“Un tentativo di autobiografia” dice Doris Lessing descrivendo Memorie di una sopravvissuta, un romanzo che sembra una fiaba e che nasce da quell’antica tradizione in cui i narratori prendono il volo verso la dimensione fantastica a partire dalle solide fondamenta della realtà. E la realtà del romanzo è quella che abbiamo davanti a noi, nel futuro, un mondo dove la barbarie è la norma e ognuno deve lottare per sopravvivere, uomini, donne, persino i bambini, in un vortice di ferocia. La voce narrante è quella di una donna che osserva le cose cadere in pezzi, mentre le orde migranti si spostano alla ricerca di un luogo sicuro, di un rifugio, di una vita migliore che sempre si trova da qualche altra parte. Una donna a cui uno sconosciuto ha affidato una bambina, Emily, con poche lapidarie parole: “Abbi cura di lei, ne sei responsabile”. Ora la bambina è una meravigliosa ragazza, e ad accompagnarla c’è Hugo, metà cane, metà gatto, bizzarra e adorabile creatura capace di proteggere e di confortare… Ma in tutto questo esiste un luogo dove il tempo si dissolve come i sogni o le nuvole, in cui scene fantasmagoriche sembrano evocare le paure di un bambino o la sofferta esperienza di un adulto, e dove prendono corpo presenze sovrumane, dolci e potenti, che vigilano su di noi... ma cosa sono, dove si trovano? Mentre nel mondo visibile la civiltà va in frantumi, qualcosa di molto diverso prende vita in questo spazio segreto che è al margine delle nostre esistenze quotidiane, e in cui forse vivono altri noi stessi, proiezioni o sogni dei nostri desideri.<

Lo sfondo a questi undici racconti, certamente tra i più suggestivi che siano mai stati scritti sull'Africa, è il grandioso e lussureggiante paesaggio della Rhodesia, l'attuale Zimbabwe, dove Doris Lessing trascorse l'infanzia e l'adolescenza quando questa regione faceva parte dell'impero britannico. Le vicende si svolgono in anni in cui la questione razziale, non ancora esplosiva, incomincia ad affacciarsi alla coscienza dei figli e dei nipoti dei primi coloni inglesi: emblematico è il racconto intitolato Il vecchio Capo Mshlanga, in cui una ragazza inglese nata e cresciuta sotto "l'antico sole africano" si rende conto, a poco a poco, dell'infondatezza dei pregiudizi dei bianchi e scopre l'insopportabile solitudine alla quale ella stessa è condannata dalla barriera razziale. Vi sono racconti in cui è centrale il dramma dei neri, defraudati dalle terre e costretti ad assistere impotenti alla disgregazione del loro mondo tribale e ve ne sono altri in cui è messa a fuoco l'insicurezza serpeggiante tra i bianchi, soffocati dalla meschinità di un ambiente sociale ghettizzante e conformista. In questa splendida raccolta, che evoca magistralmente i sintomi di una crisi di coscienza di portata storica, Doris Lessing ha saputo delineare un dramma che, infine, assume un valore universale: "L'Africa ti insegna che l'uomo è una piccola creatura, in mezzo a tante creature, in un grande panorama."<

In questo romanzo, che segue "Il diario di Jane Somers" e ad esso è in qualche modo accomunato, ritroviamo Janna che, nel libro precedente, era stata uno dei due poli dell'amicizia difficile e controversa con l'anziana Maudie. Janna ha ora cinquantacinque anni, splendidamente portati: è raffinata, sempre attivissima, e da caporedattore è passata vicedirettore della rivista in cui lavora.Gli anni di vedovanza le pesano un po', così come le pesa la non facile convivenza con la nipote diciottenne. Non c'è da stupirsi quindi che, incontrato un affascinante americano della sua età, se ne innamori, subito ricambiata. Sotto il sole di una bella estate londinese Janna e Richard esplorano le strade e i parchi della città, i sobborghi, i verdi dintorni, dimentichi dei propri impegni, spensierati perché hanno deciso di non dirsi nulla della loro vita.Scelgono di passare insieme un week-end, ma quando si ritrovano soli fra quattro pareti un invincibile pudore, un senso di disagio, la consapevolezza dei propri corpi sfioriti impediscono loro qualsiasi contatto fisico. Con grande finezza, la Lessing esplora il tema delle relazioni interpersonali, e l'inesorabile scandirsi di un 'tempo' esterno che non coincide quasi mai col tempo interno di ognuno.

