Popular books

Georges Simenon

Maigret si mette in viaggio

<p class="description">Quella gente gli dava sui nervi, c’era poco da fare. Di fronte a loro era nella stessa posizione dell’ultimo arrivato in un club, per esempio, o in una classe, che si sente impacciato perché non conosce ancora le regole, le abitudini, le parole d’ordine, ha vergogna e pensa sempre che gli altri lo prendano in giro. Era convinto che John T. Arnold, così disinvolto, a suo agio con banchieri e re in esilio, a Londra come a Roma, a Berlino come a New York, si fosse divertito della sua goffaggine e l’avesse trattato con una condiscendenza lievemente compassionevole. Al pari di tutti, forse anzi meglio di tanti altri visto il mestiere che faceva, Maigret sapeva come si trattano certi affari e come si vive in certi ambienti.Ma era una conoscenza teorica, non vissuta in prima persona. E c’erano dei particolari che lo disorientavano. Per la prima volta aveva l’occasione di entrare in contatto con un mondo a parte, di cui la gente comune apprende qualcosa solo grazie ai pettegolezzi dei giornali. (Le inchieste di Maigret 56 di 75)</p><

Georges Simenon

Maigret si sbaglia

<p class="description">Nel corso della sua carriera Maigret aveva interrogato migliaia, decine di migliaia di persone: alcune occupavano posizioni di prestigio, altre erano famose per la loro ricchezza e altre ancora figuravano tra i più intelligenti criminali internazionali.Eppure attribuiva a quell’interrogatorio un’importanza che non aveva mai attribuito a nessun altro, e non per la posizione sociale di Gouin né per la fama di cui godeva in tutto il mondo.Capiva che Lucas fin dall’inizio del caso si chiedeva perché non andasse direttamente a fare delle domande precise al professore, e che ancora adesso il brav’uomo era sconcertato dal malumore del capo.Maigret non poteva confessare la verità né al suo ispettore né ad altri, e nemmeno a sua moglie. A essere sinceri, non osava formularla chiaramente neanche a se stesso. (Le inchieste di Maigret 42 di 75)</p><

Georges Simenon

Maigret va dal coroner

L'Arizona è già il decimo stato e Tucson è solo l'ultima delle innumerevolicittà piccole e grandi che il commissario Maigret attraversa, in compagniadell'ufficiale dell'FBI incaricato di fargli da balia, nel corso del suoviaggio di studi americano. Questo viaggio gli consentirà di apprendereparecchie cose: dal funzionamento dei grammofoni meccanici a quello dellagiustizia americana; da come si viaggia sulle strade del deserto a come siconduce un interrogatorio. Apprenderà anche che se gli americani sono gentilicon tutti e sorridono a tutti, poi la sera affogano in una bottiglia diwisky, e che a volte in una società civile e organizzata come quellaamericana, un delitto serve a ripristinare l'ordine costituito...<

Georges Simenon

Maigret, Lognon e i gangster

<p class="description">L'uomo più funereo della polizia parigina, zimbello della sfortuna, si è cacciato in guai seri. Da anni si lamentava di non avere mai per le mani un'inchiesta sensazionale, una di quelle che procurano lustro e magari una promozione. Ora finalmente gliene è capitata una, e lui si è gettato a capofitto. Ma il "povero Lognon", manco a dirlo, ha fatto il passo più lungo della gamba: quelli che si è messo a pedinare sono gangster americani appena sbarcati a Parigi. Gente troppo spietata per lui. Non resta che rivolgersi all'infallibile, irritante Maigret, affidarsi a lui, e ricominciare a lagnarsi.</p><

