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«Un giorno l'amore finisce e basta. E lo fa così, un mercoledì sera, senza preavviso. Sei lì che guardi "Chi l'ha visto", con il pigiama di pile e i calzini antiscivolo, e lo osservi, e ti sembra di vederlo per la prima volta, che mangia fissando lo schermo, una forchettata di pasta dopo l'altra, e ti rendi conto che non ce la fai più. Ma nemmeno un po'. E che non puoi resistere un altro minuto seduta su quel divano con il pigiama di pile e i calzini antiscivolo. Cioè, per carità, gli vuoi un bene dell'anima, e se avesse bisogno di un rene glielo daresti senza batter ciglio, ma ecco, è lì il problema: preferiresti dargli un rene che non un'altra parte di te... E questo perché? Perché, ripeto, un giorno finisce e basta. E questo non te lo dicono nei film, o nei libri, perché succede appena finiscono i titoli di coda. Perché la verità è che Richard Gere non ha mai smesso di rinfacciare a Julia Roberts di battere sul Sunset Boulevard, e Julia Roberts si è stufata dopo dieci minuti di stare su quella cazzo di panchina al freddo di Notting Hill insieme a Hugh Grant, e sempre Richard Gere non ha mai perdonato a Susan Sarandon di avergli fatto rinunciare alle lezioni di danza con Jennifer Lopez! È così che va la vita, non c'è mai un lieto fine, c'è solo una fine.» È con questa amara consapevolezza che Francesca cerca di fare i conti lavorando come una matta, perché il lavoro è l'unica parte della sua vita che riesce a tenere sotto controllo e che non la delude mai. Il resto è una catastrofe: il fidanzato, devoto ma dinamico come una mensola, il capo, un editore megalomane e ignorante detto Mr. Big («Non perché ricordi quel gran figo che sposava Carrie Bradshaw. Ma solo perché si chiama Bigazzi e ha un ego spropositato») che la schiavizza con la promessa di una promozione, Paola, l'amica alle prese con l'ex marito stalker, e una mamma depressa, prigioniera dell'odiosa zia Rita. E per sfuggire all'insonnia che tutto ciò le causa, la notte cucina dolci fino a sfinirsi (e lei li odia, i dolci!). Costantemente in balìa del delirio di onnipotenza di Mr. Big e dell'umore di autori egocentrici e narcisisti, primo fra tutti Leonardo Calamandrei, favorito per il prestigioso premio Strega, senza altro sostegno se non quello della propria ironia, Francesca si troverà ad affrontare le prove più assurde nel tentativo di capire qual è il sottilissimo confine che, nel cuore, separa l'abitudine dall'infelicità e la sicurezza dall'imprevedibile meraviglia dell'amore.

Federica Bosco costruisce una commedia gustosissima ma anche profondamente seria che non ruota intorno alla ricerca del Grande Amore fiabesco, ma sulla difficile sfida del tenere vivi gli affetti in tempi sempre più veloci e competitivi. Un romanzo autentico, con una protagonista che trova il coraggio di mettersi davvero in discussione, di porre a se stessa – e a noi – domande importanti senza arrendersi finché trova la risposta.

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Monica torna a New York per la seconda volta, per ricominciare tutto da capo. Reduce da una convivenza tragicomica con quello che credeva essere l'uomo della sua vita (Edgar) e dopo essersi fatta spezzare ancora il cuore dall'altro uomo della sua vita (David), certa di non poter statisticamente incappare in soggetti più instabili di così, decide di puntare le ultime energie sulla carriera e accetta un incarico temporaneo come cronista per "Vanity Fair". Più scettica e disillusa che mai nei confronti dell'altro sesso, Monica non immagina quali altri scherzi il destino abbia in serbo per lei... Determinata a fare tutto da sola, anche se il suo passato torna a bussare puntuale come sempre, si troverà ad affrontare le situazioni più catastrofiche con la consueta dose di autoironia e leggerezza finché qualcuno arriverà a sconvolgere completamente i suoi piani. Riuscirà, dopo tante delusioni, a ritrovare la fiducia nel grande amore? E in fondo, esiste davvero il grande amore o è solo una trovata pubblicitaria? Un altro capitolo dell'irresistibile saga di Monica, la protagonista di "Mi piaci da morire" e "L'amore non fa per me". <

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Riccardo Merisio è tornato a sorridere. Un nuovo lavoro e una nuova ragazza hanno cancellato le ombre di un periodo difficile. Ma una sera, mentre sta chattando con Anna, la collega con cui ha da poco intrecciato una relazione, un insolito annuncio invade lo schermo del suo telefonino. Si tratta dell'invito a scaricare un'applicazione dal curioso nome di WhatsTrue. Anzi, più che un invito pare un obbligo, visto che ogni tentativo di impedirne il download si rivela inutile. Da questo momento iniziano ad accadere strane cose: sempre più spesso, i messaggi di Anna sono accompagnati da una scritta sinistra: "Anna sta mentendo...". Uno scherzo, una trovata pubblicitaria, o un sistema effettivamente in grado di svelare le bugie dell'interlocutore? Ogni giorno più turbato e diffidente, Riccardo finisce per cedere al fascino della misteriosa app che comincia a impossessarsi dei suoi pensieri e ad amplificare le sue paranoie, trascinandolo in un gioco psicologico di tensione crescente in cui cadono i confini tra verità e menzogna, tra realtà e fantasia. Federico Baccomo mette in scena il racconto sfrenato di un mondo inquietante e seducente in cui si riflettono le complessità della mente umana e dove ogni uomo è insieme impostore e ingannato.<

Ci salveremo? O l’Italia rischia di precipitare in una nuova crisi finanziaria, nel baratro della recessione? Rispondendo a queste domande, Ferruccio de Bortoli ci parla dei costi della deriva populista che stiamo vivendo e mette in luce le colpe e le ambiguità delle élite, della classe dirigente, dei media. Eppure il Paese è migliore dell’immagine che proietta il suo governo: ha un grande capitale sociale, un volontariato diffuso, tantissime eccellenze. Questo libro è anche un viaggio nelle virtù, spesso nascoste, dell’Italia, perché una riscossa è possibile, ma dipende da ognuno di noi. Per riuscirci bisogna riscoprire un nuovo senso della legalità e avere un maggior rispetto dei beni comuni; ci vuole più educazione civica, da riportare nelle scuole, e più cultura scientifica; è necessario combattere per una vera parità di genere e per dare più spazio ai giovani in una società troppo vecchia e ripiegata su sé stessa. Il futuro va conquistato, non temuto, e non dobbiamo mai perdere la memoria degli anni in cui eravamo più poveri e senza democrazia. Solo così ci salveremo. Nonostante tutto.<

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