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Sinossi

In questo romanzo, che segue "Il diario di Jane Somers" e ad esso è in qualche modo accomunato, ritroviamo Janna che, nel libro precedente, era stata uno dei due poli dell'amicizia difficile e controversa con l'anziana Maudie. Janna ha ora cinquantacinque anni, splendidamente portati: è raffinata, sempre attivissima, e da caporedattore è passata vicedirettore della rivista in cui lavora.Gli anni di vedovanza le pesano un po', così come le pesa la non facile convivenza con la nipote diciottenne. Non c'è da stupirsi quindi che, incontrato un affascinante americano della sua età, se ne innamori, subito ricambiata. Sotto il sole di una bella estate londinese Janna e Richard esplorano le strade e i parchi della città, i sobborghi, i verdi dintorni, dimentichi dei propri impegni, spensierati perché hanno deciso di non dirsi nulla della loro vita.Scelgono di passare insieme un week-end, ma quando si ritrovano soli fra quattro pareti un invincibile pudore, un senso di disagio, la consapevolezza dei propri corpi sfioriti impediscono loro qualsiasi contatto fisico. Con grande finezza, la Lessing esplora il tema delle relazioni interpersonali, e l'inesorabile scandirsi di un 'tempo' esterno che non coincide quasi mai col tempo interno di ognuno. 

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I pianeti Canopus, Sirius e il loro nemico, Puttiora, sono legati da un precario equilibrio il cui mutamento potrebbe cambiare per sempre il destino della Terra. E nella zona più remota di questo straordinario cosmo, il Pianeta 8 rischia di perdere la pace nella quale ha sempre vissuto. Il pianeta, da secoli dotato di un clima tropicale, dovrà presto affrontare un radicale cambiamento, poiché si sta avvicinando una glaciazione. E quando il primo fiocco di neve scende dal cielo, Doeg, incaricato di rappresentare il suo pianeta davanti ai capi di Canopus, comincia a narrare la storia della rovina della propria razza. In una potente commistione di mito, favola e allegoria, il nuovo, straordinario romanzo del ciclo Canopus in Argos, la serie più immaginifica finora inedita in Italia dalla vincitrice del premio Nobel per la Letteratura 2007.<

Nelle immense lande delle Zone, strani reami che circondano la Terra, si sta per celebrare un’unione le cui conseguenze potrebbero cambiare per sempre il desti­no di tutti i popoli. La Zona Tre, un para­diso pacifico e matriarcale, è guidata da una mite regina, Al-Ith, mentre la confi­nante Zona Quattro è una terra povera, abbandonata alla guerra e al caos, schiac­ciata dal dominio del brutale re Ben Ata. Il matrimonio tra i due, che rappresenta­no gli estremi e opposti princìpi di fem­minilità e mascolinità, minaccia di desta­bilizzare il delicato equilibrio tra i regni delle Zone.In una potente commistione di mito, favola e allegoria, la stupefacente crea­zione visionaria di Doris Lessing riflette e ridefinisce la storia di un mondo che può salvarsi solo con l’accettazione dell’altro, del diverso, e con l’integrazione di realtà e modi di vivere antitetici e contrapposti, unica via per riscoprire pace e armonia dell'anima umana.<

Un senatore dell’antica Roma, giunto al termine della vita, decide di intraprendere la sua ultima impresa: il racconto della storia dell’umanità. La sua narrazione si incentrasul popolo delle Cleft, una comunità ormai scomparsa di donne che vivevano in una sorta di paradiso terrestre, procreando senza essere fecondate dagli uomini e mettendo al mondo solo bambine, destinate a perpetuare la loro specie. Ma la nascita inattesa di una creatura strana e sconosciuta, un maschietto, infrange per sempre l’armonia della piccola comunità, mettendone a repentaglio l’esistenza stessa. Una comunità perduta è l’ultimo, affascinante romanzo di Doris Lessing, scritto e pubblicato nel 2007 in Inghilterra, che affronta i temi tipici della produzione letteraria dell’autrice: il rapporto tra uomo e donna, la necessità che due esseri così simili ma al tempo stesso tanto differenti imparino a vivere fianco a fianco nel mondo, e la constatazione di come i caratteri peculiari dei due sessi producano effetti su ogni aspetto della nostra vita.<

Terzo romanzo del ciclo "Canopus in Argos", "Una donna armata, esperimenti siriani" continua a raccontare la storia dell'evoluzione di Shikasta, la Terra, e dell'umanità tenuta sotto scacco da due civiltà extraterrestri molto avanzate, Sirius e Canopus. Attraverso la narrazione in prima persona di Ambien, donna indomita e combattiva, alto ufficiale dell'esercito, conosciamo il punto di vista dei membri di Sirius sulla colonizzazione, e allo stesso tempo assistiamo al tormento interiore della donna, sempre meno convinta dei metodi dei colonizzatori e dei ripetuti esperimenti condotti sui terrestri. Un risveglio morale che sarà il punto di partenza di un doloroso percorso in cui ogni certezza vacilla e che la porterà a prendere coscienza della superiorità della civiltà rivale, l'impero di Canopus. Un'audace visione dell'umanità e della storia, la conferma per i lettori di Doris Lessing che per sopravvivere bisogna imparare ad aprire la mente a modi di pensare e sentire diversi dal nostro.<