Georges Simenon

Maigret- La locanda degli annegati

<font class="Apple-style-span" face="'MS Shell Dlg 2', sans-serif"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px;">Tutti, compresa una decina di automobilisti di passaggio, facevano capannello attorno al relitto ripescato dal fiume, e alcuni tastavano distrattamente la carrozzeria o si chinavano per guardare dentro. Ed è proprio a uno di quegli sconosciuti che venne in mente di girare la maniglia del bagagliaio. Che, contro ogni aspettativa, nonostante la vettura fosse così deformata, si aprì facilmente; l'uomo cacciò un grido e indietreggiò di qualche passo, mentre chi gli era a fianco si precipitava a vedere. Maigret si avvicinò come gli altri, aggrottò la fronte e, per la prima volta dal mattino, non si limitò a borbottare qualcosa, ma fece sentire chiaramente la sua voce: «Via, fate largo!... Non toccate niente!». Anche lui aveva visto. Aveva visto una forma umana stranamente ripiegata su se stessa, pigiata in fondo al bagagliaio come se quest'ultimo fosse stato richiuso a fatica. Sopra quella specie di fagotto, una cortina di capelli biondo platino suggeriva che si trattava di una donna.</span></font><

Georges Simenon

Pietr il Lettone

<p class="description">Questo libro segna l’atto ufficiale (1931) del commissario Maigret. «La presenza di Maigret al Majestic aveva inevitabilmente qualcosa di ostile. Era come un blocco di granito che l’ambiente rifiutava di assimilare. «Non che somigliasse ai poliziotti resi popolari dalle caricature. Non aveva né baffi né scarpe a doppia suola. Portava abiti di lana fine e di buon taglio. Inoltre si radeva ogni mattina e aveva mani curate. «Ma la struttura era plebea. Maigret era enorme e di ossatura robusta. Muscoli duri risaltavano sotto la giacca e deformavano in poco tempo anche i pantaloni più nuovi. «Aveva in particolare un modo tutto suo di piazzarsi in un posto che era talora risultato sgradevole persino a molti colleghi». (Le inchieste di Maigret 1 di 75)</p><

Georges Simenon

Ricordi proibiti

<p class="description">Già dalle prime pagine il lettore si renderà conto che questo è uno dei libri più suggestivi e affascinanti di Simenon. Malempin, protagonista del romanzo, medico in un grande ospedale di Parigi, veglia il proprio figlio gravemente ammalato; in quelle ore di tensione e di insonnia, sfilano davanti ai suoi occhi, come evocati magicamente, i ricordi, le tappe, gli episodi della sua vita; e cosi pure le vecchie storie che hanno intessuto di generazione in generazione le vicende della famiglia Malempin. Episodi e storie sono spesso insignificanti, ma alcuni di essi importanti, tanto che recano in sé il sapore del mistero o addirittura del ricordo "proibito". La vita del medico ancora fanciullo in casa della zia, finita in manicomio, le considerazioni sui rapporti con sua moglie, sono pagine altamente drammatiche, "classiche" della narrativa simenoniana.</p><

Georges Simenon

Rue Pigalle e altri racconti

In questi nove racconti i lettori avranno il piacere di ritrovare il grande commissario, e di ritrovare anche i luoghi e le atmosfere in cui Maigret si sente più a suo agio. Nella Chiatta dei due impiccati, per esempio, Maigret conduce tutta la sua indagine alla Citanguette, uno dei bistrot sulla Senna dove si fermano a bere i marinai; nel Caso di boulevard Beaumarchais assistiamo a un interrogatorio di quelli che lo hanno reso famoso, tra la lampada dal paralume verde e il vassoio con le birre e i panini portati su dal cameriere della brasserie Dauphine; in Jeumont, 51 minuti di sosta!, Maigret è chiamato dal nipote a risolvere un caso di omicidio avvenuto su un treno al confine tra la Francia e il Belgio; in Pena di morte il drammatico epilogo avrà luogo in un night club di Bruxelles; in Le lacrime di cera il commissario fa "un viaggio indietro nel tempo", in un paesino della Francia profonda non lontano da quello in cui è cresciuto, tra le spesse mura di una casa dove tutto è "rimasto com'era una volta" e si respirano avarizia e rancore; in Rue Pigalle lo vediamo muoversi in un quartiere a lui familiare, Montmartre, dove si scontrano la banda dei Còrsi e quella dei Marsigliesi, e, in Un errore di Maigret, in quella rue Saint-Denis dove all'epoca ancora si alternavano alberghetti per prostitute e librerie "specializzate".<

