha fatto rinchiudere nei raggi di San Vittore.
Una mente crudele e lucida che lo condurrà sulle tracce di un assassino che uccide interpretando il Vangelo più scomodo e difficile da accettare, quello che ribalta la figura del traditore Giuda trasformandolo in martire.
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Una via crucis segnata da suicidi rituali e roghi purificatori è quella che il commissario Bruno Ardigò e il giornalista Federico Malerba devono percorrere per venire a capo di un’indagine che, nell’anno di grazia 2011, li precipita in un mondo di eresie medievali e di misteri. Come antichi inquisitori si trovano a investigare sugli ultimi seguaci dei catari che proteggono il segreto sul loro più illustre adepto: Leonardo. Per sventare il progetto criminale, la cui trama s’intravede in controluce tra i colori di una scoperta artistica sconvolgente, dovranno camminare a ritroso nel tempo tra silenziose abbazie lombarde, pinacoteche, antichi codici, simboli dimenticati alla ricerca di risposte. Che cosa spinge al suicidio gli studiosi del Genio? Chi vuole morti gli ultimi eretici? Mentre la città si anima per le imminenti elezioni, Ardigò e Malerba si addentrano in una Lombardia arcana e inattesa fino al cuore dell’intrigo: un capolavoro sconosciuto per il quale vale la pena di uccidere e di morire. <

Ultima domenica di giugno. Dal Naviglio della Martesana riemerge il corpo nudo di una giovane donna, privata della testa. Sei mesi prima, sulla sponda di un altro Naviglio, era stato decapitato un anziano ubriacone. Intanto, in una chiesa del centro, un giovane informatico viene sgozzato mentre prega. Una Milano boccheggiante per la calura e attanagliata dalla crisi economica scopre l’orrore e il terrore. E qualcuno resuscita il fantasma del «Mostro della Bagnera», l’ottocentesco serial killer milanese che smembrava le sue vittime in una cantina a pochi passi dal Duomo. A cercare una risposta a questi efferati delitti torna il commissario Bruno Ardigò, costretto a gettarsi in un’indagine da brivido sul lato più torbido e celato di Milano, un’indagine senza respiro che lo obbligherà a esplorare i sotterranei della città dove, nascosti nel buio, si celano riti occulti e segreti tramandati da secoli. Al suo fianco di nuovo l’amico giornalista Federico Malerba, oltre a una conturbante escort di lusso, in grado di far perdere la lucidità anche al più freddo degli investigatori…<

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La manager si muove con decisione: firma documenti, controlla la mail sul BlackBerry, chiede aggiornamenti, convoca una riunione. Poi si accorge di essere in ritardo: dall'attaccapanni afferra un velo nero e chiama l'autista. Devono sbrigarsi, altrimenti farà tardi. Prima di partire si copre la testa con il velo e dal sedile posteriore dà indicazioni. Non può guidare l'auto che la porterà all'appuntamento: siamo in Arabia Saudita e nonostante diriga un gruppo dal fatturato milionario, Khlood al-Dukheil deve sottostare alle rigide regole del protocollo, che prevede che le donne si mostrino in pubblico solo velate e avvolte da una lunga tunica nera e non possano sedere al volante. Quello con Khlood al-Dukheil è solo uno degli incontri di questo libro: dall'Arabia Saudita allo Yemen, attraversando Egitto, Pakistan, Afghanistan e Marocco, Francesca Caferri, giornalista da sempre attenta a questi temi, ci guida in un viaggio nel mondo musulmano visto attraverso gli occhi femminili. Una serie di ritratti raccontano come il ruolo delle donne sia cambiato e perché non ci fosse nulla da stupirsi nel trovarle in piazza durante la Primavera araba: la premio Nobel per la Pace yemenita Tawakkol Karman, l'impiegata egiziana Asma Mahfouz, che con un video su YouTube ha portato migliaia di persone a manifestare contro il presidente Hosni Mubarak, le poliziotte afghane che devono combattere contro i loro stessi colleghi per lavorare e Nadia Yassine, la politica conservatrice che sfida Mohammed VI, re del Marocco. Pagina dopo pagina le protagoniste di questo libro distruggono stereotipi e ci spiegano perché, come disse Maometto, "il Paradiso è ai piedi delle madri". E delle donne. Seguire i loro passi è fondamentale anche per noi. Perché se la sfida sui diritti femminili è ancora aperta in molti paesi, in nessun luogo è importante come nel mondo musulmano: è dall'esito di questo braccio di ferro che si capirà chi vincerà lo scontro fra conservatori e riformisti. E quali scenari futuri si apriranno per questa regione del mondo così densa di contraddizioni.<

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