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Secondo Edward Luttwak, studioso di storia militare, consulente strategico del governo americano e commentatore politico, ogni guerra è un'esperienza unica e irripetibile; eppure, nel corso degli anni e dei secoli, emergono similitudini, modelli comuni, linee di tendenza. Per questo lo studio di eventi passati come le vicende dell'impero romano o la seconda guerra mondiale possono offrire nozioni cruciali per capire il nostro mondo e per prendere le decisioni giuste nei conflitti che dobbiamo affrontare. E la storia insegna che spesso la strategia migliore è quella che a prima vista sembra la meno diretta, la più paradossale, la più contradditoria.

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Questo «manuale pratico», come lo definisce semplicemente l’autore, non mancò di suscitare l’esitazione e la diffidenza dei suoi primi editori a diffonderlo. Il perché è presto detto: dopo le prime pagine, chiunque si rendeva conto che il libro era un’autentica bomba, e anche se qualcuno, fuorviato dalla scrittura semplice e un po’ ironica, poteva considerarlo dapprincipio un thriller alla James Bond, si sarebbe poi facilmente e subito convinto che Luttwak scriveva su un argomento molto serio con estrema serietà. In termini elementari, il colpo di Stato, volere o no, è divenuto un fenomeno della vita moderna (dal 1945 al 1968 se ne sono verificati settantacinque nel mondo) e ciò ci sprona a comprenderne e l’importanza e il significato. Luttwak, nato a Arad in Transilvania, cittadino inglese dal 1967, che ha vissuto e lavorato in parecchi paesi, compresi quelli dell’Europa orientale, ce li spiega, riscuotendo l’ammirazione di esperti di storia moderna come Manuel Finer e Stephen Ambrose, che non esitano a chiamare il suo manuale un classico.<

Il matto affogato è uno degli scacchi matti più spettacolari, in cui il Re viene mattato da un solo pezzo avversario pur essendo circondato da pezzi amici: sono proprio questi ultimi infatti a impedire al monarca di sottrarsi al mortale scacco, ostruendo ogni via di fuga. E all'insegna del matto affogato saranno anche i due casi su cui si trova a indagare Max Gilardi, che ha rinunciato alla sua carriera di commissario a Milano per intraprendere quella di avvocato a Napoli. Ed è Napoli la vera protagonista del romanzo. Una Napoli volutamente dimenticata e faticosamente ritrovata, con tutte le sue contraddizioni, ma ricca di ricordi, di umori, di amici. E di un padre amato a stento. Questa città gli sta addosso come un vestito stretto, del quale poco a poco Max Gilardi, attraverso due delitti che lo coinvolgono, saprà liberarsi. Per ritornare a Napoli anche con il cuore, e con gli occhi di un uomo che si misura, senza condiscendenza, con la propria voglia di ricominciare a vivere.

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«Una Camilleri in gonnella!»Marco Vichi«La sua scrittura è sempre elegante, colta. I suoi omicidi sono in punta di penna.»la Repubblica«È stata il volto degli anni eroici della tv di Stato, vissuti con garbo ed eleganza. Oggi ha successo con thriller mozzafiato. Ma non ha messo via ironia e ricordi.»Famiglia Cristiana«Dalla sua fantasia irrompe la cronaca con delitti da risolvere su e giù per l'Italia, intrighi, il bel mondo, la vita di strada.»La StampaUn cane nero addestrato per uccidere, della stessa razza di Dick, il cane di Max Gilardi, è la bestia nera. Accusato di aver azzannato un uomo, e poi prosciolto dalle prove della polizia scientifica, Dick è innocente, ma resta tuttavia la domanda: è casuale la morte, identica, di una bimba nel parco dove Max Gilardi stava correndo come d’abitudine con il suo cane? O proprio Gilardi è il fil rouge di una catena di omicidi che sembra collegare un losco faccendiere del porto di Napoli a una facoltosa e rispettabile famiglia borghese? Per smascherare il colpevole, gli toccherà riannodare vecchie vicende dei suoi primi processi, scartare false piste, affrontare i fantasmi della paura. Con Gilardi, anche noi restiamo impigliati nelle maglie di questo giallo, scritto da Elda Lanza con passione, eleganza e ironia.

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