Georges Simenon

Turista da banane

Oscar Donadieu, giovanotto sensibile e introverso, ultimo erede di un potente clan di armatori della Rochelle, sbarca a Tahiti sognando «di immergersi nella natura, di vivere a tu per tu con lei e con lei sola, rinunciando agli agi della civiltà». Eppure, già nel corso della traversata, qualcuno lo ha messo in guardia: «Forse farebbe meglio a non scendere dalla nave e a tornarsene dritto in Francia». Eviterebbe così di diventare uno di quelli che i locali definiscono sprezzantemente «turisti da banane», relitti della vita tropicale vaganti fra sbronze tristi, ragazze facili, squallide notti e sordidi intrallazzi. Con fierezza, Donadieu pensa che queste cose possono succedere ad altri, non a lui. Ma la realtà è vischiosa, e il destino ignora la geografia. E a dispetto dello scenario di palme e luce abbagliante, la cupa sorte della famiglia Donadieu non tarderà a compiersi, in questo romanzo dell’evasione impossibile.<

Georges Simenon

Un delitto in Gabon

Georges Simenon

Un delitto in Olanda

<p class="description">«Guardi...» mormorò Duclos indicando il paesaggio intorno a loro, il paesino pulitissimo dove tutto era in ordine come nella credenza di una brava massaia, il porto troppo piccolo per riuscire a turbare quell’atmosfera tranquilla e le facce serene della gente con i grossi zoccoli gialli infilati ai piedi. E continuò: «Qui tutti si guadagnano da vivere... Tutti sono felici, o quasi... E, quel che è più importante, tutti controllano i propri istinti, perché questa è la regola, è un dovere se si vuole vivere in una collettività... Pijpekamp può confermarle che i furti sono rarissimi... È vero che, se uno ruba due libbre di pane, non se la cava con meno di qualche settimana di prigione... Nota qualcosa che non va?... Qui non ci sono vagabondi!... Non ci sono mendicanti... È l’ordine istituzionalizzato...». (Le inchieste di Maigret 10 di 75)</p><

Georges Simenon

Un Natale di Maigret

Georges Simenon

Una trappola di Maigret

Gershom Scholem

Le tre vite di Moses Dobrushka

Giacinto Siciliano

Di cuore e di coraggio

Giampaolo Simi

Cosa resta di noi

<p class="description">Un noir che disturba e sorprende, una tensione che sale piano come la marea. La storia di un amore che lentamente si trasforma in veleno, di un vuoto intimo che trasfigura una ragazza meravigliosa. In questo senso Cosa resta di noi fa pensare ai romanzi di Patricia Highsmith.<br>Guia, la protagonista, chiama «morte vista al contrario» la sua impossibilità di avere un figlio: «una vita che non solo non inizia ma non riesce nemmeno ad essere concepita». Eppure è una ragazza nata per essere felice, di antica famiglia, scrittrice indirizzata al successo, sposata con un uomo che ama ed è pazzo di lei. Ma è in questa unione di felici che si infiltra il «lutto al contrario» del figlio mancato, come una crepa che si allarga e non si può fermare. Edo, il marito, il Narratore, segue le scene da questo matrimonio che si sta suicidando, nel letargo dorato degli inverni in Versilia, mentre Guia riversa in un prossimo romanzo tutta la sua disperazione e scrive di un tempo diverso da quello che stanno vivendo. Intorno le quiete banalità di coloro che «hanno tempo, soldi ed energie in surplus». Ma ad un tratto lo scenario cambia. Nella vita di Edo appare un’altra donna che però, pochi gioni dopo, svanisce nel nulla inspiegabilmente. La sua scomparsa diventa il caso del momento, segna l’irrompere di una realtà cieca e distruttiva nella crisi che Edo e Guia stanno cercando di affrontare. La lucida follia del circo mediatico divora torbidi risvolti in nome del conformismo e del pettegolezzo più morboso. Finché cosa resta di loro è soltanto l’assenza.<br>Giampaolo Simi, con la sua prosa capace di svariare dall’ironia alla tensione, riesce a raccontare di una specie di contagio che parte da una mancanza intima, fisica e spirituale, che si espande e diventa una trappola da cui nessuno riesce più a fuggire.</p><

Giampaolo Simi

Figli del tramonto

Toscana, a cavallo tra il secondo e il terzo millennio. Figli del tramonto è il nome di un complesso di rock and roll dalle modeste fortune. Abituati a percorrere i circuiti periferici, tra locali di second'ordine, i componenti del gruppo si ostinano a coltivare il sogno della scalata allo show business. Da un giorno all'altro però le cose iniziano a girare per il verso giusto, con una facilità stupefacente, quasi magica. Ma con le prime affermazioni emergono anche note sinistre, risvolti inquietanti... Qualcosa di diabolico sembra voler assecondare l'ascesa dei Figli del tramonto con le armi dell'inganno e del crimine. Chi è il luciferino "benefattore" del complesso? E quale prezzo chiederà in cambio dei suoi terrificanti favori?<

Piera Degli Esposti Giampaolo Simi

L'estate di Piera

Giampaolo Simi

La notte alle mie spalle

Giampaolo Simi

La ragazza sbagliata

<p class="description">La storia di una assassina e del suo grande accusatore. La storia di un dubbio, di un inganno, della possibilità di una nuova vita. Il nuovo romanzo di Giampaolo Simi dopo 'Cosa resta di noi', vincitore del Premio Scerbanenco 2015.</p><

Gianni Simoni

Omicidio senza colpa: Un'indagine del commissario Lucchesi

Sconosciuto

casaleggio, web ergo sum

Gill Sims

Alla mamma non frega un c***o

Giorgio Scerbanenco

1963 - La sabbia non ricorda

Giorgio Scerbanenco

Al mare con la ragazza

Version 63198 - 2012-05-17 17:47:59 +0200<

Giorgio Scerbanenco

Anime senza cielo

Giorgio Scerbanenco

Annalisa e il passaggio a livello

intro<

Giorgio Scerbanenco

Europa molto amore

Giorgio Scerbanenco

I milanesi ammazzano al sabato

<p>Donatella è scomparsa. È bellissima, sembra una svedese, con quei lunghi capelli biondi e quel profilo antico. Ma è debole di mente: per la strada guarda gli uomini, sorride a tutti e, qualunque cosa le dicano, risponde di sì. Perciò suo padre, il vecchio Amanzio Berzaghi, un ex camionista, la tiene nascosta in casa, tra bambole e dischi di canzonette. Ma una mattina l'ex camionista non la trova più... Il caso viene affidato a Duca Lamberti, il medico-investigatore. Alla disperata ricerca della ragazza, Lamberti si spinge nei bassifondi di Milano, tra feroci magnaccia e case d'appuntamento.</p> <p>**</p><

Giorgio Scerbanenco

I ragazzi del massacro

Giorgio Scerbanenco

Il Centodelitti

Giorgio Scerbanenco

La Bambola Cieca

<p>Il miliardario Déravans sta per riacquistare la vista grazie a un difficile intervento chirurgico. Ma i luminari che devono eseguire l’operazione vengono freddati l’uno dopo l’altro mentre alla prestigiosa clinica viene recapitata una bambola dagli occhi cavati. Cos’è che Déravans non deve vedere? o chi? Sarà l’intuito singolare del timido archivista Jelling a svelare l’oscuro mistero.</p><

Giorgio Scerbanenco

La mia ragazza di Magdalena

Giorgio Scerbanenco

La ragazza dell'addio

Version 97670 - 2013-09-04 12:32:32 +0200<

Giorgio Scerbanenco

Ladro contro assassino

Giorgio Scerbanenco

Le spie non devono amare

<div><p>"Ho voluto raccontare la mia storia", dice Ornella Dallas, protagonista di questo romanzo, "perché tutte le donne sappiano che si può avere felicità e amore anche nelle situazioni più disperate, anche se si è la moglie di una spia. Diversi anni fa a Berlino, in un grande albergo, io incontrai un uomo, era una spia, uno degli agenti segreti più temibili e pericolosi d'Europa. Me ne innamorai, e l'ho sposato. L'ho sposato anche sapendo che era un spia e l'ho seguito per lunghi anni nella buona e nella cattiva sorte, come dicono quando ci si sposa, nelle avventure più angosciose e disperate. Le spie non devono amare, eppure noi ci siamo amati".</p><p class="description"> </p><p>**</p></div><

Giorgio Scerbanenco

Milano calibro 9

Ventidue racconti neri più che gialli di Scerbanenco. Ventidue storie dure, disperate, atroci, con impreviste pieghe di tenerezza, sconcertanti sussulti d&apos;amore. A cominciare dalla prima, quella che fornisce il titolo dell&apos;intero volume, una storia di sicari americani piombati a Milano per togliere di mezzo qualcuno, che si converte nella storia della povera ragazza di vita che lotta per evitare un assassinio. La fantasia nera di Scerbanenco pare volersi superare in ogni storia, impossibile accennare, anche solo accennare, alla trama di tutte. Il morboso mistero delle successive morti violente del personale, dal primario al custode, di una clinica per la rieducazione dei subnormali di Pavullo nel Frignano. La fuga senza scampo di un piccolo complesso di capelloni, due suonatori e la cantante, macchiato da un passato criminale, ma innocentemente vestiti di rosa, nella pineta di Tombolo. L&apos;incerdibile e cruenta di una cavallerizza di circo tedesca alla città di Gorgonzola e alla coalizione dei carabinieri, polizia, magari anche esercito...La fantasia nera di Scerbanenco raccoglie spunti e svolge trame in qualsiasi parte d&apos;Italia. Ma è a Milano che torna sempre, e a Milano si svolgono il maggior numero di questi racconti.<

Giorgio Scerbanenco

Sei giorni di preavviso

<div><p>Un celebre attore, narcisista e pieno di sé, ma ormai sul viale del tramonto, vive da giorni barricato in casa insieme alla sua corte. Riceve quotidianamente minacciosi messaggi con la data, il luogo e l'ora della morte. E tutti i possibili colpevoli hanno sempre alibi indistruttibili. Le operazioni di polizia per scoprire il mittente, ovvero il potenziale assassino, sono affidate ad Arthur Jelling, archivista della polizia di Boston e investigatore sui generis. Schivo e timidissimo, l'archivista è un tenace temperamento speculativo, affinatosi nello studio dei rapporti d'inchiesta, che riordina e cataloga. Questo giallo è come fosse in due tempi: il racconto del lavoro quotidiano per sventare una cospirazione in fieri, con tutta la suspence dell'attesa, e il racconto dell'inchiesta, fondamentalmente psicologica, su un omicidio. Complicato inoltre dal fatto che non si sa bene se vi sia un omicidio, e che alla fine Jelling deve spuntarla nell'impresa più ardua: riuscire a smontare la sua stessa robustissima ipotesi investigativa.</p> <p>**</p></div><

Giorgio Scerbanenco

Traditori di tutti

Giorgio Scerbanenco

Venere privata

Le piccole dee della società dei consumi muoiono nei prati di periferia, ed è quasi sempre inutile indagare. L’omertà salva gli sfruttatori. Ma Duca Lamberti pensa che sia necessario insistere, comunque: «Più ne schiacci e più ce ne sono. E va bene, tenerezza mia, ma forse bisogna schiacciarli lo stesso». Venere privata, pubblicato per la prima volta nel 1966, è il primo romanzo della serie dedicata a Duca Lamberti. «Il mondo di Scerbanenco è un mondo completamente nero e immobile. I romanzi di Scerbanenco non conoscono nessun movimento, nessuno svolgimento. L’unico svolgimento riguarda il lettore, cui Scerbanenco somministra la realtà dei fatti a piccole dosi, poco per volta. Ma la realtà, l’orribile nera realtà c’è da sempre, è sempre quella e continuerà ad essere quella dopo che il teatrino del bene avrà chiuso il sipario. A chi, cittadino di questo disperatissimo mondo, non abbia propensione al suicidio, non restano che due vie: o la completa distrazione o l’assuefazione. La vita è una droga, o la combatti con altre droghe o l’assumi fino in fondo». (dalla Prefazione di Luca Doninelli)<

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